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 Carot One Fabriziolo Audiophile Stereo Tube Preamplifier Riduci

                                                                  


INTRO
NON E' UN'HI FI PER VECCHI

Forse non tutti conoscono la OpenItem, ditta napoletana votata alla diffusione di un'alta fedeltà dal volto umano ma che non rinuncia alla qualità. Tra i diversi marchi trattati (Cocaine Speakers - Monster Audio - Nero Amplifiers - Tube Tonic - Carot One Audiophile Class D) viene offerta al cliente una scelta notevolmente diversificata, si va dall'entry level all'oggetto di qualche pretesa, dove sicuramente si potrà trovare ciò che fa al proprio caso.

Uno sguardo ravvicinato a quanto viene offerto al cliente ci svela che la gamma dei diffusori Cocaine spazia dal piccolo monitor da stand S-20 sino all'imponente floorstanding S-90 con sei modelli intermedi e un subwoofer (S-10 W) in versione attiva e passiva. La gamma Monster Audio conta tre modelli di diffusore con l'eccentrico HP01, speaker stereo amplificato basato su driver full range, in pratica un tubo di plexiglasss contenente all'interno una luce fluorescente di colore blu e dedicato all'amplificazione "volante" di PC, iPod, lettori Media e telefoni cellulari mentre l'HP02 e HP03 sono due sistemi di maggiori dimensioni e pretese.

Le elettroniche "Nero" si presentano come atte a soddisfare una fetta particolarmente ampia di utenti. A detta della OpenItem offrono un rapporto qualità/prezzo mozzafiato con il Nero Nano alla base della gamma, seguito dal CD Player Nero CD, il Nero Nano Tube, altro integrato questa volta ibrido (6N8P nella sezione pre) e l'impegnativo nero Tube One, integrato stereo ibrido da 100 Watt per canale su 6 Ohm.

La carrellata sulla ditta napoletana termina con il brand Tube Tonic, che propone tre elettroniche valvolari (amplificatore integrato MS-34D e MS-300B, CD Player SD-32A) invero molto somiglianti a quelle di un nota azienda cinese. Si tratta di oggetti dal notevole impatto estetico, costruiti con metalli pregiati lavorati e tolleranze minime. I pannelli in alluminio presentano spessori elevati e connettori placcati oro, caratteristiche che fanno il paio con un suono molto raffinato, dedicato agli estimatori dei tubi a vuoto.

Dopo aver recensito nell'Agosto 2010 l'Ernestolo su queste stesse pagine, ora è la volta di questo "visconte dimezzato" che, in buona sostanza, corrisponde al pre dell'Ernestolo però con una valvola diversa.

L'approccio alla riproduzione che offrono oggi gli oggetti "Mini Size" merita qualche riflessione. Sono figli di una branca relativamente nuova di apparecchi, nata con l'ambizione di unire una convincente qualità sonora a delle dimensioni particolarmente contenute, dei giocattolini che a vederli non gli daresti due lire, snobbati se non ridicolizzati dagli audiofili amanti dei pesi massimi.

I rappresentanti di questa filosofia progettuale non mancano, penso per esempio alla ricca serie Box Design - Micro High End Components dell'austriaca Pro-Ject, oggetti ben suonanti e senza fronzoli, in perfetto accordo con la filosofia minimale che li ha partoriti oppure agli innumerevoli oggetti "desktop oriented" di orientamento audiophile che ormai "infestano" le nostre case. Nel caso dei Carot One a queste doti si aggiunge un'estetica a mio parere molto indovinata, glamour al punto giusto da non passare inosservata.

Vista la piega che il mercato Hi Fi/High End sta sempre più ineluttabilmente prendendo, ritengo questa genia di folletti che proliferano nel bosco dell'alta fedeltà un vero toccasana, una strada reale per avvicinare i giovani alla riproduzione audio di qualità. E già perché l'immagine che viene cucita addosso agli audiofili è quella di individui aventi una certa età, pantofolai e spesso con buone disponibilità economiche, molto diversa quindi da quella del giovane che può contare su budget limitati, quasi esclusivamente interessato all'ascolto da passeggio, iPod e cuffiette per capirci.

Capita però che qualcuno di loro si affranchi da questo cliché, fulminato sulla via di Damasco dalla qualità che può esprimere un sistemino Home ben assemblato, magari alimentato da una sorgente portatile, da ascoltare in casa nella propria stanzetta.

Con l'avvento dei chip digitali (Tripath, Yamaha) la qualità vera contenuta in scatolette da pochi centimetri e pochi grammi non è più un miraggio, sulle pagine di questo sito si è ampiamente parlato e credo ancora si parlerà a lungo di un fenomeno, quello della classe "T", che ha rappresentato una piccola/grande rivoluzione nel modo di ascoltare. Dopo le innumerevoli testimonianze provenienti da appassionati di tutto il mondo credo che nessuno dubiti più sulla validità di un classe "T" (se ben implementato), sino al punto che non solo il giovane ma anche l'audiofilo smaliziato sovente non fatica ad abbracciarne la causa.

 

 

DESCRIZIONE DEL FABRIZIOLO

Specifiche tecniche dichiarate della sezione cuffia.

Rapporto segnale/rumore: (SNR) 92 dB
Potenza d'uscita: 3 Watt per canale su carico di 33 Ohm
Risposta in frequenza: 15 Hz - 100 kHz -1 dB
Impedenza d'ingresso: 10 kOhm
Ingresso: CD in RCA (Left/Right) x 1 (massimo 3 Vpp)


Specifiche tecniche dichiarate della sezione di preamplificazione.

Valvola: 6DJ8/6922 o 12AU7 (intercambiabili)
Rapporto segnale/rumore: (SNR) 92 dB
THD + Noise: 0,05% @ 10 kOhm - 0,15% @ 33 Ohm
Ingresso: CD in RCA (Left/Right) x 1 (massimo 3 Vpp)
Power Socket: 5,5 mm/2,1 mm
Uscita Audio: mini jack (3,5 mm) x 1
Uscita cuffia: mini jack (3,5 mm) x 1
Potenziometro del volume con accensione/spegnimento incorporato a scatto
Indicatore di accensione: a LED Blu sotto lo zoccolo per la valvola
Alimentatore: DC 12 - 13 Volt (max)
Dimensioni: 76 x 60 x 100 mm (larghezza - altezza - profondità)


Specifiche tecniche dichiarate dell'alimentatore.

Ingresso AC Universale: 100V-240V/50-60 Hz
Uscita DC: DC 12V 3,5A (42 Watt)
Connettore DC: DC 2,1 mm
Ripple & Noise: <= 25 mV
Protezione dal sovraccarico: 105% - 150%
Protezione da sovravoltaggio: 115% - 150%
Dimensioni: 78 x 50 x 33 mm (L - W - H)

Come dicevamo in apertura, il look ricalca fedelmente quello dell'Ernestolo e del nuovo Gildolo: una bella livrea in alluminio placcato di un vivace arancio metallescente dove troviamo una serie di comandi e connessioni, essenziali e di intuitivo utilizzo. Il grado di finitura non lascia spazio a critiche di sorta.

Il pannello anteriore, di buon spessore, presenta dimensioni maggiori del corpo ed è fissato a esso mediante quattro viti esagonali, al centro troviamo un potenziometro di volume piuttosto sviluppato in lunghezza che integra il meccanismo di accensione/spegnimento (a scatto). Alla sua sinistra c'è una connessione ausiliaria d'ingresso per un media player (lettore Mp3, iPod, CD Player portatile ecc.), molto utile nel caso di collegamenti estemporanei, a destra l'uscita cuffia. Entrambi i connettori sono del tipo mini jack stereo da 3,5 mm.

Il pannello posteriore è a filo dello chassis, tenuto saldamente in sede da cinque viti con testa a croce, contiene (da sinistra verso destra) il connettore Line Out, anch'esso mini jack stereo da 3,5 mm, una coppia di RCA femmina per il collegamento della sorgente principale e infine il power supply socket da 2,1 mm, da utilizzare per il collegamento dell'alimentatore fornito a corredo o altro.

La valvola 6922 è accolta sul top e protetta da un piccolo ma robusto cilindretto di plexiglass, l'effetto coreografico è assicurato soprattutto quando si mette in tensione l'apparecchio e la base della valvola s'illumina di un bel blu intenso.

Le scritte RoHS e CE stampigliate sul retro ci ricordano che il Fabriziolo rispetta la normativa comunitaria RoHS (Restriction of Hazardous Substances Directive) collegata alla direttiva sulla rottamazione di apparecchiature elettriche ed elettroniche (detta RAEE) che regola l'accumulazione, riciclaggio e recupero per le apparecchiature elettriche. La marcatura CE invece indica che il prodotto è conforme a tutte le disposizioni comunitarie che prevedono il suo utilizzo, dalla progettazione, alla fabbricazione, all’immissione sul mercato, alla messa in servizio del prodotto fino allo smaltimento. Soddisfa inoltre le norme internazionali EOCENE 60065 riguardanti la sicurezza elettrica.

Lungo le fiancatine del telaio decorre una zigrinatura a linee parallele la quale, oltre a impreziosire l'estetica, offre una presa più sicura dell'apparecchio.

Segnalo la presenza sul mercato di un oggetto estremamente simile al Fabriziolo, il Miu-Tech MKTP-1, prodotto da un'azienda cinese: http://www.miustore.com/MKTP-1-vacuum-tube-modular-pre-amplifier-EH-6922-tube-MKTP-1EN.htm.

Dal sito non è dato sapere quale sia la dotazione fornita con l'apparecchio nè la marca e il tipo di valvola montata. Ho chiesto informazioni direttamente alla Miu-Tech e sono in attesa di risposta. Eventualmente vi farò un piccolo aggiornamento.

La valvola a doppio triodo 6922EH è prodotta dalla russa Electro-Harmonix, diversa quindi dalla Philips 6922 ECG rinvenuta a suo tempo sull'esemplare di Ernestolo da me testato. Si tratta di un tipo di tubo molto in voga nei preamplificatori, noto per le sue grandi qualità soniche e sostituibile con altri tipi di valvola come le 6DJ8, 6N11, 6H23n, ECC88, E88CC, 12AU7, 5963, 5814, ECC82. Come vedete, la possibilità di sbizzarrirsi per chi avesse voglia di provare soluzioni (e suoni) alternativi non manca di certo, non è un esercizio sterile in considerazione del fatto che a ogni cambio valvola corrisponde una variazione delle caratteristiche timbriche del suono che può andare dalla sottile sfumatura a un cambiamento più sostanziale.

Secondo quanto riportato dal manuale utente sarebbero sufficienti circa 15 secondi di riscaldamento per portare la 6922 in temperatura. Nella parte delle note tecniche dedicata agli utenti "professional" viene spiegata in dettaglio la procedura per il corretto settaggio della corrente DC di Bias, anche se nel Fabriziolo fornito al cliente questa è già finemente settata, l'operazione dovrà essere ripetuta ad ogni cambio valvola per ripristinare il voltaggio ottimale. Se non si ha intenzione di sostituire quella fornita a corredo, dopo un certo tot di ore di funzionamento (non specificato nel manuale) si dovrà comunque ripetere l'operazione di taratura per ripristinare i corretti valori di tensione.

Non voglio correre il rischio di trasformare questa mia recensione in una mera descrizione in stile "manuale della Fiat Panda", come un caustico lettore una volta mi ha fatto notare, quindi lascio all'utente il cimento menzionando soltanto l'attrezzatura necessaria per l'operazione: semplicemente un piccolo giravite e un multimetro digitale.

A corredo del Fabriziolo vengono forniti un cavetto di connessione terminato mini jack stereo/RCA per il collegamento con un finale di potenza, da inserire nel Line Out, un cavetto mini jack stereo per un eventuale media player da collegare alla presa frontale, il trasformatore-alimentatore switching AC da 100V-240V/50-60 Hz / DC 12V 3,5A e il libretto d'istruzioni scritto in inglese, discretamente ben compilato. Non so se chi mi legge rientri nella categoria dei cavoscettici ma il mio consiglio da cavomoderato, rivolto a chi volesse mettersi in casa questo "animaletto" domestico, è di sostituire quanto prima i due dimessi cavetti forniti a corredo con qualcosa di meglio.

 

 

IL LAYOUT CIRCUITALE ALLA "VISUAL INSPECTION"

 


IL FABRIZIOLO AL BANCO DI MISURA

Setup hardware e software:

Multimetro TRMS PCE-UT 61E
Scheda audio E-Mu Creative Pre Tracker USB 2.0
Software Arta - Steps
Cavi di segnale in dotazione e una coppia di Supra Dual RCA-6

La sessione di misure è stata lunga e laboriosa, tale da far lievitare di parecchio i tempi di redazione dell'articolo, diciamo pure che ho spudoratamente approfittato della pazienza di Antonio Scialò. I risultati ottenuti sono frutto di numerose rilevazioni effettuate su un setup di misura tarato con accuratezza.

Era la prima volta che misuravo un'elettronica valvolare, i primi grafici ottenuti mi hanno lasciato un po' perplesso salvo poi rendermi conto che erano in linea con quanto è lecito aspettarsi da un'elettronica a tubi. In parallelo alle misure sul Fabriziolo ne ho fatto altre, naturalmente con il medesimo setup e condizioni, sul mio preamplificatore di riferimento, un Rotel RC 06, su cui ho ottenuto dei valori perfettamente congrui a riprova della validità della procedura messa in atto.

Il "warm up" del Carot One indicato nel manuale utente è di 15 secondi, tempo che mi pare un po' risicato per un valvolare per cui ho ritenuto opportuno dilatarlo per sicurezza sino a circa mezz'ora abbondante. Le prove strumentali sono seguite a un lungo periodo di rodaggio, un mesetto buono, dove mi sono goduto le qualità musicali  del piccoletto prima nel corso di una lunga serie di ascolti notturni in cuffia e poi collegandolo alternativamente a un classe "T" di elevata caratura, il mio Trends Audio TA 10.2 configurato a finale di potenza (bypass del potenziometro di volume) e al potente amplificatore finale Rotel RB 1070 da 130 + 130 watt RMS su 8 Ohm. Alle misure si può credere o non credere, reputarle influenti o ininfluenti all'ascolto ma comunque sono in grado in qualche maniera di mostrarci il livello di accuratezza progettuale, la pasta di cui un oggetto è fatto.

La risposta in frequenza mostra una buona linearità con un lieve roll-off sotto i 300 Hz, dovuto all'intervento dei condensatori di disaccoppiamento in ingresso, una flessione quindi del tutto normale per un'elettronica non accoppiata in DC. La flessione, se prendiamo a riferimento i citati 300 Hz e il limite dei 20 Hz, vale circa 0,6 dB. Sovrapponibile l'andamento ottenuto sui due canali.

Nella risposta all'impulso, ottenuta a una frequenza di campionamento di 192 kHz con segnale di eccitazione MLS (Maximum Lenght Signal), notiamo un disegno dall'andamento perfettamente simmetrico.

L'analisi spettrale (SPA) rivela una percentuale di THD - THD+N piuttosto elevata, in risposta a una sinusoide di 1000 Hz lanciata a un livello di -3,2 dBFS. Il dato rilevato del 3,24% però non va letto in assoluto ma relativizzato alle percentuali delle armoniche pari e dispari (di secondo, terzo, quarto, quinto e sesto ordine). Come risaputo le elettroniche valvolari tendono a distorcere maggiormente di armoniche pari piuttosto che dispari e anche il Fabriziolo, da buon termoionico, non fa eccezione alla regola.

La prova del nove è contenuta nei grafici seguenti, in essi possiamo osservare le scansioni individuali riunite a confronto in un grafico ricavato con la tecnica dell'overlay. Il tappeto di rumore si colloca a -108 dB, un buon risultato, mentre appare un evidente residuo a 50 Hz, di livello equivalente a circa -70 dB (loop di massa?).

Più favorevole appare l'andamento della Total Harmonic Distortion e THD+N con un segnale test limitato a -10,5 dBFS: rispettivamente l'1,33% e 1,37%.


I grafici in overlay della THD, seconda, terza, quarta e quinta armonica, ottenuti con il software Steps, propongono un quadro molto chiaro della situazione. Il Fabriziolo non tradisce la sua natura di valvolare, la principale responsabile della THD è la distorsione di seconda armonica, per fortuna la meno (o per nulla) fastidiosa all'ascolto. La terza armonica invece è quella che lascia certamente il segno, per cui notiamo con piacere come questa sia molto più bassa della seconda attestandosi sullo 0,1%, con un andamento invero un po' disomogeneo tra i 20 e i 200 Hz circa: dallo 0,65% dei 20 Hz decresce regolarmente e repentinamente sino allo 0,05 a 60 Hz per poi risalire verso lo 0,1% con qualche fenomeno di ripple.

Com'era lecito aspettarsi più basse sono la quarta e quinta armonica, entrambe abbondantemente al di sotto dello 0,01% e dall'andamento simile alla terza dai 20 ai 60 Hz.

 

La distorsione di intermodulazione è stata misurata con la tecnica del doppio tono a 13-14 kHz e 250 Hz/8 kHz (SMPTE) risultando in entrambi i casi piuttosto elevata ai due livelli prescelti di -3,5 dBFS e -10,5dBFS. In particolare la SMPTE raggiunge ben il 12,64% a -3,5dBFS e il 5,38% a -10,5dBFS, valori che purtroppo si fanno sentire all'ascolto tanto più se desideriamo ottenere dal Fabriziolo tensioni d'uscita di un certo livello.

Un'altra caratteristica di rilievo dei valvolari è la maggior distorsione che presentano in confronto a quella degli stato solido, con un andamento però nettamente diverso, molto più omogeneo e regolare per i primi, decisamente basso per i secondi sino all'improvvisa impennata in vicinanza del limite.

Si tratta di un fattore che influenza anche l'ascolto, soprattutto in presenza di repentini picchi dinamici.

I vari grafici riguardanti lo sviluppo della distorsione Vs Ampiezza ne sono la perfetta riprova. Le distorsioni vengono testate con una serie di segnali di ampiezza crescente entro un certo range che stabilisce il software (sino a 0,251 Volt per la THD, sino a 0,207 Volt per la DIN IMD e SMPTE IMD e 0,178 Volt per la CCIF IMD). Il numero di step viene stabilito dal tester. Come tensione limite in uscita dal Fabriziolo è stato scelto 1,04 Volt, corrispondente a un livello di segnale di -3,2 dBFS, riconfermati anche con questa tecnica gli elevati valori di distorsione d'intermodulazione.

Lo sbilanciamento tra i due canali è contenuto in 0,2 dB.

 

 

ARCHITETTURE VALVOLARI
L'ASCOLTO

Setup:

Cuffie Sony MDR-P180 - Sony Digital Reference MDR-CD270 - Beyerdynamic DT 440 Edition
CD Player portatile Aiwa XP-V835
Lettore Mp3 Sony NWZ-B163F
Amplificatore integrato Trends Audio TA 10.2 in configurazione finale di potenza
Amplificatore finale di potenza Rotel RB 1070
Personal Computer HP G62 con player Foobar 2000
Scheda audio E-MU Creative Pre Tracker Pre USB 2.0
Giradischi Pro-ject Debut II SE con testina Denon DL 160
Cavi di segnale Fluxus 2*70 S
Cavi di potenza Fluxus LTZ 900
Cavi di alimentazione Fluxus "Alimentami"

Complici le mie notti insonni di questa torrida estate, ho cominciato la prova d'ascolto con la sezione cuffia, taccuino e penna sul comodino per annotare le mie sensazioni d'ascolto. Il Fabriziolo ha avuto il compito di alimentare a rotazione le mie tre cuffie (Sony MDR-P180 - Sony Digital Reference MDR-CD270 - Beyerdynamic DT 440 Edition) mentre le sorgenti erano due: il mio vecchio ma ottimo lettore CD portatile Aiwa XP-V835 e il nuovo lettore Mp3 Sony NWZ-B163FCD.

In un secondo tempo ho trasferito il Carot sull'impianto di riferimento avendo cura di non mescolare gli ascolti nelle due modalità. Il rodaggio è avvenuto strada facendo non tanto per evitare seccanti attese, quanto per individuare la differenza tra il prima e il dopo, avvenuta progressivamente nel corso delle ore. Avrei anche potuto semplificare, farla breve, ma non è nelle mie corde. Nel corso di una cinquantina di ore si è così passati da un suono leggermente grezzo, immaturo a un altro levigato, luminoso e altamente godibile.

Come sempre gli ascolti mi danno modo di rispolverare la mia numerosa discoteca, riscopro album che quasi avevo dimenticato di avere riassaporando vecchie emozioni. Il potere rievocativo che ha la musica è fantastico, quasi come le sensazioni olfattive, alle prime note di un vecchio brano veniamo proiettati con la mente nelle atmosfere vissute in quegli anni in un revival che può rivelarsi a volte brutale, doloroso, ma sempre ammantato dalla ineffabile dolcezza del ricordo. Non ho trascurato alcun genere musicale, dal rock progressive al jazz, fusion, etnico, cantautoriale per approdare alla classica sino agli inizi del '900 ché l'avanguardia non posso proprio soffrirla.

Il lavoro di scavo timbrico armonico che fornisce il Fabriziolo è ammirevole, ben lontano dalle semplificazioni degli stadi d'uscita dei vari lettorini in commercio. Questo "affarino" si permette il lusso di scandire con grande precisione le componenti armoniche di ogni strumento, lo fa con grande trasparenza e una naturalezza tutta particolare che libera la musica da antipatiche artificialità di sapore elettronico. Se non è a passeggio, il possessore del Carot One trarrà grande vantaggio dall'ascolto in cuffia del suo media player.

Ma non sono solo la finezza del dettaglio, l'alta risoluzione conseguibile unita alla grande naturalezza gli assi nella manica del Fabriziolo, anche il vigore della riproduzione rispetto ai vari lettori walkman e di tutt'altro livello. Ecco allora che un disco energetico come "Emerson Lake & Palmer Live at the Royal Albert Hall" riacquista quel furore epico, quel guizzo che corrobora le sorprese dinamiche rendendole davvero tali, il palcoscenico tridimensionale diventa più vasto e profondo, le più valide prestazioni micro e macrodinamiche, riconsegnano un fraseggio più vivo e impulsivo.

Maggiori emozioni insomma rispetto alla relativa piattezza di un portatile, un affresco che diventa scultura acquistando plasticità e sbalzo. Il Carot One si fa valere quindi nella musica acustica grazie al composto equilibrio di una timbrica che difficilmente potrebbe essere più autentica di com'è, l'ascolto del live di Pat Metheny & Charlie Haden a Burghausen del 2003 è commovente nella sua intensità, l'alto magistero musicale di un Pat Metheny in stato di grazia arriva intatto alle orecchie dell'ascoltatore, tutto è più vicino e palpitante, ci parla di atmosfere limpidissime, a tratti sognanti e a tratti più gagliarde ma sempre estremamente efficaci.

In "Conferente De Presse" dell'indimenticabile Michel Petrucciani e il grande Eddy Louis è l'impasto timbrico a farsi notare, la trasparente luminosità del registro alto del pianoforte, più in generale tutto ciò che ricade nella gamma medio alta assume dei contorni di grande interesse, una valenza che rammenta all'ascoltatore quanto bella possa diventare la musica, qualsiasi essa sia, se passa attraverso una valvola come la 6922, non a caso usatissima nei preamplificatori.

Purtroppo a rovinarci la festa intervengono le distorsioni d'intermodulazione, tutte piuttosto elevate. Se andiamo oltre un certo punto di rotazione del potenziometro, più o meno avanzato a seconda del livello d'ingresso del segnale, l'ascolto degrada rapidamente sino a presentare tratti di aggressività, in tali condizioni si perde la magia dimostrata ai livelli medio bassi. Molto meno critico invece il quadro della distorsione armonica, è solo l'"innocua" seconda armonica a svettare sulle altre, un comportamento squisitamente valvolare del quale nessuno credo potrà lamentarsi se è vero, come è vero, che le dispari sono contenute a livelli che non destano preoccupazione. Mi permetto di dare un umile consiglio ai progettisti del Fabriziolo: se in casa Carot One ci s'industriasse ad arginare le percentuali da intermodulazione, il Fabriziolo Audiophile Stereo Tube Preamplifier potrebbe davvero volare alto.

 


CONCLUSIONI

La classe "Mini Size" dimostra tutta la sua validità in questo preamplificatore e amplificatore per cuffia, il quale non soffre di complessi d'inferiorità rispetto a preamplificatori più pretenziosi. Sorprende nei parametri di dettaglio, risoluzione, ricchezza armonica, naturalezza e per il tappeto di sfumature minute, talvolta quasi impalpabili ma che che tanto contribuiscono ad arricchire la nostra musica. Riesce a farlo, grazie alla Electro Harmonix 6922HE, senza mai forzare i toni o ingrossare la voce. Può essere utilizzato con la medesima soddisfazione sia come preamplificatore che come amplificatore per cuffia, non mi sento di consigliarvi abbinamenti particolari, a causa di un comportamento molto neutro ed equilibrato difficilmente andrete incontro a delle sgradevoli sorprese, solo fatelo lavorare con dei partner che non frustrino la sua attitudine all'introspezione e dovizia armonica. Unico neo le cospicue distorsioni, soprattutto quelle d'intermodulazione, che limitano il suo utilizzo al di sotto di certi valori di tensione erogata.

Ringrazio Antonio Scialò della OpenItem per avermi concesso in prova il Fabriziolo e per aver pazientato tanto sui tempi non brevi della recensione.

Alfredo Di Pietro

Settembre 2012


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