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 Sonus Faber Parte Terza (Fenice) Riduci

FENICE: UN DIFFUSORE DA FORMULA UNO

 

Il Sonus Faber Fenice è stato ufficialmente presentato nel corso della manifestazione "Altissima fedeltà sul Canal Grande", svoltasi Sabato 26 giugno 2010 nella prestigiosa cornice di Palazzo Grassi a Venezia.
L'Amministratore delegato di Sonus Faber, Mauro Grange, insieme al progettista Paolo Tezzon e al direttore commerciale Giovanni Menato sono stati gli entusiasti protagonisti della presentazione.

La mia presa di contatto con quest’autentico fuoriclasse è invece avvenuta nell'ambito dell'azienda, più precisamente nel corso della "promenade" tra le linee produttive, in compagnia di cabinet, altoparlanti, pelli, crossover, viteria e altro.

Dell'imponente sistema a 3 vie e mezzo con design a forma di Lira si rimane catturati dalla splendida finitura dei fianchi in Okumè, pregiato legno massello africano. Nel dettaglio l'"Acoustic Enclosure" appare come un'evoluzione dell'aspetto di un liuto. Andando oltre l'aspetto estetico, nella direzione delle ragioni tecniche, il compensato speciale a venature incrociate che costituisce la doppia curvatura è impiegato in una configurazione a strato compresso smorzato a doppio spessore e presenta dei grandi vantaggi in termini di bassa colorazione rispetto alla variante a curvatura singola.

Il processo di curvatura del compensato avviene a caldo con particolari presse, sia le pareti interne sia le esterne sono separate da una lamina di materiale assorbente di 2 mm di spessore, con funzione disaccoppiante.

L'estrema importanza che viene conferita all'abbattimento delle vibrazioni prodotte dagli altoparlanti, le quali sollecitano negativamente non solo il mobile e i componenti interni ma gli stessi driver, è testimoniata dalla lotta senza quartiere che la Sonus Faber ha dichiarato a questo insidioso fenomeno.

Il cuore del sistema per la lotta alle "bad vibrations" è definito "Anima Legata". E' basato sostanzialmente su due "valve di mollusco" in alluminio anodizzato che costituiscono la parte superiore e inferiore del mobile, due autentici pezzi d'opera se ne esaminiamo più da vicino le caratteristiche. La parte superiore, come la base, è realizzata in alluminio anticorodal (6082), ricavata dal pieno mediante un sistema di fresatura CNC (Computer Numeric Control) e da sola ha un peso di 25 Kg.

Le due pesanti valve hanno il compito di raccogliere le vibrazioni provenienti dalle pareti del cabinet e dai trasduttori e trasmetterle mediante i collettori radiali a un'interfaccia meccanica definita "Tuner Mass Damper". La connessione rigida è assicurata da una speciale asta di acciaio, il "Soul Pole", che indirizza le vibrazioni verso uno smorzatore a massa multipla accordata, l'idea di questo dispositivo è stata suggerita da un dispositivo simile, usualmente adoperato nella registrazione dell'altezza dei grattacieli e nelle auto di formula 1 per lo smorzamento delle risonanze strutturali critiche con oscillazioni in controfase.

La lunga barra interna manda in trazione la testa e la base del Fenice agendo come se fosse una morsa mentre il "Mass Damper" è l'elemento cruciale nel processo di dissipazione delle vibrazioni. Un'altra ferale stoccata alle "vibrazioni cattive" la danno i piedini di disaccoppiamento, è riduttivo però chiamare semplicemente piedini tali dispositivi che, tra l'altro, sono anche oggetto di brevetto. Al loro interno sono costituiti da una specie di tazza inferiore con tre alloggiamenti cavi che accolgono altrettante molle, caricate in base al peso del diffusore in quella specifica zona.

L'obiettivo è di arrivare a un disaccoppiamento assoluto su un diffusore che pesa la bellezza di 305 kg, ogni piedino ha delle molle visco-elastiche diversamente caricate perché, non essendo il peso perfettamente simmetrico e in più avendo il Fenice un ponderoso subwoofer laterale, il carico delle molle deve gioco forza essere differente: se così non fosse il diffusore s'inclinerebbe sul lato più pesante.

Passiamo alla parte suonante.
Per le alte frequenze è utilizzato un Ring Radiator da 25 mm con magnete a linearità ultra dinamica ibrido in Neodimio/Samario-Cobalto Larsen/Goeller, disaccoppiato visco-elasticamente dal baffle principale. E' dotato di una camera posteriore a labirinto acustico in legno naturale dotata di un antirisonatore meccanico appositamente progettato.

Le medie frequenze sono affidate all'elemento chiave tra i driver progettati per il Fenice. Il cono da 6,5" è stato scelto con un criterio che privilegiasse un suono il più naturale possibile, composto di una mescola in polpa di cellulosa tradizionale insieme al papiro e altre fibre naturali, il magnete è in neodimio con bobina da 1,5". Ma è il cestello di quest'unità a sorprendere, testimone di un fine lavoro coerente con tutto il progetto Fenice, cioè interamente ottimizzato per eliminare alla radice qualsiasi tipo di risonanza. Notevolmente customizzato e lavorato con macchine a controllo numerico (CNC), viene progettato da Sonus Faber e realizzato dallo stesso artigiano di fiducia che ci fornisce tutte le numerose parti in metallo del Fenice.

Il cestello è costituito da tre elementi in alluminio e in "gun metal", metallo che era utilizzato una volta per rivestire le canne dei pezzi di artiglieria pesante navale, un materiale quindi estremamente robusto. E' stata sfruttata una particolarità di questo tipo di metallo, testato da noi con un accelerometro, che consiste in una frequenza di risonanza opposta a quella dell'alluminio, questo comporta il reciproco annullamento delle due frequenze. Allo stesso modo del tweeter, il midrange è disaccoppiato dal baffle frontale.

Per la riproduzione delle basse frequenze entrano in gioco due woofer da 10", progettati per combinarsi perfettamente con lo speciale midrange e, allo stesso tempo, per conseguire una definizione assoluta nel loro range d'intervento. La soluzione è stata un'innovativa architettura del cono a "sandwich" dove la struttura ad alta tecnologia del nucleo in foam sintetico è rivestita da due superfici esterne in polpa di cellulosa ricoperta aventi identiche caratteristiche soniche del cono del midrange. La bobina da 3" in Kapton consente una prestazione dinamica elevatissima e una bassa isteresi.

Il subwoofer laterale si occupa delle bassissime frequenze raggiungendo senza problemi i 20 Hz. E' stata scelta un'unità di grande diametro (15") in cui la massima rigidità viene raggiunta grazie a una struttura a sandwich con i due strati esterni in fibra di nano carbonio, materiale leggerissimo e rigidissimo, ideale per formulare la materializzazione di un pistone perfetto. La bobina da 4" e dotata di smorzamento progressivo, conseguito con l'uso di Kapton e Avional.

Non è stato naturalmente trascurato il parametro "tridimensionalità", così in Sonus Faber ci si è posto l'obiettivo, assolutamente realistico e concreto, di controllare il campo sonoro posteriore, vale a dire la radiazione diretta/riverberata del Fenice. Non solo, si è voluto conferire al "Sound Field Shaper" una rilevante versatilità nella sua azione, sicché il modulo del campo sonoro può essere ottimizzato sia termini di azimuth sia come SPL. Modulabile è la profondità del soundstage tra un "Off" e quattro diversi livelli mentre l'azimuth viene assestato mediante un controllo tra "left" (modulo orientato completamente a sinistra) e "right" (modulo orientato completamente a destra) con una gamma di posizioni intermedie regolabile con continuità.

Ma osserviamo più da vicino gli altoparlanti del SFS. Il tweeter è un derivato del Ring Radiator, ottimizzato nella radiazione fuori asse; il midwoofer è un'unità da 4,5", derivata da un classico della scelta Sonus Faber: il midwoofer delle "Minima" originali. E' mosso da un motore in Neo Hexadyn e usa un cono costituito dallo stesso materiale del midrange frontale (mescola di fibre naturali, polpa di carta e papiro).

Il crossover, di concezione innovativa, ha un funzionamento a pendenza progressiva con l'ottimizzazione della risposta in fase e ampiezza, come già visto sui modelli Cremona M e la serie Liuto. Tutta la componentistica passiva è di qualità assoluta: dai condensatori Mundorf Silver/Gold/Oil alle induttanze Jantzen.
I tubi di accordo subiscono un trattamento interno con materiale coibentante permettono di ottenere delle frequenze di accordo legate a una pulizia del suono e un’estensione delle basse frequenze ottimale.

I piedini della base del Fenice

Un elemento del "Mass Damper"

Il midrange con il cestello in alluminio e "gun metal"

L'altoparlante del subwoofer

Woofer

Il Sound Field Shaper

I controlli posteriori

Sound Field Shaper

 

 

SPECIFICHE

Risposta in frequenza: 20 Hz – 35000 Hz, incluso lo Stealth Reflex.
Sensibilità: 92 db SPL (2.83V/1m).
Impedenza nominale: 4 ohm.
Potenza di pilotaggio: 100 Watt - 1 KWatt, senza clipping.
Dimensioni: 1713 x 747 x 791 mm (HxWxD)
Peso netto: 610 Kg per paio.

 

 

L'ASCOLTO

"Introibo ad altare dei".
Il Dottor Donà mi accompagna in un'ampia sala della sezione "Ricerca e sviluppo" in cui sono accolti un diffusore Fenice e un Elipsa, che al confronto sembra un mingherlino. Che sia un ambiente di lavoro lo s'intende dai crossover e componenti elettronici sparsi in giro, dagli strumenti di misura posti su un ampio banco.

Nell'ascolto, durato una mezz'oretta circa, il Fenice era pilotato dall'amplificatore integrato Sonus Faber Musica, invero usato in veste più tecnica che musicale, visto che serve al progettista negli ascolti “al volo” durante lo sviluppo del suono. Superata questa fase, si passa alla sala di ascolto vera e propria dove il livello delle elettroniche sale decisamente (senza nulla togliere al "Musica"). Intervengono allora pezzi da 90 come Audio Research, Viola, cavi MIT, giradischi Linn e altri componenti di questo livello.

Alle prime note la sensazione e spiazzante, come se qualcosa mancasse, mi sembra tutto troppo scarno, quasi dimesso. Le cose mutano radicalmente quando a un certo punto entra in campo un assolo di sax. Rimango allora impietrito dalla ricchezza di dettaglio e la precisione assoluta con cui viene riproposto ogni minimo particolare: le labbra che poggiano sull'ancia dello strumento, il colpo di lingua iniziale. Un suono sottilmente esaltante in ogni ordine e grado, senza risparmio. E stiamo ascoltando in monofonia...

Il messaggio musicale è totalmente rivelativo, come una lente d'ingrandimento posta sulle più fini minuzie, proseguendo nell'ascolto s’impone fortemente il concetto di una familiarità sconcertante con analisi e dettaglio, che sa di radicale e ultimativo.

Un sistema di questo calibro costringe l'ascoltatore a riparametrarsi su un tipo di "suono/realtà", inimmaginabile se ha convissuto con diffusori "normali". L'acqua sporca viene completamente gettata via ma il bambino rimane lì, pulito e lindo. Il basso scende sino agli inferi preciso e rotondo, privo di qualsiasi colorazione o risonanze moleste, le quali sulle prime potrebbero risultare anche gradevoli, ma alla lunga monotonizzano limitando le potenzialità espressive.

Tutti i parametri vengono portati all'acme ma, questo è il bello, senza drammatizzazioni o l'esibizione di una "muscolarita" esasperata, tutto scorre all'interno del binario di una raffinata, naturalissima ricostruzione del suono musicale. E il Fenice sa farlo con una grazia tutta sua, privilegiando una focalizzazione micidiale ma non fastidiosamente invadente. Le proporzioni degli strumenti vengono rispettate senza che, per esempio, il suono di un sax tenore rassomigli alle sirene di un transatlantico.

Un altro pregio mi è sembrato quello delle distorsioni, che il mio orecchio ha giudicato praticamente assenti. Solo poche impressioni, visto l'ascolto fugace, ma potenti e ricche di quell’autorevolezza che non da adito a dubbi. Considerato l'ascolto monofonico, nulla purtroppo posso dire sulla ricostruzione della scena tridimensionale ma, viste le premesse e il "Sound Field Shaper", immagino sia anch'essa di livello eccelso. E' un diffusore che trasgredisce al comportamento previsto dal ruolo che, apparentemente, dovrebbe essere quello di stupire "tout court".

Intendiamoci... il Fenice sa stupire ma lo fa in un modo tutto personale, conquistando con l'attenzione assoluta alla più accurata ricostruzione del suono nella sua musicalità naturale, senza che alcun artefatto si manifesti mettendo il bastone tra le ruote. L'intensa ricerca elettroacustica ha dato, nel caso del Fenice, risultati stupefacenti partendo da un'idea in teoria sin troppo semplice. La risultanza di tanti sforzi si è manifestata con il privilegio accordato alla sola musica: suona solo e soltanto questa, neanche gli altoparlanti sembrano emettere vibrazioni ma si fanno veicolo di un messaggio avente una purezza davvero inusitata.

Un risultato che premia l'umiltà, il deciso intento di mettere da parte protagonismi da prima donna per far emergere, pura e semplice, ma proprio per questo nel pieno della sua potenza, solo e soltanto la musica, senza alcun elemento di disturbo che possa fuorviare l'ascoltatore.
Un oggetto per certi versi eretico, fuori da certe logiche di spettacolarizzazione e cartoonizzazione? Direi piuttosto dedicato ad audiofili maturi, consapevoli e raffinati e che, ovviamente, se lo possano permettere.

 

 

ALTRE FOTO...

Pubblico queste foto, non mie, di una bellezza lancinante, perché, al di la di tante parole raccontano la storia di un pezzo d'arte. Un oggetto che sa coniugare alla perfezione l'aspetto tecnologico con quello musicale.
Guardandole si scopre quanto impegno, studio, sudore e polvere ci siano voluti per creare il Fenice. Ve le ripropongo così...sic et simpliciter.
Ogni ulteriore commento sarebbe del tutto inutile se non inopportuno.

 

 

Alfredo Di Pietro

Luglio 2010


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