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 Carot One Augustolo Riduci

 




La ditta napoletana Openitem irrompe nel campo dell'analogico con un nuovo nano arancio, l'Augustolo, preamplificatore phono MM/MC minimale nelle dimensioni e fedele anche lui alla ormai nota livrea dei suoi compagni Ernestolo, Ernestolone, Fabriziolo, Gildolo, Pacolo e Diegolo, ultimo nato della progenie. Questo è un amplificatore finale di potenza basato sull'arcinoto IC Tripath TA2024 che utilizza una particolare connessione di potenza mutuata dalla telefonia e trasmissione dati (la RJ45), tanto da richiedere uno specifico adattatore per poter collegare dei cavi terminati a banana, forcella e cavo spellato. Ma è con il lancio sul mercato di un pre phono e di un USB-DAC/Preamplificatore, rispettivamente il nostro Augustolo e il Pacolo, prossimamente sulle pagine di Non solo audiofili, che il cerchio si è chiuso.

Ora si può dire che la gamma di elettroniche Carot One è davvero completa. Per la verità, essendo presente a catalogo anche una cuffia del tipo "In ear", la Titta, è auspicabile che dal cilindro magico Carot One venga fuori anche un sistema di altoparlanti idoneo a soddisfare gli affezionati e rendere possibile l'allestimento di un impianto monomarca, a parte il giradischi analogico. Chissà che per il futuro un nano "elettroacustico" non si aggiunga alla collezione colmando la lacuna. Va ricordato che il 2014 è un anno importante per la Openitem di Antonio Scialò, per la prima volta infatti partecipava al prestigioso Audioshow Munich High End, una delle mostre di settore più importanti al mondo, dove esponeva nella Halle 3, spazio 06. Viene colta quindi un'occasione imperdibile, che porterà certamente un grande aumento di visibilità alla ditta partenopea.

Nel variegato panorama dell'Hi Fi ci sono tanti appassionati un po' in avanti con l'età che tengono moltissimo alla propria collezione di vinili, accumulata prevalentemente in gioventù. Tra le credenze sbagliate che girano dentro e fuori della rete c'è quella di considerare gli LP come buoni per il museo, ma chi afferma una cosa del genere di sicuro non ha mai ascoltato con attenzione un buon vinile riprodotto da oggetti validi, anche se non necessariamente costosi. Alla luce delle sempre più evolute tecnologie digitali la scelta di ascoltare nel formato analogico potrebbe sembrare un po' demodé. E' molto difficile riuscire a convincere un ragazzo a deporre il suo dispositivo portatile, anche se per poco tempo, e mettersi seduto ad ascoltare un vinile sul divano di casa, costretto ad alzarsi per cambiare facciata e disco ogni 20 - 25 minuti.

Ma i vantaggi non sono certo nella comodità o peggio ancora nella portabilità, praticamente nulla. Il "vecchio" padellone si fa rispettare per il suo inconfondibile appeal sonoro, per quelle doti decantate non a sproposito da chi ha orecchie per intendere e ancora oggi parla di "ricchezza" del vinile. In questo aggettivo è racchiuso il suo grande fascino. Pur con tutte le sue innegabili limitazioni tecniche, una delle cose che ancora oggi stupiscono chi lo ascolta è lo straordinario realismo della prospettiva scenica e la dovizia di informazioni che porta.

E' però un mondo difficile quello dell'analogico. Un preamplificatore phono ha il critico compito di elevare una tensione piccolissima, da pochi mV per una Moving Magnet a frazioni di mV per una Moving Coil, sino a portarla a un livello tale da poter essere utilizzabile per la preamplificazione linea. Volendo quantificare, una MM esce mediamente con 4-5 mV, una MC ad alta uscita può arrivare anche a 2-3 mV mentre una a media uscita si muove nel range 0,5/1 mV. Al disotto si trovano le MC a bassa uscita che invece generano tensioni estremamente basse, mediamente da 0,5 a 0,1 mV. Il guadagno quindi che uno stadio MM è chiamato a fornire si attesta sui 40 dB, che salgono a 60 o più nel caso delle MC.

Va da sé che progettare uno stadio phono dotato di un valido rapporto segnale/rumore è impresa tutt'altro che facile. Con livelli di amplificazione del segnale che vanno da 100 (40 dB) a ben 1000 (60 dB) volte la tensione di partenza, sarà arduo tenere a bada il rumore di fondo su livelli consoni, qualsiasi elemento di disturbo, comprese le ronze di rete eventualmente mal filtrate, verranno amplificate nella stessa misura del segnale utile.


CAROT ONE AUGUSTOLO
PRE FONO TASCABILE


Specifiche Tecniche dichiarate:

Sezione MM
Sensibilità: 0,35 mV per 350 mV di uscita a 1 kHz
Impedenza d'ingresso: 47 kOhm

Sezione MC
Sensibilità: 0,35 mV per 350 mV di uscita a 1 kHz
Impedenza d'ingresso: 0 Ohm

Impedenza d'uscita: 10 kOhms
Guadagno: 75 dB
Accuratezza RIAA: +/- 0.25 dB da 20 Hz a 20 kHz

Specifiche del Trasformatore/Alimentatore AC
Ingresso AC: 100V-240V/50-60Hz
Uscita DC: 12 V 3,5 A (60W)
DC Plug: 5,5 mm/2,1 mm
Ripple & Noise: <= 25 mV
Protezione da sovraccarico: 105%-150%
Protezione da sovratensione: 115%-150%



La Carot One ha ormai assunto una certa risonanza nel campo della Micro-Hi Fi grazie a una serie di prodotti completa, oggi ancor più di ieri, pensata per poter venire incontro alle esigenze più disparate. Una serie di piccoli apparecchi dedicata a chi non ha (o non vuole) che il suo sistema occupi molto spazio, senza per questo rinunciare a delle prestazioni interessanti per la categoria di prezzo.

Il preamplificatore phono MM/MC Augustolo non fa eccezione a questa regola con un case dall'ingombro veramente minimo ma impreziosito nell'aspetto da una divisa che non passa inosservata, piuttosto fresca e informale, certamente indovinata. La circuiteria è ospitata in una sola board e racchiusa nella consueta veste: un piccolo ma solido cabinet metallico color arancio dalle fiancatine zigrinate che misura soltanto 6,5 cm in larghezza, 10 in lunghezza e appena 2,5 in altezza, con il frontale appena più largo e più alto.

In dotazione all'Augustolo vengono forniti un cavo adattatore stereo, terminato mini jack 3,5 mm/RCA, per la connessione a un preamplificatore o amplificatore integrato, un trasformatore/alimentatore da 12V - 5A comprensivo di cavo di alimentazione e il manuale utente. Vorrei dare subito due consigli, uno all'utilizzatore e l'altro all'azienda produttrice: al primo raccomando di sostituire quanto prima il cavo di segnale con uno di qualità migliore, magari usando un adattatore mini jack maschio/RCA femmina (vedi foto) cui possono essere collegati dei cavi di qualità degna.



Alla Carot One invece suggerisco caldamente di aggiornare la sezione del manuale utente riguardante le specifiche tecniche, ci sono dei dati che lasciano francamente interdetti e che andrebbero corretti quanto prima, li vedremo meglio nei particolari più in là, nel paragrafo dedicato alle misure. Sul top del case c'è una finestrella da cui è visibile una piccola parte del circuito, la parte finale del commutatore MM/MC e la luce blu, molto d'effetto, di un led che indica la messa in tensione dell'apparecchio, è assente un interruttore per lo spegnimento dell'apparecchio, per farlo siamo obbligati a staccare il cavo di alimentazione, non mi sembra questa una scelta particolarmente felice.

Il frontale è solidale allo chassis per mezzo di quattro viti a testa esagonale, presenta al centro un pulsante bianco per la commutazione MM/MC con accanto una serigrafia che indica la modalità di funzionamento in base alla posizione, questa non era invece presente sull'esemplare precedentemente inviatomi, segno che nel tempo il piccoletto ha subito dei rimaneggiamenti. La facilità con cui è possibile commutare non deve indurre a un uso disinvolto del pulsante, primo perché facendolo si avverte un potente "Bump" dai diffusori e secondo perché aumentare d'improvviso il guadagno di 28 dB (25 volte) potrebbe non essere salutare per il nostro sistema. Com'è giusto che sia la commutazione va effettuata ad apparecchio spento o quantomeno con il volume dell'amplificatore a zero.



Il pannellino posteriore è appena più affollato ospitando, da sinistra verso destra, la presa "Ground", il Power Socket da 5,5 mm/2,1 mm, le due connessioni d'ingresso RCA cui vanno collegati i cavi provenienti dal giradischi e l'uscita linea, realizzata su connettore mini jack stereo. Tutti i connettori sono "PCB Mount", vale a dire fissati direttamente sulla Board, meno robusti rispetto a quelli "Panel Mount", sono quindi da evitare manovre "rudi" nello stacca/attacca.

Per accedere all'interno dell'Augustolo è sufficiente svitare le quattro viti a croce che tengono il pannellino posteriore in sede, più la vite per la connessione ground, non vanno toccate invece le quattro esagonali del frontale. La Visual Inspection ci mostra una PCB ordinatamente ingegnerizzata, dalle saldature molto pulite, come mostrato nella vista della faccia posteriore, dov'è visibile anche una molla elicoidale, necessaria a connettere la massa della scheda al cabinet.



Il cuore dell'Augustolo è costituito da quattro chip della Texas Instruments di cui tre operanti negli stadi di guadagno, un NE 5532 e due NE 5534, più un chip accessorio, l'N 555, uno dei più usati in campo elettronico e qui presente con funzione di temporizzatore Anti-Bump". Serve in pratica a evitare il fastidioso rumore che si verifica all'accensione, dovuto al processo di carica dei condensatori, connettendo l'uscita solo quando tutte le capacità sono cariche.



L'NE 5532 è amplificatore operazionale duale a basso rumore/alte prestazioni che combina ottime performance in DC e AC. E' caratterizzato da un livello di rumore estremamente basso, notevoli capacità di pilotaggio in uscita, alto guadagno, bassa distorsione, alto slew rate, tutte qualità che ritroviamo anche nell'NE 5534. Sul notissimo N 555 si potrebbero scrivere fiumi di caratteri a causa del suo larghissimo uso in elettronica.

Si tratta di un circuito integrato contenente un multivibratore che può essere configurato come monostabile (timer), come astabile (oscillatore) e come bistabile (flip-flop) permettendo la realizzazione di numerosissime applicazioni diverse. Fu inventato e progettato da Hans R. Camenzind nel 1970 e introdotto nel mercato nel 1971 dalla Signetics (successivamente acquisita da Philips), il nome originale era SE555/NE555 e deriva dal fatto che al suo interno ci sono tre resistori collegati in serie ciascuno del valore di 5 kΩ.

Perdonate il succinto riassunto, chi ha voglia di approfondire non ha che da leggersi i datasheet in PDF che appaiono cliccando sui link. Il paragrafo che segue è dedicato alle misure e lì vedremo di cosa sono capaci questi chip, implementati nello schema circuitale dell'Augustolo.




LE MISURE

SETUP

Scheda Audio E-MU Creative Pre Tracker USB 2.0
Filtro di rete Schaffner FN9290-10-100
Multimetro Digitale True RMS PCE-UT61E
Software: Arta
Cablaggio: Supra Dual RCA

Antonio Scialò deve certamente essere persona molto paziente se ha accettato di buon grado un'attesa così lunga prima di vedere pubblicato l'articolo sull'Augustolo. Se la sua personalità sonora mi e apparsa chiara sin dai primi ascolti, sono le misure ad avermi impegnato per lungo tempo, per la prima volta infatti mi cimentavo con le rilevazioni strumentali su un pre phono. Quando si ha a che fare con segnali test di pochissimi millivolt, curve RIAA e anti RIAA, la precisione deve essere massima.

Tra le difficoltà cui sono andato incontro quella mi ha più fatto penare è stato il matching d'impedenze tra l'uscita della scheda audio e l'ingresso dell'Augustolo. Così come il range di tensioni generabile da una testina è ampio, altrettanto lo è la sua impedenza interna, che è direttamente proporzionale all'uscita e questo per una ragione intuibile. Più la bobina è corposa maggiore sarà il numero di avvolgimenti e lunghezza del filo, di conseguenza più alto sarà il livello sia della tensione generata che dell'impedenza interna, per questo le MM hanno tensioni d'uscita relativamente alte.

Le MC, che gioco forza devo contenere la massa delle bobine per avere la minor inerzia possibile, avranno pochissimi avvolgimenti, al limite uno solo nelle "single layer". Ridurre il numero di avvolgimenti ha come inevitabile conseguenza l'abbassamento dell'impedenza e del voltaggio d’uscita. Una MM può presentare impedenze anche di svariate centinaia di Ohm sino a 1 kOhm e oltre, una MC può vedersi assottigliare l'impedenza da un centinaio di Ohm circa per le alta uscita sino a pochissimi Ohm per le nobili bassa uscita. Scartata quindi l'ipotesi di utilizzare l'uscita linea della scheda per il suo valore ohmico troppo alto, ecco il "colpo di genio"... perché non sfruttare l'uscita cuffia dopo averne naturalmente testate le prestazioni?

L'uscita cuffia della mia Pre Tracker è di 22 Ohm, adeguata per simulare la resistenza interna di una testina, inoltre ho trovato le sue prestazioni perfettamente allineate in termini di distorsioni e rumore a quelle dell'uscita linea, anche il livello di tensione prodotto è identico se si ha l'accortezza di tenere il potenziometro del volume al massimo. Un altro scoglio da superare era quello di munirsi di un preciso filtro Anti RIAA, necessario per valutare eventuali scostamenti dalla linearità della curva di risposta. Dopo una settimana buona di ricerche su Internet e rimuginamenti vari sono riuscito ad escogitare un preciso filtro Anti RIAA, non costituito da componenti passivi ma semplicemente sfruttando la "Frequency Response Compensation" del software Arta. Così ho creato un file ".mic" con i giusti valori di equalizzazione con cui filtrare la risposta del pre fono.

Recensire un prodotto significa esaminarlo nella sua completezza, compreso il manuale utente che, mi spiace dirlo, avrebbe bisogno di essere seriamente riveduto nelle specifiche tecniche, giusto per avere un minimo di credibilità.

Brevemente, il guadagno dichiarato di 75 dB non si capisce bene a quale sezione sia attribuito, in ogni caso non è quello della MM in quanto questa guadagna 41,333 dB, ma nemmeno della MC che eleva il segnale in ingresso di 69,737 dB. Parrebbe anzi che i due stadi guadagnino uguale, visto che per entrambi si dichiara un'uscita di 350 mV a 1 kHz per un voltaggio in ingresso di 0,35 mV (?!?). Ma se così fosse non ci sarebbe bisogno di differenziare le sezioni, entrambe infatti guadagnerebbero, sempre in base ai dati dichiarati, 60 dB tondi tondi. Peccato però che il dato non sia conforme a quello reale né dell'una né dell'altra sezione.

L'impedenza d'ingresso in configurazione MC inoltre è dichiarata essere 0 Ohm, nutro dei fortissimi dubbi a riguardo anche se non ho dati miei da pubblicare, sono infatti riuscito a misurare solo l'impedenza d'ingresso MM, che corrisponde con buona approssimazione ai 47 kOhm che si possono leggere nelle specifiche.
Urge insomma una revisione...


SEZIONE MM

Segnale Test 5 mV (-52,87 dB FS)
Output Augustolo 583 mV---> Guadagno 41,333 dB

Impedenza d'ingresso: Canale Destro 46,60 kOhm - Canale Sinistro 46,85 kOhm

 

Sensibilità d'ingresso per 350 mV in uscita: 3,002 mV



Come vedremo anche nel test sul bilanciamento, le differenze tra canale destro e sinistro sono ridottissime, praticamente inesistenti. Prendendo in considerazione i punti a 20, 100, 1000, 10.000 e 20.000 Hz le differenze sono rispettivamente contenute in 0,01 - 0,12 - 0,09 - 0,23 e 0,21 dB.



L'hardware e il software utilizzati evidenziano uno scostamento della risposta dalla perfetta linearità più contenuto sul canale destro mentre, oltrepassati i 1027 Hz (punto zero nell'equalizzazione RIAA), la situazione si capovolge a favore del canale sinistro. I livelli di maggior scostamento al disotto del punto "0" sono a -0,85 dB tra 108 e 160 Hz sul canale destro, che diventano -1,07 dB tra 111 e 144 Hz sul sinistro. La situazione s'inverte superata la zona centrale, qui lo scostamento è più contenuto sul canale sinistro, con soli -0,17 dB tra 4800 e 6570 Hz mentre sul destro è appena maggiore: -0,30 dB tra 4940 e 6670 Hz. All'estremo dei 20.000 Hz siamo su 0,22 dB (Destro) contro i 0,33 dB del sinistro.



I grafici inerenti alla distorsione armonica e d'intermodulazione sono presentati in duplice scala, logaritmica e lineare, per fornire un quadro più chiaro alle varie frequenze. I chip Texas Instruments consentono all'Augustolo delle buone prestazioni, le analisi spettrali sono pulite e il rapporto S/N è davvero confortante su un pre di questo costo. Con un segnale d'ingresso di 5 mV si rilevano all'uscita 583 mV, il tappeto di rumore si colloca poco al di sopra dei -99 dB. Presente una spuria di alimentazione a frequenza di rete (50 Hz) dell'ampiezza di -77 dBFS.



Altrettanto valida la IMD valutata con doppio tono a 13/14 kHz, dove si raggiunge un ottimo 0,099% con le componenti di terzo ordine più basse di quelle di secondo ordine, rispettivamente 0,015% contro lo 0,044%.



Con il doppio tono spostato a frequenza più alta (19/20 kHz) leggiamo sull'analizzatore di spettro di Arta un buon 0,12%, si nota che le componenti dispari sono anche qui più contenute delle pari: 0,023% contro 0,0595. Le differenze sono esigue ma fa piacere constatare un terzo ordine più basso del secondo.



La rilevazione della IMD SMPTE con doppio tono a 250 e 8000 Hz è la più "cattiva", quella che invariabilmente esibisce i valori più alti. Nel suo ambito apprezziamo delle immagini spettrali particolarmente intonse, a parte il solito disturbo onnipresente generato dalla frequenza di rete a 50 Hz. Nel grafico si vede in pratica una singola spuria a circa 18.500 Hz, visibile più agevolmente nel grafico a scala lineare.




SEZIONE MC

Segnale Test 0,5 mV (-72,87) dB FS
Output Augustolo 1534 mV---> Guadagno 69,737 dB

 

Sensibilità d'ingresso per 350 mV in uscita: 0,114 mV



Purtroppo, riguardo la risposta in frequenza la sezione MC non si è rivelata altrettanto accurata della MM. In particolare le basse frequenze sono notevolmente penalizzate, a fronte di una linearità esemplare dai 1000 Hz in su. E' un dato che purtroppo caratterizza in modo sensibile l'ascolto, il bilanciamento tonale perfettibile rende il suono piuttosto asciutto privandolo di parte della profondità e corpo. Le differenze tra canale destro e sinistro sono lievemente maggiori rispetto alla sezione MM, se prendiamo per buoni i precedenti punti di rilevazione a 20, 100, 1000, 10.000 e 20.000 Hz, abbiamo delle rispettive differenze di 0,19 - 0,44 - 0,22 - 0,34 e 0,35 dB. Molto elevato lo scostamento RIAA apprezzato alle rilevazioni, dove il canale sinistro è lievemente meno penalizzato. Se da 1027 a 20.000 Hz la linearità è esemplare, con uno 0,05 dB medio di scostamento, al di sotto di tale limite a 500 Hz siamo a -0,37 dB che diventano -1,17 a 200 Hz, -2,29 a 100 Hz e ben -7,87 a 30 dB. Qualcosa nella circuitazione va necessariamente rivisto.



Nell'ambito delle distorsioni si ripetono i buoni risultati conseguiti nella sezione Moving Magnet. Anche qui è presente una spuria di rete a 50 Hz. La THD si attesta sullo 0,11%, vagliata tramite il solito segnale test che prevede una sinusoide a 1000 Hz dell'ampiezza di 0,5 mV, sufficiente a far misurare in uscita 1534 mV per un guadagno di quasi 70 dB (69,737 per la precisione). Anche il valore del Noise Floor, circa -70 dB, si può considerare molto buono, in ragione dell'alto guadagno conseguito sul segnale in ingresso.



Nella distorsione d'intermodulazione con doppio tono a 13/14 kHz si raggiunge l'1.04%, ancora in vantaggio le componenti di terzo ordine sul secondo (DFD2 0,49% - DFD3 0,16%).



Situazione non troppo dissimile con il doppio tono a 19/20 kHz, dove il tasso percentuale si attesta sull'1,26% (DFD2 0,55% e DFD3 0,17%).



La distorsione di intermodulazione riguarda quei fenomeni che si verificano nel passaggio del segnale in dispositivi non lineari. Nel percorso Ingresso/Uscita si producono delle frequenze spurie, non esistenti cioè nel segnale originale, traslate da una banda di frequenze all'altra. L'intermodulazione quindi crea un'interferenza nei segnali presenti in bande differenti da quelle inizialmente interessate. Il metodo SMPTE (Society of Motion Picture and Television Engineers), è un test particolarmente impegnativo per il DUT, utilizzato per verificare l'influenza di componenti a bassa frequenza su componenti ad alta frequenza. L'Augustolo è messo a dura prova dal doppio tono a 250/8000 Hz e reagisce con un tasso di distorsione non proprio contenuto: 3,66%, dove s'inverte il rapporto tra le componenti di secondo e terzo ordine manifestato sinora.



Al test del bilanciamento dei canali tramite l'analizzatore a terzi d'ottava, la discrepanza è contenuta in 0,17 dB.


VINYL FOR EVER
L'ASCOLTO




SETUP

Giradischi Pro-Ject Debut II SE
Preamplificatore Rotel RC 06
Amplificatore finale di potenza EAM Lab PA2150
Fonorivelatori: Sumiko Black Pearl - Denon DL 160
Cavi di segnale Fluxus 2*70 S
Cavi di potenza Fluxus LTZ 900
Cavi di alimentazione Fluxus "Alimentami"
Diffusori Canton LE 109
Diffusori Dynavoice Definition DF-6



Subissati come siamo da un oceano di file audio digitali, forse per troppo tempo abbiamo trascurato la nostra collezione di vinili. Io per primo faccio mea culpa. L'Augustolo mi ha invitato a riflettere sul fatto che sono ancora tanti i motivi validi per sedersi davanti all'impianto e far girare un LP, ragioni che vanno al di là del piacere di avere un qualcosa di fisico tra le mani, sentirne il caratteristico odore e leggere le note di copertina mentre si ascolta un brano. L'analogico oggi mi rammenta di essere un audiofilo avanti negli anni, con il privilegio di aver conosciuto le due ere, averle assaporate quando la prima era giunta alla piena maturità e l'altra era ancora acerba. Reminiscenze che è impossibile cancellare dalla memoria, tutto un mondo dai contorni epici che agitava le mie fantasie di ragazzo. Attualmente per me l'approccio all'analogico è diventato un specie di rito, continua a meravigliarmi la sua fantastica aderenza alla realtà della registrazione, nonostante gli innegabili progressi della riproduzione audio numerica. Si tratta di due mondi paralleli che non convergeranno mai, c'è e ci sarà sempre una differenza tra un file audio e un LP.

Assorto in questi pensieri mi sono avvicinato al passo finale della recensione: l'ascolto, quello che mi ha tenuto - piacevolmente - inchiodato per ore di fronte all'impianto, con il minuscolo Augustolo che a malapena si vedeva dalla mia postazione d'ascolto. Io posseggo due testine, una Moving Magnet Sumiko Black Pearl e una Moving Coil ad alta uscita Denon DL 160, ad alta uscita fino a un certo punto in quanto produce "solo" 1,6 mV. Altre testine MC come per esempio la Ortofon MC-1 e MC-3 Turbo escono con 3,3 mV, un valore realmente vicino a una MM. La tensione "border line" prodotta dalla mia Denon mi ha favorito, mettendomi nella condizione di testare sia la sezione MM che la MC, non vi nascondo che il 90% degli ascolti si è svolto con la DL 160 mentre solo un 10% del tempo è stato occupato dalla Sumiko, oggettivamente più modesta.

La partenza è baldanzosa, con un mood piuttosto danzereccio, una compilation di musica "Disco" dal titolo "Klein & MBO - de-ja-vu - A Boncaldo & Carrasco MIX" che non so nemmeno come sia capitata nella mia collezione, forse rimediata a due spicci in qualche mercatino dell'usato. Ma non è tanto il suo valore musicale ad interessarmi, invero molto scarso, quanto l'effervescenza e il punch espresso in gamma mediobassa. Non è nemmeno malaccio come incisione, è poco compressa, piuttosto pulita e tutto sommato divertente. l'Augustolo sembra trovarsi subito a suo agio mostrando un carattere piuttosto dettagliato e aperto, non particolarmente generoso nella zona del calore ma vivace e disinvolto. Il punch è coinvolgente, lo si apprezza sui colpi di cassa e tom tom della batteria, sempre rotondi e puliti

Esauritisi rapidamente i pruriti "Disco", decido di accostarmi a un materiale musicalmente più appagante ma non per questo più scarso nella qualità della registrazione, è la volta quindi di Bruce Springsteen & the E Street Band Live 1975-85, un cofanetto di 5 LP che non deve mancare nella collezione degli amanti del genere rock. Uscito nel 1986, è l'ottavo album e primo disco dal vivo del famoso musicista e la sua formidabile band. Grandi emozioni live trapelano dall'ascolto delle vissute ballad del grande rocker di Long Branch, il piccoletto asseconda bene un clima ora teso ora più rilassatamente country, sempre intenso e ricco di colori. Ma esiste un genio che con i suoi contorsionismi musicali talvolta cervellotici riesce a catturare ancor più il mio interesse, parlo di uno dei miei idoli di sempre, Frank Zappa, di cui posseggo l'intera discografia ufficiale più diversi bootleg. E' ancora un cofanetto quello che estraggo dallo scaffale: Shut Up 'n Play Yer Guitar, memorabile lavoro diviso in tre LP dal sottile fascino introspettivo, unitari eppure variegati nella concezione improvvisativa, sempre sorretti da una visione geniale, ironica e dissacratrice come solo lui sapeva fare. L'ingresso di five-five-FIVE si rivela una vera scossa elettrica, la chitarra elettrica di Zappa è nitida, icastica, efficace nei magistrali assolo e dotata di una agilità dinamica non comune, tratti che il Carot One evidenzia con diligenza e finezza quasi sorprendenti per la classe dell'oggetto. Il tappeto ritmico è fatto ad hoc per fluidificare il fraseggio zappiano, la batteria intesse delle complesse trame che non vanno mai a impastarsi con il suono elettrico ma riescono a mantenersi distinte, sempre ben intellegibili.

Ormai con i cofanetti ci ho preso gusto, continuo con loro anche se questa volta gli LP sono solo due e il genere musicale completamente diverso. E' la volta di un'interpretazione che ho molto amato perché mi ricorda un periodo piuttosto sofferto della mia vita, alla fine del tunnel i miei genitori mi regalarono un cofanetto Deutsche Grammophon con la Sinfonia N° 5 e i Kindertotenlieder di Gustav Mahler, direttore Herbert von Karajan alla testa dei Berliner Philharmoniker, cantante solista una straordinaria Christa Ludwig, da ascoltare veramente in ginocchio. I due LP hanno 35 e passa anni, non so più quante volte sono passati sotto le mie testine, i microsolchi non sono di certo intonsi ma ogni volta che gli ascolto sento sempre una forte emozione. Anche qui l'Augustolo sa farsi rispettare, la correttezza con cui riesce a stabilire un credibile palcoscenico tridimensionale è lodevole, la scena è ampia il giusto, ben proporzionata, e soprattutto molto ben a fuoco grazie alle ragguardevoli doti di analiticità. La silhouette degli strumenti emerge con efficacia grazie al rilievo plastico tutto analogico e alla concretezza che il nostro di certo non disattende.

Metto sul piatto un LP via l'altro, sempre più convinto che questo oggettino dall'apparenza frivola sa fare molto bene il suo lavoro, in grado di sondare con pignoleria certosina il contenuto del microsolco. E' il caso di sdrammatizzare un po' l'atmosfera con un genere musicale più leggero. Negli ultimi anni ho accumulato una discreta quantità di vinili di artisti che non conoscevo, acquistati alle fiere o ai mercatini dell'usato solo perché si presentavano in buone condizioni, senza badare all'effettivo valore musicale, ben consapevole dei rischi degli acquisti fatti a pelle. Devo dire però di non essere affatto pentito di averli presi, in considerazione del basso prezzo d'acquisto e delle loro condizioni. E' il caso dell'album C.M. Lord - Montage records INC. dove in copertina appare una bella cantante di colore, certamente brava nel suo genere. Si tratta di una registrazione non proprio esemplare poiché il tecnico ci è andato giù pesante con l'equalizzazione, la voce è tutta sbilanciata verso le medio alte, completamente senza corpo, gli strumenti sembrano appiccicati sullo sfondo con lo scotch, anche loro pesantemente equalizzati, ma tant'è... una volta in certi dischi si usava così. E' un lavoro comunque dotato di una certa verve, simpatico e sbarazzino quanto basta da non farti venire la voglia di toglierlo dal piatto dopo aver girato una ventina di volte, ma soprattutto rivelatore su eventuali aggressività del DUT in gamma medio alta. La resa dell'Augustolo si manifesta effervescente ma non tagliente, le alte frequenze vengono fuori pulite, nitide, pur se fortemente sbilanciate alla fonte.

L'album "Rock a Little" di Stevie Nicks, già vocalist del benemerito gruppo dei Fleetwood Mac, etichetta EMI Records, ricalca le orme del precedente ma non ha la sua limpidezza. Il sound è piuttosto sporco e impastato, forse volutamente per mettere in risalto la sua voce roca. Ascolto i primi tre brani del lato A: I Can't Wait, Rock a Little e Sister Honey, il tempo necessario per risolvermi ad ascoltare altro, e non certo per la qualità artistica. Con l'album di Max Meazza "Nightime Call", il suono che viene fuori dalle mie Dynavoice recupera un ottimo bilanciamento tonale, la voce del cantante è corposa, naturale, tutte le armoniche sono al posto giusto in una registrazione di grande livello qualitativo. I piatti della batteria sono bellissimi, non soffrono di innaturali assottigliamenti, ricchi di dettaglio fine sembrano registrati con il microfono molto vicino. Stessa impressione si ha ascoltando la voce. Il suono è davvero molto terso, generoso e articolato anche il basso che sprigiona il suo vigoroso pulsare nella mia sala d'ascolto. Un basso che rendere evidente lo smagrimento della gamma inferiore nel passaggio da MM a MC, si tratta di un roll off che si era già fatto vedere con chiarezza alle misure e che immancabilmente lascia il segno anche nell'ascolto, purtroppo aggiungo io... 

Il Carot One Augustolo ha un suono leggermente tendente al chiaro, valido micro e macro dinamicamente, preciso e rivelatore quanto basta per portare alla luce, testina permettendo, il gran numero d'informazioni annidate nel microsolco. Si comporta bene anche nel parametro della trasparenza, la gamma alta si affaccia ben estesa, estroversa e brillante. Corretto nel bilanciamento timbrico se ascoltato in configurazione MM, l'Augustolo è pienamente soddisfacente nella capacità di cesello, nella ammirevole accuratezza di riproduzione, segue senza affanno i repentini cambi dinamici, conserva in ogni occasione un vivido impatto emotivo.


CONCLUSIONI

Il Carot One Augustolo è dedicato a chi vuole ascoltare bene i propri LP senza spendere grosse cifre. E' l'ideale per chi possiede un amplificatore integrato sprovvisto di ingresso phono o dotato di uno non all'altezza o ancora di un sintoamplificatore A/V che per completezza lo monta ma che, per ovvie economie di scala, non può fornire una qualità di buon livello. Mi ha convinto per l'accuratezza e pulizia di riproduzione, per il rumore di fondo molto contenuto che lo mettono nelle condizioni di rendere un ottimo servizio anche con fonorivelatori di un certo pregio, come la mia Denon DL 160. Il nostro simpatico nano soffre di una sola vera limitazione: la sezione MC è penalizzata da un evidente roll off sulla gamma bassa, una specie di passa alto del primo ordine centrato sui 70 - 80 Hz, piuttosto evidente non solo alle misure ma anche all'ascolto. Si può interpretare come un difetto di prima gioventù oppure come una piccola negligenza della Carot One che magari ha preferito concentrare i suoi sforzi nella messa a punto dello stadio MM? Non saprei ma non dovrebbe essere difficile per i tecnici correggere la risposta della sezione MC per rendere l'Augustolo un oggetto realmente valido nella sua completezza.

Il suo costo al pubblico è di 219 euro, spese di spedizione incluse in tutte le parti del mondo.

Alfredo Di Pietro

Giugno 2014


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