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giovedì 18 aprile 2024 ..:: Gli indispensabili - Luca Ciammarughi ::..   Login
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 Gli indispensabili - Luca Ciammarughi Riduci


 

 

E cinque... tanti sono i libri attualmente all'attivo di Luca Ciammarughi, compreso quest'ultimo "Gli indispensabili", sottotitolato "30 capolavori per pianoforte da ascoltare almeno una volta nella vita", edito dalla casa Ponte alle Grazie. Prima di questo hanno visto la luce, in ordine cronologico d'uscita, Le ultime Sonate di Schubert (2017), Da Benedetti Michelangeli alla Argerich (2017), Soviet Piano (2018) e la partecipazione al lavoro monografico su Schubert (2020). Lo confesso, ho provato un po' di dispiacere quando ho saputo che questo testo non veniva pubblicato in formato cartaceo, ma solo in versione ebook. Da inveterato collezionista amo i libri da tenere in mano, sfogliare e, perché no, anche annusare, riconoscendo quell'odore di stampa fresca che tanto mi piaceva quando da ragazzo compravo i romanzi di Giulio Verne o Emilio Salgari. Non è tuttavia il caso di farsi prendere troppo da nostalgie e feticismi di sorta poiché il formato digitale ha degli indubbi vantaggi, talmente noti ed evidenti che sarebbe pleonastico starli a elencare. Potremmo lecitamente definire "Gli indispensabili" come uno strumento prezioso di conoscenza e al contempo d'invito a essa, la cui portata va in realtà ben oltre la trentina di composizioni conteggiate. Sono molte, molte di più se consideriamo che oltre a singole opere in questo ammontare sono inclusi anche dei gruppi di composizioni, che fanno lievitare sensibilmente la trentina dichiarata nel sottotitolo. Gli autori, invece, sono diversi per ciascun capitolo, tutti per la loro importanza ritagliatisi un posto rimarchevole nella storia della musica.

Basta fare un passo in avanti, leggere il cappello introduttivo scritto dallo stesso Luca Ciammarughi, per trovare questa come altre importanti precisazioni. Fondamentale è la "ratio" esistente alla base di quello che va considerato tutt'altro che un centone perché concepito con una forte tensione all'organicità. Possiamo agevolmente riconoscere un compatto tessuto connettivo che fa da architrave all'ampio excursus temporale, impreziosito da un'indubbia originalità di stile, insieme alla notevole felicità nell'amministrare quegli elementi culturali in grado di chiarirci una determinata impronta stilistica o l'inclinazione "sentimentale" di un autore. Un termine come "Sehnsucht" (struggimento) illumina il raggio d'azione di un genere come di un autore, un altro come "Empfindsamer Stil" (Stile sentimentale o sensibile) legato al concetto di "Empfindsamkeit" (sensibilità), fa luce sulle caratteristiche intrinseche di un genere. Luca Ciammarughi li usa con parsimonia, citandoli solo se effettivamente serve e non sbandierandoli come vessilli della sua preparazione culturale, che è grande però mai sconfinante nell'ostentazione. Ma su quali criteri si basa l'antologia? Fondamentalmente su due: uno soggettivo, di gradimento da parte dell'autore, e l'altro oggettivo, per l'importanza del ruolo che queste composizioni (o gruppi) hanno rivestito nella storia della musica. Il primo potrebbe sembrare discutibile, poiché sottoposto alla personale predilezione dello scrivente, ma si tratta in verità di un valore aggiunto, di un qualcosa che predispone al meglio lo scandaglio critico: se non si ama qualcosa, il rischio di rimanere in superficie, non coinvolgendo il lettore, si fa reale.

Un'altra molla, di certo la più potente, è rappresentata dalle circostanze che hanno accompagnato il nascere e l'evolversi de "Gli indispensabili"; parlo della triste vicenda in cui è stato coinvolto il dedicatario, l'editore Luigi Spagnol, in memoria del quale questo libro è stato scritto. Luigi, lo chiama affettuosamente Ciammarughi, è stato un uomo autentico, di straordinaria passione, sconfinati interessi culturali ed eclettica propensione artistica. È stato lui ad averlo commissionato a Luca durante il confinamento da COVID-19 di quest'anno, dopo aver seguito una sua rubrica dedicata ai vinili su Facebook. Luigi era già gravemente malato e non aveva molto tempo davanti, per cui la stesura di questo testo si è risolta in una vera e propria corsa contro il tempo, con l'assillo dell'urgenza, la voglia di arrivare quanto prima al traguardo della pubblicazione affinché l'amico Luigi potesse leggere il libro. Purtroppo questo sogno non ha potuto avverarsi: il 14 giugno 2020 Luigi Spagnol ha lasciato questa terra, poco prima del lancio de "Gli indispensabili". Traluce dalla prosa questa crescente premura, la volontà di battere l'inesorabilità del tempo in una scrittura che man mano sembra asciugarsi, farsi più essenziale e diretta ma non a detrimento della ricchezza, che anzi appare accresciuta nell'andare subito al nocciolo della questione, privandosi di ampollose, distraenti premesse. Emerge l'anima nuda di ogni autore, di ogni composizione. Nel progresso dei capitoli ci ritroviamo di fronte a uno scrittore che sembra aver acquisito una sempre maggior consapevolezza dei propri mezzi espressivi, alla fine essendone perfettamente padrone.

Luca Ciammarughi, intellettuale devoto a entrambi i pascaliani concetti dell'"Esprit de géométrie" ed "Esprit de finesse", dimostra di aver trovato la quadratura del cerchio nell'averli in un solo stile riuniti, una landa ideale dove convivono l'apollineo e il dionisiaco, la ragione con il sentimento. E tale pienezza si sente assaporando la prelibata fattura letteraria di questo libro, scritto con una chiarezza esemplare, dove ogni tanto fa capolino lo sprazzo didascalico del divulgatore, financo la sottolineatura dello studente con un ideale evidenziatore. Ogni capitolo assume allora una forma tripartita: c'è un titolo, una succinta ma compendiosa spiegazione del perché si ritiene indispensabile l'opera (o il gruppo di opere) di cui si parla e, alla fine, il suggerimento dell'interpretazione che l'autore considera di riferimento. Molto varia è la forma in cui ognuno dei trenta capitoli è organizzato, un calco che può variare anche considerevolmente, fugando l'effetto lista della spesa, nel suo essere compliante alle esigenze del caso. Luca Ciammarughi qui si presenta in veste di divulgatore/critico (solo una delle sue svariate attività), dotato d'invidiabili "skill" derivanti non solamente da una cultura enciclopedica che abbraccia musica, letteratura, pittura, scultura, ma anche formatesi nel tempo grazie alla sua intensa attività di conduttore radiofonico, relatore in seminari ed eventi, giornalista, recitalista al suo amato strumento: il pianoforte, il suo "habitat" naturale dal quale non ha alcuna difficoltà a divagare. Non di rado nello sviluppo degli argomenti troviamo degli spunti recensori, delle analisi inerenti alla partitura che, sia pur tecnicamente particolareggiate, hanno sempre l'apprezzabile (e piuttosto rara) dote di un'esemplare chiarezza.

Sono analisi comprensibili a un lettore che sia appena addentro all'ABC della musica, senza approfondimenti estremi ma sempre funzionali alla comprensione di un concetto, del perché e percome il compositore sia giunto a un determinato risultato. Ma anche chi scrive ha un suo lato soggettivo da esprimere, un compiacimento nel quale crogiolarsi o la citazione di un qualcosa che più di altre l'ha colpito. Se dovessi esternare la mia preferenza per un capitolo specifico, quello che mi ha fatto volare più in alto, sceglierei l'undicesimo, cioè quello dedicato ai Kreisleriana di Robert Schumann. Trovo in esso un impasto intimo tra letteratura e musica, il racconto di un uomo tormentato da passioni scuotenti, fra abissi angosciosi e voluttà celestiali, archetipo forse estremizzato di ciascun uomo esistente su questa terra, tutte evidenze che alimentano la passione per una musica che sento profondamente. E poi la provvidenziale mediazione di Maestro Raro, necessaria per non essere completamente dilaniati tra i due opposti estremi incarnati nelle figure del sanguigno Florestano e il lunare Eusebio o, se vogliamo dai fratelli Vult e Walt del romanzo "Flegeljahre" di J.P. Richter, scrittore molto amato da Schumann. Anche se è caldamente consigliabile abbracciare in toto questa sorta di vademecum, ascoltando tutto ciò che Ciammarughi consiglia, ogni lettore potrà spalancare la sua personale porta verso ciò che a lui è più congeniale, per cultura o indole caratteriale. Se le trenta opzioni suggerite possono in qualche modo apparire coattive di una scelta, in realtà questo libro non lo è affatto. Suscettibile di più ampie e circostanziate scelte, quest'elenco può essere visto anche come provvisorio, come eventuale traghettatore verso mondi diversi, dove il propellente da utilizzare sono quegli strumenti culturali che Luca Ciammarughi ci mette generosamente nelle mani.


Alfredo Di Pietro

Luglio 2020


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