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 Paolo Beduschi Audio Systems Riduci

 

Riuscire a coniugare l'utile con il dilettevole, l'apollineo con il dionisiaco, è quasi sempre lo scopo che mi prefiggo nel corso delle mie peregrinazioni audiofile. La meta di questa mia nuova avventura è Torreglia, Toreja in veneto, ridente comune in provincia di Padova compreso nel Parco Regionale dei Colli Euganei, equamente distribuito tra pianura e collina il cui nome richiama alla mente da un lato l'antica "Taurlia" ovvero la lotta tra tori e dall'altro il termine medievale di "Turrilia", con riferimento alle torri per difendersi dalle incursioni dei barbari. Uno fra i più apprezzati piatti tipici del posto è il famoso torresano, cioè un colombo di torre che viene imbottito e cotto al forno, gustato insieme ai nostri amici in un ottimo ristorante locale dopo la ponderosa seduta d'ascolto. Notazioni turistiche a parte lo stimolo primario che m’ispira in tali occasioni è quello di accrescere le mie esperienze, cercare di approfondire la conoscenza di quegli apparecchi Hi Fi oggetto della nostra passione. Non sempre però il primo approccio avviene per merito delle discussioni che animano le arene telematiche dedicate perchè, lontano dai clamori e dalle frequenti "Flames Wars" forumiere, capita di incontrare magari su un magazine, online o cartaceo che sia, delle pregevoli realtà, dei prodotti frutto della sapiente cura di abilissimi progettisti/costruttori, talvolta quasi sconosciuti alla comunità, ma non per questo meno significativi di tanti altri prodotti da marchi blasonati. E' da tempo ormai che vado formandomi una convinzione, un'idea maturata con la frequentazione di questo piccolo grande mondo dell'audio, e cioè che esiste una rigogliosa rappresentanza di finissimi artigiani nel nostro paese, persone mosse in primis da un'intensa passione che li ha portati alla creazione di oggetti dalla forte personalità, frutto di un certosino lavoro quotidiano di perfezionamento. Così da un'idea di base parte l'edificio che conduce alla realizzazione di oggetti esclusivi, non condizionati dalla smania di produrre grandi numeri, ma finemente cesellati alla stregua di preziosi gioielli. Così mi sono imbattuto nel marchio Paolo Beduschi Audio Systems (www.paolobeduschidesign.com) leggendo un articolo di Paolo Emilio Forte su Videohifi, la conoscenza successivamente si è perfezionata grazie ad un incontro "de visu" all'ultimo Milano High End, dove Paolo mi ha rilasciato una breve intervista poi inclusa, come la tessera di un più vasto mosaico, nella stesura del mio reportage del noto audioshow. Personalmente sono favorito da un senso di sana curiosità quando mi capita di incrociare un'elettroacustica piuttosto che un'elettronica per cui la mia mente corre subito ai probabili perchè, alla ricerca dei motivi più reconditi che hanno condotto alla creazione di ciò che, fatto e finito, è sotto i miei occhi. La storia di un marchio, la sollecitazione al tentativo di ideare un qualcosa di originale nel mare magnum dei prodotti Hi Fi mi sembra in certi casi assimilabile all'ardua impresa di reinventare l'inventabile, un tentativo di sconfiggere il senso di "Déjà vu" che talvolta assale l'appassionato di fronte ad una realizzazione audio. Ecco perchè apprezzo lo sforzo compiuto da questi professionisti nella creazione di un qualcosa di originale che sappia distinguersi, assumendo il sapore del pezzo unico che impreziosirà i nostri amati setup. La terribile crisi che sta investendo il settore audio, inquadrata in una più ampia crisi dell'economia mondiale, a mio parere potrebbe trovare un credibile antidoto proprio nell'opera di questi egregi artigiani, quel tocco di personalità in più che un loro prodotto certamente contiene, quell'aroma di oggetto da "Boutique dell'audio" con il suo intrigante glamour di certo rappresenta un valore aggiunto rispetto ai tanti oggetti di "filiera" che oggi invadono il mercato. Questo sapiente mix di elementi costituito da fine artigianato, simbiosi tra ricercatezza estetica e indubbia validità sonica insieme alla continua ricerca dedicata all'affinamento dei vari modelli di gamma mi pare siano elementi distintivi di questo marchio veneto. Paolo Beduschi ha avviato la propria attività nel lontano 1987 a Torreglia, dopo un'esperienza ventennale nel campo artigianale e industriale. Fondamentale è stato l'incontro con l'architetto Serenella Bortoli che è sfociato in una collaborazione che ha dato vita a prodotti dal design originale senza però rinunciare a una grande validità tecnico-acustica, la stretta collaborazione tra i due d'altronde da i suoi frutti anche nel campo dei complementi d'arredo, opere decorative e impianti audio-video dal ricercato e raffinato design. Già ad un primo sguardo la cura estetica dei prodotti Paolo Beduschi Audio Systems appare evidente non solo per l'inedita foggia dei bei cabinet, ma anche per la straordinaria cura di ogni minimo particolare. Il nostro amico Paolo progetta e realizza una linea di casse acustiche che vengono da lui personalmente distribuite e vendute in Italia e dal 2004 in Europa da Sharkwire Nederland, sono altresì state presentate nelle fiere internazionali Hi End e recensite da importanti riviste europee tra cui la E Magazine americana Six Moons. In particolare l'importante rivista americana delle "Sei Lune" ha recensito nel Gennaio 2006 il modello Scarlatti sottolineando la ragguardevole cifra raggiunta da questo diffusore nei parametri di accuratezza timbrica e ricchezza armonica, doti che ho potuto assolutamente riconoscere nel sostanzioso ascolto fatto lo scorso Aprile durante la mia visita presso la factory veneta da cui è scaturito questo report. Presso la sede dell'azienda è possibile ascoltare in modo permanente la gamma di diffusori Vivaldi, Corelli e Scarlatti e viene data anche la possibilità di comparare eventuali apparecchi che si possiedono, portati da casa, con le amplificazioni e sorgenti presenti in sala (Diversi valvolari Vexo, l'amplificatore integrato Nova NIA 1 e Sutra 1.3, sorgente digitale Nova NCD 1, cablaggio Faber's Cables) e questo senza alcun obbligo da parte del visitatore. E' sicuramente un'opportunità importante quella della possibilità di effettuare ascolti in comparativa, da cui la valutazione della resa sonica in relazione alla gamma completa di diffusori o con un particolare modello, presente nell'ampia sala d'ascolto.

La Scarlatti

Vista posteriore

Le Vivaldi (modello precedente)

Le Corelli (serie precedente)

Le Corelli nuova serie

Le Scarlatti della serie precedente

Le Corelli vecchio modello

  


L'ASCOLTO

Io (a sinistra) e Paolo Beduschi

 

Il ventaglio di generi musicali ascoltato nel corso dell'audizione ha spaziato dal jazz acustico alla sinfonica, i medesimi brani sono stati ascoltati nelle varie configurazioni consentendo un raffronto a breve termine, è superfluo ribadire la validità di un ascolto fatto in condizioni controllate, in una sala d'ascolto dalla buona acustica e, perchè no, mentre si sorbisce un buon caffè in compagnia dei due amici Paolo e Serenella, genitori dei diffusori che si hanno davanti. Vi confesso che ho meditato a lungo prima di stendere le note di ascolto e questo per l’inusuale complessità dell'articolarsi della giornata, dove mi sono trovato di fronte anche a un’emozionante quanto gradita sorpresa. L'ascolto è stato condotto utilizzando due diverse amplificazioni (Nova NIA 1 e Sutra 1.3) di carattere molto diverso, direi senza tema di esagerare quasi opposto. Il carattere agli antipodi di queste due ottime elettroniche ha dato modo di evidenziare una dote di questi diffusori e cioè la loro grande duttilità, la capacità di rendere le differenze d’impostazione timbrica di ciò che esiste a monte con notevole sincerità, testimonianza dell'estenuante studio che Paolo Beduschi ha compiuto su questi sistemi nella direzione del raggiungimento di un'accuratezza timbrica che fa della ricchezza armonica e dell'analiticità un vero punto di forza. Ma parlavo prima di gradita sorpresa. Non è cosa infatti da tutti i giorni avere il privilegio di ascoltare due nuovi modelli non ancora sul mercato ma ancora in fase di sperimentazione: si tratta del nuovo modello Vivaldi, una torre da pavimento notevolmente sviluppata in altezza a due vie, tre altoparlanti in configurazione D'Appolito (woofer - tweeter - woofer) e un diffusore ad alta efficienza sempre da pavimento a due vie a cui è stato dato un nome che richiama alla mente la musica jazz (Lo Swing) . I prototipi erano presentati forniti di un mobile provvisorio in legno truciolare, con un filtro crossover "volante", collegato al momento dell'ascolto. La mia visita all'azienda risale all'Aprile scorso, quando i due modelli erano ancora "in itinere", attualmente invece questi sono disponibili in veste definitiva e Paolo è stato così gentile da mandarmi in anteprima le fotografie che ho potuto poi pubblicare in questo mio report. I due nuovi modelli rappresentano un completamento della gamma nella direzione dell'alta efficienza unitamente al rinnovamento del modello di punta: il Vivaldi, quest'ultimo ha subito un upgrade consistente che investe la concezione stessa del cabinet, a struttura unica e non duplice come nel modello attualmente in catalogo. La famiglia di casa Beduschi quindi cresce con l'ideazione di un sistema particolarmente sensibile, lo Swing, agevolmente pilotabile da parte di amplificatori valvolari di bassa potenza, ma particolarmente raffinati oppure dai classe "T" di cui il Sutra, che utilizza il chip Tripath TA 2024, è un degnissimo rappresentante. Il fatto che i due modelli fossero in veste estetica provvisoria, da studio, ha suggerito la decisione di non fotografarli pubblicando le loro immagini. Tengo a precisare che le impressioni d'ascolto riguardano dei modelli ancora in fase di progettazione, passibili quindi di ulteriori evoluzioni e aggiustamenti, come avviene comunemente in questi casi. Il prodotto finale messo sul mercato con ogni probabilità sarà diverso da quello apprezzato in quest'occasione, subirà ulteriori perfezionamenti in corso d'opera, sarà limato laddove è opportuno farlo, pur nel rispetto di una filosofia sonoro/progettuale di base ben precisa. Inizialmente la prova d'ascolto ha visto come protagonisti l'amplificatore integrato NOVA NIA 1 e il prototipo del nuovo Vivaldi. Il NIA 1 è un amplificatore integrato, con la totale assenza di ogni forma di retroazione negativa, della potenza di 150 watt per canale su 8 Ohm. Dispone di 5 ingressi linea più un phono opzionale. Nel sito ufficiale della NOVA vi segnalo un link tecnico, dove sono spiegati molto bene i presupposti teorici che ispirano questa realizzazione: http://www.nova-audio.eu/Italiano/Teoria.htm
Oscar Wilde disse che solamente le persone superficiali non giudicano dalle apparenze, niente di più vero se questo concetto lo applichiamo alle primissime impressioni suscitate da queste elettroacustiche. Il suono appare molto ricco in quella particolare gamma di frequenze denominata la "zona del calore", il registro mediobasso per intenderci, che regala spessore e corpo al tessuto musicale. Le medie frequenze allo stesso modo sono piuttosto in avanti concorrendo a disegnare un evento sonoro da primissima fila, emozionante in una resa live che non nasconde nulla all'ascoltatore, ma rende una performance straordinariamente tattile. La timbrica è godibilissima, ma non ruffiana: in casa Beduschi hanno saputo fare le cose per bene centellinando questa generosità senza farla diventare strabordante, Il basso è sì generoso ma non diventa mai eccessivo coprendo con la sua imponenza il resto della banda udibile. Il suono rimane preciso, ben delineato e definito nel suo articolarsi e senza approssimazioni di sorta. Le voci come gli strumenti acustici hanno una presenza da "Standing Ovation", l'effetto complessivo è decisamente "monitor oriented", coinvolgente ed emozionale, mai però aggressivo a tutto vantaggio di una fatica d'ascolto decisamente contenuta. Il registro acuto è dolce, setoso, ma in qualche momento sopravanzato da una gamma media che non fa nulla per nascondere la sua voglia di protagonismo. La scena tridimensionale non offre una profondità abissale pur essendo molto sviluppata in larghezza, naturalmente non ritengo questo un difetto ma una caratteristica voluta dal progettista per raggiungere quegli spettacolari risultati in termini di materica presenza che le nuove Vivaldi hanno dimostrato in pieno di possedere; un modo di essere che rivela una forte personalità, da diffusore sicuro di se che, vi confesso, mi ha davvero conquistato considerati i miei gusti personali. E' un tipo di approccio che mi ha sempre convinto laddove una realtà virtuale, quella riprodotta da un sistema, è chiamata a riprodurre la realtà reale, lasciandomi in bocca quel retrogusto pieno e rotondo che non mi fa rimpiangere troppo l'ineffabile ricchezza dell'evento live. I contorni di strumenti e voci sono definiti, netti, attacchi e rilasci sempre energicamente disegnati, nella riproduzione del contrabbasso questo pregio risalta nella sua evidenza, le note "strappate" sono veloci e profonde allo stesso tempo, giunoniche pur dai contorni ben scolpiti. Il NOVA NIA 1 dalla sua pilota generosamente queste torri, la sua personalità si giova dell'assenza di controreazione esprimendosi in un "canto libero" da lacci e laccioli, dove ogni più sottile trama armonica è resa con superiore dovizia. Scendendo nel particolare le voci sono luminose nella loro generosità e queste, come la riproposizione degli strumenti acustici si avvantaggia di una prodigalità dinamico-armonica non imbavagliata, ma libera di espandersi pienamente. Le nuove Vivaldi amalgamano da par loro il "volgo disperso di suoni che nome non ha" in un'olografia dalla ferrea coerenza, adornata di una pregevolissima musicalità. Se è indubbio che la vera voce dei nostri impianti sono i diffusori, ultimo anello di una catena che parte dalla registrazione per finire a loro, è altrettanto vero che il segnale a monte deve subire un trattamento teso a non ostacolarne il carattere, in buona sostanza deve farsi artefice di una collaborazione affinché la loro vera anima possa venir fuori non disturbata da elementi incongrui. Se il Mi-Fi per certi versi è esecrabile, l'Hi-Fi come assoluta aderenza a un ideale di realtà non deve sconfinare nell’asetticità e quanto ascoltato con queste elettroacustiche è agli antipodi di quello che potrebbe definirsi un ascolto asettico, privo di muscoli e sangue. Il Sutra 1.3 è un piccolo amplificatore integrato in classe T utilizzante il chip Tripath TA 2024, il medesimo montato sul Sonic Impact T Amp e sulla stirpe dei piccoli amplificatori che seguirono dopo il suo grande successo come il Super T-Amp, il Trends Audio TA 10 e altri. Artefice di questa meritata notorietà è il professor Lucio Cadeddu che, nella sua ormai storica recensione pubblicata sul magazine online TNT Audio, citata lo ricordiamo anche sull'autorevole rivista americana Forbes, ebbe il coraggio e la lungimiranza di individuare in questo minimale integrato, un giocattolino dall'apparenza cheap e plasticosa, quelle straordinarie qualità in alcuni parametri che ancora oggi lo rendono sorprendente all'ascolto. Collegando l'1.3 è subito evidente la diversa impostazione timbrica, la sua esigua potenza non è certo l'ideale per un diffusore a torre di dimensioni non indifferenti e di sensibilità media come il prototipo delle nuove Vivaldi. Emerge così una gamma dinamica sensibilmente ridotta, appiattita, la zona del calore viene decisamente ridimensionata insieme alla gamma bassa, la quale appare più leggera se confrontata con quella del NIA 1. A questo punto però occorre una doverosa precisazione: per consentire a questo come a tutti gli amplificatori basati sul chip TA 2024 di esprimere appieno le loro non indifferenti doti bisogna essere molto selettivi nella scelta dei diffusori che andremo ad accoppiargli. Due caratteristiche imprescindibili che consentono ai "nanerottoli ammazzagiganti" di non sfigurare apparendo piatti e incolori sono l'efficienza abbastanza alta (almeno 93 - 94 dB/w/m in un ambiente di dimensioni medio-piccole) e un modulo e argomento dell'impedenza il più possibile tranquillo, vista la loro ben nota sensibilità al carico. In particolare l'impedenza sulle alte frequenze non dovrebbe salire troppo e comunque non superare i 6 - 8 Ohm, carico al quale purtroppo si manifesta già una certa esaltazione delle frequenze alte, tendente ad accentuarsi in maniera direttamente proporzionale all'aumentare degli Ohm in questo specifico range. Se a questa caratteristica aggiungiamo una certa leggerezza del registro medio basso e basso otterremo come risultato un suono dal bilanciamento tonale spostato verso il "chiaro". Vi assicuro però che quando le cose funzionano per il giusto verso, se l'elettroacustica è perfettamente "tarata" per questi sorprendenti amplificatorini, così come un vestito su misura andrà a pennello a chi lo indossa, essi non mancheranno di stupire anche l'ascoltatore più distratto. In tal modo se il Sutra esibisce risultati accettabili, ma non entusiasmanti con le torri snelle, collegato con i diffusori ad alta efficienza offre un ascolto davvero straordinario. Così gusteremo una trasparenza da primato, in grado di competere con amplificazioni di livello top, altrettanto avviene se esaminiamo la grana del tessuto musicale, davvero di una finezza impareggiabile sul registro medio-alto e superiore, a mio parere, a quella dimostrata dal NOVA. La capacità analitica, che si sostanzia nella virtù di far sentire distintamente gli elementi della trama sonora, anche la più intricata, fa di questi oggetti un qualcosa di veramente speciale nel panorama audio, tanto che il confronto con amplificazioni di pregio su questi specifici parametri può risultare francamente imbarazzante. Vorrei avventurarmi trasferendo questa meravigliosa analiticità anche sul fronte della riproposizione armonica per cui ascoltando gli archi o altri strumenti, parlerei di una precisa scansione degli armonici costituenti un dato timbro. La scena tridimensionale parimenti è di una focalizzazione e precisione sorprendenti, ogni elemento si staglia con plastica scultoreità nel suo ambito di esistenza spaziale con un rispetto dei piani sonori che rifugge da qualsiasi forma d’impastamento o approssimazione, manifestandosi sempre perfettamente lucido, intellegibile. Il diffusore ad alta efficienza asseconda benissimo queste virtù e diventa lui stesso protagonista di un'operazione di alta chirurgia sonora, l'affinità elettiva con il Sutra è davvero notevole, non si potrebbe chiedere di meglio se amiamo questo tipo di suono, teso, a differenza dell'accoppiata Vivaldi-NOVA a mostrare "The dark side of the moon". Una manifestazione di My-Fy? Niente affatto! Solamente un diverso punto di vista di una realtà non “accalappiabile” da nessun sistema esistente al mondo. Se il NOVA risulta vincente sul Sutra nel pilotaggio delle torri snelle e delle Scarlatti, nel caso dei diffusori ad alta efficienza diventa davvero una lotta all'ultimo sangue, il cui verdetto è deciso in base ai gusti dell'eventuale fruitore: morbido e insieme poderoso, emozionante e musicalissimo il NOVA; trasparentissimo, chirurgicamente analitico, con una finezza di grana davvero fuori dal comune e una scena impressionante il Sutra. Il prototipo del diffusore ad alta efficienza ha quindi un carattere diverso dal nuovo Vivaldi. Offre una riproposizione scenica dalla localizzazione più profonda e differenziata, un maggior rispetto nella scansione dei piani sonori. Il bilanciamento tonale è sostanzialmente equilibrato, le medie frequenze così come le medio-basse non sono troppo in avanti, ma in linea con il resto dell'emissione in banda audio, almeno questo è quello che mi è parso di percepire allo stato attuale di evoluzione dei due prototipi. Solamente un'analisi strumentale sulla risposta in frequenza potrebbe però confermare le mie impressioni per cui parlo, giustamente, d’impressioni anche se ben evidenti. Per il suo modo di essere questo sistema potrebbe risultare forse poco emozionante per quelli audiofili che amano il cosiddetto "effetto presenza" prima descritto parlando delle torri snelle e sono quegli stessi appassionati che dirigeranno certamente la loro scelta sulle nuove Vivaldi.
Insomma una bella lotta tra cuore e ragione, tra intelletto e passione!

La nuova Vivaldi

Vista posteriore

 

La Swing

Particolare posteriore

Vista laterale

Particolare dell'unità degli alti


La mia bellissima giornata alla Paolo Beduschi Audio Systems si conclude con una visita al negozio, ospitato in un locale integrato nell'edificio dove abitano i nostri due amici, a questo punto per una volta lascio ferme le mani sulla tastiera e faccio parlare le immagini. Il mio sentito ringraziamento va Paolo e Serenella per la stupenda giornata passata insieme in cui hanno trovato posto una piacevolissima seduta d'ascolto insieme a uno scambio umano che ha fatto della gentilezza e di un sereno dialogare il suo vero punto fermo. Una full immersion nell'incantevole paesaggio dei Colli Euganei accompagnato dall'ascolto di oggetti dalla sorprendente musicalità. Una vera cura disintossicante dalle Flames Wars che spesso infuocano le arene telematiche!

Auspico che tutti voi possiate fare una simile esperienza!

Alfredo Di Pietro

Agosto 2009


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