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 Musical Cable Riduci

 

 

INTRO

Sono una vecchia storia le feroci discussioni nei forum audio tra cavoscettici e cavocredenti, vecchia mica tanto...
Quando sembra che il popolo dei forumisti si sia impossessato di un minimo di ragionevolezza, ormai persuaso che prima di parlare sarebbe opportuno aver ascoltato quello di cui intende discutere e non solo magari averlo visto in fotografia, basta gettare un piccolo seme che il virgulto della polemica insussistente si sviluppa rapidamente sino a giungere alle dimensioni di una sequoia. Alla fine qualcuno getta la spugna, dopo chilometri d'interventi viene il momento in cui la noia prende il sopravvento sulla curiosità morbosa, una specie di perverso prurito simile a quello di chi assiste alle lotte tra i cani. Allora sorge spontanea un'obiezione e non ci si capacita su come possano prendere piede tali impulsi, che nulla hanno a che vedere con L'Hi Fi, passione che dovrebbe stimolare sentimenti positivi come l'estasi musicale, la contemplazione.

Eppure non è difficile accostarsi nel modo giusto al problema dei cavi, l'appassionato non ha che da mettersi pazientemente ad ascoltare, ascoltare e poi ancora ascoltare, presto si renderà conto che non suonano tutti uguali, controversia fonte dei più accesi dibattiti, ma che esistono delle differenze a volte sostanziali tra loro. Si tratta di un'evidenza che investe la sfera della percezione, ma a monte di essa esistono delle ragioni tecniche ben precise che quasi sempre rimangono fuori dalle discussioni e questo per un motivo molto semplice: il forumer non sempre è in possesso di quelle nozioni necessarie a giustificare quanto percepito. Un'altra considerazione non meno importante dettata dall'esperienza ci dice che uno stesso cavo, messo a condurre in impianti diversi, darà risultati differenti, al netto da eventuali fenomeni di suggestione.

Se il suono di un medesimo conduttore si modificherà cambiando il contesto, potremo dedurre che esistono dei parametri in grado di forgiarne la resa i quali vanno messi in correlazione con altri, così come una sorgente diversa provocherà mutazioni timbriche più o meno avvertibili. Il cavo quindi, alla luce di queste considerazioni di carattere empirico, dev'essere considerato a tutti gli effetti come un componente, nemmeno di secondaria importanza, della catena riproduttiva, in grado perciò di far sentire la sua presenza connotando la resa sonora.

Voglio raccontarvi un piccolo aneddoto significativo della questione. Tempo fa un amico mi prestò i suoi Nuforce (Preamplificatore P-9 e finali di potenza 9 SE), ne avevo bisogno per testare al meglio una coppia di diffusori Dynavoice Definition DF-8. Non mi soffermo sulle straordinarie qualità di queste elettroniche, non è questa la circostanza appropriata per farlo, ma sull'importante discordanza di suono tra due diversi cavi di potenza. Avevo a disposizione, tra gli altri, dei Labirinti Acustici Fluxus, speaker cable a geometria Litz, ma la sera in cui l'amico Mattia venne a portarmi le sue elettroniche decidemmo di collegare anche i suoi. Il confronto sia pur veloce tra i due portò a un responso netto, tanto evidente era il divario: faticai a credere di come un "banale" cambio di cavo potesse far diventare il suono da piuttosto asciutto, incisivo e luminoso sulle medio-alte (Fluxus) a corposo, morbido e rotondo sulle frequenze medio-basse e basse. Avevamo entrambi avvertito una metamorfosi che forse nemmeno l'avvicendamento di un amplificatore o una sorgente avrebbe potuto.

Si accennava a ragioni tecniche in grado di svelare l'"arcano" dei cavi, dare giustificazione alla loro ben nota camaleonticità. Emerge così una vasta letteratura che tratta i parametri fisico/elettrici di ogni tipo di cablaggio. La prestigiosa rivista Audioreview, per esempio, offre al lettore un ponderoso "corpus" di articoli tecnici pubblicati nel tempo che aiuta a far luce sullo spinoso argomento, in rete esistono dei validi PDF sull'argomento. Senza avere la pretesa di fare un trattato sui cavi, mi limito a consigliarvi la lettura di questi testi, consapevole di come rappresentino un passaggio obbligato per una conoscenza più approfondita dell'argomento.

Nel comportamento di un cavo entrano in gioco fattori complessi come la geometria (multifilare, Litzendraht, conduttore solido), la cordatura, cioè il modo in cui i conduttori sono attorcigliati tra loro (Dieselhorst, Martin-Quad, Star-Quad e Daetwyler quelle brevettate), qualità del dielettrico. Sono coinvolti concetti fisici, come l'accuratezza temporale di trasmissione e la fase, che richiedono delle solide conoscenze matematiche per poter essere compresi a fondo, tipo l'effetto Maxwell-Wagner, riconducibile alle proprietà del dielettrico. Altri elementi sono in grado d'influenzare la risposta in frequenza, come l'effetto pelle, la capacità parallelo e l'induttanza serie, questi agiscono sul segnale come un passa basso, mentre un'elevata resistenza rende meno efficace la trasmissione del segnale, soprattutto alle basse frequenze.

Le caratteristiche elettriche di resistenza, capacità e induttanza (che dovrebbero essere le più basse possibili) portano alla visione del conduttore come una sequenza di circuiti elementari. Nell'immagine possiamo vedere come ogni cavo, dal punto di vista elettrico, può essere rappresentato da un circuito con resistenza (R) e induttanza (L) serie, capacità (C) parallelo. Fa capolino il fattore G, indicante l’inverso della resistenza del dielettrico (G), visto come una resistore posto verso massa.



La cellula appena vista è dotata di parametri propri che interagiscono con quelli dei dispositivi collegati a monte e a valle, del primo va considerata impedenza d'uscita (RG), del secondo quella d'ingresso (RC), va da sé che le combinazioni sono pressoché infinite e portano di fatto a una grande variabilità di risultati. Di conseguenza sarà diversa anche la resa sonica, soprattutto nel parametro del bilanciamento tonale.



L'entità "cavo" va quindi considerata come "non invariante", sprovvista di un'indole immutabile, indifferente al contesto in cui viene fatta funzionare. Il nostro benedetto cavo, in buona sostanza, pur avendo una precisa costituzione fisica e degli altrettanto individuabili parametri elettrici, non può e non deve essere visto come fisionomicamente stabile, entro certi limiti, ma vincolato e vincolante. E' un discorso che ha valore generale, estensibile a tutti i tasselli dell'impianto, e che eleva il cavo alla dignità di vero e proprio componente, né più né meno come può esserlo una sorgente o un amplificatore, anche se si "limita" a trasportare il segnale. Il progettista "edotto" opera secondo dei precisi modelli matematici che portano a risultati certi, prevedibili e non va assolutamente confuso con gli intrecciatori di cavi improvvisati, i quali svolgono la loro attività in maniera del tutto empirica.

Setacciando dal non indifferente pot-pourri di tessere che formano il mosaico, possiamo considerare lunghezza, sezione del conduttore, purezza del metallo, velocità di propagazione, qualità della guaina e dell’isolante, cordatura, come i parametri fondamentali utili alla definizione di un cavo. Siamo nell'era del Web 2.0, il baricentro dell'informazione, pur con tutti i rischi insiti in una diffusione spesso incontrollata e incontrollabile, si è spostato su assetti diversi dai tradizionali. Mi appoggio quindi a quell'autentico pozzo di San Patrizio che è la rete per suggerire a chi volesse approfondire l'argomento due utili link (1 - 2).


MUSICAL CABLES
IL PALPITO DELLA MUSICA


L'azienda romana Musical Cable, dedita all'arte della "buona conduzione", nasce dalla passione per la musica classica e i mezzi di riproduzione audio di Luigi Alberti, da sempre interessato ai cavi e alla loro capacità di influire sulla musica. Per chi non lo conosce, potrebbe apparire soltanto come l'ultimo arrivato nella folta schiera dei cavari, in realtà il suo percorso inizia con degli studi specifici, concretatisi successivamente in prove di autocostruzione. Come spesso avviene, non basta la buona volontà di un appassionato, per quanto ardente sia, a crescere e far sviluppare una futura realtà: Luigi ha avuto bisogno dell'aiuto di un referente, un suo amico francese possessore di un rinomato negozio Hi Fi a Digione, che ha valutato con lui, di volta in volta, i frutti dei suoi esperimenti. Esperienza e pratica crescevano, alla fine, dopo aver constatato con l'amico che il suo cavo più economico era superiore a quello più costoso e meglio suonante del negozio digionese, ha deciso di fondare una società, la Musical Cable appunto, e iniziare la produzione.

Da quel momento in poi il brand si è evoluto, grazie all'esperienza via via accumulata ha intrapreso una produzione diversificata nelle caratteristiche/prestazioni, sino ad approdare alla volontà di smarcarsi da quella sensazione di "già visto" sottoponendo i conduttori a uno speciale trattamento, rivelatosi a quanto pare molto efficace. Per il momento lo lasciamo nel mistero, sarà probabilmente oggetto di un'eventuale approfondimento a seguire su queste stesse pagine. Nella storia della Musical Cable viene così alla luce una serie costituita da tre modelli (Special, Ultra e Personal) dalle performance superiori e destinata al mercato estero. Si tratta di oggetti di molto superiori alla gamma "Musical", dotati di connettori e dielettrici di eccellente qualità nonché geometrie proprietarie e schermi supplementari. Per il mercato italiano invece è stata ideata la citata gamma Musical, divisa in due sottoserie a coprire diverse esigenze di qualità e budget: la Entry Level "α" e la Top Performance "β".

Nota importante: prima dell’eventuale acquisto, i cavi vengono concessi in prova per dieci giorni previo pagamento. In caso di non gradimento, dopo tale lasso di tempo possono essere rispediti in Sede con rimborso integrale. Al link potete leggere il listino prezzi aggiornato della gamma completa.


LA LINEA SOTTILE
MUSICAL CABLES "α" E "β"

SPECIFICHE TECNICHE

Modelli α

Cavo di segnale.
Capacità: 804 pF
Induttanza: 40 mH
Resistenza: 0,04 Ohm

Cavo di Alimentazione.
Capacità: 55 pF
Induttanza: 7,1 mH
Resistenza: 0,018 Ohm

 Modelli β

Cavo di Segnale.
Capacità: 92,8 pF
Induttanza: 1,4 mH
Resistenza: 0,0133 Ohm
 
Cavo di Alimentazione.
Capacità: 71 pF
Induttanza: 19,3 mH
Resistenza: 0,031 Ohm

Cavo di Potenza.
Capacità: 127,8 pF
Induttanza: 16,5 mH
Resistenza: 0,041 Ohm

Cinque in tutto sono i cavi oggetto di questa recensione, fanno parte della gamma italiana "Musical", mentre quella più pregevole (e costosa) è invece riservata ai paesi esteri. Francamente non comprendo sino in fondo i motivi di questa "discriminazione", probabilmente Luigi Alberti ha ritenuto poco opportuna la commercializzazione nel nostro paese della serie più costosa, destinandola a paesi dalla mentalità magari più matura per comprendere il salto di prezzo che lo Special, l'Ultra e il Personal comporta per le tasche dell'utente. Ad ogni modo, viste le prestazioni di questi α e β, auspico che in futuro i modelli top di gamma possano essere disponibili anche qui da noi.

Dalle brevi note a cura del produttore vengo a sapere l'"α", il cavo più economico, è uno sbilanciato in cui lo schermo funge da polo negativo. La guaina originale in poliestere è stata sostituita con una in polipropilene. I connettori usati sono W&M. A detta del costruttore, questo modello s'interfaccia facilmente con tutte le elettroniche.
Le note proseguono con il "β", cavo utilizzante due conduttori, uno per il negativo e l'altro per il positivo, soluzione che comporta un drastico calo della capacità (solo 92,8 pF a fronte degli 804 pF dell'α) insieme a una migliore resa generale.

E' interessante notare come nel β si applichi un brevetto proprietario, il quale prevede che il segnale viaggi su tutto il cavo, compresa la rete di schermatura. Il risultato di tale accorgimento, oltre all'ottenimento di una grande superficie di trasmissione, consiste anche nell'efficace protezione dall'influenza negativa dei disturbi radiomagnetici (EMI - RFI). Con il Top Performance si entra nell'ambito dei cavi ad alte prestazioni, anche qui i connettori sono W&M, però di qualità migliore di quelli della serie α.
I cavi si presentano ben rifiniti, rivestiti con un’elegante treccia plastica nera. La flessibilità purtroppo è molto scarsa per cui è consigliabile avere ampi spazi di manovra dietro le elettroniche.

 

IN PRESA DIRETTA CON LA MUSICA
NOTE D'ASCOLTO


SETUP

Giradischi Pro-Ject Debut II SE con fonorivelatore Denon DL-160
Preamplificatore phono MM/MC Grandinote Celio
Lettore CD Rotel RCD 1070
DVD Player Pioneer DV-393
PC Notebook HP G62 con player Foobar2000 e Jriver Media Center 19
Scheda Audio EMU Creative Professional Pre Tracker USB 2.0
M2Tech hiFace DAC 384/32
Preamplificatore Rotel RC 06
Amplificatore finale di potenza Lym Audio 1.1 TF
Amplificatore finale di potenza EAM Lab PA 2150
Diffusori: Canton LE 109 – Dynavoice Definition DF 6 – Davis Acoustics Maya

E' tempo di cavi... forse un anacronismo?
Perché impegnarsi a recensirne uno quando può essere operazione molto pericolosa? Alcune riviste si rifiutano di farlo né - intelligentemente - forniscono consulenze "a distanza": è già difficile farlo per un CD Player o per un diffusore, figurarsi per un cavo. Il rischio che si corre è già tutto spiegato nell'incipit e consiste nella difficoltà di individuare una personalità stabile, un amico da presentare ad altri amici che abbia dei connotati sempre riconoscibili. Una "raison d’étre" potrebbe essere (anzi m'impongo che lo sia) il tentativo d'individuare in primis lo sforzo del produttore a creare un prodotto con delle specifiche e un'architettura ben precise, volte all'ottenimento di un convincente risultato qualitativo. La silenziosità, intesa come efficace reiezione ai disturbi EMI e RFI è senz'altro una di queste caratteristiche.

Mi sono stati concessi solo quindici giorni per testare gli α e i β, un tempo risicato per i miei canoni e che mi ha imposto una "full immersion", un continuo stacca e attacca con l'orecchio teso a cogliere il particolare "fuggente", un bell'allenamento insomma di pazienza e concentrazione. E no, perché in questo frenetico avvicendarsi di ascolti c'è il rischio reale di andare in confusione, di prendere lucciole per lanterne, cosa che ho cercato accuratamente di evitare concedendomi delle pause di riflessione per riorganizzare le idee. Una nota enigmatica viene dal citato trattamento che hanno subito questi cavi, di cui nulla so dirvi, nemmeno nei suoi effetti sul suono non conoscendo il prima e il dopo. Pare però che sia d’indubbia efficacia, come testimonia chi ha potuto apprezzarlo, né io ho motivo di dubitarne vista la serietà e le basi scientifiche con cui opera il suo ideatore. Ne riparleremo...

L'impegno della Musical Cable a creare una fisionomia ben ravvisabile in tutti i prodotti, il cosiddetto "family feeling", credo sia riuscita in pieno: entrambe le serie hanno rivelato nel mio impianto un'indole comune ben definita, con la serie "Top performance" che ha mostrato la stessa pregevole impostazione ma con un tocco di maggior raffinatezza e ariosità. Da questo punto di vista il test è stato agevolato non essendo io stato costretto a sostanziali salti di prospettiva nel passaggio dall'una all'altra serie: le qualità apprezzate di una me le sono ritrovate, affinate ed esaltate, anche nell'altra. Particolarmente apprezzabile si è dimostrata la β nell'utilizzo con il front end analogico Pro-Ject-Denon-Celio, in virtù della schermatura più efficace ho ottenuto risultati di grande rilievo in termini di silenziosità e cura del microdettaglio. Consiglierei senza esitazione quindi questa soluzione agli analogisti vinilici.

Nell'integrale delle sinfonie di F.J. Haydn dirette da Antal Dorati il tessuto orchestrale si mostra molto equilibrato, naturale nella distribuzione degli armonici, una caratteristica che mi accompagnerà dall'inizio alla fine degli ascolti. Gli estremi di gamma sono presenti, molto corretti non soffrono di alterazioni né in senso additivo né sottrattivo. Nel corso del test ho avuto a disposizione i diffusori Davis Acoustics Maya, che suonavano piuttosto appuntiti con i miei Fluxus, è vero che il loro bilanciamento timbrico è piuttosto spostato verso le medio-alte (sono tipicamente francesi per questo), ma i miei Fluxus non facevano nulla per temperare questa brillantezza, che con loro diventava a volte eccessiva. I Musical Cables invece hanno permesso di riguadagnare un po' di corpo sulle mediobasse, rendendo il bilanciamento tonale di queste slim tower economiche più accettabile.

Ho proseguito con le Maya per un bel po' perché, se è vero che l'equilibrio non è il loro forte è altrettanto vero che sono dotate di una gamma centrale davvero notevole, radiografante e musicale allo stesso tempo. Nessuna forzatura sulle medie, né con gli α né con i β, ma una meravigliosa chiarezza espositiva priva di qualsiasi intoppo o granulosità, quasi una presa diretta con il segnale musicale, trasportato da un conduttore estremamente discreto, quasi invisibile. Questa è senza meno la caratteristica più avvincente dei Musical Cable: l'immediatezza micro e macrodinamica, fautrici di un'estrema cura del dettaglio, una facoltà che davvero avvicina al pulsare della musica.

I pregi riscontrati mi hanno indotto a proseguire gli ascolti con le voci, bellissime, ricche di guizzi e vitalità quelle di Chie Ayado in Good Life e Diana Krall in Christmas Songs, due ottime registrazioni in HD (24 bit/96 kHz). Non si tratta di una naturalezza approssimativa, ricavata da una certa morbidezza di toni, ma piuttosto dalla completezza del messaggio, esaltata in questo caso dall'alta risoluzione. Difficile distinguere il contributo individuale dei cavi di segnale, potenza e alimentazione, più che altro vanno visti come un tutt'uno mirato al conseguimento dei risultati descritti. In seguito li ho provati singolarmente, in abbinamento con altri miei cavi, ma l'insieme non mi ha mai convinto del tutto come nella configurazione sinergica "Full Musical Cable", saranno forse nati per lavorare insieme, come più o meno avviene per ogni famiglia di cavi che si rispetti?

Ad ogni modo le mie cronache d'ascolto mi dicono che, per esempio, quelli di alimentazione confrontati con i Fluxus Alimentami e i Supra LoRad hanno mostrato un surplus di energia sulle basse frequenze, più immanenti e veloci, con un ottimo comportamento sui segnali impulsivi tipo "slap" di basso o forti colpi di grandi percussioni sinfoniche. Se la musica è fatta anche di violenta gagliardia non è un particolare trascurabile il saperla trasmettere con intatta efficacia.

Passo alle percussioni, genere a me molto caro visto che da ragazzo le suonavo, compresa la batteria. L'album ascoltato è il classicissimo Time Out del The Dave Brubeck Quartet, alla batteria c'è il fuoriclasse Joe Morello che disegna incisivi ricami ritmici nell'immortale "Take Five". Alfa e Beta non fanno distinzione nell'uniformarsi a un sound agile e diretto, a tutto vantaggio del timing, i colpi di rullante sono espressivi, dotati di un corredo armonico in grado di avvicinare l'ascoltatore all'irraggiungibilità di una prestazione "live", in questo caso forse un po' meno inconseguibile. Anche lo scintillio dei piatti Ride non soffre di semplificazioni, la performance è credibile, convincente nel viaggiare su alti livelli d’integrità armonica.

Con il proseguire degli ascolti si apprezza sempre più una riproduzione di grande fluidità, esente da tratti di spigolosità, armonicamente florida piuttosto che scheletrica.
Un plauso merita la resa microdinamica, l'esattezza del particolare non forzosamente raggiunta con furbesche "equalizzazioni". I Musical Cables non hanno bisogno di ricorrere a questi trucchetti. La differenza tra una riproduzione "normale" e una di livello superiore sta anche nel far affiorare quel dettaglio fine nascosto nelle pieghe più recondite dei microsolchi o nei bit di un file audio, per questo possiamo includere i Musical Cable nell'esclusiva famiglia dell'High End.

Fa piacere sentire il pizzicato di una Ibanez precedere le risonanze della cassa armonica, è gratificante sapere di poter disporre di un cavo che con tanta chiarezza è capace d'individuare il corredo armonico di ogni suono. Esistono dei conduttori che vanno al bersaglio grosso, tendono a semplificare la struttura del messaggio privando la musica di uno dei suoi elementi di maggior interesse, i Musical Cables non fanno parte di questa categoria, con un suono sempre plastico, scolpito, cesellato con cura sapranno trarre il massimo da ogni dispositivo a essi collegato.

Ringrazio Luigi Alberti per avermi concesso i suoi cavi in prova.

Alfredo Di Pietro

Gennaio 2015


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