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 Milano Hi-Fidelity Autunno 2018 - Parte Prima Minimize


 

 

INTRO

 

 

Si può tranquillamente affermare che il Milano Hi-Fidelity ormai si muova perfettamente a suo agio nel ruolo che negli ultimi anni si è ritagliato, quello della mostra di alta fedeltà nostrana più importante. Più volte si è ribadito il suo primato nel panorama nazionale dopo la scomparsa del Top Audio/Video, un ruolo che Stefano Zaini ha dimostrato di saper rivestire senza alcun complesso d'inferiorità. In fondo è bastato poco a uno come lui, organizzatore di grande esperienza nonché persona perseverante e mossa sempre da grande passione, per riuscire ad allestire un evento che balzasse in primo piano nell'entourage audiofilo. Tuttavia, ciò che rende degna di essere visitata una mostra è l'influenza di una fondamentale triade di elementi (Organizzatore - Operatori - Pubblico) che si sorreggono e alimentano a vicenda. Il primo con la sua abilità logistica, i secondi per le capacità d'innovazione e attenzione verso l'appassionato, mentre il terzo coincide con i visitatori che, in buona sostanza, sono l'anello finale cui è rimesso il giudizio sulla riuscita o meno dell'evento. Dal canto loro, gli addetti ai lavori non hanno certo sottostimato l'importanza della kermesse milanese, non mancando di affidargli le novità più ghiotte, che anche quest'anno non sono mancate. È sufficiente fare un "riavvolgimento" nello storico di Non Solo Audiofili, sito Web da ormai undici anni fedele testimone di questa manifestazione, per comprendere come questa luccicante vetrina ha avuto la capacità di rinnovarsi proprio grazie alla validità della proposta, vero motore propulsore di un interesse rimasto sempre vivo tra gli avventori, costantemente attenta non solo alle novità di produzione, ma anche all'equilibrio economico che le governa.

 

 

Il filo rosso che nell'evoluzione di questi anni ha contraddistinto il Milano Hi-Fidelity, già Milano Hi-End, sta proprio nell'avverbio "già", il quale porta "in nuce" quelle trasformazioni cui l'amatore della buona riproduzione ha assistito nel tempo. Anni fa, la piega al rialzo che aveva preso l'Hi Fi sembrava destinata a un'ascesa inarrestabile, apparecchi sempre più costosi popolavano le mostre, accrescendone l'attrattiva, in un gioco che aveva assunto sembianze quasi da Luna Park. Ammesso e non concesso che i prezzi elevati corrispondessero sempre al reale valore dell'apparecchio oggetto dei sogni audiofili, questo trend un po' perverso aveva progressivamente portato all'allontanamento da questa bellissima passione quella grande fetta di appassionati non abbienti che volevano godersi della musica ben riprodotta. Per fortuna quella tendenza (che, oggettivamente, non poteva durare in eterno) ha subito un mutamento orientandosi verso una crescente controproposta, mirata a offrire buoni oggetti, o dignitosi (senza dare troppo credito al mito degli "ammazzagiganti"), che potessero allietare gli ascolti di audiofili e musicofili. Beninteso, gli "entry level" ci sono sempre stati nel mercato, sin dagli albori, ma probabilmente nelle mostre audio non avevano quella visibilità tale da imporli all'attenzione di tutti. Nelle sale si esibiva l'impiantone milionario, quello tutto "maniglioni e lucine" per dirla come il grande Daniel Caimi, una primadonna che attirava l'attenzione di gran parte del pubblico, che ne ammirava estasiato non si sa se l'imponenza visiva o le effettive prestazioni sonore.

 

 

Progressivamente però, quegli apparecchietti che stazionavano in sola esposizione statica su un tavolino, magari nelle retrovie, si sono permessi di "parlare", volendo pure loro far sentire la propria voce. Il Milano Hi-End è diventato allora un più ecumenico Milano Hi-Fidelity, mostrando la sua disposizione per tutte le varie ed eventuali declinazioni dell'alta fedeltà. L'impianto da paura è rimasto al suo posto, è giusto che sia così poiché i sogni fanno parte della vita e una bella Ferrari fa gola a tutti ma, accanto a questo sono emerse le altre coniugazioni dell'Hi Fi o anche oggetti che non la raggiungono propriamente. Parlo per esempio delle radio, in quest'edizione viste nella Sala Aurora di Audiogamma con i prodotti della Como Audio o, per restare in casa dell'importatore, i mini e micro oggetti "desktop" della Pro-Ject, questi si autenticamente Hi Fi. Abbandoniamo a questo punto ogni riflessione tra intenzioni passate e presenti, da me affrontata più o meno filosoficamente, per dedicarci più pragmaticamente a questa coinvolgente edizione autunnale della mostra. Lo dico da sempre, correndo il rischio di risultare impopolare, ma un audioshow è forse il luogo meno adatto per sentire come si deve un impianto, nonostante i meritori sforzi degli operatori in tal senso. Ore e ore di certosino "fine tuning" vengono puntualmente vanificate da ambienti acusticamente "imperfetti" (volendo usare un eufemismo), poco o per nulla trattati e perciò quanto meno rimbombanti. È accaduto in Sala Ametista, ospitante il negozio Alta Fedeltà di Alfredo Terenghi e la LP Audio, quando su una profonda nota di basso, emessa con buona energia dalle spettacolari Elac Concentro M, le pannellature del soffitto si sono messe sensibilmente a vibrare.

 

 

Ma alle mostre, come ha affermato Bebo Moroni, si va per intuire più che per ascoltare e queste due elettroacustiche hanno comunque impressionato per le loro prestazioni. Un plauso (e anche un abbraccio) va all'amico Massimiliano Magri della Grandinote, anche quest'anno con un look da "Jesus Christ Superstar", che ha dimostrato un impianto tutto Grandinote, dove le sue spettacolose Mach 9, con i loro nove midwoofer e sedici tweeter disposti in array, hanno sfoderato tutta la loro "grandeur" sonora ma, soprattutto, un'estrema fedeltà al timbro di strumenti e voci come non sentivo da tempo. Bravo Max! Di sicuro interesse i diffusori Conquistar della Tingsha Audio, distribuiti da Acustica Applicata, con la loro voce veloce e pulita. Grande fascino emanavano le elettroniche valvolari "Stella" di Roberto Garlaschi (Angstrom Audio Lab) al piano -1, purtroppo solo in esposizione statica, come anche le nuove King Sound Queen 5, queste suonanti, e bene, nella Sala Onice delle Import Audio e Clef Note. Molto particolare il diffusore in dimostrazione nella grande Sala Turchese riservata alla Audioplus Hi-End, il Courante della Bayz Audio (con il cui progettista mi sono brevemente intrattenuto in conversazione parlando un inglese molto claudicante). Sistema dalla curiosa livrea a "C", definito rivoluzionario e non solo nell'aspetto, di cui vi darò contezza nelle didascalie dedicate. Il suo prezzo al pubblico è di 37.900 euro. Marco Manunta della M2Tech ha dimostrato le sue eccellenti elettroniche Nash, preamplificatore Phono MC/MM, Young MKIII, Preamplificatore/DAC recensito da Non Solo Audiofili nel giugno di quest'anno, e il Van Der Graaf MKII, alimentatore a bassissimo rumore.

 

 

Sempre parlando di diffusori, il pubblico ha potuto apprezzare le nuove ProAc K3 in Sala Quarzo della Audio Reference, sistemi che non tradiscono il family feeling del marchio inglese, essendo dotati di un suono dalla focalizzazione e accuratezza micidiali, con in più la formidabile velocità che può dare un tweeter a nastro. Di particolare attrattiva è stata quest'anno la tradizionale demo di Pierre Bolduc di Audiophile Sound, visto che in questa venivano presentate, per la prima volta in Italia, le nuove Magneplanar 30.7, diffusori imponenti quanto fantasticamente trasparenti nell'emissione. Ho avuto occasione di conoscere un marchio a me ignoto, lo svizzero Kero Audio, che esponeva staticamente nel grande calderone della Sala Rubino, come al solito ricca di spazi espositivi. Potrei continuare ancora a lungo nel citarvi la sfilza di novità che ho potuto vedere e sentire al Milano Hi-Fidelity Autunno, ma ho paura di provocarvi un annoiante effetto catalogo. Termino quindi, non prima però di segnalarvene ancora due, le nuove elettroacustiche della vulcanica Elac, che si pregia d'introdurre sul mercato la Serie Debut 2.0 e il nuovo marchio di cuffie/amplificatori per cuffia Eerzetich, una sorpresa dalla Slovenia, del gentile Blaž Erzetič.

 

Buona passeggiata, come sempre!

 

 

PIANO -1

SPAZI ESPOSITIVI

 

 

 

ABEAT RECORDS

Mario Caccia, produttore, musicista e fondatore dell'ABeat mentre parla con un avventore.
Gli appassionati del genere lo sanno: questa è una delle etichette di jazz più complete e prestigiose della piazza.
Secondo una selezione dei "migliori cento CD jazz dell'anno", fatta dalla rivista Jazzit tra le etichette di tutto il mondo, ABeat è risultata la seconda in assoluto con ben cinque produzioni del 2010.

Si segnalano due novità: i CD "Enzirado e "Prism". Il primo trae il suo titolo dalla fusione delle iniziali dei tre protagonisti, Enzo (Zirilli), Ira (Coleman) e Dado (Moroni), valenti musicisti la cui carriera è segnata da collaborazioni ai massimi livelli internazionali. Il secondo vede, accanto a Don Friedman, Marco Ricci in veste di co-leader al contrabbasso e Stefano Bagnoli alla batteria.

 

 

ANGSTROM AUDIO LAB

Tre bellissimi oggetti valvolari erano esposti nello stand del marchio Angstrom Audiolab, appartenenti alla serie intermedia "Stella". Parliamo di un amplificatore integrato, un preamplificatore e un amplificatore finale di potenza, tutti in configurazione "Dual Monoaural". Sono elettroniche del tutto prive di microprocessori, viene così garantita un'agevole riparabilità "a vita". Il layout circuitale è il noto "Circlotron", topologia oggi non molto in voga perché richiede un maggior numero di componenti (quindi più costosa), che tuttavia rende performance elettriche più elevate. Gli apparecchi disposti sul tavolo erano scoperchiati, mostrando un'accurata realizzazione di stampo artigianale, fatta senza lesinare sulla componentistica e molto ordinata. Il cablaggio è in aria a filo, senza l'utilizzo di PCB. Tutta la produzione Angstrom si colloca nella fascia alta di mercato, adatta per chi ama prodotti esclusivi e fatti a regola d'arte.

Preamplificatore a valvole "Dual Monoaural" Angstrom Audiolab Stella.
Dispone di cinque ingressi, tre bilanciati e due Single Ended (RCA). Utilizza nello stadio preamplificatore otto ECC82/12AU7 e due ECC82/12AU7 come "Phase Splitter". Impiega componentistica di pregio.

Vista interna del preamplificatore Stella.

Amplificatore finale di potenza stereo (Dual Monoaural) Angstrom Audiolab Stella.
Ha un frontale vecchio stile, molto bello, con due grandi VMeter che campeggiano ai lati. Come tutta la produzione del marchio, la circuitazione è completamente realizzata a mano. Eroga 100 Watt in pura Classe A, è configurato a triodi in Push-Pull con due trasformatori d'uscita per canale (Circlotron). È privo di controreazione ed equipaggiato con una nutrita batteria di valvole: sei EL34 per canale nello stadio d'uscita e tre ECC82 in quello d'ingresso/driver.

L'interno del finale Stella.

 

 

AUDIOVIDEOTEAM

Nella stessa posizione degli anni precedenti era collocato lo spazio espositivo di AudioVideoTeam, sempre affollato di riviste disposte in bell'ordine.

La principale novità autunnale in seno alla casa editoriale AudioVideoTeam è l'uscita di ACS (Audio Car Stereo), rivista storica che, dopo quattro anni di accorpamento con Audioreview, torna a essere indipendente per parlare più approfonditamente dei temi inerenti all'ascolto in auto. Come sottotitolo all'intestazione oggi infatti si legge "La più autorevole rivista di tecnologia e musica in auto". Conterrà prove in laboratorio di apparecchi, come da tradizione della casa editrice, eseguite da Fabrizio Montanucci e Gian Piero Matarazzo.

Da sinistra, Mauro Neri, direttore responsabile di Audioreview, Giulio Salvioni, redattore di Audiogallery e Rocco Patriarca, direttore di AudioCarStereo.

Nel magazine bimestrale saranno presenti, oltre agli impianti, incontri con gli installatori, rivisitazioni e analisi dei sistemi forniti di serie con le autovetture allo scopo di migliorarne le prestazioni. Non mancheranno anche le rubriche di attualità poiché le intenzioni sono quelle di fornire all'appassionato una rivista il più possibile completa. Il numero ora presente in edicola è il 221 perché si è voluto continuare con la numerazione tradizionale. Con la rivista Audiogallery condivide il tipo di carta e l'impaginazione.

 

 

CARPE DIEM

Discreta cernita di LP da Carpe Diem, dove il visitatore ha potuto scegliere tra incisioni Audiophile, Mobile Fidelity, Japan Pressing, RCA Living Stereo e altre.

 

 

DEM AUDIO

Dem Audio è un brand giovane, attivo dal 2013, nato come impresa individuale da un'idea di Marco De Risi, esperto artigiano appassionato nella creazione di mobili e accessori per alta fedeltà. Nel suo laboratorio realizza oggetti artigianali su misura. In fiera ha portato un modello serie "ExTrema" dalla foggia classica, quella che poi va per la maggiore, e altri due: uno stand per giradischi, realizzabile su specifiche del cliente, e il nuovo Signature. Ognuno di questi è costruito con materiali di prima qualità. La struttura è in acciaio e i ripiani in legno, pratici nello spostamento in quanto dotati di punte Soundcare.

Nel mobile Signature, facente parte di una nuova serie, ci sono delle ante magnetiche che permettono di spostarlo sul lato, dove sono state ricavate delle tasche CD.

In esposizione anche i disaccoppiatori in elastomero cilindrici S.B.A.M. (Silent Base Audio Music), i quali hanno la funzione di assorbire le vibrazioni. Sono posizionabili sotto diffusori, elettroniche o giradischi. Dichiarati per essere in grado di assorbire vibrazioni sino a 9 Hz, altre eventualmente provenienti dall'esterno non influiscono su di loro. Sono stati recensiti favorevolmente dai molti privati che li hanno acquistati. Si presentano come dei cilindri dal diametro di 5 cm, spessore 2,5 cm.

 

 

PICK UP SERVICE TORLAI

Roberto Torlai è un finissimo artigiano, durante le fiere sempre dedito all'ispezione delle testine portate dagli avventori per una diagnosi. Per esaminarle si serve di un microscopio. Una certezza per gli audiofili analogisti...

Roberto Torlai al suo strumento di lavoro mentre esamina un fonorivelatore.

Preamplificatore Phono MC TR.
Si tratta di un'elaborazione Torlai che parte da un progetto inglese Brinkman-Audiolabor, totalmente rifatto, aggiornato nella componentistica e dotato un'alimentazione separata allo stato dell'arte. Ha un guadagno di oltre 70 dB ed è adatto a pick-up di bassa e bassissima uscita (da 0,008 mV a 0,5 mV). Promette una grande dinamica.

Disposte in una teca di legno e vetro, come delle reliquie erano esposte le testine Harmony 62, Light Brown S, Turchese S Arlecchino, Agata - Rubino, Harmony 61 L, Giada 9221, tutte di produzione Torlai.

 

 

PORTENTO AUDIO

Pier Paolo Prospero, titolare della Portento Audio, nota azienda di Venaria Reale (TO).

In primo piano tre accessori fondamentali per la cura della corrente elettrica che somministriamo al nostro impianto.
Da sinistra: Filtro di rete Powerclean Ultra, Filtro di rete Powerclean e Multipresa Portento, quest'ultima dotata di 6 prese Schuko, cablata interamente a stella e con corpo in alluminio scavato dal pieno. Dal pieno sono anche tornite le punte in Polietilene. Presente all'interno il Filtro parallelo PAF (Portento Audiophile Filter).

Cavo di alimentazione Portento Audio Power Signature.

Sul tavolo espositivo era presente non una vera e propria novità ma una "pre-novità": il marchio Harmonya. Questo nuovo brand, che progetta e costruisce elettroniche totalmente in Italia, era rappresentato dall'amplificatore per cuffie MP88. Al momento non è ancora presente in rete un sito dedicato al marchio, ma soltanto una pagina Facebook.

 

 

RED RECORDS

La Red Records è una piccola (ma grande nei contenuti) casa discografica italiana indipendente che produce dischi dal 1976. Specializzata in jazz, ha rilasciato dischi di musicisti sia italiani che stranieri.

Non mancano sul banco, oltre a numerosi CD, anche degli ottimi vinili, come questi "Chet At Capolinea" e "Galaxy My Dear" di J.B. Banfi.

Il simpatico Sergio Veschi, patron della Red Records, è nato a Urbania, in provincia di Pesaro Urbino, ma trapiantato appena tredicenne a Milano. Ha ascoltato per la prima volta il jazz a casa di un professore di francese che gli dava ripetizioni. Da quel momento, questo genere musicale diventa la sua vita. In seguito ha imparato (da autodidatta) anche a suonare il sax. Oggi è uno dei maggiori conoscitori di jazz che abbiamo nel nostro paese, sempre pronto a ricordare una storia, un aneddoto di vita vissuta.

 

 

WALTER KONTE LP

Presso lo spazio espositivo di Walter Konte LP i vinili erano davvero tanti. Sempre gremito di appassionati, solo all'ora di pranzo sono riuscito a trovare un momento per fare delle foto senza che quanto esposto venisse "impallato". Titolare è Valter Conte De Simone.

 

 

SALE

 

 

CRISTALLO 1 - GRANDINOTE

Grande novità del noto marchio pavese erano i diffusori a forte sviluppo verticale Mach 9, qui presentati in anteprima italiana il 6 ottobre e cinque mesi fa al Munich High End, dove hanno fatto scalpore per le loro superbe prestazioni. A differenza dell'edizione primaverile del Milano Hi-Fidelity, dove suonavano dei prodotti "entry level", in questa autunnale l'impianto vedeva all'opera il top delle soluzioni amplificative Grandinote, con il preamplificatore linea Genesi e i due amplificatori finali di potenza monofonici Demone, sorgente lo Streamer DAC Volta. Il cablaggio era Luna Cables, prodotto in Canada. Le Mach 9 adottano le stesse soluzioni tecniche delle Mach 4, ma una quantità di driver molto maggiore.

Il trittico di elettroniche Grandinote che pilotava le Mach 9.

Diffusore Grandinote Mach 9.
Fa presto dimenticare ogni particolare tecnico questo diffusore, in virtù della sua superba timbrica, quanto mai pertinente su strumenti e voci. Il violoncello proposto da loro, tanto per fare un esempio, è uno tra i più fedeli e armonicamente completi che mi sia capitato di ascoltare. Il notevole sviluppo in altezza (160 cm) e la disposizione in array dei nove mid-woofer e sedici tweeter, regala una scena grandiosa e assolutamente stabile in senso verticale.

Vista ravvicinata dei driver.

Il corpo completamente in alluminio ne fa un oggetto piuttosto pesante (70 Kg). La sensibilità dichiarata è di ben 98 dB/1 W/1 m, risponde in frequenza da 23 Hz a 20 kHz mentre il carico SRT (Semi Resonant Tube) è comune alla maggior parte dei modelli della serie Mach. Sono esclusi solo il 2P (Sospensione pneumatica), il 2R e 4R, che sono entrambi in Bass-Reflex. 

 

Alfredo Di Pietro

 

Segue alla Parte Seconda...


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