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martedì 19 marzo 2024 ..:: Preamplificatore/DAC M2Tech Young MKIII ::..   Login
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 Preamplificatore/DAC M2Tech Young MKIII Riduci

 

 

INTRO

 

In tempi in cui i "curriculum vitae" sono talvolta infiorettati a piacimento, è confortante imbattersi in una persona dell'onestà di Marco Manunta, titolare della M2Tech, azienda toscana fiore all'occhiello del digitale "Made in Italy". Per rendersi conto dello spessore di questo personaggio, cortese quanto umile, può essere vantaggioso delinearne il percorso professionale in pochi ma veritieri tratti. Nato a Sassari il 10/6/1968, si diploma in Informatica presso l'Istituto Tecnico Industriale G.M. Angioy della sua città natale. In seguito consegue la laurea in Ingegneria delle Telecomunicazioni presso la Facoltà di Ingegneria di Pisa, presentando una tesi su un servizio di telemedicina su rete metropolitana. Ha fatto parte dello staff della Comm 2000 di Milano, la quale ha realizzato il servizio di archivio Globnet (arretrati della Gazzetta dello Sport e del Corriere della Sera) per la RCS. La sua passione per la riproduzione audio di qualità lo porta a fondare la North Star Design, insieme all'attuale proprietario Giuseppe Rampino. Ha collaborato per cinque anni come progettista con la Audio Analogue e con varie altre aziende nel campo dell'alta fedeltà. È stato progettista anche per la Tertium Technology e per l'Ingegneria dei Sistemi Elettronici (ISE), dando il suo contributo allo sviluppo di alimentatori switching ad alta tensione e alta efficienza, sistemi RFID e di videosorveglianza (controllo accessi per la metropolitana di Firenze). Attivo anche nel campo dell'editoria, è stato articolista per numerose riviste del settore audio, tra cui Fedeltà del Suono, Costruire HiFi, Suono, Stereo e Audiophile Sound.

 

Il 2007 è per lui un anno cruciale: fonda la M2Tech insieme a Nadia Marino. In seno alla neonata azienda di Navacchio ha contribuito allo sviluppo della hiFace, la prima interfaccia audio USB a bassissimo jitter in grado di superare i 96 kHz di frequenza di campionamento e dello Young 384/32 DAC, vale a dire il primo DAC di costo accessibile dotato d'interfaccia USB asincrona e capace di convertire segnali PCM a 384 kHz. Grazie all'esperienza maturata, le schede OEM d'interfaccia USB asincrona progettate e prodotte da M2Tech sono state utilizzate da numerosi costruttori italiani ed esteri. Lungi dall'aver esaurito le proprie risorse creative, oggi è a capo di un'azienda che sforna nuovi oggetti con encomiabile continuità. Dai fatti del percorso professionale si passa ad altre realtà, perché su "Non solo audiofili" si bada soprattutto alle cose concrete. Un'occhiata al catalogo, consultabile sul sito ufficiale, ci dà una panoramica dell'attuale produzione. Con piacere constatiamo che due capisaldi del marchio come la hiFace Two e la hiFace DAC, le famose "pennette" Manunta, sono ancora a disposizione del cliente. Accanto a questi oggettini dall'aspetto inoffensivo, ma validissimi, ci sono le elettroniche della Serie Rockstars: convertitore digitale-analogico e preamplificatore ad alta risoluzione Young MKIII (protagonista della nostra prova), preamplificatore Phono MM/MC Nash, convertitore analogico-digitale ad alta risoluzione con funzionalità Phono Joplin MkII, amplificatore di potenza in classe D ad alta risoluzione Crosby (di prossima recensione su queste pagine) e i due alimentatori a bassissimo rumore Van der Graaf MkII e Van der Graaf.

 

Dico subito che, sfortunatamente, lo Young MKIII che ho testato non era alimentato da uno di questi due modelli. Peccato, anche se il piccolo trasformatore/alimentatore Edac fornito a corredo il suo dovere l'ha fatto (e anche bene a sentire il risultato). A questo punto non oso pensare quali sarebbero state le prestazioni sfoderate usando uno di questi "Power Supply". Ogni audiofilo che si rispetti conosce i vantaggi di un'alimentazione "seria", in termini di eliminazione di quei disturbi che la corrente di alimentazione può iniettare nel segnale sonoro, tanto più che stiamo parlando di un DAC. In tali casi il rumore potrebbe interferire con il funzionamento dei circuiti più sensibili, uno su tutti quello del clock, determinando uno scadimento delle prestazioni. I benefici sul suono di un clock stabile e preciso sono noti, da una rappresentazione più a fuoco della scena a una maggior percepibilità dei dettagli fini, per non parlare del nero infrastrumentale. Ma torniamo a bomba al nostro catalogo prodotti. Al pari della "Rockstar", di sei modelli è composta anche la Serie Evo Two (Evo suppongo stia per "evoluzione"), con il convertitore digitale-digitale ad alta risoluzione hiFace Evo Two, il convertitore digitale-analogico/preamplificatore ad alta risoluzione Evo DAC Two, convertitore digitale-analogico/preamplificatore ad altissima risoluzione Evo DAC Two Plus. Non trascurata la "connivenza" tra analogico e digitale con l'ADC/DAC/preamplificatore ad altissima risoluzione con funzionalità Phono Evo PhonoDAC Two. La sostanziosa carrellata termina con il generatore di clock di precisione Evo Clock Two e l'alimentatore a bassissimo rumore Evo Supply Two.

 

 

Non stiamo a ribadire l'importanza della rivoluzione digitale, non è più una novità ma un'inarrestabile e consolidata realtà. L'audio numerico sono ormai decenni che dà i suoi frutti e oggi è ancora più fruibile non solo con una larghissima disponibilità di file audio in rete da scaricare, legale o meno, ma anche e soprattutto con gli ormai numerosi servizi musicali in streaming. Spotify, Deezer, Google Play Music, Tidal, Pandora sono solo alcune tra le numerose piattaforme disponibili in rete. Sono questi che rappresentano oggi la buona nuova, come dimostra il report di fine anno della RIAA 2017. Nella torta globale dell'audio digitale costituiscono il 65%, mentre il download si vede relegato al 15%, superato dalla vendita dei supporti fisici, al 17%. Ma un apparecchio come l'M2Tech Young MKIII se ne può bellamente infischiare di queste fluttuanti logiche relative all'approvvigionamento del materiale sonoro, tanto più che si pregia di appartenere a una nuova e particolarmente versatile categoria di apparecchi: i preamplificatori DAC.

 

 

M2TECH YOUNG MKIII

RIEN NE VA PLUS

 

 

SPECIFICHE DICHIARATE

 

Ingressi: Analogico Single-Ended (RCA) - S/PDIF (RCA) - AES/EBU (XLR) - Ottico (Toslink) - USB 2.0 ad alta velocità - Bluetooth Apt-X

Uscite: Analogica bilanciata (XLR) - Trigger (Jack 3,5 mm)

Frequenze di campionamento: PCM da 44,1 kHz a 384 kHz - DoP da 64x a 128x - Nativo DSD 64x a 256x

Risoluzione PCM: da 16 bit a 32 bit

Rapporto Segnale-Rumore: 118 dB A (Single-Ended) - 120 dB A (Bilanciato)

THD + N: 0,0008% a 5 VRMS su bilanciato

Tensione di uscita: 2,5 Vrms o 5 Vrms (Single-Ended) - 5 Vrms o 10 Vrms (Bilanciato) - 12 VDC (Trigger)

Impedenza di uscita: 100 Ohm (Single-Ended) - 200 Ohm (Bilanciato)

Impedenza d'ingresso: 47 kOhm (analogico) - 75 Ohm (SPDIF) - 110 Ohm (AES/EBU)

Tensione di alimentazione: 15 VDC

Assorbimento: 4 W (Operativo) - 0,23 W (Standby)

Dimensioni: 200x200x50mm (LxPxA)

Peso: netto 2 kg (inclusi accessori) - lordo 2,5 kg

 

 

Si presenta bene lo Young MKIII. Ha una livrea moderna, niente arzigogoli stilistici ma un aspetto semplice e insieme raffinato per un oggetto eminentemente desktop del peso di 2 kg e dimensioni contenute: 200 mm di larghezza, altrettanti di profondità e solo 50 mm di altezza. In dotazione all'apparecchio c'è un alimentatore da muro, un cavo USB A-B, due begli adattatori XLR-RCA di qualità al di sopra di ogni sospetto e un telecomando comprensivo di due batterie AAA. A dargli la caratteristica impronta estetica è la robusta lastra in alluminio "silver" ripiegata a "C" che costituisce gran parte del cabinet. Rivoltando l'apparecchio non troviamo viti a vista perché queste sono nascoste dai quattro piedini, incollati con del biadesivo al fondo. Per accedere alla Board è sufficiente scollarli e rimuovere le quattro piccole viti con testa a croce che assicurano la "C" al sub chassis. Infine, facendo scorrere questo con un movimento a slitta, si può estrarlo mettendo a nudo l'interno. Il frontalino "Dark", protetto da una mascherina di Plexiglas, accoglie sulla destra la manopola/encoder che è del tipo "Push and Rotate", in tinta con l'enclosure, con la quale si comanda praticamente la quasi totalità delle numerose funzioni. Al centro c'è il ben leggibile display multifunzione OLED che indica lo stato di funzionamento, il livello di ascolto (selezionabile dal menu in passi di 0,5 e 1 dB, modalità a step o dB di attenuazione), la sorgente selezionata, frequenza di campionamento, formato, stato di mute e fase (se attivi). Sulla sinistra sono infine raggruppati il pulsantino di accensione/spegnimento/mute/uscita menù, un LED (in alto) che indica lo standby nell'utilizzo con telecomando e il ricevitore IR verso il quale va puntato il telecomando.

 

 

Il pannello posteriore, more solito, è dedicato al parco connessioni con (da sinistra) le uscite analogiche XLR per il collegamento, per esempio, a un amplificatore finale di potenza dotato d'ingressi bilanciati. Niente paura se il vostro apparecchio a valle è sfornito di connessioni bilanciate, il buon Manunta ha pensato di corredare lo Young MKIII di due ottimi adattatori XLR femmina - RCA femmina, non avrete quindi nemmeno il fastidio di doverli rimediare voi. Segue l'ingresso analogico, questo sbilanciato su connettori RCA, e la serie d'ingressi digitali AES/EBU, S/PDIF (coassiale e Toslink), USB. Sull'estrema destra ci sono un piccolo selettore a levetta per l'abilitazione/disabilitazione dell'attivazione immediata all'applicazione dell'alimentazione, la presa da 5,5/2,1 mm per l'alimentatore e un connettore Mini-Jack da 3,5 mm per l'uscita trigger. In alto vediamo l'antenna ricevente del modulo Bluetooth, se volete utilizzare l'M2Tech in questa modalità ricordatevi di non creare ostacoli, tipo schermi o coperchi metallici, intorno a essa. Per l'utilizzo del telecomando vi rimando al manuale d'istruzione. In questa sede mi basta dirvi che questo versatile telecomando consente di avere pieno controllo dello Young MKIII come di altri prodotti M2Tech della serie Rockstars.

 

 

 

IL CIRCUITO STAMPATO

 

 

Tutta la componentistica, tranne quella dedicata all'encoder e al display OLED, è contenuta in una PCB rossa che da un grande piacere alla visione per l'accuratezza "microchirurgica" con cui è allestita. Ovviamente non potevo esimermi dal ficcare il naso tra i vari dispositivi e IC presenti, di cui passo a fare una rapida rassegna. Ovviamente la tecnologia SMD (Surface Mount Technology) la fa da padrone. Iniziamo dai relay miniaturizzati HFD31/5, utilizzati con profitto sempre nell'ottica del risparmio di spazio che impone l'assemblaggio di circuiti estremamente complessi in un'area limitata. Il primo chip che si presenta all'obiettivo della mia fotocamera è il Cirrus Logic CS3318, controllo di volume analogico governato digitalmente, costituito da "array" di resistori e stadi di uscita complementari attivi a basso rumore, particolarmente indicato per l'audio High-End. È dotato di una porta seriale I²C/SPI, consente un intervallo di regolazione totale di 118 dB, a passi di ¼ di dB, uniformemente distribuiti su 96 dB di attenuazione e 22 dB di guadagno. Implementa il rilevamento configurabile dello "zero-crossing", una tecnologia utile per evitare fenomeni di "glitch" nelle variazioni del livello di volume. Utilizzati gli OPA (Amplificatori Operazionali Audio) Texas Instruments 1654 che, come recita il datasheet, raggiungono un basso livello di rumore con una distorsione ultracontenuta: appena dello 0,00005% a 1 kHz. Questi dispositivi lavorano su un intervallo di alimentazione molto ampio, da ± 2,25 V a ± 18 V, o da 4,5 V a 36 V, con una corrente fornita di 2 mA per canale.

 

 

A detta del produttore forniscono un eccellente comportamento dinamico su un'ampia gamma di carichi e condizioni. Pure Texas Instruments è l'IC convertitore digitale/analogico PCM1795, vero cuore operativo dello Young MKIII. Si tratta di un circuito integrato monolitico CMOS (Complementary Metal-Oxide Semiconductor) che fornisce una corrente bilanciata, consentendo all'utente di ottimizzare esternamente le prestazioni analogiche. Il PCM1795 accetta sia il formato di dati audio PCM che il DSD, fornisce inoltre un'interfaccia per processori di segnali digitali audio (DSP) e chip di decodifica. Raggiunge una risoluzione di 32 bit con un range dinamico di 123 dB mentre la THD+N si ferma allo 0,0005%. Le frequenze di campionamento accettate dall'interfaccia I²S vanno da 10 kHz a 200 kHz, con il formato DSD si arriva invece a 2,8224 MHz. I promessi 384 kHz vengono comunque raggiunti aggirando l'ingresso I²S e utilizzando la porta dedicata a un eventuale filtro sovracampionatore esterno. Relativamente più imponente nelle dimensioni appare lo Xilinx Spartan, nome suggestivo di gagliardia fisica, nei fatti un dispositivo estremamente complesso, appartenente alla famiglia degli FPGA (Field Programmable Gate Array), che si occupa di realizzare delle funzioni logiche anche molto complicate. Senza addentrarmi in particolari che esulano dalla mia preparazione, concludo il discorsetto Spartan dicendo che questo assolve a cinque fondamentali blocchi funzionali programmabili: logici configurabili (CLBs), di ingresso/uscita (IOBs), RAM, multipli e blocchi digitali per la gestione del Clock (DCM).

 

 

Anche il Microchip PIC24FJ128 assume in qualche modo una funzione manageriale, essendo un microcontrollore "Flash" a 16 bit per uso generico. In zona centro board, accanto allo Xilinx vediamo due oscillatori clock CQ, uno da 22.579 MHz e l'altro da 24.576 MHz, rispettivamente per le frequenze di campionamento di 44 kHz e 48 kHz (e multipli). La soluzione di adoperare due generatori di clock esterni di ottima qualità è da tempo adottata dalla M2Tech allo scopo di avere la massima precisione nelle transizioni digitali e una conseguente minimizzazione del jitter. Passiamo al Texas Instruments PCM9211, interfaccia digitale audio ricetrasmittente a jitter ultrabasso (50 picosecondi), che opera a temperature da -40°C a +85°C. Dispone di dodici porte d'ingresso multiplex S/PDIF, due coassiali e dieci ottiche, e un convertitore A/D stereo. Mediante queste è consentita la multiplazione con altri ricevitori audio, insieme ai segnali analogici e S/PDIF inviati a un processore di segnali digitali (DSP). Altro IC di "spessore" è l'XMOS U11690C20 a 32 bit, anche lui con funzioni di microprocessore. Interessanti le potenzialità della serie xCORE, di cui questo chip fa parte. Oltre alla bassa latenza, a differenza dei microcontrollori tradizionali gli xCORE sono in grado di eseguire contemporaneamente più funzioni in tempo reale e comunicare tra le attività utilizzando una rete ad alta velocità. Sono completamente "deterministici", vale a dire che è possibile scrivere software per implementare funzioni che richiedono tradizionalmente un hardware dedicato. Terminiamo con il circuito integrato NXP 74HCT125D, composto da quattro driver-buffer/linea non invertenti con uscite a tre stati.

 

 

 

DRIVER E APP

 

 

Non dovrete preoccuparvi dei driver se avete un computer Apple e Linux, dato che il nostro preamplificatore/DAC è dotato d'interfaccia USB 2.0, rispettosa dello standard USB Audio Device Class 2. In tal caso non c'è bisogno di scaricare e installare alcunché perché il DAC viene immediatamente riconosciuto secondo la comoda metodologia "plug'n'play". Chi avesse invece un sistema operativo Windows un minimo fastidio deve prenderselo, cioè andare sul sito ufficiale M2Tech nella sezione "Supporto"--->"Drivers", scaricando quello più adatto al suo PC/Sistema Operativo. Si tratta in realtà di una piccola incombenza, facile da portare a termine e priva di fastidiosi effetti collaterali, almeno sul mio PC Lenovo G50, dotato di sistema operativo Windows 8.1, così è stato. Ho messo pochissimo tempo nelle operazioni di download e per rendere perfettamente operativo lo Young MKIII. Seguono una serie di "stamp" che mostrano ciò che appare dopo l'installazione dei driver. Cliccando su "M2" nella Icon Tray si può accedere al pannello di controllo, dal quale possiamo desumere alcuni importanti dati, magari una replica di ciò che è possibile vedere sul display, come lo "Status" con la "Device" e la frequenza di campionamento attive al momento della riproduzione, il formato, le impostazioni di buffer (in USB Streaming Mode e l'ASIO Buffer Size). Due parole su questa funzione che, in buona sostanza, influisce sulla prontezza dei processi digitali del nostro computer in base alle richieste del software.

 

 

 

Quanto più il buffer è impostato alto, tanto maggiore sarà il ritardo di risposta, con il vantaggio però di una minimizzazione del rischio d'interruzioni della riproduzione. Sul mio PC ho usato la regolazione "Standard" in USB, "Auto" in ASIO e non ci ho pensato più, anche perché così non ho riscontrato il minimo problema di riproduzione. Una volta portata a termine l'installazione apparirà il fatidico "Speaker Properties" con le su varie sottovoci che consentono di tenere sotto controllo lo stato della periferica, il livello d'uscita, effetti sonori di varia natura (che io ho disabilitato) e l'importante menù a tendina dove sono elencate le varie frequenze di campionamento e profondità in bit usufruibili e selezionabili. Se vogliamo usare la modalità Bluetooth dobbiamo attendere il riconoscimento dello Young da parte del PC, previa procedura di "pairing" effettuabile tramite il menù (Setup BT Pairing). In questo caso la periferica apparirà sotto il nome di "YOUNG MKIII-BB1D Stereo" mentre dalle "Speaker Properties" potremo conoscere l'unico formato accettato in questa configurazione, cioè 44,1 kHz/16 bit (formato CD). Ma il Bluetooth si rivela di grande utilità anche se vogliamo usare il nostro Smartphone come telecomando. Basta scaricare un'App gratuita da Google Play, sviluppata dalla M2Tech per Android, e sul nostro telefonino appare una bella interfaccia grafica mediante la quale gestire praticamente tutte le funzioni dello Young MKIII. Comodo no?

 

 

 

 

LE FUNZIONALITÁ

 

Sono molte e diversificate, tali da meritare un piccolo studio per averne piena conoscenza e possesso. Si può accedervi tramite telecomando, Smartphone o direttamente dal frontale dell'apparecchio agendo sulla manopola/encoder. Una piccola premessa, la funzione di muting, attivabile mediante breve pressione del pulsante di accensione/spegnimento, non ammutolisce la riproduzione ma ne riduce di 20 dB il livello, si ritorna al volume pieno ripigiando il medesimo tasto. Il lampeggiare dell'indicazione di livello ne segnala l'attivazione. Non sembra vero nell'anno di grazia 2018 trovare una funzione data pressoché per estinta nelle moderne apparecchiature: il balance. Con lo Young MKIII è possibile regolarlo in un intervallo di +/-6 dB. Nella sezione misure mi sono dato la pena di verificarne il funzionamento constatando che, se vogliamo per esempio ottenere lo sbilanciamento a favore del canale destro, il preamplificatore opera un'attenuazione sul sinistro a passi di mezzo dB. Altra funzionalità di non facile reperimento è la scelta della fase alle uscite analogiche. A questo punto l'utente potrà chiedersi quale possa essere la sua reale utilità. È vantaggiosa nel caso, per esempio, di quelle registrazioni effettuate in inversione di fase, per cui quella assoluta può essere ristabilita operandone una seconda sul nostro DAC, oppure per adeguare una connessione bilanciata configurata secondo un certo standard, giapponese od occidentale. Qui avviene che, collegando un apparecchio del sol levante a uno americano o europeo tramite una connessione bilanciata, si ottiene una inversione di fase.

 

Anche qui quella assoluta può essere ripristinata tramite l'inversione. Premendo per breve tempo la manopola è possibile selezionare la sorgente presente su uno degli ingressi disponibili. È possibile impostare la retroilluminazione del display OLED secondo due differenti modalità: Auto Off e Always On. Nella prima il display è sempre spento, a meno che non venga eseguito un comando, mentre nella seconda è sempre acceso. Interessante è l'opzione della scelta tra due diversi filtri anti-alias: lo "Sharp Roll-Off", il quale opera un taglio più ripido con una maggior attenuazione degli alias. Al contrario, nello "Slow Roll-Off" la transizione è più dolce, si ottiene un miglior comportamento in fase (ma con un anti-aliasing meno efficace). Nelle sedute d'ascolto ho preferito la configurazione "Sharp", nella quale ho ravvisato un suono più arioso e brillante, un miglior dettaglio e rilievo plastico della spazialità. Nella "Slow" ho invece trovato maggior corposità e ricchezza di armonici. Parimenti, in modalità DSD è possibile disporre di non due ma ben quattro diversi filtri, differenti per la frequenza di taglio e conseguente attenuazione delle spurie: Analog FIR 1, 2, 3 e 4. Più complesso in questo caso è stato discriminare tra le variazioni soniche che le varie configurazioni apportano. Nel FIR 1 il suono appare leggermente più tagliente rispetto al 2, che è sensibilmente più dolce e arrotondato. Ancor più musicale la prestazione nel FIR 3 e 4, molto simili tra loro nel comportamento. In linea generale sembra replicarsi l'andamento già riscontrato nei PCM Sharp e Slow, con una velocità, brillantezza, oserei dire nervosità di riproduzione, decrescente dal FIR 1 al FIR 4.

 

A ogni buon conto, non si tratta mai di cambiamenti drammatici ma di sfumature, la cui individuazione non è sempre riconoscibile con immediatezza. Due sono i livelli di uscita, in base ai quali lo Young MKIII è in grado di fornire la ragguardevole tensione massima di 10 Vrms (su uscita bilanciata e nel gain più elevato), che si riducono a 5 Vrms sul livello più basso. Le cose ovviamente cambiano, dimezzandosi le tensioni disponibili in modalità sbilanciata (RCA). Vi rimando al paragrafo sulle misure per una precisa quantificazione dei rispettivi guadagni. Questa opzione consente al nostro preamplificatore/DAC di cavarsela senza impaccio nella totalità delle situazioni, usato come sorgente da abbinare a un pre o amplificatore integrato o come preamplificatore che pilota direttamente un finale di potenza. Per una regolazione più o meno fine del volume è possibile scegliere tra due differenti passi, 0,5 dB o 1 dB, come è consentita la doppia visualizzazione del livello, in passi o dB di attenuazione. Personalmente ho preferito quella più istintiva in passi, per cui il massimo livello/minima attenuazione è fissato in 140 o 70, a seconda dell'incremento per mezzi o interi dB. Sempre tramite il menù di setup, si può decidere d'impostare il volume all'accensione in "Muted" oppure al valore stabilito prima del precedente spegnimento ("Last") e di programmare lo spegnimento automatico, tra 10 e 240 minuti, dopo un certo periodo in cui non è stata effettuata alcuna operazione sul DAC. Si può ovviamente anche decidere di disabilitare questa funzione.

 

Altre operazioni possono essere decise dall'utente, nell'ottica di una possibilità d'intervento la più ampia possibile, sul modo di funzionamento del LED presente sul pannello frontale, sul comportamento dell'apparecchio al momento in cui l'alimentazione viene applicata al connettore. Un capitoletto a parte va dedicato alla Sezione Bluetooth, con l'attivazione/disattivazione di questa modalità di trasmissione, il cosiddetto "pairing", che consente la ricerca e la successiva connessione a un dispositivo audio come un PC o Smartphone e la visualizzazione delle informazioni relative all'interfaccia Bluetooth. Se i vostri smanettamenti avranno sortito un risultato non gradito, è sempre possibile ritornare d'emblée alla configurazione di default, annullando d'un colpo tutte le impostazioni precedentemente scelte.

 

 

L'M2TECH YOUNG MKIII AL BANCO DI MISURA

 

HARDWARE:

 

Scheda Audio E-MU Creative Professional Pre Tracker USB 2.0

FiiO E10K Olympus 2 (usato come interfaccia SP/DIF)

Multimetro digitale PCE UT-61E

Cablaggio di segnale Supra Dual RCA

Partitore di tensione autocostruito (Attenuazione 20 dB)

 

 

SEZIONE PREAMPLIFICATORE

 

Tensione con lo 0,5% di THD (Guadagno High): 5,885 V (con -3.097 dBFS in ingresso, corrispondenti a 1542 mV)

Massima tensione d'uscita (Guadagno High): 6922 mV (con 0 dBFS in ingresso, corrispondenti a 2207 mV)

Massima tensione d'uscita (Guadagno Low): 4,243 V - (con 0 dBFS in ingresso, corrispondenti a 2207 mv)

 

GUADAGNO MEDIO (High): 11,329 dB

GUADAGNO MEDIO (Low): 8,488

 

DIFFERENZA CANALE DS/SN:

Destro: 1006,7 Hz 0 dB

Sinistro: 1006,7 Hz 0 dB

Differenza: 0 dB

 

IMPEDENZA D'INGRESSO:

Canale Destro/Sinistro: 43.588 Ohm

 

IMPEDENZA D'USCITA:

Canale Destro/Sinistro: 105 Ohm Sbilanciato (con adattatori) - 210 Ohm Bilanciato

 


Impeccabile la risposta in frequenza, perfettamente bilanciata tra canale destro e sinistro e ben lineare sino a oltre 70 kHz. I 92.240 Hz si trovano a -0,83 dB rispetto al centro banda. Credo siano superflui ulteriori commenti.

 


Sono stati individuati quattro diversi livelli di tensione per i toni test nella THD, THD+N e IMD (13/14 kHz - 19/20 kHz - 250/8000 Hz). Il più alto (5885 mV) corrisponde a una THD, ancora accettabile, dello 0,5%, mentre i rimanenti tre sono un decimo, un quinto, un mezzo di questa tensione limite. Tutte le spettrali mostrano una grande pulizia e una spuria di rete confinata intorno ai -100 dB. Molto bassi i tassi distorsivi con una THD/THD+N che si attesta sullo 0,0014%/0,019% al livello più basso (588,5 mV). Appena più alta la distorsione d'intermodulazione con doppio tono di 13/14 kHz (0,0017%), seguita a ruota dal bitono superiore (19/20 kHz), in cui troviamo un valore leggermente inferiore e pari allo 0,0015%. Come prevedibile, più elevato risulta il tasso nel difficile doppio tono 250/8000 Hz: 0,0074%. In tutti grafici le distorsioni di ordine pari appaiono inferiori alle dispari (di pochissimo nel 250/8000 Hz).

 


Al livello di 1177 mV la THD/THD+N tocca il minimo assoluto, soltanto lo 0,00081%, a fronte di una IMD 13/14 kHz dello 0,0013%. Dello 0,0019% e 0,0048% sono i tassi rispettivamente nella IMD 19/20 kHz e 250/8000 Hz. Anche in questa serie di misurazioni si apprezza la prevalenza della distorsione di ordine dispari.

 


Quasi 3 Volt di uscita (2,942 per la precisione) sono un livello ampiamente comprensivo della stragrande maggioranza delle esigenze preamplificative alle quali si può andare incontro. Anche in tale condizione si possono apprezzare dei tassi di distorsione molto contenuti, con una THD dello 0,0085% (THD+N 0,011%). Assolutamente non preoccupante il comportamento alle tre IMD prescelte, dove troviamo un tasso dello 0,011%, 0,013% e 0,039% sui doppi toni a 13/14 kHz, 19/20 kHz e 250/8000 Hz.

 


5,885 Volt sono davvero una situazione limite, che ho voluto comunque considerare per mostrare il comportamento limite dello Young MKIII usato come preamplificatore. L'approssimarsi del clipping si manifesta con un rialzo di tutte le armoniche, che esibiscono un andamento decrescente del tutto omogeneo al progredire degli ordini. Inferiore alla THD/THD+N si mostra la distorsione d'intermodulazione nei primi due doppi toni (13/14 kHz e 19/20 kHz), mentre nell'impegnativo bitono che mette insieme due frequenze a notevole distanza tra loro (250/8000 Hz) si segnala un tasso dell'1,84%.

 


Incoraggiante anche la situazione rivelata dai grafici della THD, seconda e terza armonica Vs la frequenza, sostanzialmente congrui con le spettrali. In tutti e quattro i livelli di tensione presi in esame, gli stessi delle analisi di spettro, la consueta salita della distorsione sulle alte frequenze è contenuta e regolare, con una tendenza all'appiattimento nei due livelli superiori di 2,942 e 5,885 Volt.

 


Sembrerà forse un eccesso di zelo, ma ho voluto verificare alle misure il comportamento (risultato molto preciso) della funzione di "balance" e l'ampiezza in dB dei passi del controllo di volume nella duplice modalità consentita di 0,5 e 1 dB.

 

 

SEZIONE DAC

 

Uscita Young MKIII a 0 dBFS: 4915 mV (Guadagno High)

Uscita Young MKIII a 0 dBFS: 2480 mV (Guadagno Low)

 

Livelli di tensione - Generatore (DAC).

Livello 1: 491,5 mV (-20.12 dBFS)

Livello 2: 983 mV (-14.095 dBFS)

Livello 3: 2457,5 mV (-6.16 dBFS)

Livello 4: 4915 mV (-0.132 dBFS)

 


La risposta in frequenza con ingresso digitale USB, così come avverrà con l'S/PDIF coassiale, è uniformata dal filtro passa basso passivo anti-alias. Il risultato è un andamento alle varie frequenze di campionamento sovrapponibile sino a circa 17-18 kHz, limite oltre il quale inizia a divergere. Prendendo come punto di riferimento i 20.000 Hz, annotiamo un sottoslivellamento rispetto al centro banda (1000 Hz) che raggiunge mediamente i 0,6-0,7 dB. Nessun problema dal lato basse, considerato che i 20 dB sono attenuati di appena 0,24 dB.

 


Nelle analisi di spettro in configurazione DAC USB sono stati adottati dei livelli tensione leggermente diversi da quelli del preamplificatore, in cui i segnali test erano generati dalla scheda audio E-MU e prelevati alle sue uscite analogiche. Tale discrepanza consegue alla individuazione della massima tensione ottenibile, a 0 dBFS (4915 mV), usando il DAC interno. Con lo stesso criterio già visto (un decimo, un quinto, un mezzo e tensione piena), sono stati determinati i quattro livelli di tensione in 491,5 -  983 - 2457,5 - 4915 mV. Il quadro generale ci mette di fronte a delle raffigurazioni spettrali appena meno intonse rispetto alle precedenti, ma sostanzialmente paragonabili nei tassi distorsivi. Una forbice davvero piccola che tende quasi ad annullarsi nella IMD 250/8000 Hz.

 


Nelle rilevazioni di distorsione armonica Vs frequenza, a fronte di una maggior regolarità di comportamento nella zona medio-alta, si nota un notevole incremento dei tassi sulle frequenze basse e mediobasse, decrescenti dall'estremo inferiore dei 20 Hz sino al centro banda. Si osserva una differente condotta della seconda e terza armonica, laddove la prima risulta sempre più alta della seconda e quest'ultima ha una decrescita più rapida, portandosi su valori molto bassi poco oltre i 150 Hz in tutte e quattro le tensioni test.

 


Nell'attesa che il buon Ivo Mateljan implementi una funzione di calcolo automatico del jitter complessivo nel suo ottimo software, mi limito ad annotare l'altezza molto contenuta delle bande laterali. Al netto dell'attenuazione operata dal partitore di tensione, siamo mediamente su un livello di -122 dB.

 


 

Sostanzialmente sovrapponibile a quella ottenuta con l'ingresso USB è la risposta in S/PDIF. In questa ho utilizzato un metodo di misura diverso, non il rumore rosa periodico come in Arta, ma la tecnica "Heterodyned Stepped Sine" che caratterizza il software Steps, vale a dire una serie d'impulsi sinusoidali con incrementi a dodicesimi di ottava. Tale tecnica offre delle curve mediamente più pulite ed esenti da rumore.

 


Per la THD/THD+N e le IMD non sono stato a replicare le misure su tutti e quattro i livelli di tensione, ma mi sono limitato a considerare i 2457,5 mV. Nel confronto con i risultati ottenuti adoperando l'ingresso USB, possiamo fare due osservazioni: il tasso della distorsione armonica totale è praticamente coincidente: 0,013% (USB) e 0,012% (S/PDIF), cambia invece la THD+N, più elevata in USB (0,028%) a fronte dello 0,017% in S/PDIF, dato che si evince a colpo d'occhio osservando le due spettrali. In USB per converso si ottengono delle spettrali maggiormente pulite, meno affette da spurie. Perfettamente pareggiate le distorsioni nei due doppi toni superiori (13/14 kHz e 19/20 kHz) e nella 250/8000 Hz.

 


Anche nei grafici della THD, seconda e terza armonica c'è una sostanziale parità, ad eccezione di un andamento più arrotondato (calante) con ingresso S/PDIF.

 


Con l'ingresso S/PDIF, più elevato appare il livello in dB di alcune bande laterali. C'è però da considerare la presenza di un dispositivo aggiuntivo nella catena, rappresentato dal FiiO E10K Olympus 2. L'ho usato per interfacciare il PC (USB) con l'ingresso S/PDIF dello Young MKIII e, notoriamente, ogni "gate" attraverso cui passa il segnale digitale causa un incremento del jitter.

 


In configurazione Bluetooth il formato obbligato è quello CD, cioè 44,1 kHz/16 bit. La risposta in frequenza ottenuta offre anche qui una buona linearità, ma la caduta sulle alte risulta anticipata, con i 10.106 Hz centrati a -0,21 dB, di poco sotto il centro banda, i 15.097 Hz a -0,47 dB e i 20 kHz sensibilmente sottoslivellati: -4,54 dB. Il punto a -3 dB si trova a circa 19 kHz.

 


La THD è ben contenuta, solo dello 0,012%, e assimilabile a quella già esaminata in modalità USB e S/PDIF. Il rumore invece risulta un po' più elevato (THD+N di 0,045%), con un tappeto piuttosto consistente e posto a un livello di -130 dBFS nella spettrale (in realtà sono circa -110 dBFS se consideriamo l'intervento di attenuazione del partitore di tensione). Anche le IMD mostrano valori più elevati rispetto agli altri due ingressi. Con il mio computer Lenovo G50, che implementa il Bluetooth versione 4.0, una discreta "gonna" inoltre appare alla base dei doppi toni superiori e si nota, in generale, una minor pulizia dei grafici. È probabile che si riescano a ottenere risultati migliori con un PC che abbia il Bluetooth Apt-X, per una piena compatibilità con lo Young MKIII.

 

 

LA MEGLIO GIOVENTÚ

L'ASCOLTO

 

 

 

LA CATENA RIPRODUTTIVA

 

PC Lenovo G50

Preamplificatore/DAC M2Tech Young MKIII

Amplificatore finale di potenza M2Tech Crosby

Amplificatore finale di potenza EAM Lab PA 2150

Amplificatore integrato Sugden A21 Prestige Anniversary LE

Amplificatore per cuffia King Sound M-20

Cuffie elettrostatiche King Sound KS-H03 e KS-H04

Diffusori Canton LE 109

 

Per la prova d'ascolto ho approntato una ridda di file audio e anche diversi CD, i primi pescati dai miei tre dischi rigidi pieni zeppi di musica. Giungo abbastanza stanco ma soddisfatto alla fine di questa recensione, che presagivo particolarmente laboriosa a causa della complessità di questo preamplificatore/DAC. Cerco i giusti agganci musicali per la prova, vorrei che si svolgesse in modo tutto sommato semplice per non disorientare le mie capacità di discernimento, ma sono costretto a fare i conti con le possibilità del versatilissimo Young MKIII, in grado di coprire qualsiasi esigenza e formato digitale PCM o DSD. Una cosa mi conforta, quale che sia il software in ascolto, si può essere certi che quest'apparecchio sarà in grado di estrarre il meglio da ogni registrazione. Ben presto mi accorgo che la qualità fornita è sempre di livello molto alto e riconducibile a un temperamento sonoro ben riconoscibile. Innanzitutto l'accuratezza con cui il messaggio viene presentato, dato che pone lo Young MKIII tra i vertici dell'attuale produzione "no compromise". È evidente che chi l'ha progettato ha avuto una particolare attenzione per pulizia del suono e la sicurezza di funzionamento. In tutte le sue molteplici attività non ho mai riscontrato incertezze o instabilità di sorta. Per quanto riguarda il suono, credo che miglior complimento non si possa fare a un oggetto nato per riprodurre musica che definirne il suono "analogico". In fin dei conti, negli anni che seguono gli albori del digitale c'è stata una rincorsa proprio a quel calore, quell'impagabile naturalezza propria del mondo analogico.

 

Sono riconoscente all'M2Tech per le tante ore di ottimi ascolti che mi ha regalato, per avermi guidato nell'intricata foresta dei file audio facendomi conoscere l'MQA, formato di cui prima non ero al corrente. Ho davvero sentito di tutto di più, ma se devo condensare le sensazioni che ho ricevuto nel corso dei molteplici ascolti, cercare un tratto comune che caratterizzi costantemente la riproduzione, parlerei del suo modo terso, lindo di porgere la musica, sempre estremamente corretto ed... etereo. Leitmotiv dello Young MKIII è proprio la trasparenza, quella diafana levigatezza che sparge luce su ogni cosa, riconoscibile non solo nei file PCM in alta risoluzione o nel formato DSD, ma anche in tutti gli altri. Una totale assenza di ruvidezza che realmente traghetta il digitale verso l'analogico. Questo non significa che delle differenze comunque non ci siano. Il PCM, al confronto con il DSD, esordisce in modo più robusto e incisivo, anche se ho il sospetto che la percezione di tale diversità sia talvolta indotta dal differente volume sonoro ottenibile con i due formati. Il DSD parla con voce sottile, costringe a ruotare parecchio la manopola del volume verso destra e questo può sulle prime influenzare il giudizio. In qualche frangente avrei desiderato un po' di nerbo dinamico in più e una maggior stentoreità sulle basse frequenze. Lungi comunque da me voler emettere giudizi salomonici: è molto probabile che avrei ricevuto delle impressioni diverse se a dargli corrente ci fosse stato un Van der Graaf MkII invece che l'alimentatorino da muro fornito a corredo.

 

Discretamente profondo e ampio, soprattutto molto stabile ho trovato il palcoscenico tridimensionale quando l'ho abbinato ai finali di potenza e alle mie Canton, impressione rafforzata nell'accoppiamento con il delizioso Sugden. Di grande finezza le voci femminili, del tutto prive di artificiosità e di quel sapore "elettronico" che talvolta è dato riscontrare in oggetti meno attenti alla musicalità. Un album e una cantante cui sono molto affezionato è "Chuck E's In Love" di Rickie Lee Jones. Straborda di feeling il brano d'apertura che dà il titolo al disco, reso con entusiasmante timing dall'accoppiata King Sound: amplificatore valvolare M-20 e cuffia elettrostatica KS-H03, con un tocco di calore in più nel passaggio alla sorella KS-H04. Dopo aver trascorso qualche oretta in loro compagnia, transitando a setup più "secolari" ci si rende conto di smarrire quell'ideale mondo riproduttivo che accosta all'iperuranio. Più prosaicamente potremmo dire che non sarà improbabile avere la sensazione di passare da qualcosa di funzionante a qualcosa di rotto. Si gioca ovviamente facile con i file PCM in HD o con i DSD (sia in formato DoP che in quello nativo), ma tutto è filato liscio anche con gli Mp3. Magari l'album "La Demoiselle" di Angelo Branduardi, codificato in Mp3 a 192 kbps, non è il massimo per chi esige una riproduzione intonsa, l'impoverimento dell'informazione si sente chiaramente e lo Young MKIII non fa nulla per nasconderlo, anche se in ogni modo l'ascolto rimane pulito e musicalmente appagante.

 

Sono però curioso di ascoltare questi file audio MQA (Master Quality Authenticated), principalmente dedicati allo streaming, e se piattaforme come Spotify e Apple Music li hanno presi in considerazione un motivo ci sarà. Lo Young MKIII è in grado di riprodurre questo formato, lanciato nel 2014 dalla Meridian, in cui viene implementata una tecnologia volta a "impacchettare" file audio HD in un formato che consumi meno spazio rispetto al tradizionale. L'MQA promette il conseguimento della medesima qualità raggiunta nella registrazione in studio, ma con un peso molto inferiore in termini di Megabyte. Ma come suonano? Benissimo direi e con questo tappiamo la bocca a chi volesse instillare eventuali sospetti sulla loro resa. Ne ho scaricati diversi, durante l'ascolto il display OLED mi segnala: USB MQA 352.8K. Scorrono sotto le mie orecchie dei "samples" assolutamente deliziosi, scaricati dal sito della 2L, come il Magnificat 4. Et misericordia di Arnesen, la Simple Symphony Op. 4 di Benjamin Britten e Astrognosia - Aquarius di Magne Amdahl. Dare in pasto al nostro preamplificatore/DAC qualche file pepato, tipo degli assoli di batteria ottimamente registrati, può dar modo di apprezzarne le capacità di velocità e impatto. Forti impressioni ricevo dall'album "Drum Solos" di Billy Ponzio. Letteralmente mi elettrizzano i brani Drum Phaser, Doidobeat, Dancing Drums e le spazzole in Swing Jazz Brushes. La sensazione di punch, d'impatto sonoro è abbastanza convincente, ma forse l'ascolto di questi generi più energetici diverrebbe davvero galvanizzante con l'alimentatore Van der Graaf.

 

Godibilissimi i piatti, scintillanti, definiti e cristallini. Qui potremmo dilapidare quantità industriali di aggettivi, ma nessuno di questi potrebbe sostituirsi alla soddisfazione che si riceve ascoltando una gamma alta dalla grana così fine, impalpabile e completamente priva di fatica d'ascolto. Metto su anche "Drum Solos!" di Rob Silverman, un tostissimo album tributo dedicato a mostri sacri della batteria come Neil Peart, Steve Gadd, Dennis Chambers, Mike Portnoy e Dave Garibaldi. Mi convinco definitivamente delle doti di velocità di questa macchina da musica, le quali certamente fanno parte del suo corredo cromosomico. Lo Young MKIII non ha mai la tendenza a diventare aggressivo, più celestiale che carnale è il violoncello di Mischa Maisky in "Meditation"; il Giovanni Grancino di Silvia Chiesa è armonicamente facondo, il suo suono avvolge l'ascoltatore in un bozzolo di calore dal quale è impossibile uscire. È quello che avviene sentendo il nuovo bellissimo disco pubblicato dalla Sony: "Mario Castelnuovo-Tedesco, Gianfrancesco Malipiero, Riccardo Malipiero - Cello Concertos", dove la violoncellista milanese si conferma come una delle più brave e coinvolgenti concertiste sulla scena internazionale. Si va di cesello e potenza controllata anche nella suite "I Pianeti" di Gustav Holst, con il compianto Lorin Maazel sul podio della Orchestre national de France. La riproduzione non è forse tellurica come dovrebbe, ma è timbricamente forbita, dalla precisione e intelligibilità assoluta. Perfetta in questa registrazione mi è parsa la scansione dei piani sonori. Lo Young MKIII si conferma, in questa configurazione, riproduttore apollineo più che violentemente dionisiaco.

 

Ancorata a un delicatissimo senso dell'intarsio sonoro è Marimbach di Beverley Johnston, dove si viene coccolati dal suono vellutato e dolcissimo dello strumento a percussione in una serie di brani di Johann Sebastian Bach. Per l'ascolto di questo e diversi altri CD mi avvalgo di un vecchio ma ottimo lettore DVD Pioneer, il 393, usato come meccanica, approfittando dell'ingresso S/PDIF coassiale a 75 Ohm dello Young MKIII. Dall'"innesto" viene fuori una qualità irriconoscibile, se confrontata con le prestazioni del DVD 393 usato da solo, nettamente migliorata su tutti i parametri di valutazione. È la volta di sua maestà il pianoforte, con i Douze Études L 143 di Claude Debussy interpretati dal pianista svedese Roland Pöntinen e colti dall'M2Tech con raro senso introspettivo. Il suono dello strumento ha una luce tutta particolare in gamma media e alta, dal timbro rotondo mostra però un'immanenza sulle primissime ottave non sconvolgente. Intendiamoci, il basso profondo non manca, è preciso, articolato ma non ha quel nerbo tale da renderlo davvero emozionante.

 

 

CONCLUSIONI

 

Per 1450 euro vi portate a casa un preamplificatore/DAC ben fatto, ottimamente suonante, in grado di fare il suo dovere senza perdere un colpo. È uno tra i più "analogici" che abbia mai ascoltato e questo deve suonare come un incondizionato complimento perché sottintende la capacità di nettare dalla riproduzione quel tanto di "elettrico", quel senso di artificioso e ricostruito che talvolta è dato sentire in altri prodotti. Poco o nulla affaticante, procede nei suoi racconti musicali sempre con la massima genuinità timbrica. Lo possiamo considerare come un porto franco immune alle lusinghe modaiole, mirante unicamente a una grande correttezza. In considerazione della sua qualità costruttiva, dell'ecletticità e della possibilità di processare qualsivoglia formato e frequenza di campionamento, mi sembra giusto parlare di un rapporto qualità/prezzo molto favorevole e tale da inquadrarlo senza meno nella categoria dei "best buy".

Buona musica con l'M2Tech Young MKIII!

 

Ringrazio l'ingegner Marco Manunta della M2Tech per avermene concesso un esemplare in prova!

 

 

Alfredo Di Pietro

 

Giugno 2018


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