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viernes, 29 de marzo de 2024 ..:: Minievento Parte Prima ::..   Entrar
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 Minievento Parte Prima Minimizar

B&W CM-1

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Se dovessi individuare un diffusore monitor da stand (quindi di dimensioni contenute) di fruibilità universale, ma di qualità soniche decisamente buone, robusto, ben costruito e dalle finiture impeccabili, sono fortemente persuaso che la mia scelta ricadrebbe su questo modello. Lo sforzo della B&W nel conquistarsi una consistente fetta di mercato attenta alle possibilità economiche dell'eventuale acquirente non esclusivamente e perentoriamente "audiophile oriented" si è concretata nella progettazione di un diffusore dal buon rapporto tra costi e contenuto tecnologico. La ditta inglese si occupa di elettroacustiche sin dal lontano 1966. Il Gap tecnologico e di sperimentazione che separa la B&W da altri marchi meno dotati in tal senso si esprime nella scelta di materiali particolarmente sofisticati per la produzione delle membrane dei trasduttori, nei crossover molto elaborati, nelle ricerca del miglior allineamento temporale dell'emissione degli altoparlanti. Nella CM 1 le soluzioni relative al filtro crossover appaiono invece semplici avvalendosi di un filtro del primo ordine, con pendenza cioè di 6dB per ottava, senza l'implementazione di compensazioni e senza alcun tipo di equalizzazione. La semplicità circuitale dei filtri realizzata non però a discapito dei materiali impiegati, i quali sono eccellenti, paga in termini di omogeneità sonora e contenimento del fenomeno delle rotazioni di fase nell'argomento dell'impedenza. Esteticamente la linea appare essenziale e nel contempo molto ricercata esteticamente con uno spiccato effetto "High Tec" a griglie rimosse. Il woofer ha la membrana in kevlar da 13 cm. ed ha un'ogiva solidale a questa. Il cestello risulta nell'insieme di grande solidità e non ostacola minimamente l'emissione posteriore della membrana. La grande solidità di questo è data da una serie di rinforzi. La bobina mobile, di grande diametro è del tipo a corsa lunga e rimane sempre immersa nel campo magnetico anche se sollecitata fortemente nell'escursione, elettricamente parlando il woofer presenta un modulo dell'impedenza prossimo alla resistenza pura nella zona d'incrocio. Il tweeter ha la cupola del diametro di 25 mm. realizzata in metallo ha una costruzione particolarmente sofisticata: la struttura retrostante alla cupola è a canna rastremata in grado di assorbire totalmente l'onda posteriore emessa dal tweeter migliorando così la risposta ai transienti. Anche quì come nel woofer si riscontra un modulo dell'impedenza molto regolare prossimo al comportamento di una resistenza pura. Il mobile è estremamente compatto e robusto con dei rinforzi interni che lo rendono ancora più rigido nell'ottica della lotta alle risonanze sia interne che esterne. L'interno è completamente riempito di materiale fonoassorbente. I componenti sono di ottima qualità se giudicati in assoluto, di sorprendente qualità se consideriamo che siamo in presenza di un prodotto di scala: nessun particolare, neanche il più piccolo, viene trascurato o lasciato in secondo piano. La griglia di protezione fa parte di un pannello completamente liscio privo di fori o supporti per il telaio di protezione. La perfetta aderenza del pannello anteriore al baffle frontale è assicurata da quattro piccoli magneti al neodimio installati sulla griglia ed altri quattro corrispondenti affogati nel pannello anteriore sotto l'impiallacciatura. Lo sbocco del condotto reflex è situato nella parte posteriore del mobile ed è possibile l'utilizzo di uno "pseudotappo" cioè un cilindro in spugna con un condotto molto piccolo al suo interno che strozzando il diametro del port riduce l'emissione d'aria dal condotto reflex. Montando questi cilindretti riduttori non si perde quasi nulla in estensione alle basse frequenze con il vantaggio di ottenere un suono più nitido ed articolato. Nel caso l'acquirente non fosse orientato verso uno stand di altra marca o autocostruito, la B&W mette a disposizione uno stand dedicato costituito da due elementi di alluminio avvitati ad una lastra in metallo superiore e ad un'altra in ghisa molto pesante che costituisce una solida base di appoggio. Lo stand ha un peso non indifferente ed appare decisamente stabile. Previsto il bi-wiring.

 

Caratteristiche dichiarate:

Tipo: da supporto a due vie con caricamento in bass reflex e Flow Port.

Potenza sopportabile: 30 - 100 Watts

Impedenza nominale: 8 Ohms

Frequenza di crossover: 4000 Hertz

Risposta in frequenza: 55 - 22000 Hertz +/- 3 dB

Sensibilità: 84 dB/w/m

Altoparlanti. un Woofer in Kevlar di 13 cm - un Tweeter di 2,5 cm a cupola metallica con condotto rastremato Nautilus

Dimensioni: altezza 60 cm - Larghezza 28 cm. - Profondità 37 cm.

 

 

DIAPASON ADAMANTES

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La Diapason nasce nel 1987 per iniziativa del titolare Alessandro Schiavi, dalla sua attività svolta in studio di registrazione. Dato questo imprinting derivante dalle esperienze di Schiavi, tutti i diffusori prodotti da questo marchio italiano ricalcano la filosofia dell'ottenimento di una qualità sonica "monitor", atta cioè alla comparazione tra il suono dal vivo a quello registrato. Questo sorprendente diffusore potrebbe benissimo essere adoperato come "near field monitor" in uno studio di registrazione. In un periodo storico come l'odierno, improntato ad economie di scala sempre più diffuse, si stà assistendo alla riscoperta di una qualità artigianale anche nel campo audio, in cui c'è la tendenza a curare meticolosamente i particolari del cabinet, la pregiatezza del legno o l'accuratezza dell'impiallacciatura ed altre attenzioni che impreziosiscono il tutto. In quest'ottica il Diapason Adamantes entra a pieno diritto nel novero dei diffusori tra i più belli che io abbia mai visto e si distingue anche tra quelli ascoltati in quest'occasione, il suo nome inoltre "Adamantes - Diamante" deriva dal ricercato look del frontale che lo fa assomigliare alle sfaccettature di una preziosa gemma. Questa conformazione non ha motivo di essere soltanto dal punto di vista estetico (che già sarebbe tanto), ma ha un'effettiva utilità anche ai fini della qualità sonora: le sfaccettature favoriscono l'emissione dai trasduttori rendendo ancora più irrilevante l'effetto diffrattivo del baffle proprio nelle zone più critiche e cioe nelle immediate vicinanze delle membrane. I diffusori Diapason sono costruiti in doghe di legno massiccio interamente lavorate a mano da esperti artigiani e assemblate secondo una particolare tecnica per rendere la struttura opportunamente rigida ed esente da risonanze. Questa estrema cura viene applicata anche ai crossover, i quali vengono singolarmente testati ed accoppiati con tolleranze dell'1% per ottenere le migliori performance. I trasduttori sono costruiti su specifiche della casa dai migliori produttori di altoparlanti: vengono utilizzate membrane leggerissime in polimetilpentene per minimizzare ogni distorsione e velocizzare la risposta ai transienti (tempi di salita e discesa dei suoni). Il diffusore gode di una notevole longevità essendo stato creato nel lontano 1989. Ricordiamo che allora nell'ambito della produzione "nostrana" questo diffusore ha dovuto fronteggiare l'ascesa dei modelli similari della Sonus Faber, altro marchio di pura eccellenza, e non dev'essere stata certamente una strada in discesa in quanto negli audiofili del tempo c'era un certo scetticismo nei confronti delle sue qualità. Il tempo però le ha reso giustizia ed finalmente si è imposta per la sua forte personalità e originalità e tuttora può vantare schiere di appassionati fedeli e soddisfatti. Hanno anche vinto il Design Award della rivista americana Audio Video Interiors. Sarei a questo punto fortemente tentato di anticiparvi un aspetto della qualità sonora di questo diffusore che mi ha particolarmente colpito...ma non cederò alla tentazione! Nell'ambito della prova questo diffusore spiccava non solo per la sua estetica, ma anche per le sue dimensioni sensibilmente superiori a quelle degli altri protagonisti della prova. Anche sugli "scarni", ma efficacissimi stand "autocostruiti" del designer Livio brillavano in tutta la loro luce come delle stelle. La griglia in plastica formata da una trama abbastanza larga di fori penso sia stata creata per essere lasciata in sede anche durante gli ascolti in quanto è fissata al frontale tramite due viti e quindi la non facilissima rimozione suggerisce che queste griglie possono essere lasciate dove sono senza inficiare la qualità sonora. Manuel ha confermato questa ipotesi affermando che la resa non cambia affatto sia nell'ascolto con griglia che senza.

 

Le caratteristiche tecniche:

Risposta in frequenza: 40/20.000 Hz

Tipo diffusore: da supporto, 2 vie, reflex posteriore

Woofer: 170mm Direct Drive polimetilpentene

Tweeter: 20 mm cupola seta trattata

Efficienza: 91 dB/w/m

Freq. crossover: 4.600 Hz

Impedenza nominale: 6 Ohms

Impedenza minima: 3,4 Ohms/200 Hz

Finitura:  massello di noce Canaletto

Peso per diffusore: 8 Kg

Dimensioni (L x P x A): 240x360x365 mm

 

 

ROGERS LS3/5A

 

 

Un diffusore leggendario soprannominato, tra il faceto e l'irriverente, "scatola da scarpe" per via delle sue dimensioni molto ridotte, assimilabili appunto a quelle di una scatola da scarpe. Il suo nome ha suscitato curiosità, ma di fatto è semplicemente la conseguenza della codifica dell'equipaggiamento della BBC. In questa il mobile ha il prefisso "CT", il filtro "FL" e gli altoparlanti "LS" perciò le prime due lettere. Il numero 3 nel codice indica che il progetto è principalmente ideato per l'uso della ripresa in esterno (OB: Outside Broadcast). Il numero 5 intese significare la radiodiffusione da studio, come la LS5/9 quindi la LS3/5 soppiantò il precedente diffusore OB come il LS3/1. Più tardi fu aggiunta la lettera A per indicare la prima e unica modifica alle specifiche originali del progetto. Il concetto di questo diffusore fu soddisfare le condizioni ambientali dove il monitoraggio in cuffia non era soddisfacente. La storia delle LS3/5A è stata documentata da Trevor Butler in un eccellente articolo "Una piccola leggenda": La BBC LS3/5A a suo tempo pubblicata nella rivista "HiFi News and Record" nel Gennaio 1989. Maurice Whatton che fu coinvolto nel progetto lavorò per la BBC per 35 anni rappresentando uno degli uomini cardine nella definizione di questo mitico progetto. Nei primi anni 70 la  BBC disponeva dei grossi monitor Tannoy progettati da Mr. Fountain per le sonorizzazioni più impegnative. Tuttavia questi diffusori, vuoi per le dimensioni e vuoi perchè non erano privi di qualche difetto quali la gamma bassa esuberante ed un'eccessiva direttività sulle alte, non si prestavano per ascolti individuali ad uso dei fonici. In particolare occorreva un piccolo diffusore da utilizzare negli studi mobili all'interno dei furgoni utilizzati per le riprese esterne. Diffusori di tale tipo erano già presenti sul mercato: I Denton della Wharfedale sarebbero stati sicuramente adatti. Ma la BBC preferì progettarli ex novo e non tanto per ragioni legate alla qualità della riproduzione quanto a quella della razionalità costruttiva, che avrebbe facilitato eventuali riparazioni, ed alla affidabilità, ragioni quindi legate all'uso professionale. Dell'equipe che elaborò il progetto faceva parte Jim Rogers. Ad esso venne concessa la prima licenza per la costruzione e la fornitura delle LS3/5A (questo fu il nome attribuito a questi diffusori). In seguito tale licenza fu data anche a Chartwell - Audiomaster - Spendor - Harbet - KEF - Richard Allan - Stirling quotandolo come un diffusore tra i più clonati della storia. Rammentiamo a proposito che Jim Rogers in seguito produsse un modello perfezionato degli stessi diffusori cui attribuì il nome JR 149. I componenti  erano gli stessi, però il cabinet era a pianta cilindrica e realizzato in alluminio. Chi le ha ascoltate attribuisce loro una gamma bassa più profonda (il limite delle LS3/5A) ed una maggior range dinamico. Si iniziò a lavorare sul progetto nel 1974 all'interno del reparto di progettazione, insieme a M. Whatton i suoi sviluppatori furono T. Sommerville e D.E. Shorter del dipartimento di ricerca di "Kingswood Warren". Dopo un primo abbozzo il prosieguo del processo di evoluzione progettuale fu affidata al reparto progettazione "Western House" inizialmente per modifiche secondarie. Quella che invece seguì fu una radicale riprogettazione del diffusore. Altri collaboratori furono Dudley Harwood del dipartimento di ricerca e Ralph Mills del reparto progettazione. Il progetto delle LS3/5A fu affrontato da lui non sotto l'aspetto di un appassionato di musica, ma interamente dal punto di vista del lato ingegnieristico. Si ricorda di parecchi esemplari di diffusori falliti sia dal punto di vista della qualità sonica sia sul versante delle specifiche misurabili perchè erano stati apportati dei cambiamente apparentemente minori. In un'occasione i bulloni che assicuravano in sede gli altoparlanti al frontale erano stati cambiati da elementi di acciaio in ottone causando i tutti i diffusori dei peggioramenti nelle specifiche. Un cabinet fu scartato perchè il legno adoperato per le traversine interne del mobile fu cambiato dal faggio al pino. Sebbene egli fosse fedele al motto di Peter Walker della Quad: "Se puoi sentirlo puoi misurarlo", M. Whatton fu molto pronto nel riconoscere le "orecchie d'oro" a Ralph Mills. Egli sostenne che Ralph era in grado di riconoscere degli errori ascoltando un diffusore e che era in grado apparentemente di effettuare l'analisi di Fourier nella sua mente ricavando la curva di risposta della cassa acustica dopo averla ascoltata! Un vero fenomeno! Il progetto si discostò dalla semplicistica filosofia di ottenere una risposta lineare e fu ottimizzata al risultato dei test di ascolto. Molto significativamente questo dette alla risposta in frequenza della LS3/5A la caratteristica gobba sui bassi ingannando molti ascoltatori sino a fargli ritenere che la risposta in frequenza fosse molto più estesa di quanto non risultasse realmente. Il progetto si dimostrò così popolare all'interno della BBC che un kit fu reso disponibile dalla Chartwell Electro Acoustics per l'acquisto da parte dei dipendenti sotto il nome di "Project Symphony LS3/5A". Ogni pezzo suonava praticamente come l'autentica produzione LS3/5A. I probabili utenti furono, per esempio, il controllo di produzione nelle aree della televisione, laddove il produttore aveva bisogno di ascoltare ad un volume più basso di quello usato per gli attuali missaggi. Benchè destinate soltanto allo staff della BBC molte paia di diffusori furono comprati dai dipendenti per conto dei loro amici e le casse acustiche "Project Symphony" vennero fuori di quando in quando per la vendita nel mercato dell'usato. Le specifiche furono rigorosamente controllate dalla organizzazione di licenza della BBC con l'intento che tutte le LS3/5A dovessero essere così attentamente uniformate nelle specifiche applicate alle varie coppie di diffusori. Il rigoroso accoppiamento e le piccole dimensioni del diffusore erano responsabili in larga misura della straordinaria immagine stereofonica che poteva essere realizzata. Correttamente posizionate su sostegni lontano dalle pareti ed in una buona sala l'immagine risultava avvincente. La riproduzione della voce umana e degli strumenti acustici è ancora, 33 anni dopo il progetto della BBC, sbalorditiva. Il diffusore ha parecchi difetti, inclusa la sua inadeguatezza nel riprodurre le frequenze molto basse o gli ascolti ad alto volume causa una ridotta tenuta in potenza dei drivers. Nel 1988 la BBC a sua volta apportò delle modifiche al progetto del crossover e l'mpedenza nominale passò dai 15 agli attuali 11 ohms. Nel 1989 fu calcolato che ci fossero circa 60000 coppie di LS3/5A nel mondo. La Rogers da sola ne produsse 43000 coppie nel 1988 ed in quel tempo la BBC aveva in uso 3000 coppie di LS3/5A.

 

Le specifiche tecniche, riferite al modello BBC LS3/5A sono:

Diffusore da stand a due vie in sospensione pneumatica.

Altoparlanti: Tweeter a cupola in Mylar, diametro 25 mm. Woofer a cono in Bextrene, diametro 110 mm. Frequenza di crossover: 3000 Hertz.

Risposta in frequenza: 80 Hz-20 Khz +/- 3 dB.

Sensibilità 82 dB.

Impedenza nominale: 16 Ohms (1977-1984) - 11 Ohms (dal 1989 in poi).

Potenza massima sopportabile: 50 Watts.

Dimensioni. Altezza 30,48 cm. - Larghezza  19,05 cm. -  profondità 15,875 cm.

 

 

SONUS FABER MINIMA FM 2

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La Sonus Faber non ha certo bisogno di presentazioni presso gli appassionati dell'audio. L'attuale Presidente Onorario e Responsabile dell'Area Ricerca e Sviluppo, Franco Serblin, nel 1980 dette vita all'ambizioso progetto insieme alla volontà di un gruppo di audiofili. Oggi Sonus Faber è una realtà aziendale di prestigio che ha consolidato la propria presenza all'interno del mercato mondiale grazie all'intervento di Cesare Bevilacqua, divenuto socio di Serblin nel 1990 ed attuale Presidente del marchio. Il modello oggetto della nostra attenzione, la Minima FM 2, è un diffusore da stand di piccole dimensioni il cui cabinet rifugge da linee squadrate a favore di linee curve e spigoli arrotondati. L'esemplare gentilmente fornitoci da Renato era rifinito in un bel nero laccato ed è stato vittima di un piccolo incidente di percorso, al momento della rimozione della griglia frontale infatti lo stesso Renato si accorto che la cupola del tweeter, probabilmente a causa di un urto accidentale nel trasporto, era rientrata ammaccandosi un po', ma lui con invidiabile calma e sangue freddo l'ha abilmente rimessa a posto con dei fini movimenti delle dita. Sebbene prodotta molto tempo prima dell'"Extrema", il mobile scolpito della minima formato da sette strati di legno di noce dimostra l'estroso ed inconfondibile stile italiano nella sua concezione con un'attenzione al dettaglio di eccellente livello. Differenti tipi di colla vengono adoperati per la chiusura frontale e posteriore, la pelle di cuoio che costituisce la guarnizione di tenuta degli altoparlanti agisce come superfice di dispersione per le medie frequenze. Il cablaggio interno è costituito da cavi in rame "solid core" e tutte le varie connessioni sono saldate. Il woofer di minime dimensioni (un amico ha detto scherzosamente che il tweeter sembra più grande del woofer ed in effetti la flangia lo è!) associato ad un cabinet anch'esso molto piccolo purtroppo accentua una di quelle caratteristiche di "magrezza" del basso particolarmente evidente in questo modello. Allo scopo di donare la giusta corposità ed estensione al basso è utile l'accoppiamento di questo diffusore con un subwoofer modello 18 da posizionare nel punto medio nel senso antero posteriore e tra la coppia di casse, coloro che hanno sperimentato questa soluzione hanno poi parlato di un basso terrificante. In un'intervista rilasciata da Franco Serblin a Stereophile si evince lo scopo precipuo della sua filosofia di progettazione riguardo questo minidiffusore divenuto ormai un classico nella sua tipologia, egli ritiene infatti che un suono "grande" non sia necessario in un ambiente domestico perchè l'appassionato spesso desidera un diffusore che lo impressioni di primo acchito, salvo poi accorgersi che questo tipo di impostazione può essere stancante al secondo ascolto o su sessioni lunghe. Come dire astenersi dall'acquisto della Minima coloro che amano il suono ruffiano o di facile effetto che colpisce a prima vista per poi risultare affaticante poi. Il successo che la Minima FM 2 ha riscosso in Europa durante gli otto anni in cui è stata prodotta ha convinto Serblin al proseguimento sulla strada della progettazione di diffusori minimonitor, convinto della loro validità; ecco perchè volgendo l'occhio alla produzione attuale non possiamo fare a meno di notare che tre modelli da stand tutti di alto livello, sono presenti nella lista prodotti. L'efficenza del diffusore è la stessa delle BBC LS3/5A (82.5 dB/w/m), i grafici riguardanti le rilevazioni del modulo ed argomento dell'impedenza ci rivelano un andamento piuttosto tormentato che tuttavia non le impedisce di essere facilmente pilotabile non dimenticando naturalmente che la sua bassa sensibilità richiede amplificazioni "sostanziose". Il condotto reflex è accordato su una frequenza di risonanza di 65 hertz.

 

Le caratteristiche tecniche:

Tipo: a due vie da stand con caricamento del Woofer in Bass Reflex.

Altoparlant: Tweeter a cupola in seta Dynaudio Esotar T330 del diametro di 28 mm. ventilato a ferrofluido. Mid-woofer del diametro di 110 mm. a cono in cellulosa-acrilato dotato di bobina mobile "Hexacoil".

Frequenza di crossover: 2 Khz con pendenza del primo ordine (6 dB ottava).

Risposta in frequenza: 70 Hz - 20 Khz +/- 3 dB.

Sensibilità: 84dB/w/m (2.83V).

Impedenza nominale: 8 Ohms (minima 6,5 Ohms)

Potenza sopportabile: 100 Watts massimi

Dimensioni: 315 (Altezza) X 200 (Larghezza) X (Profondità) 240 mm.

Volume interno: 6 litri

Peso: 6 Kg ciascuna.

 

 

SPICA TC-50

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Nella nostra rassegna non poteva mancare un altro diffusore d'epoca, ma dalle grandi qualità soniche nonostante la sua estrazione economica a dimostrazione che le idee geniali ed i progetti felici possono coesistere in un oggetto dal costo non esorbitante. Per fare un parallelo nel campo delle amplificazioni basta ricordare che quando fu immesso sul mercato il NAD 3020 molti audiofili non credettero che un piccolo amplificatore come questo potesse far impallidire tanti mostri sacri per le sue qualità soniche e per la sorprendente capacità di pilotaggio di diffusori allora ritenuti ostici. E' più o meno quello che è avvenuto per questo diffusore, il quale ancora oggi è in grado di esprimere le sue grandi qualità senza assolutamente sfigurare nei confronti di oggetti molto più moderni e sofisticati. Lo Spica TC-50, prodotto dal 1984 al 1988 dalla Spica di Santa Fe e successivamente dalla company Bryn Mawr di Albuquerque in un periodo di tempo che và dal 1989 al 1996, è stato proposto all'acquirente come  un piccolo, ma economicamente abbordabile diffusore che si è guadagnato la fama di "benedetto" tra le "golden ear", ancor di più se pensiamo che esso offre una serie di "desiderabili compromessi", abbastanza da consentirgli di competere con altri sistemi molto più costosi. Il particolare taglio obliquo del frontale suggerisce l'attenzione messa nel raggiungere la coerenza di fase dei drivers e l'ampio feltro che circonda gli altoparlanti, pur se esteticamente non esaltante, ha la funzione di limitare i fenomeni diffrattivi delle onde sonore sul baffle. Il caricamento del woofer è in sospensione acustica e l'impedenza varia da un minimo di 3,7 ohms sulle basse frequenze sino ad un massimo di 15 ohms sulle alte. Il modulo e l'argomento dell'impedenza è regolare nell'ambito delle frequenze medie, ma la caduta "a picco" a meno di 4 ohms nelle basse frequenze esclude l'utilizzo di amplificatori integrati economici le cui capacità di erogazione di corrente al di sotto di questa impedenza diventano precarie. Un'osservazione: questi diffusori d'epoca tendono a suonare molto meglio con le moderne amplificazioni, la quali hanno un funzionamento tendenzialmente indifferente al carico come erogazione di corrente rispetto a quelle "vintage" col paradosso che questi sistemi risultano molto più godibili oggi rispetto al passato. La musica è totalmente cambiata quando sono apparsi sul mercato i MacIntosh, Mark Levinson e compagnia bella che hanno decretato la nascita delle amplificazioni "High Current" risolvendo i problemi di pilotaggio dei diffusori ostici di allora. Le Spica presentano un roll off dolce sulle basse frequenze, ma al di sotto dei 70 hertz riducono drasticamente l'emissione sonora, sulle alte frequenze il declino compare in maniera ripida dopo i 12 - 14 Khz. Le TC - 50 però, nel range tra i 300 Hz ed i 5 Khz compiono un vero miracolo di linearità risultando eccezionalmente piatte nella risposta in frequenza ed in fase, tanto da consentirgli di rivaleggiare con le elettrostatiche e le isodinamiche planari per quanto riguarda la coerenza di emissione. Per converso non possedevano di questi sistemi la velocità di risposta ai transienti pur presentando i vantaggi dell'assenza dell'emissione dipolare con tutti i problemi delle riflessioni della parete posteriore ed il conseguente ritardo dell'informazione musicale. Le Spica risultano leggermente "calde" nella limite inferiore delle medie, al confine tra la banda media e bassa ed un po' indietro nell'ottava superiore, ma la trasparenza e la coerenza sono davvero di alto livello, paragonabili a quelle della mitica Quad ESL-63! Le TC - 50 inoltre sono molto sensibili al setup, posizionamento in ambiente, interfacciamento con l'amplificatore ed i cavi di potenza, richiedono amplificatori con un fattore di smorzamento elevato (damping factor) pena un'insufficente controllo nel mediobasso, richiedono cavi asciutti e veloci. Ecco perchè nel setup di Livio questi magici diffusori, messi perfettamente a proprio agio, hanno esibito davvero una prestazione sorprendente. Un diffusore molto simile nelle dimensioni, estetica e filosofia progettuale fu il Dayton Wright LCM-1.

 

Specifiche tecniche

Tipo: a due vie da stand in sospensione pneumatica.

Altoparlanti: Tweeter a cupola soffice del diametro di 2,54 cm. Woofer a cono del diametro di 16,51 cm.

Frequenza di crossover: 2 Khz con pendenza del passa alto approssimativamente del primo ordine

(6 dB/ottava); passa basso del quarto ordine (24 dB/ottava) . Entrambi gli altoparlanti sono connessi conla stessa polarità.

Risposta in frequenza: 60Hz - 17 Khz -3dB.

Sensibilità: 84 dB/w/m.

Impedenza nominale: 4 Ohms (3,6 Ohms minimi a 4 Khz).

Requisiti di amplificazione: 25 - 100 Watts

Potenza massima sopportabile: 50 Watts continui, 100 Watts di picco.

Dimensioni: 394 mm. (altezza) - 330mm. (Larghezza) - 295 mm. (Profondità)

Peso: 9,07 Kg ciascuna

  

 

TECHNICS SBM-01

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Questo diffusore di dimensioni veramente lillipuziane, ma dal grande suono, potrei citarlo come protagonista del "Guinness dei primati" nell'ambito del nostro minievento e questo per due buoni motivi. Il primo è che dall'"alto" dei suoi 136 X 223,5 X 213 millimetri si conferma come il più piccolo della batteria dei minidiffusori protagonisti dell'ascolto ed il secondo riguarda il rapporto dimensionale tra i diametri effettivi delle membrane dei due drivers ( 3,2) essendo il woofer di soli 8 cm. ed il tweeter dei "canonici" 2,5cm. Nelle mie impressioni d'ascolto ho poi tratto le mie conclusioni, non sò quanto attendibili e veritiere, circa questo rapporto. Il trasduttore per le basse e medie frequenze ha un diametro, come detto, particolarmente ridotto e potrebbe esserlo anche applicato agli standard dei midrange, ha dalla sua però l'escursione lunga del complesso membrana-bobina mobile. Il suo basso grado di rigidezza consente l'ottenimento di una risonanza minima di 80 hertz. Il diffusore non sembra temere anche alte potenze di pilotaggio (100 Watts dichiarati) ed ha dimostrato di reggere benissimo il passo segnato dai potenti finali TacT S-2150 (2x150 watts 8 ohm), questo vantaggio sembra sia dato dalle bobine mobili dei drivers, costruite su criteri di grande robustezza e resistenza allo stress elettrico causato dalle amplificazioni di alto livello e capacità di corrente. Il magnete del tweeter è in neodimio ad alto flusso, materiale che consente elevate capacità magnetiche con piccole dimensioni dello stesso unite ad un tasso di distorsione molto basso. Il crossover contiene condensatori elettrolitici di alta qualità ed il cablaggio è costituito da cavi OFC (Oxigen Free Copper) , anche il cabinet è rifinito con grande cura ed ha un design assolutamente non banale e raffinato. E' incredibile come alla Technics siano riusciti a conciliare gli indubbi vantaggi sul piano dell'utilizzo forniti dalle dimensioni contenutissime da cui la facile collocazione in ambiente e il notevole impegno profuso nella parte tecnologica del diffusore. Penso che i diffusori più grandi proveranno invidia per come questo nanerottolo riesce a suonare, fornendo un suono sorprendentemente svincolato dalle sue dimensioni sia per la risposta in frequenza che per il soundstage. Non possibile il biwiring. Ah...dimenticavo: penso proprio che il fortunato possessore di questa cassa acustica riuscirà completamente ad annullare i problemi derivanti dal WAF, il quale non è un parametro tecnico di valutazione, ma il Wife Acceptance Factor, vera bestia nera degli audiofili sposati!!!

 

Specifiche tecniche

 

Tipo: Sistema a 2 vie, due altoparlanti con caricamento del Woofer in Bass Reflex

Altoparlanti: Woofer a cono del diametro di 8 cm. Tweeter a cupola di 2,5 cm.

Impedenza: 6 Ohms

Potenza sopportabile: 100 Watts (musicali) - 50 watts (DIN)

Sensibilità: 79 dB/w/m

Frequenza di crossover: 2500 Hertz

Risposta in frequenza: 58 Hz - 40 Khz (a - 16 dB) / 68 Hz - 36 Khz (a - 10 dB)

Dimensioni (Larghezza - Altezza - profondità): 136 X 223,5 X 213 mm.

Peso: 3 Kg.

 

Alfredo Di Pietro

 

Segue alla terza parte...

 

Maggio 2007


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