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 Un pomeriggio alla Import Audio Riduci

 

Dario Dragoni

  

I pomeriggi musicali nascono diversi anni fa. Era il 2007 quando fui invitato dall'amico Angelo Jasparro per ascoltare il suo impianto, alcune ore trascorse tra chiacchiere e musica che suscitarono in me alcune importanti riflessioni. Da quelle considerazioni ho tratto spunto per tutto ciò che oggi si può leggere sul mio sito. Oggi posso dire con certezza, ferma restando l'antecedente volontà di lasciare testimonianza delle mie esperienze, che il corpus di scritti seguito nel tempo trae alimento da diversi ingredienti contenuti in quegli incontri.

Due persone accomunate dalla stessa passione, la curiosità di conoscere il percorso di un audiofilo, come e perché sia giunto a determinate soluzioni, le sue desiderata per il futuro, eventuali sviluppi e upgrade, dubbi, vittorie e sconfitte. Tutto un mondo di volta in volta da scoprire la cui conoscenza ha fatto da stimolo al desiderio di approfondire, entrare nei meandri di questo misterioso pianeta che è la riproduzione audio.

Esiste un elemento fondamentale, una sorta di "convitato di pietra", una cartina al tornasole che non lascia spazio a perplessità o dubbi sul giusto approccio all'alta fedeltà: l'amore per la musica. Senza di questa, lo sforzo di assemblare una buona catena riproduttiva può facilmente risolversi in un'ostentazione di potenza, anche economica, se non di un esibizionismo fine a se stesso. Dal lato opposto c'è l'indifferenza a quei mezzi tecnologici che Glenn Gould definì non un "qualcosa di neutro, come una sorta di voyer passivo" ma in possesso di una "capacità di scorticamento, d'analisi e forse soprattutto d'idealizzare un'impressione data che devono essere sfruttate". "Ho fede nella "intrusione della tecnologia giacché, per essenza, essa intrusione impone all'arte una dimensione morale che trascende l'idea d'arte stessa" diceva acutamente il grande pianista canadese.

E' lecito a questo punto prendere le distanze tra questi due eccessi, quello di una tecnologia fine a se stessa e l'indifferenza a essa in nome della sola musica. Ma è soprattutto il primo a essere deleterio, portando al fatidico dilemma: La passione per l'alta fedeltà può essere davvero feconda senza l'amore per la musica? La mia risposta è un netto "no", senza se e senza ma. La seconda deve alimentare la prima se non vogliamo assistere a fenomeni "dissociativi" che non portano a nulla di buono, tipo l'insorgenza di guru spesso autonominatisi, dalla sguardo fortemente settoriale. In questi casi è buona regola diffidare da comportamenti manichei, da chi mette uno spartiacque tra ciò che è buono e ciò che non lo è, aprioristicamente e senza considerare l'impegno profuso dal progettista per sfruttare al meglio una determinata filosofia progettuale.

E' legittimo pensare che dietro tali comportamenti spesso esista la volontà di "guidare" gli acquisti verso un certo prodotto, detto più terra terra di fare cassa aiutandosi con degli spot pubblicitari mimetizzati da rivelazioni epocali. Ma esiste un criterio secondo me infallibile per smascherare questi talebani pelosi dell'audio. Ogni tipologia progettuale porta necessariamente con se dei pro e dei contro e i tizi di cui sopra stanno ben attenti a esaltare i primi trascurando del tutto i secondi.

Lasciamo perdere i Forum di discussione, sovente ricettacolo di sedicenti esperti che si mischiano a provocatori sempre pronti a menare le mani, non mancano i cosiddetti incappucciati che, sotto mentite spoglie, altro obiettivo non hanno se non quello d'imbonire l'eventuale cliente a un certo acquisto. Il risultato di tali frequentazioni conduce l'appassionato vero, colui cioè che nutre un sano sentimento verso la musica e i mezzi di riproduzione audio, al disorientamento più totale.

Esiste per fortuna un'altra categoria di persone, autentici appassionati fondamentalmente onesti che hanno cercato e trovato l'equilibrio tenendosi alla larga da comportamenti estremi. Anche loro sono infallibilmente riconoscibili per l'approccio misurato, sempre possibilista, dai giudizi mai "tranchant". In questo scenario la presenza degli operatori viene spesso vista con sospetto. Ma chi può affermare che un operatore, una persona che vive quindi del suo mestiere, non possa essere al tempo stesso un sincero entusiasta?

Anche qui i criteri di riconoscimento sono limpidi come acqua di sorgente: egli non denigra nessuno, non si sente depositario del Verbo, ma piuttosto persuade l'appassionato alla valutazione dei prodotti che tratta, non forza la mano in nessun modo lasciando che sia la qualità di ciò che offre a parlare. Non propina mai suggerimenti coercitivi, della serie "Se non compri questo non avrai in casa la vera alta fedeltà!", piuttosto educa, spiega e dimostra con dati reali quali possano essere i pro e contro di una data soluzione, convinto che solo l'utilizzatore finale potrà essere giudice in base alle sensazioni sonore ricevute e filtrate dalla sua sensibilità.

In quest'ultima -positiva- categoria di persone è senz'altro da includere Dario Dragoni, un professionista che assomma in se tutte le caratteristiche più desiderabili che un musicofilo/audiofilo/operatore possa avere, queste categorie in lui diventano quasi indistinguibili fondendosi in un'unica persona. Per chi non lo sapesse Dario è il titolare della Import Audio, azienda lombarda importatrice e distributrice dei sistemi audio King Sound, AAS (Apparecchiature Audio Scientifiche), Domaudio, Luminous Audio Technology e Soundaround Acoustic Environment.

Il nostro amico ha una marcia in più rispetto ad altri, lui che per tanti anni ha suonato l'oboe a livello professionale in orchestra coltivando parallelamente la passione per l'Hi Fi. Da ragazzo, come molti audiofili, non aveva grandi possibilità economiche ma questo non gli ha impedito la frequentazione di quest'avvincente passione. Con il tempo, la sua sensibilità per il bel suono si è affinata sulle ali di un grande amore per la musica classica, in particolare del genere sinfonico, probabilmente il più rivelatore della qualità di un sistema che aspiri seriamente a fregiarsi del termine Hi Fi. L'evoluzione di sensibilità e gusto lo ha portato alla ricerca del miglior compromesso, man mano ha iniziato a cambiare diffusori. Sin dagli anni '80 - '90 il suo interesse gravitava sugli elettrostatici, una tipologia che lo ha sempre "preso".

Dodici anni fa la scintilla... Gli capitò di andare a Hong Kong con un'orchestra ed ebbe l'opportunità, tramite degli amici, di visitare la King Sound e conoscere anche il suo patron Simon Lai. Rimase talmente colpito da quello che aveva visto da decidere di importare in Italia questi diffusori elettrostatici. Il dettaglio rimasto più impresso nella sua memoria fu il processo di produzione della membrana vibrante: "nel corso della visita, durante la conoscenza con Lai, mi fu illustrata la procedura di vaporizzazione e detto che, grazie a questa tecnica, si era riusciti a raggiungere degli ottimi risultati sulle basse frequenze". Ed è proprio il riscontro di un buon registro inferiore, convincente per estensione e impatto, che ha definitivamente convinto Dario Dragoni a importare le King Sound nel nostro paese.

Ecco come un marchio prima sconosciuto da noi, da tre-quattro anni a questa parte sta progressivamente conquistando il favore degli audiofili. Il 2010 è una data importante per l'azienda lodigiana: scatta la decisione di aprire un canale diretto d'importazione in cui lui da solo si occupa di tutto. L'esordio ufficiale della collaborazione tra Import Audio e l'azienda cinese avviene al Top Audio/Video dello stesso anno, importante manifestazione che non da segni di vita da due anni ma che si spera possa riprendere quanto prima la sua gloriosa attività. Gli parve insomma una buona idea far conoscere in Italia un prodotto dotato di caratteristiche valide tanto dal punto di vista costruttivo quanto (e soprattutto) da quello musicale e che non richiedesse un enorme impegno economico.

E' opportuno sottolineare il fatto che se in Italia King Sound è una relativa novità, in America invece si tratta di un marchio che da tempo riscuote un notevolissimo successo. Ha guardato sempre in avanti il nostro amico, intuendo le potenzialità di questi sistemi in relazione a un parterre di appassionati dall'orecchio fine quanto basta per capire. In qualità di musicista di lungo corso, ha prestato molta attenzione alla qualità sonora dei prodotti da accogliere sotto le ali della Import, l'essere molto esigente e poco incline a compromessi lo ha condotto a prediligere la tecnologia ESL, con tutti i grandi vantaggi che essa racchiude. L'elettrostatico costruito in maniera eccezionale, per il quale occorrono decine di migliaia di euro, ma che alla fine ha una resa acustica discutibile, non gli interessa e non gli va nemmeno di proporlo agli appassionati.

Ecco che, tra la grande quantità di prodotti che offre il mercato, considera le King Sound molto competitive per l'equilibrio, la qualità costruttiva, il vantaggioso rapporto qualità/prezzo e anche per l'assistenza, che non è un fattore assolutamente da sottovalutare. L'azienda di Somaglia è molto premurosa su questo aspetto fornendo un prodotto che non sparisce nel tempo. "Ora la Import Audio", dice Dario con tono soddisfatto, "ha un laboratorio a Piacenza che si occupa della manutenzione, con cui non ho mai avuto il minimo problema".

Chi acquista un prodotto King Sound può godere di due anni di garanzia; in caso di problemi nella riparazione, il pezzo viene inviato in aereo alla casa madre e dopo due giorni arriva il nuovo da montare. Se invece è possibile ripararlo, viene inviato al laboratorio di Piacenza. Ma questo per lui è ancora poco: tra i suoi obiettivi è in corso il tentativo di estendere la garanzia a ben cinque anni, nella speranza che il brand cinese possa appoggiare questo progetto.

 

 

IL PIACERE DELL'ACCURATEZZA

L'ASCOLTO

 

GLI IMPIANTI

 

Giradischi Micro Seiky RX 2000

Preamplificatore Ibrido AAS M1

Amplificatori Finali di Potenza Monofonici AAS M200

CD Player AH! Njoe Tjoeb CD 4000

DAC USB/Preamplificatore/Amplificatore per cuffie Asus Essence One MKII Muses

Condizionatore di rete PS Audio Quintessence Power Center

CD Player Denon DCD 3560

Preamplificatore Ibrido AAS M1

Amplificatore finale di potenza AAS M50

Diffusori King Audio Queen II

 

 

BRANI ASCOLTATI

 

Wolfgang Amadeus Mozart - Serenata "Gran Partita" N° 10 in Si bemolle maggiore K 361 - Berliner Philharmoniker - Zubin Mehta

Claudio Monteverdi - Madrigali sui testi del Tasso - Ensemble Concerto Italiano diretto da Rinaldo Alessandrini

Bizet - Karajan - L'Arlésienne Suites N° 1&2 - Carmen Suite - Berliner Philharmoniker - Herbert von Karajan

Hi Fi Spectacular - Minnesota Orchestra - Eiji Oue - Camille Saint-Saëns - Danse Macabre

Hector Berlioz - Sinfonia Fantastica - Los Angeles Philharmonic Orchestra (24 bit/96 kHz)

Gustav Mahler - Sinfonia N° 7 - Philharmonia Orchestra - Giuseppe Sinopoli - Bryn Terfel

Rebecca Pidgeon - Spanish Harlem

Livingston Taylor - Isn't She Lovely

Youn Sun Nah - Dancing With You

Steve Miller Band - Abracadabra

Jimi Hendrix - Machine Gun

Emerson Lake & Palmer - Works Vol I - Piano Concerto N° 1 - First Movement

Emerson Lake & Palmer - Works Vol II - Pirates

Yanni - Live At The Acropolis - Royal Philharmonic Concert Orchestra

Fabrizio De Andrè - In Direzione Ostinata e Contraria Vol 1 - Creuza de ma

Fabrizio De Andrè - In Direzione Ostinata e Contraria Vol 1 - Don Raffaè

Fabrizio De Andrè - In Direzione Ostinata e Contraria Vol 1 - Khorakhané (a forza di essere vento)

Fabrizio De Andrè - In Direzione Ostinata e Contraria Vol 1 - Prinçesa

Fabrizio De Andrè - In Direzione Ostinata e Contraria Vol 1 - Ho visto Nina volare

Fabrizio De Andrè - In Direzione Ostinata e Contraria Vol 1 - Anime salve

Michel Petrucciani and Niels-Henning Ørsted Pedersen - NHØP

 

Quale miglior occasione per rinverdire la tradizione dei pomeriggi musicali se non quella dell'ascolto di tanta buona musica con sistemi che fanno del rigore il proprio fiore all'occhiello? Dopo tante parole spese a presentare questa interessante realtà, viene il momento di far parlare loro, questi sorprendenti sistemi ESL cinesi. Si, cinesi, nella speranza che qualche lettore non cominci ad arricciare il naso che non è proprio il caso. Non bisogna mai stancarsi di dichiarare infondati, oggi più che mai, i soliti triti e ritriti luoghi comuni che pretendono di marchiare come indegni i prodotti dell'estremo oriente, "cinesate" come vengono spesso ingiustamente e impropriamente definiti. Vale la pena ricordare che la Cina è oggi in grado di esprimere tecnologie avanzatissime, possiede grandi factory e molti prodotti occidentali ritenuti "aristocratici" vengono realizzati proprio lì. Può bastare per liquidare rapidamente l'argomento e passare ad altro?

 

LE PRINCE III

 

 

SPECIFICHE TECNICHE DICHIARATE

 

Risposta in frequenza: 48 Hz - 26 kHz

Sensibilità: 83 dB/1 W/1 m

Impedenza nominale: 6 Ω

Frequenza di crossover: 1,6 kHz

DC Input: 11-15V/ 120mA

Amplificazione Minima: 100 Watt

Potenza di amplificazione raccomandata: 150 Watt

Dimensioni (cm). ESL: 53X6X177

Peso. ESL: 19 kg - Drivers: 8 kg

 

Le Prince III sono il primo sistema ascoltato. Modello medio di gamma, sono delle elettrostatiche Full-Range. Chi sceglie di approdare a questi sistemi molto probabilmente sarà un audiofilo evoluto alla ricerca della massima accuratezza e naturalezza di emissione. Va da sé che le virtù tipiche dei pannelli elettrostatici risaltano massimamente nei modelli "Full Range" ma la King Sound ha raggiunto risultati egregi anche in un ibrido (dinamico più ESL) come le Queen II che, in virtù di un woofer piccolo e leggero opportunamente caricato, riescono ad aggirare lo scoglio dello "scollamento", sgradevole fenomeno che si verifica quando si va ad interfacciare la grande velocità di un pannello ESL con il "pesante" equipaggio mobile di un altoparlante dinamico.

Nelle Prince III la suddivisione dell'area emissiva in svariate unità è una soluzione senz'altro intelligente: se si presenta un problema, è possibile risolverlo nella cella dove questo si verifica senza andare a toccare il resto. Le celle lavorano sinergicamente, con il risultato di avere a disposizione un'unica grande superficie di emissione. Come avviene tipicamente nei diffusori ESL, la grande estensione della superficie di emissione consente un'ampiezza molto piccola delle oscillazioni, la membrana vibrante è estremamente leggera, quindi molto veloce nel seguire le variazioni del segnale.

Lo scotto che un tempo si pagava era quello di una gamma bassa molto asciutta, problema risolto dalla King Sound utilizzando una membrana polarizzata in due punti, una sorta di due vie diviso in medio-bassi e medio-alti. Non si tratta evidentemente di un range inferiore che aggredisce lo stomaco, ma è assolutamente non deficitario nella maggior parte dei programmi musicali, comunque dalle superiori velocità e articolazione.

I due pannelli della Prince III, uno dedicato ai medio-acuti e l'altro ai medio-bassi, sono costituiti da sette "cluster" ciascuno. Diversa configurazione troviamo nelle imponenti King III, dove ognuno dei pannelli (sette per i medio-bassi e tre per i medio-acuti) è separato e dedicato al proprio range di frequenza. L'amplificazione cui affidare questi sistemi rappresenta un punto nodale. Dario ha fatto una vera e propria ricerca in questo senso, arrivando alla scelta delle elettroniche AAS, stato solido per la sezione finale e ibrido (Valvole/Mosfet) nel preamplificatore, soluzione che lui reputa di grande raffinatezza, quella che a sua detta ha comunque fornito i risultati migliori.

Senza la volontà di suscitare troppi clamori intorno a questo punto, potremmo pensare all'individuazione della giusta amplificazione come una ricerca del carattere adeguato alle Prince, vuoi per le caratteristiche elettriche dei pannelli ESL, fortemente capacitivi (essendo in pratica dei grandi condensatori) e dall'impedenza che si abbassa molto nella regione delle alte frequenze, vuoi per l'estrema capacità di rivelare ogni minima "caratterialità" a monte. Siamo lontani dalle vecchie elettrostatiche spigolose e difficili da pilotare. Le Prince III hanno bisogno di un occhio di riguardo nella scelta dell'amplificatore, ma nulla di più. Solo una volta è capitato un cliente che ha manifestato difficoltà di scelta e, sull'indecisione, è sfumato l'acquisto.

Delle Prince III non si può dire che bene. Sono diffusori molto radiografanti, timbricamente neutri ed estremamente coerenti, prontissimi nel rispondere a ogni minima sollecitazione contenuta nel segnale. Le peculiarità sonore della grande orchestra non vengono affatto snaturate, anzi è proprio nella musica acustica che questi diffusori danno il meglio di se, un suono "verità" potremmo definirlo a causa della superba facilità e genuinità di emissione. Grande è il palcoscenico sonoro nelle tre dimensioni, sviluppato soprattutto in altezza e larghezza, in grado di restituire validamente la maestosità di una nutrita compagine orchestrale, abilità che si ritrova nei sistemi a forte sviluppo verticale. Queste Full-Range dischiudono puntualmente il loro potenziale in gamma bassa.

Tipicamente asciutta negli ESL, tanto da costringere i produttori ad affiancargli un altoparlante dinamico, nelle Prince III (e ancor più nelle King III) il solo pannello produce delle basse frequenze efficaci, rotonde e piene, assolutamente adeguate nella maggioranza delle situazioni che si presentano nei più diversi generi musicali. Belle saranno le note di un basso elettrico, come quelle della pedaliera di un organo piuttosto che colpi di una grancassa sinfonica. Non c'è ovviamente da aspettarsi un punch strabordante. Non si tratta, evidentemente, di diffusori per giostrai. La sua perizia in questo impegnativo range di frequenze si concretizza principalmente nell'espressione di un suono di grande pulizia, di esattezza quasi "cartesiana". Sempre tra l'altro coerentissimo con le restanti gamme.

Non stupisce allora se la chitarra del grande "Faber" viene fuori con una sconcertante immediatezza, del tutto esente da forzature o scompensi tonali o se la sua voce tenebrosa non sporca la riproduzione. La bassissima distorsione aiuta a percepire un suono che è davvero a un soffio da quello reale, anche in virtù di una registrazione in questo caso egregia.

 

 

LE KING III

 

 

SPECIFICHE TECNICHE DICHIARATE

 

Risposta in frequenza: 32 Hz - 24 kHz

Sensibilità: 83 dB/1 W/1 m

Impedenza nominale: 6 Ω

Frequenza di crossover: 1,2 kHz

DC Input: 11-15V/ 120 mA

Amplificazione Minima: 100 Watt

Potenza di amplificazione raccomandata: 200 Watt

Dimensioni (cm): ESL: 70X6X177

Peso. ESL: 24 kg - Drivers: 8 kg

 

Vere regine della situazione, anche loro Full-Range, hanno tuttavia una personalità che si discosta sensibilmente dalle Prince III. Le King III sono il modello Top importato in Italia, non l'ammiraglia della King Sound che invece è il modello KS10, molto più costosa (circa 60.000 $). Esiste un modello ancora superiore dal costo di 100.000 $ che però non figura nel catalogo "Loudspeakers" del sito ufficiale King Sound. Come nel sistema precedente, tutta l'elettronica (crossover - trasformatore di Step-Up) è contenuta in uno chassis a parte, fuori dal corpo del diffusore, in modo tale che la membrana non la "veda" in nessun modo. Un ulteriore vantaggio è rappresentato dal fatto di poter intervenire su di essa senza aprire il diffusore. Nelle King III non ci troviamo in presenza di un unico pannello ESL ma in tre piccoli pannelli per i medio-alti e sette più grandi dedicati ai medio-bassi.

Le maggiori dimensioni avvantaggiano la discesa in gamma bassa sino ai 32 Hz, ma quello che risalta è il carattere meno puntiglioso, l'emissione più generosa e meno "asettica", più calda e morbida delle Prince III. Ancor più emozionante e l'ascolto del genere sinfonico, in virtù di una scena maggiormente spaziosa, una tra le qualità più interessanti di questo sistema. Le King III rendono spettacolare ogni cosa, con una certa tendenza ad ingigantire strumenti e voci, ben sapendo che questa è una particolarità dei grandi sistemi. La prospettiva, con un oculato posizionamento, si estende invadendo piacevolmente lo spazio sonoro a disposizione.

Per queste doti risultano assolutamente persuasive nei grandi organici strumentali, come quello della settima sinfonia di Gustav Mahler "Canto della notte" o nel "pezzone" sinfonico/vocale Pirates degli Emerson Lake & Palmer, incluso in Works Vol II. Magniloquenza allo stato puro, emozioni godute senza restrizioni di sorta né dimensionali né di aderenza al reale. Ancora una volta è la meticolosità che la fa da padrone, seppure un po' ammorbidita rispetto alle Prince III. La differente di indole non stravolge ovviamente le virtù di fondo di questi ESL, le quali rimangono intonse in ogni modello con qualche variante di temperamento. Ritroviamo allora la risplendente cristallinità dei fiati; il magnifico nitore degli ottoni piuttosto che l'incisività dei legni, mentre la considerevole capacità discriminatoria dei piani sonori e degli armonici esalta il trattamento puntillista dell'orchestra mahleriana in certi passaggi.

Rilevante è la generosità del basso ma anche il medio non è da meno, sempre luminoso ed estroverso è capace di donare sensualità alla voce carnosa di Rebecca Pidgeon nella song "Spanish Harlem".

 

 

LE QUEEN II

 

 

SPECIFICHE TECNICHE DICHIARATE

 

Risposta in frequenza: 40 Hz - 22 kHz

Sensibilità: 84 dB/1 W/1 m

Impedenza nominale: 6 Ω

Frequenza di crossover: 600 Hz

Pannello ESL: 220X435 mm

Woofer: 135 mm

Potenza (Min/Max): 60/200 Watt

DC Input: 11-15V/ 120 mA

Dimensioni (cm): ESL: 28,1X121X31,6

Peso: 18 kg

 

Cambio d'impianto e diffusore con le Queen II, ibride, modello che andrà quest'anno fuori produzione perché sostituito dalle Queen III, presentate al Milano Hi Fidelity 2015. Non particolarmente esigenti, "Con 50 Watt volano!" dice sicuro Dario. Confermo, visto che le ho da un po' a casa e le sto sottoponendo a diversi amplificatori, financo un improbabile sette Watt in classe D che, pur non producendo SPL da concerto rock, le ha fatte comunque suonare in modo apprezzabile per un ascolto condominiale.

Di bell'aspetto, con un ottimo WAF (è la prima volta che mia moglie si esprime positivamente sulla livrea di un diffusore), potrei parlarne a lungo ma non è questa la sede adatta, potrete leggere prossimamente la recensione completa sulle pagine di Non solo audiofili. Pochi cenni tecnici quindi, tra cui quello forse più interessante: la gamma bassa è affidata a un piccolo woofer dal diametro di appena 13,5 cm, leggero e quindi molto reattivo nel rispondere ai transienti, una dote che lo aiuta a non andare in affanno nel seguire la fulminea membrana in Mylar. Ma questa non è il solo dettaglio degno di nota, per la prima volta mi trovo davanti un carico bass reflex misto, vale a dire realizzato con un radiatore passivo e una porta reflex che lavorano insieme.

In questo modello uscente, come in tutti gli altri a catalogo escluse le piccole Princess II, c'è la possibilità di bi cablaggio/amplificazione. Si riaffacciano scene e sonorità già sentite nei due precedenti Full-Range, qui c'è un solo pannello tagliato a 600 Hz ma la purezza del suono è la stessa, un po' meno vasta l'immagine. Manca la "grandeur" scenica delle due sorelle maggiori, soprattutto delle King III e non potrebbe essere altrimenti se le dimensioni fisiche di un diffusore hanno un senso. L'espressività armonica, ma parlerei in principal modo di credibilità, cioè quella dote non di frequentissimo riscontro che porta a un agevole riconoscimento dei timbri precipui di strumenti e voci, è presente in una quantità tale da rendere il fluire della musica come un evento del tutto naturale.

Nessuna forzatura, mai, nell'emissione anche delle trame più intricate, ma un'ammirevole immediatezza che mette in contatto diretto con la registrazione. Il cervello non deve sforzarsi di interpolare, come pura acqua di sorgente il suono sgorga dalla membrana senza affaticare in nessuna occasione.

Dei diffusori quindi senza nei? C'è n’è uno che possiamo considerare connaturato con la tecnologia utilizzata: la forte direzionalità dell'emissione, la quale obbliga l'ascoltatore a una posizione ben precisa se vuole godere della massima focalizzazione di cui sono capaci i pannelli ESL. Per capirci, se ci sono tre ascoltatori seduti su un divano, soltanto uno sentirà in modo ottimale perché spostandosi, anche di poco, dal ristretto "Sweet Spot" avverrà una consistente riduzione non tanto dell'equilibrio timbrico, quello rimane sostanzialmente invariato, ma di quella micidiale nettezza di contorni che avremo in asse.

Altamente rivelatori, i King Sound sono giudici particolarmente severi della qualità della registrazione, una cattiva ripresa non verrà eufonizzata, imbellettata, ma si presenterà alle orecchie qual è, quasi crudelmente ne verranno evidenziati i difetti. Altrettanto avverrà per le sorgenti. Per questo, valutare un sistema ESL impone pazienza, perizia e un buon ventaglio di registrazioni a disposizione.

 

Ringrazio Dario Dragoni della Import Audio per il bel pomeriggio trascorso insieme!

 

Alfredo Di Pietro

Settembre 2015


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