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venerdì 19 aprile 2024 ..:: Amplificatore Integrato Fezz Audio α Lupi ::..   Login
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 Amplificatore Integrato Fezz Audio α Lupi Riduci


 

 

INTRO

Recentemente Germano Ricci, patron della ACME Elettronica, ha pubblicato un video su YouTube in cui elenca le tredici cose da sapere prima di acquistare un amplificatore valvolare. Sono nozioni semplici, nulla di smaccatamente tecnico, ma molto utili per orientare il cliente verso il mondo dei tubi a vuoto. Un cosmo dal quale, dopo averlo conosciuto, probabilmente non si vorrà più scendere. Un filo conduttore guida il discorso di Germano, smontare le bufale che ancora oggi girano intorno alle "vecchie" valvole che, non si sa perché (ovvero lo si sa benissimo), nonostante l'invasione dei transistor dopo l'esordio del primo prototipo funzionante del 1947, reggono benissimo l'insulto del tempo. È un video che consiglio a tutti, anche agli audiofili che non sono più di primo pelo e hanno già conosciuto le valvole nel loro percorso. Qualcuno più smaliziato potrà considerarlo troppo basilare, adatto più ai neofiti che a lui, ma la sentenza latina d'incerta paternità "repetita iuvant" c'insegna, dall'alto della sua saggezza, che certe cose è bene ripeterle per non dimenticarle. Il "monologo" del simpatico Germano, sotto un tono bonario demolisce d'infilata una per una tutte le leggende metropolitane che circolano sui valvolari e che possono scoraggiare l'eventuale acquirente. Non si tratta di riaffermare con forza solo le sue superiori qualità soniche, l'impagabile naturalezza del timbro, la dinamica vivace, il calore, la ricchezza della tavolozza coloristica e delle sfumature.

A chi per esempio è perplesso sulla longevità delle valvole, dice forte e chiaro che una di segnale può durare da diecimila a ventimila ore, che diventano qualche migliaio per le finali di potenza. Quanto basta per anni e anni d'ascolti. Questo non significa che dopo tale periodo sarà da buttare, ma che modificherà i suoi parametri di emissione, perderà una parte insignificante della sua piena capacità di potenza pur continuando a funzionare correttamente. Che una paventata difficoltà di reperire i tubi a vuoto non sussiste, vista la corrente e abbondante produzione dei modelli più comunemente usati. Marchi di primo piano come Electro-Harmonix, Tung-Sol, Genalex e Sovtek producono ancora tubi di alta qualità e in quantità sufficiente a coprire la domanda attuale. Prima però di entrare nel merito della recensione, devo raccontarvi un piccolo antefatto. Io e Germano c'eravamo incontrati al Milano Hi-Fidelity nell'aprile scorso, mentre lui era impegnato in un ascolto in cuffia presso lo stand della Angstrom Audio Lab di Roberto Garlaschi. Ero di fretta, preso dal consueto report della mostra, ma ebbi il tempo di strappargli una promessa: la recensione di un amplificatore valvolare del marchio che lui aveva da poco deciso di trattare, il Fezz Audio. Era una di quelle cose gettate lì per caso, alle quali sulle prime non si sa cosa rispondere. E lui: "Ti darò un Fezz α Lupi". Passano circa quattro mesi ed ecco che questo valvolare entra a gamba tesa nella mia vita di audiofilo.

Ma nella scaturigine di questa mia ennesima recensione, non la prima riguardante elettroniche a valvole, entra anche un altro incontro che ho avuto con lui, più recente e molto più lungo: la visita che resi nel mese di agosto alla nuova sede milanese della ACME, una sala dalle dimensioni non enormi ma molto accogliente e ricca di oggetti decisamente interessanti. Lì mi sono intrattenuto per una piacevole chiacchierata di un paio d'ore, l'argomento all'ordine del giorno non era soltanto la nuova sede milanese dell'azienda di Gaglianico, ma proprio lui, il promesso α Lupi che, per l'occasione, abbiamo ascoltato in un impianto di alto livello. Ero giunto con i mezzi in Via Atto Vannucci, non perché non fossi automunito ma per il semplice motivo che oggigiorno circolare in macchina nella capitale lombarda è diventata una specie di Odissea. Un'avventura dalla quale è difficile tornare a casa senza aver collezionato almeno una multa, per non parlare del problema di trovare un posto per il parcheggio. Si sa, questo tipo di amplificazioni non pesano propriamente poco, come fare allora? Ecco che salta fuori nella vicenda una vecchia valigia della Roncato, ampia e robusta quanto basta per accogliere l'imballo dell'oggetto in questione.


BREVE STORIA DELLA FEZZ AUDIO

Fezz Audio è un'azienda polacca di carattere familiare che fa parte della compagnia Toroidy.pl, di proprietà di Lech Lachowski e dei suoi due figli Maciej e Tomasz. Lech fondò la Toroidy.pl Transformatory Lachowski nel 1992, come azienda di produzione di trasformatori toroidali. Dal 2005, quando il figlio minore Tomasz ha terminato l'università di tecnologia a Bialystok e ha iniziato a collaborare, si è deciso d'iniziare a sviluppare un lavoro su trasformatori di alta qualità (d'alimentazione e d'uscita) per applicazioni audio. Nel corso di questi lavori l'azienda ha maturato una notevole esperienza con l'elettronica audio e nel 2015 è stato creato un nuovo marchio, il Fezz Audio, oggi composto da ventiquattro persone. Il brand utilizza un nucleo speciale in acciaio (20 um) di tipo CRGO (Cold Rolled Grain Oriented) per i suoi trasformatori d'uscita, creati con un metodo esclusivo. Ne vengono inoltre costruiti per gli amplificatori Mira Ceti (Single Ended) con specifiche "AGTC Technology", che è anche il nome della fabbrica interna utilizzante la Air Gap Technology Core. Per questi trasformatori è stato anche sviluppato uno speciale metodo di taglio del nucleo, a elettroerosione. Pure il metodo di avvolgimento e sezionamento è innovativo e consente di ottenere una larghezza di banda piatta nella gamma audio, insieme a una distorsione THD molto bassa e un alto fattore di qualità.


PERCHÈ UN VALVOLARE FEZZ AUDIO?

"Sto smerciando, non ti nascondo, queste macchine molto bene. In azienda avevamo fatto una previsione di vendita per l'anno e all'inizio di giugno l'avevo già raggiunta. Questo significa che piacciono e che la gente ha ancora le orecchie, oltre agli occhi". È un'affermazione dell'amico Germano, importatore in Italia della Fezz Audio, che potrebbe sembrare legata a logiche di marketing mirate a creare la classica affermazione a effetto, tipo quelle simil-miracolistiche che si leggono spesso sui depliant pubblicitari. In realtà si tratta di un incontestabile dato di fatto che ha un suo perché. L'azienda polacca si discosta dalle tradizionali produttrici di questo tipo di amplificazioni per diverse ragioni. In genere, si pensa a un valvolare come a un qualcosa di molto costoso, a meno che non provenga da certa produzione orientale, ma questo è un convincimento che prima di tutti gli altri Maciej e Tomasz hanno voluto sconfessare. Un'occhiata al listino toglie ogni dubbio a riguardo, si va dai 900 euro dell'α Lupi ai 2350 euro del Mira Ceti, integrato Single Ended che monta la sublimi 300B. Un altro "atout" in possesso dell'azienda polacca, cruciale per la qualità del suono, sta nella grande competenza accumulata producendo trasformatori. Dietro di questa c'è una prestigiosa azienda, la citata Toroidy Transformatory Lachowski, vale a dire il più insigne produttore di trasformatori toroidali esistente in Polonia, forte di circa sessantacinque dipendenti. Si tratta di una realtà con trentacinque anni di attività sulle spalle, la quale prima dell'ingresso sul mercato della Fezz (in buona sostanza una sua costola) era dedita alla costruzione di toroidali per uso audio e per conto terzi, compresa una serie dedicata all'autocostruzione.

Con quell'orgoglio e onestà tipici del popolo polacco, si è voluto che quasi tutta la componentistica fosse di produzione nazionale, anche i processi di piegatura e verniciatura dei telai vengono fatti in casa. Nel reparto di tornitura realizzano i piedini e le manopole. Il mio occhio indiscreto non ha voluto rinunciare di certo alla classica "Visual Inspection", che conferma la buona fattura dell'amplificatore, di stampo squisitamente artigianale. Il fatto di essere prima di tutto costruttori di trasformatori mette quindi l'azienda in una posizione d'indubbio vantaggio e l'audiofilo più smaliziato sa bene quanto conti in un valvolare la qualità del trasformatore d'uscita. La scelta è ricaduta per'altro sui toroidali, meno costosi dei modelli a lamierini, poiché la costruzione può essere fatta a macchina, e "geneticamente" superiori in quanto la resistenza parassita dell'avvolgimento in questi è molto più bassa, a parità d'induttanza, di uno a lamierini. Cosa che si traduce anche in una miglior capacità di pilotaggio. Senza voler anticipare i risultati delle misure, come volevasi dimostrare alla risposta in frequenza ho apprezzato una banda passante molto ampia, soprattutto sulle alte frequenze. Un trasformatore d'uscita con delle ottime caratteristiche elettriche per di più non costringe a usare un alto tasso di controreazione per allargare la banda passante e ridurre i tassi di distorsione. Soprattutto consente di adottare uno schema circuitale più semplice, con il risultato di una maggior purezza sonora, se vogliamo aderire al credo di "less is more". Alla Fezz Audio piace coccolare i propri clienti. I set di valvole vengono a loro forniti a prezzi decisamente vantaggiosi. Un eventuale "retubing" viene attualmente a costare dai ventotto euro, per l'α Lupi, sino ai 262 euro del Mira Ceti, che monta le più costose 300B. La reperibilità inoltre non è un problema.


FEZZ AUDIO α LUPI
ANALISI DI UN CAMPIONE DI BEL SUONO


Tipo: Amplificatore integrato stereo
Modello: α Lupi
Potenza d'uscita: 2 x 10 Watt
Architettura circuitale: Push-Pull, classe AB1
Impdenza d'uscita: 4 Ohm/8 Ohm
Ingressi: 3 linea sbilanciati (RCA)
Distorsione armonica totale: <0,3%
Risposta in frequenza: 20 Hz - 120 kHz (-3dB)
Consumo di corrente: 90 Watt
Fusibile AC: 3,15 T
Peso netto: 9,5 kg
Dimensioni: (Larghezza x Profondità x Altezza): 355 x 340 x 150 mm
Valvole: 4 PCL86

 



Ma come si presenta quest'integrato valvolare? Potremmo sinteticamente dire che è essenziale, di squisita fattura artigianale, nell'insieme un indovinato mix di fascino vintage e tecnologia moderna (nei pregiati trasformatori). L'imballo è in cartone e una volta aperto mostra un "packaging" molto ordinato. Rimuovendo il foglio di poliuretano superiore, si può accedere agli elementi forniti all'acquirente, che sono il corpo dell'amplificatore (contenuto in un robusto sacchetto di juta), quattro valvole Polamp PCL86, la griglia nera di protezione delle valvole (verniciata a polvere), un cavo di alimentazione standard, il manuale utente (scaricabile dal sito ufficiale anche in formato Pdf), e - finezza - un bel paio di guanti bianchi, utili per maneggiare l'apparecchio senza lasciare antiestetiche impronte. Cavo di alimentazione e valvole sono contenuti in una vaschetta di poliuretano a due compartimenti. Ogni modello può essere fornito nelle tre diverse colorazioni, piuttosto inusuali nella produzione corrente, di rosso bordeaux, nero o bianco. Il telaio è in acciaio saldato, con dei profili perfettamente raccordati, e dà al tatto una bella sensazione di compattezza e solidità. Due bottoncini di silicone sono incollati alla base della griglia di protezione valvole, allo scopo di non rovinare la verniciatura del telaio nel punto di contatto. Il frontale ospita al centro una targhetta con il logo del marchio, ai lati troviamo le classiche manopole presenti nella totalità degli amplificatori integrati, vale a dire quella del volume e della selezione ingressi, che sono tre sbilanciati (RCA) di livello linea.

 



Particolare è la struttura di queste manopole, non le solite lisce ma con i bordi zigrinati per una miglior presa. Una tacchetta indica la posizione di rotazione. Anche le serigrafie sembrano belle robuste e dovrebbero resistere bene a eventuali sfregamenti. Dietro i quattro zoccoli in Teflon per l'alloggiamento dei tubi c'è la calotta nera che nasconde alla vista i due trasformatori d'uscita, rigorosamente toroidali come tutti quelli presenti nella produzione Fezz Audio. Cautelativamente, il produttore ha apposto due piccole etichette adesive in prossimità della parte posteriore, tra fondo e fianchetti laterali, che una volta lacerate fanno decadere la garanzia. Spero non se ne avrà a male il buon Germano se ho dovuto toglierle per accedere all'interno, ma non volevo trascurare la "Visual Inspection", la quale ha rivelato delle cose interessanti. Il lato B, "more solito", ospita il parco connessioni con le sei prese RCA per i tre ingressi linea disposte a sinistra, seguono altrettanti Binding Post per il collegamento dei diffusori, dei multifunzione molto robusti che accettano banane, forcelle e cavo spellato, hanno una copertura in plastica per scongiurare il rischio di eventuali contatti. Ma perché sei e non quattro? Per il semplice motivo che le uscite diffusori sono due per ogni canale, una da 8 e l'altra da 4 Ohm. A destra c'è infine la placca che ospita la vaschetta IEC per il collegamento del cavo di alimentazione e un piccolo vano per il fusibile AC.

 



Per avere accesso all'interno dell'α Lupi bisogna metterlo al rovescio e rimuovere le dodici piccole viti con testa a croce che tengono il pannello inferiore solidale al telaio, nell'operazione si notano i quattro robusti piedini metallici gommati alla base. L'interno mostra essenzialmente quattro elementi, che avallano la semplicità progettuale e costruttiva del Fezz: un trasformatore dedicato all'alimentazione, un induttore impiegato nell'alimentazione (il più piccolo), la quale è di tipo induttivo come in tutti gli amplificatori Fezz, e una sola PCB che ospita tutta la componentistica elettronica. Molto ordinato appare il cablaggio.




CONFIGURAZIONE E CONSIGLI PER L'USO

L'α Lupi è un Push-Pull, costituito perciò da due elementi di potenza nello stadio finale, di cui uno "spinge" e l'altro "tira". Si tratta di una tipologia che va per la maggiore, vista la considerevole potenza che è possibile tirar fuori e il rendimento non basso dovuto al fatto che può tranquillamente lavorare in classe AB. I due tubi finali sono uguali e lavorano in modo alternato, amplificando due segnali che sono perfettamente uguali ma ruotati di 180° uno rispetto all'altro, quindi in controfase. Tali segnali vengono poi sommati nel trasformatore d'uscita, il quale gli rifasa nel primario grazie al fatto che i suoi semi-avvolgimenti sono uno in senso orario e l'altro antiorario. La rotazione di 180° viene ottenuta con uno stadio invertitore di fase che precede quello finale. Rispetto ai Single Ended c'è uno stadio in più, il citato invertitore di fase, che complica un pochino la realizzazione a vantaggio però della potenza d'uscita, che a parità di valvola è maggiore rispetto al SE. Ma andiamo al nostro che, innanzitutto, evita la piccola seccatura della regolazione periodica della corrente di Bias in quanto dotato di Autobias. Le quattro valvole PCL86 impiegate è come se fossero in realtà otto, perché ognuna contiene all'interno del bulbo due dispositivi: un triodo (C) e un pentodo (L), il primo si occupa della sezione di segnale mentre il secondo della sezione di potenza. Per ogni canale possiamo quindi disporre di due triodi e due pentodi. Come sono distribuiti i loro compiti? I due triodi di segnale fanno da valvola preamplificatrice e da splitter/driver per le due finali, mentre la coppia di pentodi funge da dispositivo finale di potenza.

 



Il pentodo è praticamente una EL84, in tutto e per tutto, erogante in questa configurazione dieci Watt su carico di 8 Ohm. Qualcuno si è azzardato a dichiararne dodici in uscita, cosa possibile, ma si tratta anche di non tirare troppo per il collo le finali e sacrificare questi due Watt per una vita più lunga e meno travagliata del tubo. Una certa attenzione va messa nell'innestare le valvole negli zoccoli, soprattutto a non piegare i piedini (che comunque potrebbero essere raddrizzati con una pinzetta). Questi, in quanto immersi direttamente nel vetro, se flessi possono creare delle piccole fratture con conseguenti passaggi di aria all'interno che, nel peggiore dei casi fanno perdere il vuoto alla valvola rendendola inutilizzabile, e nel migliore possono deteriorarne le prestazioni sul lungo periodo. In ogni caso, bisogna evitare ogni forzatura nell'operazione, accertandosi prima che i piedini siano correttamente orientati verso i contatti. Non stiamo usando uno stato solido. Ogni audiofilo dovrebbe sapere che un amplificatore a valvole richiede un periodo di rodaggio iniziale, in modo tale che esso possa raggiungere il suo pieno potenziale sonoro. Ciò è dovuto alla presenza della polarizzazione residua di elementi dielettrici e alla necessaria stabilizzazione dei parametri di lavoro dei tubi a vuoto. Questa avviene mentre si riproduce musica attraverso il sistema audio. Un grado preliminare di "burn-in" dell'amplificatore viene raggiunto dopo circa dieci ore funzionamento in assenza di riproduzione sonora. Le piene capacità si raggiungeranno, stabilizzandosi, in un lasso di tempo che va dalle quaranta alle sessanta ore di riproduzione a livelli di volume moderati. All'inizio è consigliabile evitare brevi periodi di funzionamento, una volta acceso, dovrebbe rimanere operativo per un tempo di almeno quattro, sei ore.


LE MISURE

SETUP

Dummy Load & Differential Front End Lym Audio
Scheda Audio E-MU Creative Professional Pre Tracker USB 2.0
Multimetro digitale PCE UT-61E
Cablaggio di segnale Supra Dual RCA, Labirinti Acustici Fluxus di Potenza

GUADAGNO MEDIO: 19,785 dB (Su 1 e 5 Watt)
In realtà è piuttosto difficile (se non fuorviante) parlare di guadagno "medio", in considerazione della sua variabilità ai vari livelli di potenza, dovuta a fenomeni di compressione. Così, se a 1 Watt risulta di 19,9 dB, a 5 Watt scende leggermente a 19,668 dB, ancor di più a 6,257 Watt e in prossimità del clipping (10 Watt), dove il guadagno si attesta su 15,168 dB.

IMPEDENZA D'INGRESSO (1 - 2 - 3)
Canali Destri: 40675 Ohm
Canali Sinistri: 41197 Ohm

IMPEDENZA D'USCITA
(8 Ohm): 5,43 Ohm
(4 Ohm): 2,74 Ohm

DAMPING FACTOR
(8/4 Ohm): 1,48




Una certa "campana" si evidenzia ai grafici di risposta in frequenza, ma dagli estremi decisamente allargati, soprattutto sul versante delle alte frequenze. Sul canale destro, i 20 kHz si trovano rispetto al centro banda (1000 Hz) sottoslivellati di un irrisorio 0,06 dB, perciò in sostanziale linearità. In maniera del tutto dolce e progressiva, il roll-off sugli alti porta i 30 kHz a -0,25 dB, i 40 kHz a -0,51 dB e i 50 kHz a -0,83 dB. Il punto a -3 dB si raggiunge alla ragguardevole frequenza di 90 kHz. Meno rosea la situazione sul lato basse frequenze, dove si manifesta un digradare un po' più accentuato, anche qui tuttavia manifestantesi in maniera estremamente regolare e progressiva. I 200 Hz si trovano sotto di 0,17 dB, sempre rispetto al centro banda, di 0,33 dB i 100 Hz, mentre scendendo ancora troviamo i 30 Hz a -1,39 dB e i 20 Hz a -2,5 dB. Leggermente meno penalizzato sembra essere il canale sinistro, che ha i 200 Hz a -0,12 dB, i 100 Hz a -0,25 dB, i 30 Hz a -1,20 dB e i 20 Hz a -2,2 dB. La differenza di livello tra i due canali a 1 kHz è di 0,09 dB, valore che aumenta un po' sulle frequenze più basse. Praticamente sovrapponibili le curve relative alle risposte su carico di 8 e 4 Ohm, indice dell'ottimo lavoro svolto dai trasformatori d'uscita, mentre la forbice tra il livello dei due canali, è leggermente più ampia (0,14 dB) su 4 Ohm.



Sin da un primo sguardo alle analisi spettrali, ci si accorge di essere al cospetto di un valvolare Push-Pull. Lo si evince dal sostanziale equilibrio tra la seconda e terza armonica alla potenza d'uscita di 1 Watt, rispettivamente poste a -70,396 dB e -68,795 dB, laddove nei Single Ended si verifica una netta prevalenza della seconda. Per quanto riguarda i tassi distorsivi di THD e IMD, stabilito che il clipping si verifica alla potenza di 10 Watt, sono stati individuati tre livelli test di potenza, a 1 Watt, 5 Watt e 6,257 Watt sui quali eseguire le misure. Al livello di 1 Watt constatiamo una THD dello 0,18%, in perfetta concordanza con la THD+N. La distorsione d'intermodulazione è stata misurata sui tre doppi toni di 13/14 kHz, 19/20 kHz e 250/8000 Hz (SMPTE). A 13/14 kHz si legge lo 0,12%, che diventa lo 0,13% sul doppio tono 19/20 kHz e lo 0,81% alla difficile SMPTE. Nei primi due si nota come gli ordini pari (DFD2) siano decisamente più contenuti dei dispari, come avviene solitamente in questa tipologia di valvolari. Salendo in potenza (5 Watt) si assiste a un sensibile incremento dei tassi, anche se siamo lontani dalla condizione di clipping; ciò può deporre per un basso tasso di controreazione adottato nell'α Lupi. Qui troviamo una THD dello 0,67%, THD+N ancora praticamente appaiata (0,66%) mentre l'equilibrio tra seconda e terza armonica tende a perdersi con il sopravanzare della terza (-60,43 dB contro -47,81 dB). Alle IMD si trovano, rispettivamente, tassi dello 0,56%, 0,63% e 2,98%. Al terzo e ultimo livello di potenza test, 6,257 Watt, la THD arriva all'1% (THD+N 0,98%), con le prime due distorsioni da intermodulazione che rimangono relativamente contenute se raffrontate all'armonica totale: 0,78%, 0,85%. L'impegnativa 250/8000 Hz raggiunge invece il 4,09%, con una MD2 ben inferiore alla MD3: 1,58% contro il 3,75%.



I grafici relativi alla distorsione armonica totale, seconda e terza armonica, consentono di verificare la situazione non su una singola frequenza, ma su tutto l'ambito della banda audio. I livelli di potenza sono i medesimi utilizzati nelle spettrali e questo per avere dei dati omogenei e direttamente confrontabili. Esaminando i grafici, possiamo fare alcune riflessioni. A 1 Watt, come avviene anche ai livelli successivi, seppur in minor misura, si assiste a tassi relativamente elevati sulle basse frequenze, in discesa sino a circa 200 Hz. In questo modo a 20 Hz, a fronte di una THD del 4,19%, la seconda armonica si attesta sul 3,32% e la terza sul 2,28%. A 281 Hz la THD tocca il minimo (0,2%), con la terza un po' maggiore della seconda, situazione che si ribalta dai 447 Hz in poi, dov'è la seconda a prevalere. La salita dei tassi sulle alte è molto progressiva e porta la distorsione armonica totale a essere dello 0,31% a 5050 Hz (seconda 0,26% e terza 0,17%). A 10101 Hz la THD è centrata sullo 0,44%, la seconda sullo 0,4% e la terza su un modesto 0,16%. Andamento simile ai due livelli di potenza superiori (5 Watt e 6,257 Watt), però con un differente andamento della seconda e terza armonica. Quest'ultima decorre praticamente parallela alla THD, costituendone la gran parte, la seconda invece accusa delle oscillazioni: dopo i 120 Hz s'inabissa sino a toccare un minimo dello 0,17% alla frequenza di 315 Hz, in seguito risale progressivamente riavvicinandosi alla THD e terza, sino a incrociarsi con la terza a circa 8000 Hz. Una tendenza simile si apprezza a 6,257 Watt, dove rimane stabile il tasso all'estremo dei 20 Hz, sempre sul 4%, ma la curva appare più regolare in virtù dell'aumento distorsivo che si verifica nelle successive gamme e che riequilibra in qualche modo la situazione. Spostato più in alto (10 kHz) è l'incrocio tra seconda e terza armonica.



Tipicamente da valvolare, se ciò può avere una sua veridicità, appare l'andamento della THD, cioè molto regolare e progressivo. Questo porta a evitare l'insorgenza improvvisa, brusca del clipping, con benefiche ripercussioni anche sull'ascolto. In effetti, il modificarsi del suono, percepito oltre un certo limite come franco degrado, è risultato all'ascolto finemente modulabile con la sola regolazione del volume.


L'ASCOLTO
DIECI PICCOLI MERAVIGLIOSI WATT


L'IMPIANTO

PC Lenovo G50 con software JRiver Media Center
DAC/Scheda Audio E-MU Creative Professional Pre Tracker USB 2.0
CD Player Rotel RCD 1070
Diffusori Canton LE 109 - Aliante Caterham Seven Exclusive - Openitem Cocaine S-40 Improved - Klipsch R-26F
Cablaggio: Kimber - Supra - Labirinti Acustici

Gli eventuali commenti sulla potenza erogata da quest'integrato sono prevedibili con esattezza in base alla filosofia di chi li fa. Chi reputa che anche in un comune ambiente domestico siano necessarie valanghe di Watt, tratterà l'α Lupi con sufficienza se non con irrisione. Sorvolerà ovviamente sulle sue doti soniche, ritenendole probabilmente un parametro di secondo piano, ed effettivamente lo è se nelle desiderata c'è quella di produrre pressioni da concerto Heavy Metal, oppure dei bassi che colpiscono allo stomaco. L'audiofilo più possibilista (e anche più maturo) esprimerà invece una diversa valutazione, curando innanzitutto con attenzione l'abbinamento con i diffusori. È bene dire subito che nel nostro caso un sistema da almeno 90 dB di sensibilità sarà perfetto per sonorizzare adeguatamente il nostro salotto. Ma anche questa è una regola non stringente, dalla quale è possibile derogare in base non solo alla musica che ascoltiamo, ma anche alle nostre abitudini e pure al livello di sopportazione dei nostri vicini. Oltre ai diffusori che possiedo, non dei campioni di alta sensibilità, grazie alla gentilezza di un disponibile amico ho avuto in casa per il tempo della prova d'ascolto una coppia di diffusori molto sensibili, i Klipsch R-26F, accreditati di ben 97 dB/2,83 V/ 1 m, con il quale i "miseri" 10 Watt del Fezz sono risultati anche troppi. L'ho usato soprattutto per ascoltare i generi più movimentati ed energetici, ottenendo risultati sorprendenti: l'integratino ha sfoderato una grinta, un suono teso e potente come una corda di violino, mai dinamicamente seduto e avaro di decibel.

Nella vita, si sa, tutto è relativo. Una prima considerazione scaturisce proprio dall'ascolto dell'album compilation Heavy Metal Kings, oltremodo elettrizzante. Runnin' Whit the Devil dei Van Halen è colmo di grinta, pulito e articolato il basso, con una rappresentazione che è agli antipodi di quelle che vengono paradigmaticamente definite come le mollezze dei valvolari, riconoscibili in una gamma medio bassa un po' gonfia e non esattamente sotto controllo. O ancora dispensatori di quel suono mieloso, lento, che in questo caso farebbe più male che bene per la riproduzione di un genere che è energia pura. Ma con l'α Lupi nulla di tutto ciò avviene. Il suono è dinamico e insieme molto naturale, scattanti i transienti; è qualche amplificatore a stato solido che, magari, farebbe brutta figura nel raffronto con il Fezz su questi parametri (e non solo). Mi godo un trittico che negli ultimi tempi mi ha molto affascinato, Liberetto I-II-III di Lars Danielsson, dove ritrovo atmosfere rilassanti e musicalmente molto più appaganti delle precedenti, almeno per me. Qui prevale una rappresentazione dalla superba trasparenza, dalla genuinità disarmante, che si traduce in un affrancamento da ogni tipo di vincolo. Una tale cifra sonica non è raggiunta con alcun "effetto speciale", anzi è il risultato della sottrazione di ogni elemento che in qualche modo potrebbe contaminare una corretta riproduzione. Qualcuno ha detto che la verità è semplice e in questo senso l'α Lupi dimostra una dote davvero inestimabile: suonare la musica nel modo più snello, asciutto ma soprattutto più completo possibile. Nella sua filosofia, la ricchezza si raggiunge non aggiungendo nulla a quanto presente nella registrazione ma consentendo ai dettagli più fini di emergere liberi.

Le sfumature e i colori sono importanti perché rappresentano l'essenza stessa della musica. A volte nelle recensioni c'è la tendenza a settorializzare le nostre percezioni, dicendo che la gamma bassa è in un certo modo, la media in un altro e la alta in un altro ancora. È un vezzo che potrebbe ingenerare l'impressione di smembramento anatomico di un qualcosa che va considerato nella sua interezza. Fremo nel pensare cosa potrebbe venir fuori con il pianoforte, non resisto oltre e l'ascolto dalle mani di un interprete di altissimo livello, Francesco Libetta, impareggiabile virtuoso che il grande documentarista Bruno Monsaingeon ha voluto immortalare nella registrazione del suo recital a La Roque d'Anthéron. Emblematico era il titolo di questo film musicale del 2003: "Francesco Libetta, il pianoforte dell'impossibile". Lo sento nella doppia veste di accompagnatore del rapper Mad Dopa e nelle sublimi ricercatezze coloristiche di "Giovanni Sgambati - Complete Piano Works", etichetta Tactus, dove suona con il bravo collega napoletano Francesco Caramiello. Percepisco un pianoforte dalla limpidezza assoluta, come massimo è il rispetto che il Fezz dimostra per il timbro di questo strumento, un vero "must" dove parecchie altre amplificazioni che ho conosciuto tendono ad accusare degli scompensi, talvolta delle opacità, che tolgono respiro alla riproduzione. Ma l'α Lupi non ha mai il fiato corto, mostrando in ogni occasione un insospettabile "swing" dinamico e una grande coerenza timbrica, nell'ambito dei suoi dieci, meravigliosi Watt.

Con umiltà, non invade il campo con interpretazioni personali ma si limita semplicemente a porgere un segnale musicale che si riconosce della massima purezza, questo è quanto emerge pure nell'album Buxtehude - Complete Organ Music - Organista Simone Stella. È una musica che eleva verso altezze estreme, una sorta di "climbing" spirituale che porta a vedere ogni cosa dall'alto e insieme dall'interno. Il nostro integrato si fa latore di emozioni agevolate dall'assoluta mancanza di artificiosità nella riproduzione, come se si fosse squarciato quel velo che ci separa dall'essenza più intima dello strumento, che così può risaltare con la sua vera individualità. Dieci Watt che sembrano essere sufficienti anche per le mie Canton LE 109 (87 dB/2,83 V/1 m), che con lui riescono a esprimersi a volumi che vanno oltre il condominiale, frangente diverso con i bookshelf, che costringono a pronunciate rotazioni della manopola del volume. Se ci si accontenta di volumi non elevati, può andar bene anche con loro, ma siamo al limite poiché in programmi dalla gamma dinamica elevata si può facilmente incorrere in indesiderabili fenomeni di saturazione nei picchi. È avvenuto ascoltando il CD "Brahms - Lieder & Liebeslieder Waltzes", una bella registrazione fatta al Festival di Verbier dove le impennate vocali dei cantanti mettevano alla corda l'ampli. A un certo punto ha espresso la sua disapprovazione perdendo lucidità e iniziando a comprimere e impastare. Ma è una situazione limite, che vi descrivo giusto per rimarcare con quali sistemi è preferibile non abbinare il Fezz. Lo stesso album, ascoltato con le Klipsch R-26F, suonava alla grande, svincolato da qualsiasi limitazione, con la manopola del volume che non è mai andata oltre la metà corsa.

Due parole meritano il comportamento delle basse frequenze, veloci e chiare anche se non mi hanno dato l'impressione di una grande profondità ed estensione. Questo dato è però emerso solo in occasioni isolate, come il citato disco organistico e qualche CD "cattivo" come "Crash Test", del genere Hip-hop/Rap, pieno di effetti speciali, oppure in "Aion" dei Dead Can Dance. Un album che per qualche tempo ha furoreggiato in sedute d'ascolto del tipo riunioni segrete del Ku Klux Klan, per'altro molto ben inciso e con dei bassi da far letteralmente sobbalzare dalla poltrona, come nel bellissimo Saltarello. Passo al barocco con l'ottimo ensemble strumentale "Il Rossignolo" (ho conosciuto e intervistato il maestro Ottaviano Tenerani, direttore e clavicembalista del gruppo, in occasione dell'ultima edizione dell'Amiata Piano Festival). Il CD è "Telemann - Virtuoso" e va letteralmente a nozze con α Lupi. Il palcoscenico tridimensionale è largo e abbastanza profondo, si coglie agevolmente la separazione spaziale degli strumenti, insieme alla loro collocazione nello spazio. Una scena che per'altro si manifesta molto stabile nella godibilissima "Rossini-Respighi - La Boutique Fantasque", interpretata dall'Orchestra Sinfonica del Teatro Massimo di Palermo diretta da Marzio Conti. Vivace, spumeggiante e molto divertente, è un'opera che consiglio a tutti di ascoltare. Molto bello il mediobasso della voce di Fabrizio De Andrè nell'album "In Direzione Ostinata e Contraria Vol. 2", rimane ben intellegibile senza andare mai a disturbare la regione media e alta.

Una gamma alta che è pura seta per le nostre orecchie, sempre ariosa, finissima e dalla grana impalpabile. Come turgido appare il violoncello di Misha Maisky in "Adagietto", ricco di armonici e vestito di una splendida musicalità, la quale si fa ammirare proprio in virtù dell'estremo garbo, grazia e naturalezza con cui questo piccolo integrato è in grado di trattare la materia musicale. Il Fezz Audio α Lupi difficilmente sbaglia un colpo, mai accusa una svista ma va dritto al cuore della personalità di ogni strumento e voce. Un valvolare davvero poco "valvolare", un toccasana in tempi così freneticamente tecnologici che riporta i canoni dell'ascolto sul confortante binario dell'onestà e genuinità.

Ringrazio Germano Ricci per avermi messo a disposizione un esemplare di Fezz Audio α Lupi per una recensione!


Alfredo Di Pietro

Settembre 2018


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