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 Demo Musicali Riduci

MARCO LINCETTO

L'etichetta discografica Velut Luna nasce nel 1995 con l'idea di proporre musiche differenti da quanto allora offriva il mercato, abbastanza eterogenee nei generi, il cui comune denominatore fosse il gradimento del suo fondatore, Marco Lincetto. Sbocciava quindi come realtà discografica "personalizzata", che in seguito ha dimostrato d'incontrare il favore del pubblico. Penso che per Marco il piacere di presentare questa demo sia doppio, per la prima volta infatti si presenta nella veste di organizzatore dell'Audiario ed espositore, ruolo quest'ultimo che tantissime volte ha svolto nelle manifestazioni di settore. Il cappello della sua demo è affidato a due dischi profondamente diversi nello spirito e nell'approccio creativo.

Il primo è Water di Fabio Ranghiero, fondatore e leader del gruppo blues "Four Fried Fish", un disco che si rivela molto elaborato sia a livello di registrazione che di "concept". Ranghiero è un personaggio poliedrico: pianista, organista, arrangiatore, compositore, riconosce la sua matrice culturale nella grande stagione del rock progressive degli anni '70. In questo disco suona una moltitudine di tastiere come il pianoforte gran coda, organo Hammond, Fender Rhodes, Moog, sintetizzatore e tutta una serie di tastiere "vintage" degli anni '70 - '80. Fabio ha fatto tutto da solo impegnandosi anche nel canto, protagonista di una fatica portata a termine con la registrazione multitraccia e la sovraincisione, cioè la classica tecnica da studio. Alla fine Water si è rivelato un lavoro enorme, basti pensare che registrazione, missaggio e mastering sono durati più di un anno. Il primo brano proposto al pubblico è quello di apertura dell'album: Endless Ocean Part 1. Il disco alterna momenti dedicati alla tastiera elettronica con suoni fortemente artificiali ad altri squisitamente acustici come il secondo brano ascoltato: "New Dawn".

L'altro lavoro presentato, a firma di quella stravagante band chiamata "Mr. Zombie Orchestra", è "Someone Likes It Zombie!", parafrasi del famoso film con Marilyn Monroe "Some Like It Hot". Qui siamo agli antipodi dei due precedenti ascolti, la formazione è composta da pianoforte, chitarra elettrica, una strana batteria e contrabbasso. La band suona solo ed esclusivamente in diretta, tutta insieme nello stesso ambiente per raggiungere un effetto "live" puro, in linea con la sua attività da club. E' un tipo di musica che strizza l'occhio al jazz hot degli esordi, parliamo delle formazioni New Orleans nate negli anni '20, un jazz degli albori ancora legato ad elementi del ragtime ma senza disdegnare sonorità più moderne che potremmo assimilare allo stile di Tom Waits. Insomma è un disco che punta decisamente al groove live con dei suoni volutamente confusi. Molto particolare il trattamento della batteria che prevede un set diverso da quello tradizionale: tre soli elementi suonati nei modi più stravaganti e cioè una cassa da banda con la doppia pelle, più grande e stretta e suonata da entrambi i lati, un charleston impiegato anche come piatto tradizionale e il rullante.

Eugenioprimo Saragoni suona questa eccentrica batteria in tutti i modi, non solo con le bacchette ma anche con le mazze da banda, con le mani, creando delle sonorità talvolta spiazzanti. L'album Someone Likes It Zombie! vuole essere un omaggio alla grande tradizione jazz, cosa che traspare immediatamente sin dal primo brano d'apertura, "Such Sweet Thunder", riarrangiamento del celebre brano di Duke Ellington. Altra nota fuori dagli schemi il modo di suonare il contrabbasso, le cui corde vengono violentemente percosse, vanno sbattere contro il legno della cassa di risonanza producendo un effetto fortemente percussivo. Il secondo brano ascoltato è la traccia n°9: "Habanera da Carmen", dall'andamento sornione si rivela la personalissima rivisitazione di un tema classico molto famoso, tratto dalla Carmen di Georges Bizet.

Marco Lincetto ha parlato anche di Johnny Cash, dalle sue parole trapela una grande ammirazione per quest'icona della musica rock. Il Rock s'identifica con uno spirito, significa ribellione all'istituzione, all'imposizione, significa libertà. Cash è uno degli artisti che lui ama di più in assoluto, una musicista che ha attraversato cinquant'anni di storia della musica americana. La sua carriera è partita nel 1955 con la Sun Records di Memphis dove ha registrato i primi dischi, ispirati direttamente al country per poi evolversi con il blues ma tenendo sempre a riferimento il genere di partenza. All'inizio degli anni '90 era un po' scomparso dalla scena, già anziano e piuttosto malandato, ma nel 1994 un celebre produttore che risponde al nome di Rick Rubin lo ha rimesso in pista. Dal 1996 al 2002 sono poi stati pubblicati nove dischi in cui ripercorre tutta la sua carriera, un autentico testamento da cui Marco ci fa ascoltare "Ain't No Grave (Gonna Hold My Body Down)", brano d'apertura dell'album American VI.

Nel corso della demo c'è stata una bella sorpresa analogica, un mitico Studer A810 che sotto le abili mani di Antonio Lanfranca ha dimostrato come ancora oggi il vecchio nastro, seppur costoso, non soffra di alcun complesso d'inferiorità rispetto al digitale più evoluto. Ai tempi d'oro dell'analogico l'A810 era una macchina d'eccellenza, molto usata negli studi di registrazione per la produzione di master. In quest'occasione è usato per riprodurre un "Rec Live". Questi sono una serie di piccoli concerti dal vivo che Marco Lincetto ha inventato circa quattro anni fa, seguiti da un pubblico di 15 - 20 persone, molto esclusivi, raramente pubblicati ma regolarmente registrati. Insieme alla rinascita del vinile c'è infatti una parte di audiofili interessati a portarsi a casa un nastro ottimamente registrato, la Velut Luna viene incontro a questa esigenza con una piccolissima linea di duplicazione. Si tratta naturalmente di un prodotto che definire esclusivo sarebbe eufemistico proprio perché ha dei costi di partenza iperbolici (una bobina professionale vergine costa 50 - 60 euro per 40 minuti di registrazione) cui va aggiunta la lavorazione per giungere al master. Marco fa ascoltare al pubblico una registrazione che vede protagonista Fabrizio Bosso, uno dei maggiori trombettisti jazz nell'ambito italiano che suona da solista insieme alla formazione di sassofoni "Sax for Fun". Il brano ascoltato rappresenta la loro sigla storica.

 

 

MARCO CICOGNA - EMIDIO FRATTAROLI

In ogni sua demo Marco Cicogna propone un'immagine forte del concetto di alta fedeltà che proprio in quanto "alta" deve dimostrarsi in grado di ricreare con credibilità la "grandeur" insita nel genere sinfonico, quella grande orchestra a cui Marco è da sempre particolarmente affezionato. L'aderenza al software di partenza non è questione da poco, la partita della verosimiglianza si gioca tutta lì, al netto da improbabili giudizi emessi senza tenere presente la valenza della registrazione. E se un impianto ha l'abilità di riprodurre con precisione i piani sonori, l'ambienza di una sala da concerto, il triplo "fff" di una sinfonia mahleriana senza dare segni di cedimento né dinamico né analitico ecco... quell'impianto può dirsi maturo per affrontare qualsiasi programma musicale. L'acme si raggiunge quando alla musica si aggiungono delle immagini eloquenti, ben concertate da una regia che conosce a perfezione la partitura in modo da poter tempestivamente cambiare visuale al momento giusto. Il multicanale poi rende l'illusione talmente perfetta da coinvolgere lo spettatore in massimo grado, farlo entrare in una quarta dimensione quanto mai emozionante e vicina al reale.

L'incipit viene da una novità discografica: il Blu Ray di puro audio "Diabolo" dell'etichetta MDG, fondata da Werner Dabringhaus e Reimund Grimm nel 1978. Si tratta di un ricco box contenente un Blu Ray e un SACD ibrido per 28 bellissime tracce, rappresentative di un'ampia selezione di questa etichetta. Come se ciò non fosse sufficiente tra le pieghe digitali di Diabolo si possono trovare delle tracce con incisi dei segnali test per la messa a punto dell'impianto. Uno dei vantaggi del supporto Blu Ray è quello di aver portato nelle case degli appassionati insieme alle immagini anche l'audio in alta definizione. La ricchezza d'informazioni veicolata dal Blu Ray inizia ora a essere sfruttata "semplicemente" per il solo audio, come "Diabolo" dimostra, e in una grande quantità di formati a scelta: Stereo/DTS-HD, 4.0/DTS-HD, 5.1/DTS-HD, 2+2+2/DTS-HD, 7.1/DTS-HD, 2+2+2+2. Parliamo addirittura dell'otto canali, che potrebbe sembrare un eccesso di zelo mentre è utile a ricreare con ancora maggior precisione e completezza la realtà musicale nell'altezza, per esempio. Esistono tra l'altro in commercio degli amplificatori 9.1 che possono tranquillamente supportare questo formato.

Da Diabolo abbiamo ascoltato Christian Zacharias, in veste di pianista e direttore della Orchestre de Chambre de Lausanne, in una traccia estrapolata dall'integrale dei concerti per pianoforte e orchestra di W. A. Mozart. Sempre da una registrazione MDG in Blu Ray solo audio segue un frammento dall'andante della sinfonia n° 94 "La sorpresa" di F.J.Haydn, il senso della scelta è dare l'idea di qual è la dinamica, estremamente ampia e naturale, del formato Blu Ray. La sorpresa consiste in un forte colpo di timpani che cade al secondo quarto della sedicesima misura, in grado di far sobbalzare sulla sedia qualche spettatore un po' addormentato.

Da Milano, freschissima produzione Decca il Requiem di Verdi alla Scala, realizzato la scorsa stagione e diretto da Daniel Barenboim. Qui il multicanale rende ancor più l'idea delle grandi masse sinfoniche, sinfonico-corali in questo caso. Il contrattempo iniziale nel Dies Irae tra timpani e grancassa è esaltato nella sua forza drammatica, a seguire un lucente Tuba Mirum che vede le trombe messe anche ai lati dell'orchestra per ottenere un suono avvolgente, una sorta di surround naturale, dice Marco Cicogna, che già i grandi compositori del passato avevano ben presente. Secondo la valutazione di Emidio Frattaroli, la parte video della registrazione presta il fianco a qualche critica tecnica perché non immune da una certa rumorosità e dal fuoco perfettibile mentre encomiabile appare la regia.

Hector Berlioz nel 1830 con la Sinfonia Fantastica rivoluziona la scrittura orchestrale, interessante il Blu Ray con l'orchestra di San Francisco diretta da Michael Tilson Thomas. L'arricchimento del tessuto orchestrale operato dal compositore francese, il quale introduce la campana (fuori scena), doppia grancassa, effetto rullante, assicura un'alta spettacolarità a questo Blu Ray. Ascoltiamo un frammento dal quarto movimento "Marcia al supplizio" in cui il protagonista in preda all'oppio sogna di aver ucciso la donna amata e quindi di venir condannato a morte, condotto al patibolo e giustiziato. Nel quinto e conclusivo movimento ""Sogno di una notte di sabba" l'orchestra si esprime con sonorità non convenzionali, di sicuro effetto le campane fuori scena che sorprendono l'ascoltatore con il loro suono lontano ma avvolgente.

Il prodotto Blu Ray musicale offre solo le interpretazioni dei più grandi artisti e le maggiori orchestre sinfoniche a livello planetario, come la filarmonica di Vienna, di Berlino, il tradizionale concerto di capodanno oppure un evento come il Festival di Lucerna. Assistiamo a una serie di emozionanti excerpt che vedono sul podio prima Abbado, impegnato nell'interpretazione del movimento finale "Stürmisch beweg" della prima sinfonia "Il Titano", cui segue uno smagliante Riccardo Chailly, direttore milanese attivo prima ad Amsterdam e ora al Gewandhaus di Lipsia, nella finale della seconda sinfonia "Resurrezione", tratta dalla sua nuova integrale registrata dalla Accentus di Lipsia. Fondamentale in queste produzioni resta la regia, che deve saper seguire tempestivamente ogni dettaglio della partitura. L'orchestra del Festival di Lucerna è una compagine d'"occasione", composta da elementi scelti dalle più importanti orchestre sinfoniche europee.

Dalla integrale di Chailly ascoltiamo un frammento dello scherzo e alcuni minuti del trionfante finale. Il coinvolgimento è totale, l'unione del video con l'audio in alta definizione porta all'apice il pathos insito in queste pagine immortali, lo spettatore, grazie ai moderni mezzi tecnologici, entra quasi in presa diretta con l'evento.

Gli stralci che seguono vedono ancora Claudio Abbado alle prese questa volta con la sesta sinfonia di Pëtr Il'ič Čajkovskij e una compagine, l'orchestra Giovanile Simón Bolívar, in grado di infiammare le platee con la sua straordinaria energia. Ci godiamo gli ultimi due minuti del terzo tempo "Allegro molto vivace" e l'inizio dello struggente quarto movimento " Finale. Adagio lamentoso", con il quale si conclude questa veloce ma splendida carrellata dedicata alla grande orchestra sinfonica.

Emidio Frattaroli presenta una seconda parte rivolta ai generi Pop, Rock e Jazz. Il direttore responsabile di A/V Magazine pone l'attenzione sulla vastità di produzioni classiche proposte in Blu Ray affermando però che il catalogo di titoli moderni è certamente più ristretto ma non meno interessante.

 

 

PIERRE BOLDUC

Il canadese Pierre Bolduc di Audiophile Sound ha presentato al pubblico un confronto diretto fra i master ad alta risoluzione e alcuni titoli in vinile della collana De Agostini "Classica in vinile a 33 giri". Con la consueta dovizia di particolari e uno stile molto charmant, Pierre ha accompagnato il pubblico in una passeggiata tra diversi formati mostrando le differenze soniche tra loro.
Presenti diverse registrazioni originali Decca, DG, e Mercury Living Presence.

 

Alfredo Di Pietro


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