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giovedì 18 aprile 2024 ..:: Una giornata con Giovanni D'Esposito ::..   Login
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 Una giornata con Giovanni D'Esposito Riduci

 

 

INTRO

La genesi di quest'ennesima giornata musicale è complessa, non il solito appuntamento deciso lì per lì dopo una telefonata, ma a monte un carteggio telematico discretamente lungo, anche impacciato da dei ripensamenti, vista la notevole distanza che separa me e Giovanni D'Esposito. Alla fine l'inevitabile decisione, dettata dal desiderio di conoscere un audiofilo partenopeo così simpatico e "iperattivo", il tutto condito con la voglia di avere un incontro ravvicinato con una terza coppia di Chimaera, dopo aver già ascoltato quella personale del progettista Gianpiero Majandi e l'altra di Angelo Serafini. Decisivo è stato il mio soggiorno in Puglia nel giugno di quest'anno, così è stato quasi istintivo salire su un pullman e ritrovarsi meno di due ore dopo a Napoli, destinazione finale il quartiere Vomero, caratteristico aggregato collinare con i suoi ripidi saliscendi.
L'esordio di Giovanni nel campo dell'alta fedeltà si presenta all'insegna della curiosità, del desiderio di conoscere che, come una potente molla, l’ha portato nel tempo a sperimentare diverse soluzioni. La libertà di muoversi nell'ambito di diverse filosofie è uno dei fattori che evitano il rischio di cadere nella temibile "fossilizzazione" audiofila. Variare lo sguardo è il rimedio più efficace contro la monotonia, aiuta ad apprezzare quanto di buono c'è in ogni cosa, possibilmente senza cadere in preconcetti e assolutismi. La partigianeria poi lasciamola a certi operatori che si travestono da salvatori dell'Hi Fi, mentre in realtà altra mira non hanno che quella di sbolognare i loro prodotti.

L'avventura audiofila di Giovanni inizia all'età di quattordici anni, quando bazzicava e faceva commissioni da garzone per il negozio di alta fedeltà Sorrento Vip di Patrizio Florio, poi diventato Victoria British Sound. Era l'epoca dei primi amplificatori Rotel da 20 Watt, delle Monitor Audio Studio 20, dei lettori CD Proceed, dei diffusori Celestion Ditton e Boston, Chario, ESB, delle elettroniche Sugden, Musical Fidelity. Dopo svariate esperienze assemblò il suo primo impianto con un preamplificatore e finale di potenza Synthesis Art In Music, il primo posseduto in configurazione Push-Pull con le EL34, diffusori Klipsch La Scala Professional, CD Player Denon. Ricordi che si affastellano nella sua mente, svelano un percorso da appassionato mobilissimo e vissuto con intensità. Il nostro amico non ha mai abbandonato la vena di ricercatore, anche oggi che possiede un impianto ai vertici non smette mai di limare il suono, come un instancabile fabbro. Talvolta getta la lima per brandire un pesante maglio, utensile adatto a rivoluzionare il suono dalle radici. A un certo punto Giovanni decide di fare il grande salto nell'High End, non quella di "etichetta" ma quella sostanziale, che svincola dalla maggior parte delle limitazioni, talvolta severe, di un normale impianto domestico "middle class". Si crea così un asse Lombardia-Campania molto proficuo, dall'altra parte del filo c'è Gianpiero Majandi, un egregio professionista che si muove nel campo dell'acustica ed elettroacustica, appassionatissimo di Hi Fi e inesauribile ricercatore di nuove soluzioni. Sua è l'idea dell'Active Reflex, un sistema geniale che risolve molti dei "lack" in gamma bassa che hanno diversi sistemi "Home".

Tra Giovanni e Gianpiero nasce subito una collaborazione sul campo, corroborata da una sincera amicizia accesa non solo dalla grande passione condivisa per la riproduzione audio di alto livello, ma anche da alcuni tratti caratteriali che li accomunano: l'incessante voglia di fare, sperimentare nuove soluzioni, lavorare al tornio ogni tratto sonoro dell'impianto sino a rasentare la perfezione, anche a costo di battere strade sconosciute e per questo ricche di potenziali insidie. L'articolo che state leggendo non può quindi che fissare un'istantanea della situazione nel momento in cui è avvenuto l'ascolto: quella splendida giornata di fine giugno vissuta ascoltando musica in un'assolata e vivissima Napoli. L'impianto di Giovanni è un laboratorio viaggiante, in continua evoluzione, come un treno in corsa verso una destinazione che ancora non si conosce ma che è riconoscibilissima nelle aspettative del viaggiatore.


UN SETUP ALL'INSEGNA DEL PROFESSIONALE DI VALORE


L'impianto di Giovanni è uno di quelli complicati. Si apre una schermata sul monitor del PC, tipo CAD, che ne indica il percorso a blocchi funzionali, mi sarebbe piaciuto farvela vedere ma è "top secret" e non deve capitare a tiro di occhi indiscreti... Gli apparecchi che lo costituiscono sono, in cascata, PC-Music Server Custom di Roberto Vagli, lettore DVD Video/SACD Philips DVD 963SA, convertitore D/A "Software based" Krell Studio, preamplificatore Krell KBL. Quattro sono le elettroniche utilizzate per la multiamplificazione: due Proceed Amp2 per le vie medio-alte, un MC2 Audio T1500 sul medio-basso e un MC2 Audio T2000 per le basse frequenze, roba seria, indistruttibile e ottimamente suonante, come da "Pro" di elevatissimo pregio. Arriviamo così allo Speaker Manager, che è un ragguardevole Biamp Nexia SP. Eccoci infine giunti all'anello finale della catena, due imponenti Chimaera poste agli angoli di un locale d'ascolto non grandissimo ma, come deve stare a cuore a ogni audiofilo che si rispetti, assolutamente non trascurato nell'ottimizzazione acustica. Il trattamento si avvale di pannelli assorbenti Rockfon messi con giudizio. Punto d'ascolto ideale è la seduta su un comodo divano, vicino alla porta d'ingresso. Vale la pena spendere qualche parola su questo potente Speaker Manager. Al suo interno, mi spiega Majandi, adopera un processore molto evoluto, da uso professionale intensivo, avente circa 20 volte la potenza di calcolo di un Behringer. Per avere un'idea del livello in cui ci muoviamo, dobbiamo fare riferimento al prezzo di vendita il quale, a distanza di dodici anni della comparsa sul mercato, supera di dieci volte quello di un Behringer. Il Biamp Nexia SP è stato venduto in diecine di migliaia di pezzi, un autentico "must" per le installazioni fisse di qualità. La sua natura squisitamente professionale è ravvisabile non solo dall'estetica scarna, ma anche dall'esame visivo del lato "B". Posteriormente ci sono dei connettori sfilabili a vite, un oggetto che quindi nasce per essere montato su armadio rack fisso.

 

PC-Music Server Custom di Roberto Vagli

Lettore DVD Video/SACD Philips DVD 963S

Convertitore D/A "Software based" Krell Studio

Preamplificatore Krell KBL

MC2 Audio T1500 e MC2 Audio T2000

Proceed Amp2 e Speaker Manager Biamp Nexia SP

 

Qui trovate elencate le principali specifiche tecniche delle amplificazioni e dello Speaker Manager.


Finale di potenza Dual Mono Proceed Amp 2:

Potenza d'uscita: 150 Watt per canale su 8 Ω / 250 Watt per canale su 4 Ω
Distorsione Armonica Totale: entro lo 0,1%
Risposta in frequenza: entro 0,1 dB da 20 Hz a 20 kHz
Rapporto Segnale/Rumore: migliore di –80 dB (riferito a 1 W)


Finale di potenza stereofonico MC2 Audio T1500

Potenza d'uscita: 8 Ohm 575 W / 4 Ohm 1025 W / 2 Ohm 1750 W (per canale)
Distorsione Armonica Totale: (a 1dB sotto la potenza massima): 1kHz < 0.008% - 20Hz - 20kHz < 0.03%
Risposta in frequenza: da 20 Hz a 20 kHz (+ 0/- 0,5 dB)
Rapporto Segnale/Rumore: migliore di 105 dB tra 22 Hz e 22 kHz


Finale di potenza stereofonico MC2 Audio T2000

Potenza d'uscita: 8 Ohm 625 W / 4 Ohm 1150 W / 2 Ohm 2100 W (per canale)
Distorsione Armonica Totale: (a 1dB sotto la potenza massima): 1kHz < 0.008% - 20Hz - 20kHz < 0.03%
Risposta in frequenza: da 20 Hz a 20 kHz (+ 0/- 0,5 dB)
Rapporto Segnale/Rumore: migliore di 106 dB tra 22 Hz e 22 kHz


Speaker Manager Biamp Nexia SP

Risposta in frequenza: da 20 Hz a 20 kHz (a +4 dBu) +0/-0,4 dB
THD+N: da 20Hz a 20kHz (a+4 dBu): < 0.007%
Range dinamico: da 20Hz a 20kHz (0dB): > 105dB


LA GENIALATA DELL'ACTIVE REFLEX


Gian Piero Matarazzo, in un'intervista tempo fa concessa alla rivista AV Magazine, mette a fuoco i concetti fondamentali di questo sistema, la cui idea primitiva si deve al genio di Richard H. Small, mica a quella di qualche cantinaro mitomane. L'intuizione di base consiste nel pilotare un altoparlante dotato di un filtro che ha la risposta di un woofer nel Bass-Reflex e l’altro con la risposta assimilabile a quella di un condotto di accordo. Così è possibile ottenere una somma di emissioni che emula perfettamente quella di un Bass-Reflex tradizionale. Ecco spiegata la funzione dei due 15" equipaggiati nelle Chimaera. Ma perché allora non adottare semplicemente un carico Bass-Reflex tradizionale? Perché con l'Active Reflex il volume di lavoro può essere estremamente ridotto, così da migliorare in modo deciso l’escursione e la tenuta in potenza. Muovendosi in ambito elettronico, Matarazzo ha notato che molti vincoli e limiti connessi alla meccanica del sistema potevano essere largamente superati e stravolti fino a ottenere accordi quasi impossibili per un normale Bass-Reflex, come lo smorzamento variabile, gli accordi a doppia pendenza, sino a consentire addirittura funzioni di trasferimento di ordine inferiore. Con questo tipo di costruzione, estremamente compatta, si possono attuare svariate tecniche di smorzamento delle risonanze e delle colorazioni interne al box, così come si può pensare a una multiamplificazione interna molto sofisticata, sia come assegnazione del segnale elettrico che come controllo della potenza e dell’escursione. Quest'ultima asserzione, da fantascienza, diviene realtà proprio grazie all'ultima "release" dell'Active Reflex, implementata nella più recente versione delle Chimaera.


LE CHIMAERA, LABORATORIO ELETTROACUSTICO VIAGGIANTE


Nel momento in cui stilo queste note, l'impianto di Giovanni è già un "altro", ora evolutosi in una configurazione diversa e tesa a correggere una piccola "defaillance" che ho percepito in gamma media durante gli ascolti, oltre a una "piccola" rivoluzione che riguarda i diffusori. Conosco le modifiche, ma non posso raccontarvene il risultato perché, come dicevo, quest’articolo fotografa la situazione al 28 ‎giugno ‎2016, data precisa della mia visita all'amico Giovanni. Non mancherà comunque l'occasione di assaggiarlo in questa sua ultima release, fissando le impressioni in uno scritto a venire. Gli altoparlanti montati sulle Chimaera del nostro amico sono una coppia di woofer derivati dal modello Faital Pro 15XL1400, non di serie quindi ma pesantemente modificati rispetto all'originale. Il 15XL1400 è un bestione da 15" del peso di quasi 12 Kg, potenza nominale 1400 Watt e massima sopportabile di 2800 Watt per una sensibilità di 96 dB/W/m.

 

Il medio è invece un B&C DCM50 a compressione, rigorosamente di serie, con la membrana a cono in carta/composito caricata da un equalizzatore di fase tipo i vecchi "Tangerine", molto grande perché, di fatto, è un 5". Sbocca in una classica gola da 2", ha il magnete in Neodimio e vanta un'estesa banda passante, da 400 Hz a 10 kHz, con una sensibilità di 108,5 dB/SPL/w/m. È un driver molto morbido che il progettista ha alleggerito leggermente nel livello di pressione all'incrocio. Un driver quindi gestito in modo conservativo, tagliato in alto a 4 kHz nella configurazione che ho ascoltato. Terzo altoparlante un tweeter in sintetico "custom" fatto da Faital Pro, con un trombino corto e dritto che ha da poco rimpiazzato la precedente unità Fostex. Si tratta di un componente che arriva sino a 25 kHz senza il minimo problema. Il montaggio del tweeter, a differenza delle vecchie Chimaera, è coassiale alla tromba del medio affinché questo possa trovarsi a un'altezza non eccessiva e tale da non spostare la scena troppo in alto, relativamente a una posizione d'ascolto media. Sono state perciò costruite due piastre di supporto sulle quali montare il driver.


L'ACTIVE REFLEX DEL FUTURO


A distanza di cinque anni dalla presentazione delle Chimaera, avvenuta al Top Audio 2011, una succosa novità riguarda la loro prossima release, ormai alle porte. Le nuove saranno equipaggiate con un’amplificazione interna definitiva Powersoft, per un totale di ben 8 kW a cassa! Ma la particolarità più interessante è quella del collegamento mediante un protocollo DANTE (Digital Audio Network Through Ethernet), direttamente dal PC. Per i più curiosi, si tratta di una combinazione di protocolli software, hardware e di rete in grado di gestire audio digitale non compresso multicanale, a bassa latenza su una rete Ethernet standard, utilizzando dei pacchetti IP di tipo "Layer 3". Altro che quegli accrocchi in cui capita talvolta d'imbattersi in rete... Questa tecnologia offre diversi vantaggi rispetto alla distribuzione audio analogica tradizionale. Purtroppo l'audio trasmesso su cavi analogici può essere influenzato negativamente dalla degradazione del segnale a causa d'interferenze elettromagnetiche, dall'attenuazione ad alta frequenza e la caduta di tensione su cavi lunghi. Grazie alla tecnologia "multiplexing" digitale implementata nel DANTE, i requisiti di cablaggio per la distribuzione audio digitale sono quasi sempre ridotti rispetto all'audio analogico. Nelle nuove Majandi Chimaera troveremo quindi solo un cavo Ethernet Categoria 6 per la trasmissione della rete Gigabit (oltre a quello di alimentazione) che va alle casse, portando i comandi e gli indirizzi agli amplificatori.

Il DSP interno è integrato nell'amplificatore e in tutta la sua sensoristica, svolgendo gli ulteriori processi. Si riescono in questo modo a controllare in tempo reale tensioni, correnti, con opportuni calcoli addirittura controllare la temperatura delle bobine mobili. Ogni impostazione è ovviamente regolabile tramite PC. Volendo, si può disporre di undici filtri di tipo "Pass" utilizzabili in diretta, con il risultato di un diffusore a rotazione di fase nulla (grazie ai filtri FIR) per quattro vie attive. Si lavora a 96 kHz/32 bit in processamento del segnale che è "Full Digital" dall'inizio alla fine, non diventando mai analogico se non nello stadio d'uscita del finale. Non ci sono passaggi né conversioni singole né tantomeno doppie sul cammino, per la massima purezza di trattamento del segnale. L'amplificatore interno Powersoft non lavora in PCM ma in "Bitstreaming", "ragiona" praticamente come se fosse un DSD, rimanendo digitale sino alla rete di Zobel in uscita. Tanto di cappello a una soluzione che fa dell'estrema pulizia, bassissima distorsione ed eccezionale potenza il suo cavallo di battaglia. A Giovanni D'Esposito il merito di aver voluto implementare questa nuova soluzione, primo in assoluto, sul suo impianto. Va da sé che la mia visita al suo nuovo impianto diventa quasi obbligatoria!


CHIMAERA: LA "TERZA VIA"
L'ASCOLTO


BRANI ASCOLTATI

Dead Can Dance - Saltarello
Standard Trio - Standards in Norway - Tokyo '96
Billy Cobham: Total Eclipse - Drum 'n' Voice Vol. 2
Johann Sebastian Bach - Flute Sonata in E major BWV 1035 - Partita in A Minor for Flute BWV 1013
Sony SACD Demonstration Disc
Franz Liszt - Mephisto Waltz N° 1 S. 514
Gary Karr - Super Double-Bass
Burmester Demo CD Audiophile
Radka Toneff - The Moon Is a Harsh Mistress
Johannes Brahms - Allegro energico e passionato dalla sinfonia N° 4 in mi minore
Ludwig van Beethoven: Sonata per violino e pianoforte Op. 24 "La primavera" - Quartetto per archi N° 16 in Fa Maggiore Op. 135
Weather Report - Nubian Sundance
Gustav Mahler: "The Drunkard in Spring" - Das Lied von der Erde. "Urlicht" - Des Knaben Wunderhorn
Johannes Brahms - Piano Sonata N°3 in Fa Minore
Anton Bruckner - Sinfonia N° 0 in re minore "Die Nullte" - Sinfonia N° 1 in Do Minore - Sinfonia N° 9 in re Minore (SACD)
Hector Berlioz - Sinfonia Fantastica Op. 14
Jeff Beck - Jeff Beck Live
Eiji Oue Minnesota Orchestra - Stravinsky (HDCD)
Pëtr Il'ič Čajkovskij - Ouverture 1812

Cosa c'è di meglio di una giornata passata ad ascoltare musica, a tu per tu con un impianto eccellente, approfittando della proverbiale ospitalità dei partenopei, tanto più quando si è comodamente seduti su un divano e si possono gestire le librerie musicali tramite un pratico Tablet, a misura di pantofolaio, in veste di controller? La lunga sessione d'ascolto è stata divisa in due parti, mattina e pomeriggio, intervallate da un ottimo pranzo a base di pizza Margherita (ma perché solo a Napoli la fanno così buona?) e fritto misto, il delizioso "Cuoppo" alla napoletana, preparato a regola d'arte da una friggitoria del Vomero. Mi sono quindi permesso una seduta d'ascolto alla "Alfredo Di Pietro", senza cioè trascurare alcun genere musicale, almeno tra i più rappresentativi.

C'è da balzare sulla sedia ad ascoltare l'attacco del Saltarello dei Dead Can Dance. Percussioni fulminee, smorzatissime e dal grande impatto dinamico, e non solo nella "facile" regione del mediobasso. Tali caratteristiche percolano sino ai bassi più profondi che è possibile ascoltare in questo sistema. Non ho fatto misure ma credo che i 25 Hz siano li, flat o quasi, a portata di orecchio. Il pianoforte di Keith Jarrett è luminoso in Standards in Norway e Tokyo '96, appena assottigliato nel corpo ma vivo come non mai, dotato di uno scatto da centometrista sui transienti, mai in affanno e offerti con una dinamica esaltante. Voglio farmi entrare ancora un po' d'adrenalina in corpo, scelgo il percussionismo potente, quasi devastante, di Billy Cobham in Total Eclipse e Drum 'n' Voice Vol. 2. L'ascolto è travolgente anche se non si esagera troppo con il volume, non è strettamente necessario perché queste Chimaera riescono a dare il meglio anche a bassi e medi livelli, come un elettrostatico di razza. Ma è davvero confortante costatare come questi sistemi, anche se si decide di esagerare con la manetta, conservino tutta la loro lucidità, laddove altri diffusori "Home" tendono a "sbiellare", scomporsi perdendo definizione e controllo, prima di collassare nell'appiattimento dinamico più totale. Le Chimaera emergono come elettroacustiche dalle grandi potenzialità timbriche e dinamiche, forse anche eccessive per le esigenze condominiali e la cubatura non enorme della sala d'ascolto di Giovanni. Ma sono riflessioni strettamente personali.

Rimane il fatto che questi diffusori possono dare il meglio ai bassi come agli alti livelli, senza scombussolarsi mai. In fondo perché privarsi di un ambito operativo così vasto? Dalla Fusion più violenta alla preziosità della musica di Johann Sebastian Bach nella Sonata in mi maggiore BWV 1035; la distanza, artisticamente parlando, è enorme, nulla invece quella tecnica delle nostre Chimaera nel trascolorare in generi musicali così diversi. Si fa fatica a credere come un diffusore talmente esplosivo nei generi pesanti possa affrontare con tanta delicatezza, ricchezza di nuance ed equilibrio tonale la musica barocca per piccoli ensemble, flauto e basso continuo in questo caso. Posso esprimere un primo parziale verdetto su questi sorprendenti diffusori: leggero effetto "loudness", con gli estremi gamma molto ben presenti e delle medie frequenze non propriamente da monitor, che allontano un po' la scena verso il fondo. Se ne avvantaggia sicuramente la profondità focale ma non la presenza. Ecco, è come se mancasse un po' di "ciccia" alle medie, come se le voci e gli strumenti non avessero la giusta matericità. Chiariamo però subito una cosa: si tratta di un'impostazione deliberatamente cercata dal progettista, il quale ha voluto prendere delle precauzioni affinché il driver non assumesse toni troppo protagonistici, cosa che in realtà non avviene mai proprio per le sue caratteristiche, perché non ha una membrana metallica ed è distante anni luce dalla sia pur minima traccia di metallicità.

Nel momento in cui scrivo la situazione è stata debitamente corretta, lo dicevo no che le Chimaera sono un laboratorio viaggiante dove, a differenza dei sistemi pronti per l'uso, ogni parametro è settabile con la massima precisione, occorre solo orecchio e perizia per farlo. Ma anche così possono piacere. Quella leggera carenza nel "middle ground", quella morigeratezza del medio corrisponde a una distorsione estremamente bassa a qualsiasi livello di emissione. Il timbro delle medie è davvero adorabile, sempre molto dolce e per nulla aggressivo. Il funambolico Mephisto Waltz N° 1 S. 514 di Franz Liszt mi dà l'occasione per appurare la straordinaria coerenza timbrica di questo sistema, sensibilmente superiore alle altre due coppie di Chimaera precedentemente ascoltate. Nessun riconoscibile (e fastidioso) scalino si avverte nel corso della riproduzione, non ci troviamo di fronte a una scala ma a una regolarissima rampa liscia, dai bassi più imi sino ai sovracuti. L'amalgama con il range inferiore è perfetta, comparto che ho trovato più rotondo, godibile e corretto rispetto a quello, per esempio, della coppia di Angelo Serafini. Proseguo l'ascolto con Gary Karr in Super Double-Bass, una registrazione che conferma tutte le qualità sinora apprezzate. Posso ora sbizzarrirmi con l'orchestra sinfonica, non dopo però essermi immerso nella magia sonora di Nubian Sundance dei Weather Report. Abbandono il ferreo senso del ritmo, l'esaltante timing conseguito dalla potenza e precisione assoluta del basso, per abbandonarmi all'estasi sinfonica elargita da Gustav Mahler nei cicli liederistici di Das Lied von der Erde e Des Knaben Wunderhorn.

Un vero buongustaio il nostro Giovanni! Colto, raffinato ed eclettico quanto basta per sbugiardare quella trita immagine che vedrebbe l'audiofilo medio alle prese con i soliti tre o quattro CD "Audiophile", ignorante di musica come una capra... Come terminare questa bellissima audizione se non sottolineando ancora una volta il comportamento generale molto coerente di queste Chimaera, praticamente dei monovia con gli estremi gamma tuttavia ben in linea, una sezione bassi "da guerra", eppure timbricamente molto bella, esteso sino agli inferi ma al contempo controllata, articolatissimo, mai asettico ma rotonda e godibile.
Miracoli possibili grazie a due driver eccellenti da 15" che funzionano secondo la tecnologia Active Reflex?

Non posso metterci la firma ma ho fondatissime ragioni per crederlo...

Alfredo Di Pietro

Agosto 2016


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