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venerdì 29 marzo 2024 ..:: RJ Violini Secondi MK I ::..   Login
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 RJ Design Violini Secondi MK I Riduci

 

INTRO

L'emiliana RJ Design si muove nell'ambito di un comparto determinante per l'economia italiana, parlo di quella fitta rete di aziende che formano il vero tessuto connettivo delle realtà locali e che, unite insieme, contribuiscono in maniera sostanziale alla finanza dell'intero paese. La maggior parte sono entità piccole nelle dimensioni ma spesso grandi nelle aspirazioni, in grado di coniugare una solida operosità con doti più personali come la creatività e la fantasia.

Molte di esse danno prova di una qualità forse ancora più importante: il profondo rispetto della tradizione non disgiunto dallo spirito d'innovazione insito nelle nuove leve generazionali. L'entusiasmo dei giovani cadetti, incanalato nei binari di un percorso già consolidato, può pervenire a risultati notevoli, comunque distinti dalla filosofia che muove le grandi aziende. Per comprenderne l'operato bisogna tenere ben presente il concetto di artigianato, inteso come l'esercizio di un'arte manuale svolta nel "ristretto" ambito della collaborazione tra familiari e/o pochi aiutanti. La RJ Design è emblematica di questa filosofia produttiva, agisce in un contesto forse trascurabile per l'occhio meno attento, alieno dai grandi numeri delle multinazionali ma non per questo meno ricco di interessanti spunti.

Non sarebbe esatto definire nuova l'attività di progettazione e produzione di diffusori acustici della RJ Design. L'azienda emiliana nasce nel lontano 1972 dall'intraprendenza di Gabriele de Antonio, creatore di un laboratorio di alta ebanisteria dedito alla ristrutturazione di mobili antichi e strumenti musicali, in particolar modo organi liturgici. Sin dalla nascita si lascia affascinare dal legame tra legno e suono, per anni infatti, parallelamente all'attività primaria, si è dedicata alla realizzazione conto terzi di diffusori acustici Hi Fi su specifiche del cliente finale. L'attenzione per le esigenze dell'utente è quindi nel suo DNA, insieme alla particolare sensibilità per il "suono" del legno, due tratti distintivi emersi nel corso del test delle Violini Secondi MK I.

Venendo ai nostri giorni, possiamo considerare la RJ Design come una costola della ditta affacciatasi 40 anni or sono, le pratiche burocratico-amministrative per acquisire la piena autonomia sono ancora "in itinere" nel momento in cui scrivo. L'idea d'impegnarsi a fondo nel campo dei sistemi di altoparlanti nasce dall'intraprendenza di Raffaele de Antonio (figlio di "Mastro" Gabriele) e del suo socio/amico Jarno Gozzi, un sodalizio creatosi nel nome della passione per la musica e sfociato nel desiderio di sviluppare sistemi per una riproduzione fedele dei suoni che fosse la più naturale possibile. Una sorta di ritorno alle origini del timbro che ha portato a battere la strada della qualità intrinseca di ogni particolare, finalizzata a un certo tipo di risultato.

Forte di un pluridecennale know-how nella lavorazione del legno, la ditta di Reggio Emilia oggi propone diffusori creati artigianalmente come si eseguivano i lavori di ebanisteria oltre 40 anni fa. E' lapalissiano anche per il più sprovveduto degli appassionati che un diffusore acustico non è fatto solo di legno ma include altoparlanti, filtro crossover e diversi altri componenti, ecco perché per tutto quello che non è cabinet la RJ Design si avvale della collaborazione di valenti tecnici elettroacustici risiedenti a Reggio Emilia, dei professionisti che hanno accumulato una solida esperienza nel campo della riproduzione sonora.

Con il protagonista della nostra prova la ditta esordisce sul mercato in un settore parecchio affollato di prodotti, una scelta coraggiosa, non sostenibile se non si ha da proporre qualcosa di nuovo ed elementi di originalità alle Violini Secondi MK I non mancano di certo. Il "mix" suggerito all'acquirente è formato da un mobile ben curato, esteticamente interessante e non banale nella struttura, che accoglie trasduttori di qualità (Seas) insieme a una componentistica passiva del filtro crossover altrettanto valida. Il primogenito della RJ Design nasce con sani propositi "Home", distante quindi da certi eccessi, mette a disposizione del cliente non solo un bel mobile da integrare con successo nell'arredamento domestico, ma anche un oggetto ben suonante in una felice coincidenza d'intenti.

 

 

LE RJ DESIGN VIOLINI SECONDI MK I IN DETTAGLIO

Dati Tecnici:

Diffusore acustico a doppio volume in caricamento reflex con guida d’onda
Numero di vie: 2,5 acustiche
Trasduttori: 2 Mid-Woofer da 6,5” cono in carta trattata, bobina mobile ø 39 mm, 1 tweeter da 1” cupola morbida in tessuto, bobina mobile ø 26 mm
Sensibilità: 90 dB/w/m
Risposta in frequenza: 39 Hz ÷ 20 KHz
Impedenza nominale: 4 Ohm (minimo 3,2 Ohm)
Potenza amplificatore raccomandata: 10 ÷ 120 Watt RMS su carico di 8 Ohm
Dimensioni: Larghezza 32 - Profondità 31 - Altezza 110 (senza piedi) cm
Peso netto: 30 Kg circa (singolo diffusore)

Componenti in dotazione:

- 4 cilindri in spugna fonoassorbente pieni
- 4 cilindri in spugna fonoassorbente cavi
- 8 distanziali spike completi di contro-dadi e sottopunte
- 2 cavi di ponte polo positivo
- 2 cavi di ponte polo negativo
- 2 condensatori Jantzen Audio da 2,7 μF
- 2 resistenze Jantzen Audio da 4,7 Ohm
- 2 resistenze Jantzen Audio da 1.2 Ohm.

Si è voluta dare alle Violini Secondi MK I una veste importante sin dall'imballo, non il solito scatolone di cartone ma una robusta cassa di legno, duratura e molto protettiva in caso di trasporto. Il mobile già a una prima occhiata denuncia un'impostazione volta all'eliminazione delle onde stazionarie interne. Non vediamo quindi un comune parallelepipedo ma una struttura decisamente più complessa, composta da varie tipologie ed essenze di legno, dove la RJ Design ha profuso tutta la sua sapienza ebanistica.

Il baffle frontale in nero laccato lucido è impreziosito da tre scanalature che decorrono centralmente, interrotte da una targhetta ellittica riportante il logo del marchio. Le pareti laterali hanno una struttura lignea diversa dai pannelli anteriore e posteriore, sono in compensato di legno di ceiba (5 strati) dello spessore di 1,8 cm, arcuate nel loro decorso antero-posteriore. La larghezza del mobile non è costante ma varia dai 27,5 cm del baffle frontale sino a un massimo di 36 cm per poi restringersi gradualmente man mano che ci si avvicina al pannello posteriore, largo solo 20 cm. Lo scheletro è in MDF, lavorato con fresatrice e macchinari a CNC, dello spessore medio di 20 mm mentre nel pannello frontale, dove maggiori sono le sollecitazioni provenienti dai trasduttori, raggiunge i 25 mm.

Per la finitura dei pannelli laterali si è pensato a un laminato terminale di rivestimento spesso 2 mm di varia finitura, sostituibile a richiesta con impiallacci. Negli esemplari affidatimi la scelta è ricaduta sul laminato (finitura olivo) per le sue elevate capacità di resistenza meccanica, altrettanto viene fatto per i modelli "demo", pensati per sopportare maggiori "strapazzi" rispetto al trattamento diligente che di solito gli utenti finali riservano agli oggetti del desiderio. La base è rivestita di moquette per agevolare lo scivolamento sul pavimento e proteggere dai graffi la superficie di contatto con il suolo.

Non può essere in "tenero" Medium Density invece la base di appoggio perché deve soddisfare i necessari requisiti di resistenza per il montaggio delle punte, questo è il motivo per cui è stato adoperato del robusto multistrato di pino marittimo da 2 cm. I quattro spike per diffusore forniti in dotazione con i relativi sottopunta vengono avvitati in corrispondenza di quattro appendici integrate nella struttura della base. Per quattro punti non passa un solo piano, come avviene invece per tre, quindi è molto importante che l'altezza delle punte possa essere regolata e stabilizzata con precisione, cosa consentita dai contro-dadi.

Altro elemento caratterizzante è il grosso cono che sormonta il mobile, a prima vista l'ho scambiato per un "Uni-Q", il tipico elemento medio-alti impiegato nella gamma Reference della Kef. In realtà si tratta di un'originale guida d'onda dal profilo parabolico che ha il compito di aumentare l'efficienza irrobustendo l'emissione del tweeter nella gamma inferiore di funzionamento, all'incrocio con il mid-woofer alto. Il cono e la guida d'onda sono in legno di acero tornito rivestiti di materiale plastico. La struttura sormonta e s'innesta al cabinet tramite un corto cilindro in finitura cromo, non confidate troppo nella sua saldezza se dovete spostare il diffusore, nel manuale utente infatti si raccomanda vivamente di non sollevarlo facendo presa su di esso.

Lo stretto pannello posteriore presenta la medesima finitura "Piano Black" dell'anteriore, ospita i due sbocchi reflex e in basso una bella placca portacontatti dorata (recante il logo del marchio) con quattro connettori multifunzione di buona fattura che accettano banane, forcelle e cavo spellato. Sono rivestiti di un coperchietto di plastica trasparente, provvidenziale per evitare contatti accidentali che potrebbero causare un corto circuito tra le uscite dell'amplificatore. Grazie alla separazione delle vie basse (i due mid-woofer) dalle alte (tweeter) è consentito il bi-wiring o bi-amping passivo. Nell'User Manual è spiegato in maniera molto chiara come effettuare i collegamenti nelle configurazioni di mono e bi-wiring/amping, a dire la verità tutto il manuale è compilato con la cura del buon padre di famiglia, le spiegazioni sono semplici e nello stesso tempo esaurienti, ve ne raccomando la lettura completa prima di mettere in funzione i diffusori.

Rimuovendo le quattro viti che tengono in sede la placca si accede a una piastrina la cui funzione prenderò in considerazione parlando del filtro crossover, per ora vi basti sapere che è una stimolante "sorpresa". A chi non interessa bi-cablare o bi-amplificare la RJ Design mette a disposizione quattro ponticelli davvero ben fatti: non la solita, esile piastrina dorata ma dei cavi molto ben rifiniti e terminati con banane dorate.

Nel sostanzioso "nécessaire" fornito a corredo di ciascun diffusore troviamo quattro cilindri in spugna fonoassorbente pieni e cavi, quattro punte con sottopunte, due ponticelli e... cinque tra condensatori e resistenze, previsti per essere inseriti nella rete crossover, un'operazione facile per qualsiasi utente dotato di un minimo di attrezzatura (occorrono solo due piccoli cacciavite a croce). Ho dedicato un paragrafo della recensione alla spiegazione dettagliata di come funzioni e quali siano gli effetti sulla risposta in frequenza di questa intelligente quanto inconsueta soluzione.

Non ho faticato a guadagnare l'interno del mobile: i due mid-woofer Seas sono venuti via con facilità dopo aver rimosso le sei viti con testa Torx che li tenevano in sede. Tra la fresatura ricavata nel baffle e il cestello è interposta una guarnizione in gomma che assicura la perfetta tenuta pneumatica, una soluzione di non frequente riscontro. Ho evitato di mettere a nudo il tweeter, operazione che si rivela piuttosto complessa a causa della necessità di smontare la guida d'onda servendosi di un giravite molto lungo, per i più curiosi ci sono comunque le foto scattate nel corso della costruzione.

I trasduttori per i medio-bassi sono caricati in due camere separate del volume di 21 litri ciascuna che sboccano all'esterno con due condotti reflex esponenziali di uguale diametro (6,5 cm) e lunghezza (12 cm). Il produttore consiglia di occludere entrambi i condotti con i damper in poliuretano forniti in dotazione, così si sacrifica un po' la SPL a bassa frequenza ma si ottiene una maggior velocità nella risposta ai transienti che, tradotto in non "politichese", vuol dire che si ascolteranno dei bassi più precisi e veloci. Oltre agli occlusori si possono utilizzare anche dei cilindri parzializzatori. Nelle misure in ambiente a terzi d'ottava, ottenute con i diffusori che emettono rumore rosa indipendente sui due canali, si possono apprezzare le differenze nelle varie configurazioni possibili.

La struttura interna appare piuttosto complessa, all'irrigidimento del mobile concorrono tre robusti setti in MDF di buon spessore, uno posto trasversalmente tra le due camere e altri due orizzontali in corrispondenza di ciascun volume, su questi sono praticate delle fenestrature circolari (cinque nel superiore e sei nell'inferiore) per consentire il passaggio dell'aria. La parete divisoria diagonale è coibentata con delle lastre di agglomerati bituminosi dello spessore di 6 mm con funzione di rinforzo e insonorizzazione, in un punto particolarmente esposto all'emissione posteriore dei mid-woofer.

Come si evince dall'analisi dell'interno, un notevole sforzo progettuale è stato speso per l'insordimento del cabinet, alla sua imperturbabilità quando sottoposto alle sollecitazioni. Con l'esperienza si diventa abili a mettere in relazione dati strutturali, misure strumentali, qualità dei driver e quant'altro contribuisca al risultato finale. Visto che nulla avviene per caso, alcune delle sensazioni emerse durante l'ascolto sono persuaso siano giustificate dalla cura messa nel rendere muto il mobile, nel contenimento di eventi fisico-acustici che possano condurre a indesiderate colorazioni nel suono.

L'assorbente acustico interno è abbondante e di varia fattura: quello posto dietro ai trasduttori è un misto poliestere/lana mentre i volumi interni adoperano il solo poliestere. A ridosso del mid-woofer superiore, in corrispondenza del tratto di setto che precede le aperture circolari, c'è una striscia di bugnato in poliuretano espanso spessa 3 cm. Di qualità appare il cablaggio interno, realizzato con conduttori Oxygen Free da 2,5 mmq e non la solita misera piattina rosso-nero, terminati con "Fast-on" della stessa grandezza, identificabili nelle due polarità grazie a manicotti di diverso colore. Nel punto di inserzione è stata messa una goccia di colla termica, atta a rendere più saldo il contatto. Nella parte bassa del mobile è stato ricavato un vano chiuso per il contenimento del crossover.

 

 

GLI ALTOPARLANTI

Per le Violini Secondi la scelta degli altoparlanti è ricaduta su componenti di pregio, due modelli Seas della serie Prestige che rispondevano bene alle "desiderata" tecniche e sonore del progettista: il woofer/mid-woofer H1215-08 CA18RNX e il tweeter H1149-06 27TDC.

L'H1215-08 CA18RNX è un trasduttore a cono dotato di membrana è in carta trattata da 18 cm (6,5") che può essere impiegato sia come woofer sia in qualità di woofer/midrange, com'è stato fatto nel nostro caso. Un magnete in ferrite di buone dimensioni assicura un campo potente (fattore di forza 7.2 N/A) abile a fornire un'ottima risposta ai transienti, il fondello del magnete presenta un foro di decompressione. Il Seas ha una bobina di alluminio rivestita in rame leggera e alta (18 mm), caratteristiche che consentono ampie escursioni dell'equipaggio mobile con basse distorsioni.

Molto bello il cestello in metallo stampato a iniezione, estremamente rigido e aerodinamico grazie alle sei sottili razze che lasciano ampie finestre nel cestello sia sopra che sotto lo spider, contenuto in una struttura anulare. I vantaggi di una simile architettura consistono nella riduzione ai minimi termini delle riflessioni posteriori, insieme al rumore e le risonanze, così il flusso d'aria proveniente dalla faccia posteriore della membrana transita indisturbato in direzione del volume di carico.


Vi rimando al link del Datasheet,
dove i più curiosi potranno trovare le specifiche complete, inclusi i principali parametri di Thiele & Small. La versione che lavora nel nostro diffusore si scosta dalla standard per avere una MMS (massa mobile) su specifica, leggermente più alta.

Le alte frequenze sono affidate all'H1149-06 27TDC, anche lui facente parte della serie Prestige per un coerente accoppiamento timbrico/prestazionale. La membrana è di tessuto rivestito in Sonotex, una sostanza longeva ed estremamente resistente agli agenti atmosferici come gli ultravioletti e l'umidità. Ai bordi troviamo una larga sospensione in Sonomax, un polimero morbido a bassa risonanza con doti di ottima stabilità, linearità meccanica, tali da rendere superfluo l'utilizzo di ferrofluido. Presente anche una camera di risonanza posteriore.

La "Voice Coil" è in alluminio, adeguatamente ventilata grazie a dei fori che hanno anche il compito di eliminare il rumore provocato dal flusso d'aria interno. La camera posteriore offre uno smorzamento acustico ottimale e consente un buon funzionamento sino a frequenze di taglio piuttosto basse. Osservando la risposta in frequenza nel Datasheet ci si rende conto di come il range di frequenze coperto sia molto esteso in basso e ben regolare. Quello montato sulle RJ Design è in effetti un 27TDC potenziato nel flusso magnetico (portato da 1.5 a 1.72 Tesla). Anticipando le impressioni d'ascolto questo altoparlante mi ha sorpreso per la grande pulizia di emissione insieme alla resa sulle frequenze medie, coadiuvato in questo compito da una guida d'onda "Ad hoc".

 

 

IL FILTRO CROSSOVER

Per l'alloggiamento del filtro si è saggiamente preferito un volume separato da quello delle camere reflex, al riparo quindi da vibrazioni e ventosità. Il crossover è distribuito su tre piastre separate, una per ogni driver più un'altra aggiuntiva, accessibile smontando la placca posteriore portacontatti. La medesima attenzione riscontrata nella scelta dei trasduttori la ritroviamo nella componentistica passiva del filtro, costituita da condensatori e resistenze Jantzen. Più precisamente si tratta di resistori della serie "Superes", con tolleranza massima dell'1% e capacità in poliestere "Cross cap", avvolte da una lamina di polipropilene netallizzata (ZnAl), fatte con una delle migliori pellicole del mondo, prodotta in Finlandia dalla Società Tervakoski.

Uno sguardo rivolto al layout circuitale delle varie celle ci mostra un tipo di filtraggio non banale. Sul tweeter troviamo una cella del secondo ordine che rende un'attenuazione di 12 db/ottava, smorzata a monte tramite una resistenza da 3,3 Ohm, necessaria per livellare l'emissione mettendola al pari di quella dei mid-woofer. A valle vediamo una rete Zobel (antinduttiva), costituita da una resistenza da 6,8 Ohm e un condensatore da 1,5 μF serie, messi in parallelo subito prima del trasduttore, posta in essere con lo scopo di regolarizzare l'impedenza. E' una soluzione presente nella rete divisoria di tutti e tre gli altoparlanti e consente alla cella filtro di vedere un'impedenza costante al variare della frequenza.

Il midwoofer superiore è affidato a una circuitazione più complessa, assimilabile a un passa basso del secondo ordine elettrico cui segue una cella L-R che interviene a modificare la risposta sulle medio-basse. Prima delle terminazioni sull'altoparlante troviamo anche qui una cella Zobel.

Sul mid-woofer dedicato alla mezza via era d'uopo intervenire con un passa basso più energico, allo scopo di piegare precocemente la risposta riservando al driver la funzione di rinforzo in uno stretto range di frequenze utile. Il bersaglio è stato centrato con una cella filtro del secondo ordine elettrico "rinforzata" da una cella risonante RLC posta verso massa, formata da un resistore da 9 Ohm, condensatore da 390 μF e induttanza da 22 mH.

 

 

INTRODUZIONE ALLA MODULABILITA'

Nelle Violini Secondi viene messa a disposizione dell'utente una feature piuttosto singolare. Su una piastra separata è possibile inserire delle resistenze e delle capacità di diverso valore al fine di modificare, entro certi limiti, la risposta in frequenza adeguandola ai gusti personali dell'appassionato o alle "bizze" acustiche dell'ambiente. Sarebbe più corretto usarla per la seconda eventualità ma, perché no, anche per la prima, un po' di "sano" my fi non guasta, in ogni caso si tratta d'interventi perfettamente e facilmente reversibili.

Osserviamola nei particolari. Sulla scheda, fissata al pavimento del diffusore tramite una robusta staffa, ci sono tre sezioni in cui si può intervenire, la superiore consente di interagire nella gamma del tweeter, al centro c'è quella dedicata alle frequenze medio-basse, nella terza infine si interviene in una ristretta zona delle medie. La configurazione base di questa scheda, cioè quella che si troverà di fronte l'utente nello smontare la placca portacontatti, prevede un ponte sul tweeter, resistore da 6,8 Ohm nel secondo frame e capacità da 4,7 μF nel terzo.

Nella prima sezione è inserito di default tra i contatti uno spezzone di cavo, necessario per non interrompere la linea circuitale, se al suo posto mettiamo la resistenza da 1,2 Ohm 10 Watt la risposta tra i 2000 e i 20.000 Hz verrà attenuata, con un massimo d'intervento tra circa 5000 e 18.000 Hz, zona in cui si verifica una flessione media di 1,10 dB. Uno scostamento tutto sommato contenuto, che non stravolgerà l'equilibrio timbrico ma sarà d'aiuto nel caso di ambienti particolarmente riverberanti.

La seconda e terza sezione operano nella gamma di funzionamento del mid-woofer alto ma in due diversi ambiti di frequenze. Nella seconda è prevista l'aggiunta in parallelo al resistore della cella L-R (6,8 Ohm) di un altro a scelta tra 6,8 - 4,7 e 1,2 Ohm, il parallelo porta all'abbassamento del valore resistivo rispettivamente a 3,4, 2,779 e 1,02 Ohm. Nell'ultimo frame invece è possibile aggiungere in parallelo al condensatore da 10 μF della cella Zobel, uno da 2,7 o 4,7 μF, così la capacità totale salirà da 10 a 12,7 o 14,7 μF. Nello schema circuitale del crossover si vedono chiaramente i punti strategici evidenziati in giallo.

Nel manuale utente si asserisce che nel secondo e terzo frame non deve essere eseguito un ponte diretto tra i contatti, ma è possibile eliminare qualsiasi componente raggiungendo un effetto opposto, vale a dire, rispettivamente, massima attenuazione delle medio-basse e massima esaltazione delle medie. Sempre nel manuale utente si individuano le due zone in cui è possibile modificare la risposta in 400-800 Hz per le medio-basse e 1500-2000 Hz per le medie. In realtà le rilevazioni strumentali dimostrano come il campo d'azione sia molto più vasto nel primo caso, estendendosi oltre i 130 Hz per gran parte della banda riprodotta dal mid-woofer, più puntuale è invece l'indicazione per le medie, dove vengono abbracciate le frequenze che vanno da circa 900 a 2000 Hz, limite superiore di funzionamento del trasduttore prima dell'incrocio con il tweeter.

Grazie a una serie di misure ho verificato come e dove cambia la risposta a seconda della configurazione prescelta, un rapido calcolo di matematica combinatoria ci suggerisce che l'utente può disporre di 24 diverse associazioni, grazie alle quali può modulare finemente le risposta. Nelle misure riunite in overlay effettuate in campo vicino, scalato a un metro, si osserva che le variazioni sono alquanto consistenti, in grado di mutare sensibilmente il bilanciamento tonale del diffusore. Dal lato medio-basse si tratta di variazioni estese su praticamente tutto il range di funzionamento del trasduttore, di ampiezza diversa a seconda della frequenza.

Progressivamente minori agli estremi, raggiungono la massima ampiezza tra i 300 e 800 Hz. In quest'ambito la differenza di livello tra la massima attenuazione ottenibile e la minima si attesta su una media di 3,9 dB. All'esame della risposta nel medesimo range di frequenza, nel raffronto tra la configurazione standard (resistenza 6,8 Ohm - condensatore 4,7 μF) con quella ad attenuazione minima (resistenza 1,2 Ohm), lo scarto si riduce a 1,9 dB.

Come preannunciato, il terzo settore influisce su una gamma piuttosto ristretta di frequenze (900 - 2000 Hz), si tratta però di una fascia in cui la sensibilità dell'orecchio umano e massima per cui anche una piccola variazione si rivelerà ben percepibile. Qui abbiamo tre possibilità: non inserire nulla oppure montare un condensatore da 2,7 o 4,7 μF, nel primo caso otterremo il livello più alto, che potremo attenuare con la capacità da 2,7 μF e ancor di più con quella da 4,7 μF. Prendendo a riferimento la situazione di "default" (R 6,8 Ohm/4,7 μF) noteremo come l'ampiezza tra il massimo e minimo livello si attesta su 1 dB con la maggior efficacia d'intervento concentrata intorno ai 1400 Hz (1,4 dB). Sostituendo la resistenza da 6,8 con quella da 4,7 Ohm si replicheranno perfettamente i dislivelli.

A questo punto la situazione appare abbastanza chiara e possiamo azzardarci a tirare delle somme. La condizione di migliore linearità viene raggiunta nella configurazione che vede in opera la sola resistenza da 1,2 Ohm posta nel settore centrale (medio-basse).
In campo vicino si nota altresì la presenza di un buco piuttosto profondo ma stretto, centrato sulla frequenza di 813 Hz, dove la risposta accusa un calo di circa 2,5 dB. La perturbazione, seppur leggermente ripianata, appare anche nella risposta rilevata alla canonica distanza di un metro dal diffusore. Le varie curve sono state ricavate dalla risposta all'impulso con sweep veloce di sinusoidi.

 

 

LE ALTRE MISURE

Setup di misura:
Microfono Superlux ECM 999
Alimentatore Phantom Behringer Micro Power PS400
Calibratore PCE-SC41 in classe 2
Multimetro TRMS PCE-UT 61E
PC Notebook HP G62
Scheda audio E-Mu Creative Pre Tracker USB 2.0
Preamplificatore Rotel RC 06
Finale di potenza Rotel RB 1070
Jig per il modulo e argomento d'impedenza autocostruito
Voltage probe con attenuazione di 20 dB per la rilevazione in Dual Channel
Cavo di potenza Supra Ply 3.4 S


Ho fotografato la situazione "anecoica" dalla convoluzione della risposta all'impulso tramite la tecnica del "Free Field Response", cioè rilevazione in campo lontano con fenestratura temporale di 5 millisecondi (valida a partire da circa 200 Hz), riunita con il campo vicino da 20 a 300 Hz. Dal confronto delle tre curve ottenute con layout diversi del crossover, si evince che la condizione di miglior linearità si raggiunge con la sola resistenza da 1,2 Ohm inserita nel secondo frame della piastra. Anche in questa soluzione permane però un certo avvallamento sulle medio-basse, da circa 200 a 700 Ohm, visibile anche il picco negativo sui 900 Hz. Nelle Violini Secondi si sono voluti privilegiare parametri come lo smorzamento e la linearità in bassa frequenza, pur con un'estensione che appare comunque discreta: la minima frequenza utilmente riproducibile (F3) è intorno ai 60 Hz.

La risposta in asse e fuori asse appare regolare al variare dell'angolo di misura. Oltre i 30° il calo di pressione dopo i 10 kHz è netto, dovuto con tutta probabilità alla guida d'onda che, se da un lato incrementa l'efficienza sulle medie e controlla il lobo polare, dall'altro limita l'emissione disassata oltre un certo limite di frequenza. Per questo motivo durante gli ascolti è consigliabile mantenere un moderato "Toe-in" verso lo "Sweet Spot".

Ho voluto allargare in quest'occasione la rosa dei grafici, introducendo il Directivity Sonogram e la Waterfall del diagramma polare, due immagini di suggestivo impatto visivo, utili per valutare a colpo d'occhio il decadimento dell'energia sonora al variare dell'angolo di emissione.

La misurazione anecoica ci da l'idea della risposta "vera" del sistema, svincolata cioè dall'influsso ambientale che è diverso per ogni sala d'ascolto. Considerato che di solito non si ascolta in camera anecoica o campo libero, è altrettanto importante valutare il comportamento del sistema nella realtà delle nostre sale. Le rilevazioni che seguono sono state fatte nel mio salotto, un ambiente di cubatura media (circa 68 mc), con i diffusori posizionati a convergere verso il punto d'ascolto, distanti reciprocamente 2,10 m, 1,20 m dalla parete di fondo e 70 cm dalle laterali. Lo Sweet Spot era a 3,30 m dalla linea congiungente i diffusori.

Il segnale test utilizzato per i grafici a bande d'ottava è il solito rumore rosa a canali indipendenti. Ho fatto cinque misure diverse per evidenziare l'influsso dei damper e riduttori sulla risposta in ambiente. Sono emersi degli spunti interessanti: nel grafico senza alcun dispositivo la risposta appare ben estesa e discretamente regolare, si riaffaccia il largo avvallamento sulle mediobasse tra 200 e 700 Hz mentre non v'è traccia dello stretto buco sugli 800-900 Hz, mediato nelle bande a terzi d'ottava. I picchi profondi e stretti sono quelli che, in effetti, preoccupano meno.

Con i riduttori inseriti in entrambi i condotti reflex si ottiene un'attenuazione del range 150 - 50 Hz, l'intervento raggiunge il massimo dell'efficacia a 50 Hz con un calo di 4,8 dB mentre sulle bassissime si ha un'inversione di tendenza: dai 40 Hz in giù la pressione diventa maggiore con i riduttori che senza, con una differenza di 5,2 dB a 30 Hz. Chi ama la musica organistica è avvisato... :-).

Gli occlusori, com'era prevedibile, causano un decremento ancora maggiore che culmina a 50 Hz con 9 dB, situazione quasi invariata invece sulle bassissime che scendono molto poco a 40 e 25 Hz mentre il livello non cambia a 30 Hz. Piccole variazioni si verificano nella configurazione mista Occlusori/Riduttori. All'ascolto con e senza viene in misura variabile penalizzata l'estensione ma se ne avvantaggia lo smorzamento, l'articolazione e risposta ai transienti, già comunque molto valide senza usare alcun dispositivo. Nel mio ambiente ho preferito tenere i riduttori in tutte e quattro le porte, in base ai miei gusti ma principalmente per l’acustica del locale mi è sembrato il miglior compromesso.

 

 

Le Violini Secondi si comportano bene anche nelle misure di distorsione armonica, se pensiamo che utilizzano (ottimi) driver da 6,5" caricati in bass reflex. Dopo la prevedibile impennata sulle bassissime, a 50 Hz si scende sull'1% di THD rimanendo su una media dello 0,6% sino a 1600 Hz, limite oltre il quale si verifica un ulteriore riduzione (0,17% di media). Osserviamo il crearsi di una notevole forbice tra la seconda e terza armonica dopo i 2300 Hz a vantaggio della terza, estremamente contenuta dopo questa frequenza (0,018% medio) a fronte dello 0,15% della seconda nel medesimo range, si tratta comunque di valori molto contenuti in entrambi i casi. Progressivamente più basse le percentuali negli ordini superiori.

Un quadro analogo si presenta all'esame della TNDM, misura che si occupa di quantificare la distorsione da intermodulazione definita "mascherante", venuta fuori dai tecnici del laboratorio di AudioREVIEW. Potremmo dividere il risultato in quattro livelli distinti: elevato da 20 a 55 Hz circa, in discesa da 55 a 2000 Hz (tra l'1 e il 2%), in ulteriore discesa da 2000 a 5000 Hz (sotto l'1%) e l'ultimo, da 5000 sino al limite superiore di 18.432 Hz, dove si scende allo 0,4%.

La funzione di trasferimento del filtro crossover, ricavata misurando i trasduttori filtrati (risposta acustica più elettrica), ci mostra la filosofia che sottende al progetto delle RJ Design, un due vie e mezzo dove le basse frequenze sono rinforzate nella loro porzione inferiore dal secondo mid-woofer, il quale lavora sovrapponendosi al primo sino a 150 Hz per poi defilarsi. Alle misure mostra una doppia pendenza di attenuazione, 7 dB da 150 a 300 Hz e 15 dB nell'ottava 400 - 800 Hz. Il mid-woofer s'incrocia con il tweeter a 2000 Hz esatti con una pendenza di 17 dB/ottava, il trasduttore per gli alti invece ha un passa alto con pendenza di 13,5 dB.

Il punto d'incrocio si trova sottoslivellato di 6 dB, configurando con chiarezza un Linkwitz-Riley del secondo ordine. L'emissione di entrambi i mid-woofer raggiunge un minimo a 46 Hz, dato che ci consente di giungere a due conclusioni. Una riguarda la Fb (frequenza di accordo del sistema reflex) che corrisponde appunto a detta frequenza, la seconda è che ambedue gli altoparlanti sono caricati nello stesso volume (21 litri) e accordati tramite condotti di caratteristiche uguali.

Nelle tre rilevazioni di modulo e argomento d'impedenza viene messa a confronto la condizione senza alcuna resistenza posta nella piastra di modifica (sezione medio-basse) e con i tre resistori forniti a corredo di 1,2 - 4,7 e 6,8 Ohm. Le variazioni riguardano l'ambito che va da 200 a 1200 Hz con lo spianamento progressivo dei valori ohmici e il conseguente rialzo della risposta in frequenza nel range corrispondente, come dimostrato nelle misure precedenti. Il modulo e argomento è una misura fondamentale per la comprensione del funzionamento di un sistema elettroacustico.

Il primo picco centrato su 22 Hz (8,98 Ohm) è inferiore al secondo che si manifesta a 71 Hz e vale 7,03 Ohm, questo significa che la frequenza di risonanza del sistema è superiore a quella in aria libera dei mid-woofer. Se andiamo a spulciare i parametri del Seas CA18RNX troviamo una Fs di 35 Hz, inferiori appunto ai 46 della Fb. Il minimo di modulo, 3,15 Ohm, viene raggiunto a 43 Hz, preceduto da una rotazione di fase negativa di 29,4°. Il valore in Ohm potrebbe mettere in ansia i possessori di amplificazioni macilente. In realtà questo è un dato che va sempre letto in relazione alle rotazione di fase, piuttosto contenute nel nostro caso visto che la massima si raggiunge a 1813 Hz con 36,1°. Di fatto le Violini secondi sono pilotabili con facilità anche da amplificatori non prestanti, come il mio Trends TA 10.2.

La tela parapolvere è realmente fonotrasparente come dimostra la misura "con" e "senza". Soprattutto in gamma alta la sovrapposizione dei due grafici è pressoché perfetta, Piccole differenze di livello emergono tra i 700 e 2000 Hz, poca roba ... Le protezione comunque è meglio toglierla quando si ascolta perché, se è vero che i livelli sostanzialmente coincidono, si avverte una piccola velatura sulle medie.

Applicando ai morsetti i regolamentari 2,83 Volt, nel mio ambiente la sensibilità media si è attestata su 88,272 dB/w/m, un valore che consente lo sviluppo di buone pressioni in un normale ambiente domestico anche con amplificatori da una trentina di Watt.

 

 

L'ASCOLTO

Setup:
Preamplificatore Rotel RC 06
Finale di potenza Rotel RB 1070
Amplificatore integrato Trends Audio TA 10.2
Lettore CD Rotel RCD 1070
Personal Computer HP G62 con player Foobar 2000
Scheda audio E-MU Creative Pre Tracker Pre USB 2.0
Giradischi Pro-ject Debut II SE con testina Denon DL 160
Cavi di segnale Fluxus 2*70 S
Cavi di potenza Fluxus LTZ 900
Cavi di alimentazione Fluxus "Alimentami"

La sessione di misure è stata lunga e faticosa, in particolare l'analisi del filtro crossover con tutte le possibili modifiche mi ha obbligato a riconsiderare tutto ciò che sapevo sulle reti filtro e fare tante, ma proprio tante rilevazioni. In corso d'opera mi è venuta in soccorso la scoperta del momento, il software LspCAD6, davvero ottimo per disegnare le più disparate configurazioni circuitali e simulare la relativa funzione di trasferimento. Ecco perché la tanto attesa - e liberatoria - prova d'ascolto ha sciolto nel godimento musicale tutta lo stress da misura accumulatosi. Immergersi nella degustazione timbrica di un sistema rappresenta la parte più contemplativa dell'attività recensoria, forse quella che mi è più congeniale per carattere e formazione, di certo la più rilassante.

E' il tanto sospirato momento in cui confluiscono tutte le variegate sensazioni che un oggetto, nel nostro caso un diffusore,  può regalarci, riassunte in una sintesi "lirica". Aria fritta per alcuni, per altri un irrinunciabile strada battuta con l'occhio rivolto a tutto ciò che di quell'oggetto si è scoperto. Inutile dirvi che credo fermamente nella seconda ipotesi, altrimenti non sarei qui a tentare di raccontarvi come suonano questi diffusori. Nel corso degli ascolti ho alternato il Trends Audio TA 10.2, un piccolo amplificatore in classe "T" basato sul chip Tripath TA2024, che si è comportato oltre ogni più rosea aspettativa e il correntoso finale di potenza Rotel RB 1070 (130 + 130 Watt su carico di 8 Ohm).

Gli ascolti iniziano con il raffinato "I remember Jaco", un album ricordo del grande bassista elettrico raccontato da quattro session man di rango: Mintzer, Formanek, Andrews, Erskine ed è decisamente un bell'inizio. Le atmosfere eleganti di questo jazz aristocratico vengono esaltate dall'esemplare pulizia del registro alto, sempre estremamente naturale e del tutto privo di spigolosità. In "Three Views of Secret" il tappeto ritmico di Peter Erskine risalta delicato e preciso allo stesso tempo, come se una mano lo porgesse con gentilezza, senza forzature. Il fascino che esercita Jaco Pastorius è tale da indurmi a proseguire l'ascolto con Donna Lee, tratto dal suo album d'esordio "Jaco" del 1976, in cui un elettrizzante groove intride il celebre standard di Charlie Parker.

Al di là del grande valore artistico questo brano è perfetto per testare la qualità del basso, con le Violini Secondi le note scorrono veloci, facilmente riconoscibili nella loro individualità e assecondate da un buon timing. Proseguendo negli ascolti si profila uno dei tratti caratteriali di maggior spicco: una gamma bassa e mediobassa sempre nitida, smorzata e articolata quanto basta per non scadere nel "secco", nella mancanza di corpo. Ancora jazz di classe con Chick Corea & Gary Burton In Concert, un album registrato dal vivo a Zurigo nel 1980 dal carattere eminentemente percussivo, si mette in evidenza nuovamente la gamma acuta, mai affaticante nell’impresa di porgere un ricamo timbrico di ammirevole naturalezza. Le rapide serie di note al Vibraharp, suonato da quell'autentico virtuoso che è Gary Burton, si susseguono melodiose e ricche di armonici in un quadro di convincente musicalità.

E' la volta della Bob Mintzer Big Band nell'album Departure del 1993, dove si abbandonano le atmosfere intimistiche per cimentarsi con l'energia di una scattante Big Band. Sostituisco il Trends con il Rotel per avere un più sostanzioso apporto di Watt, i decibel crescono ma non viene perso il buon equilibrio timbrico globale, la riproduzione in questo caso si avvantaggia della qualità e tenuta in potenza dei driver Seas ma anche di quella del mobile. Il suono ad alto volume acquista autorevolezza, diviene prorompente nei salti dinamici in risposta alle sollecitazioni non indifferenti della massa orchestrale.

Le proporzioni prospettiche sono rispettate con un lieve vantaggio della profondità sulla larghezza e altezza della scena, un parametro su cui si è lavorato molto come mi diceva Raffaele de Antonio. L'RJ Design non è un diffusore da prima fila, non appiattisce i piani sonori a favore dell'effetto presenza, insomma non ha l'impostazione monitor di certi sistemi che avvicinano molto a strumenti e voci ma deludono nella ricostruzione olografica. Nulla viene innaturalmente ingigantito ma ogni suono mantiene le corrette proporzioni.

E' giunto il momento di occuparsi delle voci, del canto suadente di artisti che sanno rapire i nostri sensi riempiendoci di emozioni. Fabrizio De Andrè è un ospite fisso nelle mie sedute d'ascolto, in quest'occasione ho trovato la sua voce leggermente smagrita nel registro medio-basso, certamente più pastosa è nei miei due riferimenti (Canton LE 109 e Dynavoice Definition DF 6). La voce femminile di Tessa Souter nel lavoro Beyond The Blue vira verso regioni più ambrate, assume un colore intensamente drammatico, un po' meno luminoso che in altre occasioni ma efficace nell'impasto timbrico con pianoforte e batteria, pur non esibendo una trasparenza da primato.

L'amalgama ci parla di un suono coerente, materico, sempre analitico senza scadere in un iper-radiogrante fine a se stesso. Il risultato è coinvolgente, conseguito anche grazie all'uso di trasduttori della stessa marca e serie, le Violini Secondi riescono a trovare il giusto equilibrio tra una leggera morbidezza di fondo, piacevole e musicale, e un controllo che non penalizza mai l’intelligibilità. Non dico che si è giunti alla quadratura del cerchio ma vanno apprezzati gli sforzi del progettista per aver proceduto in quella direzione.

La raccolta in due CD "Pensiero Stupendo. Le canzoni di Ivano Fossati interpretate dai più grandi artisti italiani" mi libera dall'imbarazzo della scelta tante sono le diversità di timbro che è possibile analizzare una dopo l'altra. Ascolto d'infilata dal secondo CD: Fabrizio De Andrè, New Trolls, Tosca, Alice, Ornella Vanoni e altre glorie della canzone italiana nell'interpretazione delle bellissime canzoni di Fossati. Pur nella varietà di colori si riconosce una legatura sempre valida in zona d'incrocio, priva di fastidiosi scalini che comprometterebbero la magia sonora che si sprigiona da queste grandi voci. Si sa, la gamma media è quella a cui l'orecchio umano è più sensibile, ogni più piccola imperfezione, se presente, non sfuggirebbe alla sua spietata capacità di analisi. In tale ambito le RJ Design vengono promosse quasi a pieni voti, quello che forse manca è un pizzico di cristallinità in più che renderebbe davvero perfette le voci femminili, voci comunque sempre belle, distese, naturali e del tutto mancanti di aggressività.

E' probabile che la morigeratezza sulle medie sia stata voluta in sede di progetto per compensare l'acustica tipo degli ambienti domestici, di solito piuttosto riverberante. In proposito non bisogna dimenticare che le Violini Secondi MK I sono sistemi eminentemente "Home". Nulla d'irreparabile comunque, chi desidera più “ciccia” può intervenire con efficacia sul crossover customizzabile regolando non solo il livello della gamma alta e centrale, ma anche della bassa, con i riduttori/occlusori da inserire nei condotto reflex.

Le capacità dinamiche vengono messe a dura prova dalla monumentale Sinfonia N°8 di Gustav Mahler, detta la sinfonia dei mille a causa della compagine particolarmente nutrita di strumenti e voci. La tenuta in potenza dei Seas è notevole, posso esagerare con il volume senza eccessivi timori di rompere qualcosa. Le caratteristiche di controllo e rigidità strutturale già emerse qui servono davvero per conferire grandiosità ai pieni orchestrali. L'ultimo movimento della seconda sinfonia di Mahler "Resurrezione", quello straordinario "Im Tempo des Scherzo" che culmina in un liberatorio trionfo di potenza orchestrale, nel mio ambiente è davvero riprodotto con eloquenza. Unico limite una gamma bassa che non arriva propriamente sino agli inferi pur avendo una discreta estensione: in elettroacustica non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, pretendere in questo tipo di diffusori un'eccellente estensione, una buona sensibilità e pure uno smorzamento egregio è francamente chiedere troppo.

Entra in campo Johannes Brahms con il Concerto per pianoforte e orchestra, interpretato da Krystian Zimerman e Leonard Bernstein alla guida dei Wiener Philharmoniker. Il secondo movimento (Adagio) è un miracolo di meditativa introspezione, uno dei brani più suggestivi che abbia mai ascoltato in vita mia, lo rivivo oggi grazie alle RJ Design, riprodotto in maniera impeccabile. La scansione in profondità dei piani sonori risulta bene a fuoco, a tutto vantaggio del realismo, se da un sistema pretendiamo correttezza e proporzione in tutti i parametri di valutazione le nostre aspettative non verranno deluse.

Il delicatissimo intreccio armonico nei brani di liuto di John Dowland nella raccolta "Complete Lute Works", liutista Paul O' Dette, viene decifrato in maniera puntuale ma non fredda, l'equilibrio tra pizzicato e risonanza della cassa armonica di liuto e orpharion è pressoché perfetto, non si avvertono sbilanciamenti di sorta.

Il pianoforte di Ivo Pogorelich in Quadri di un'Esposizione (edizione Deutsche Grammophon) conserva potenza e dinamica, il carattere fortemente percussivo di brani come "The Hut on Fowl's Legs (Baba-Yaga)" è sostenuto da una gamma bassa accurata, mai strabordante, che consegna all'orecchio un'immagine sonora dai contorni ben definiti. E' davvero un Allegro feroce se l'amplificatore ha i Watt che servono ed è abile soprattutto a somministrare corrente sui picchi dinamici, qui davvero devastanti. "Fanfare for the common man" del compositore americano Aaron Copland, ospite oramai fisso nei mie ascolti, segue la linea della nettezza di accenti si qui dimostrata, nell’incipit i colpi all'unisono di timpani e grancassa giungono solidamente scolpiti, appena alleggerita nelle ottave fondamentali la grancassa.

Il gran finale è riservato al divertimento puro, dove sono attori i fenomenali assolo di batteria di Dave Weckl e Billy Cobham, il volume è molto alto, non sostenibile per molto ma necessario per testare la tenuta in potenza di queste RJ Design che non deludono neanche in questa occasione. Sarà per la qualità dei trasduttori, sarà per il mobile solido e ben sordo o sarà per entrambi che l'impatto è quasi fisico, i colpi di tom tom sono rotondi e pieni, la cassa potentemente compatta, tutto è molto veloce, immediato. Se ne avvantaggia il senso del ritmo che è pressoché perfetto, non ci sono code sonore o rallentamenti che possano rendere meno efficace la sensazione di velocità trasmessa da questi due grandi batteristi.

 

 

CONCLUSIONI

Il diffusore da pavimento Violini Secondi MK I è il primo modello prodotto dalla neonata RJ, destinato a diventare il top di gamma. In questo progetto Raffaele de Antonio e Jarno Gozzi si sono impegnati nella creazione di un sistema che si svincola da gran parte della produzione attuale di pari livello. Riesce a farlo grazie a soluzioni inconsuete come quella del crossover modificabile dall'utente, con un cabinet dalla struttura esterna e interna complessa, sorda e rigida quanto basta da evitare cedimenti ad alto volume, ma soprattutto con un'impostazione sonora sostanzialmente neutra, corretta, priva di accattivanti (quanto stancanti a lungo termine) "effetti speciali". Ci troviamo di fronte a un sistema egregiamente "Home", dalla personalità civile, lontano da alcun tipo di eccesso e fedele alla consolidata tradizione dei sistemi da pavimento di cabotaggio medio-piccolo, l'ideale in normali ambienti domestici. L'esborso preciso richiesto per una coppia di Violini Secondi MK I al momento della stesura della mia recensione è ancora in decisione, Raffaele de Antonio mi ha detto che sarà posizionato comunque tra i 2400 e 2800 euro. Attualmente sono in fase di elaborazione dei modelli più semplici per abbassare ulteriormente il prezzo di vendita.

Alfredo Di Pietro

Dicembre 2012


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