Cerca English (United States)  Italiano (Italia) Deutsch (Deutschland)  Español (España) Čeština (Česká Republika)
giovedì 18 aprile 2024 ..:: Pure Acoustics PRO 838 ::..   Login
Navigazione Sito

 Pure Acoustics PRO 838 Riduci

 

 

INTRO

Dopo il caso Troniteck-Dynavoice, ancora una volta Galeotto è stato il T-Forum.

A quest'importante arena telematica orientata verso l'Hi Fi dal costo umano, ricca di circa 3800 membri, va il mio personale ringraziamento per avermi dato quest'altra opportunità, convinto come sono che nel mare dell'"Affordable Hi Fi" si possano pescare perle di grande valore. Erano iniziati a circolare dei rumors su questo diffusore economico ma con ambizioni da ammazzagiganti sinché la Pure Sound Spain, importatore e distributore in Italia della Pure Acoustics, a un certo punto ha deciso di mettere a disposizione dei forumer interessati due coppie di PRO 838, una con finitura nera e l'altra in ciliegio, per un test.

"Conditio sine qua non" per il ricevimento di una delle due coppie predestinate era pubblicare la recensione sulle pagine del T-Forum, con l'auspicio che le impressioni ricevute avrebbero fatto da rampa di lancio per quel complesso intrico di botta e risposta tipico dei forum. Certamente un bell'aumento di visibilità per il prodotto ma anche una ghiotta occasione per l'appassionato di improvvisarsi recensore divertendosi un po'. La coppia sarebbe stata inviata senza impegno alcuno e con spese di trasporto (andata e ritorno) a carico di Pure Sound Spain.

Le PRO 838 hanno una storia invero un po' complessa, che Lucio Cadeddu ci racconta nella sua bella recensione pubblicata su TNT Audio. Apparvero diversi anni fa sotto il nome USB 4014 realizzate dalla US Blaster, oggi azienda francese che tratta un gran numero di prodotti comprendenti il settore Car, DJ/Pro Audio, Disco Light e Home Audio. In seguito la distribuzione italiana cessò (ma divennero praticamente introvabili in tutto il mondo) e così le 4014 caddero nel dimenticatoio per poi recentemente riapparire sotto il marchio Pure Acoustics con il nome di PRO 838. Credo sia perfettamente superfluo ribadire che si tratta di casse costruite in Cina, vendere una coppia di diffusori Hi Fi per l'"esosa" cifra di 199 euro IVA compresa è un'impresa quasi impossibile senza che ci sia lo zampino dell'economia orientale.

Qualche info aggiuntiva ci aiuterà a inquadrare la Pure Acoustics, brand USA che vanta un catalogo molto ampio di prodotti. Chi visita il suo sito viene accompagnato nella lettura da un toccante brano pianistico del grande Fryderyk Chopin, così tra un trillo e una struggente frase musicale veniamo a sapere che si tratta di una realtà dichiaratamente orientata verso elettroacustiche dalle ottime caratteristiche ma dal costo abbordabile.

L'azienda iniziò ad operare nei primi anni '90 concentrandosi sulla vendita di diffusori e sistemi Home Theater. Confortata da dieci anni di buoni risultati, limitati ad alcuni paesi, decise di espandere la sua attività al mercato globale iniziando a distribuire i suoi prodotti in tutti i continenti. La produzione si basa su una componentistica proprietaria, dalle bobine al crossover, dove ogni esemplare è individualmente assemblato e sottoposto a un attento controllo di qualità.

Il vasto catalogo prevede diverse tipologie di oggetti: diffusori Home Theater, sistemi di altoparlanti satellite, sistemi Micro DVD, subwoofer attivi, diffusori da incasso a parete e soffitto, diffusori da esterno e accessori dedicati al mondo degli Ipod, compresi degli auricolari di ottima fattura. Nella Home Page del sito ufficiale è presente la suggestiva immagine di una cristallina goccia di rugiada attaccata a una foglia con sotto il motto "The pure sound of life", un per nulla velato richiamo alle doti sonore di diffusori che promettono un suono naturale e "Cristal Clear".

La coppia di PRO 838 a me destinata è arrivata a casa con grande sollecitudine dopo una cordiale chiacchierata telefonica intercorsa tra me e il signor Antonio Merino, titolare della Pure Sound Spain e sincero appassionato di musica/Hi Fi. Se guardiamo, con neanche tanta attenzione, a questo disastrato mondo dell'Hi Fi, popolato di personaggi non sempre propriamente simpatici, ci accorgiamo che per fortuna ci sono tanti operatori con la passione nel sangue... e Antonio è uno di questi. Nel corso della nostra conversazione si è dimostrato persona disponibile, competente e molto cordiale, tutte doti da prendere ad esempio per partire con il piede giusto nel rapporto con l'appassionato/cliente.

 

 

PURE ACOUSTICS PRO838: ANATOMIA DI UN DIFFUSORE

Specifiche tecniche dichiarate:
Tipologia: 2 vie Bass Reflex.
Tweeter a cupola in seta trattata da 1"
Woofer da 21 cm (8") in polipropilene
Impedenza: 8 ohm
Risposta in frequenza: 42-22.000 Hz
Frequenza d'incrocio: 3000 Hz
Sensibilità: 89 dB/w/m
Potenza massima: 180 Watt
Peso: 9 Kg cadauna
Misure (H-L-P): 41 x 25.5 x 30 cm
Finiture disponibili: nero satinato e ciliegio.

Come sempre faccio quando esamino un prodotto, anche questa volta ho contattato direttamente l'azienda per saperne di più sulla filosofia, idee progettuali e particolari della filiera produttiva di questo asse America-Cina. Ho ricevuto subito risposta insieme alla disponibilità a collaborare, di fatto però l'"assist" richiesto non è mai arrivato, anzi sospetto che i due messaggi inviatimi, perfettamente uguali, siano frutto di una risposta automatica al querente.

Le PRO 838 si presentano come dei bookshelf di buone dimensioni (41 x 25 x 30 cm), l'MDF di cui è costituito il cabinet è rivestito di materiale vinilico con una finitura "effetto pelle" tranne che nei pannelli laterali, dove assume le sembianze di un nero Wengé o ciliegio, a seconda della scelta dell'acquirente. Lo spessore della finitura non è indifferente (5 mm) e appare anche piuttosto resistente a eventuali urti e graffi. Alla Pure Acoustics devono aver contemplato la possibilità che le PRO 838 possano finire in mano a proprietari non molto diligenti né delicati nel maneggiarle.

 

Purtroppo il Medium Density Fibreboard impiegato è di spessore piuttosto risicato: solo 11 mm, questo dato, insieme all'assenza di setti anulari interni di rinforzo, rende la struttura alquanto vulnerabile a vibrazioni indesiderate come le onde stazionarie e le sollecitazioni provenienti direttamente dai driver. Almeno nel baffle frontale sarebbe stato meglio disporre di qualche millimetro di spessore in più.

Anche il materiale assorbente è limitato a un solo foglietto volante di fibra di poliestere a densità molto bassa delle dimensioni di 22 x 26 cm. Se pensiamo che le PRO 838 non montano il solito wooferottolo da 10 cm o poco più che frequentemente capita di vedere in questa tipologia di diffusori ma un bel 21 cm, in grado quindi di generare un'energia importante, si comprende subito come il mobile non sia propriamente adeguato a calmarne i bollenti spiriti.

Durante le misure di distorsione armonica, nella progressione delle sinusoidi tra i 150 e 200 Hz le vibrazioni si facevano chiaramente sentire e non solo toccando le pareti dell'enclosure. Francamente non mi sento di farne una colpa alla Pure Acoustics, in un prodotto così economico dove non si è risparmiato sui driver (come vedremo vero punto di forza del progetto) da qualche parte si doveva pur economizzare, così si è lesinato su cabinet, assorbente interno e anche sul cablaggio, di spessore davvero esiguo anche sul woofer.

I tweaker più incalliti avranno di che divertirsi rinforzando l'assorbenza interna, magari un po' a scapito della sensibilità, oppure verniciando con dell'antirombo le superfici interne e sostituendo il cablaggio di serie con uno migliore. Le PRO 838 si prestano volentieri a diventare una sorta di laboratorio dove fare pratica, forse assurgere a emblema di accese sfide tra i più accaniti moddatori, fermo restando che possono andare bene anche così come ci vengono consegnate.

I due trasduttori sono tenuti in sede da quattro viti da incasso esagonali cromate, il collegamento degli altoparlanti non è assolto da pratici Fast-On ma i conduttori sono saldati ai due terminali delle rispettive bobine mobili, un metodo che assicura un valido contatto elettrico ma anche una seccatura in più per chi debba smontare e rimontare i driver con una certa velocità. Comunque con il saldatore ci so fare e quindi ho potuto procedere senza fastidiosi intoppi.

Il volume interno del sistema reflex (Vb), corrispondente a circa 31 litri, trova sbocco all'esterno mediante un condotto in PVC fissato a pressione, lungo appena 9 cm e largo 6,5, dotato di una griglia di protezione interna posta per evitare l’ingresso di piccoli oggetti nel diffusore, sono dati che lasciano presagire una frequenza di accordo piuttosto elevata.

Il condotto purtroppo si è rivelato piuttosto rumoroso, con il tipico soffio provocato dalle turbolenze chiaramente avvertibile sulle frequenze più basse, un fenomeno tanto più evidente nella riproduzione dei segnali test a bassa frequenza utilizzati dal programma "Step" per la rilevazione delle distorsioni armoniche. E' pur vero che non è pratica comune "sollazzarsi" con l'ascolto di sinusoidi pure, ma il soffio è stato sensibile anche nell'ascolto di musica a volume medio-elevato e aggravato dalla presenza della griglia antintrusione, la quale altro non fa che creare ulteriori indesiderate turbolenze (e di conseguenza maggior rumore). Tra l'altro negli esemplari in mio possesso era mal sagomata con dei "bargigli" di plastica, esito di uno stampaggio imperfetto. Il rapporto tra il diametro del woofer e quello del condotto reflex vale 2,461.

Come la vista interna rivela, la basetta su cui è montato il crossover non è a ridosso della vaschetta portacontatti ma è assicurata alla parete posteriore del cabinet mediante tre piccole viti da legno. Una soluzione che fa molto anni '80 (adottata per esempio sulle mie vecchie Infinity RSb del 1978) ma piuttosto scomoda perché obbliga allo smontaggio del woofer se si vuole intervenire sul filtro divisorio, il rimontaggio risulta inoltre piuttosto disagevole per la necessità di dover operare all'interno con una sola mano, centrando i fori e stringendo le viti.

 

 

DRIVER E CROSSOVER

Non voglio anticiparvi nulla della prova d'ascolto ma ritengo che i due componenti utilizzati per questo diffusore compiano un piccolo miracolo, ripianando con la loro bella voce alcune approssimazioni in fase di progetto. Il woofer, dichiarato come 21 cm ha in realtà un diametro effettivo, da centro a centro della sospensione esterna (un anello di gomma butilica dall'aspetto molto robusto), di 16 cm.

Il cestello è in lamiera stampata, una soluzione piuttosto economica, con il fondello del magnete che presenta al centro un foro di decompressione: si tratta di un particolare importante poiché il cestello è completamente chiuso al di sotto dello spider e genera una pressione non indifferente.

Per la costruzione della membrana, dotata di cupola parapolvere rovesciata, si è scelto il polipropilene, materiale dall'ottimo smorzamento interno ma che, secondo la mia esperienza, tende a mangiare un po' di dettaglio fine, un effetto collaterale comunque accettabile a fronte dei vantaggi che indubbiamente presenta. Grande woofer quindi in mobile piccolo anche se per forza di cose non propriamente mini: il trasduttore per i bassi in effetti non è una di quelle pulci da 10 cm che si vedono in giro sui bookshelf ma è un bel 16 cm reali. L'energia che è in grado di sprigionare questo componente a volumi medio-alti mette purtroppo in crisi la struttura di un cabinet un po' deboluccio e piuttosto risonante su certe frequenze.

Un trasduttore per i bassi come quello delle 838 non è semplicissimo da incrociare con un tweeter da 1" se consideriamo che il limite superiore di funzionamento non dovrebbe oltrepassare teoricamente quella frequenza la cui lunghezza d'onda supera il valore della circonferenza della membrana. Oltre tale limite, infatti, si verificano delle notevoli irregolarità di risposta in frequenza ed emissione fuori asse (Break-Up). Certo poi, l'ottimo smorzamento fornito dal polipropilene limita questo fenomeno. Dal canto suo un tweeter da 1" non può scendere più di tanto, soprattutto se il filtro ha una bassa pendenza di attenuazione come nel nostro caso, ecco come il "venirsi incontro dei due driver" inizia ad essere un po' problematico.

Saggia decisione quella di filtrare anche il woofer, evitando all'ascoltatore di beccarsi il "Break-Up" di membrana, si tratta di una scelta tanto più degna di lode se pensiamo all'estrema economicità del sistema. Nell'ottica del massimo contenimento dei costi molti sistemi economici a due vie attuano un filtraggio minimale, con un solo condensatore in serie al tweeter perché, si sa, le induttanze contengono un sacco di rame e costano molto più di un condensatore. Il tweeter ha la cupola in seta trattata da 1" ed è mosso da un magnete in ferrite di notevoli dimensioni e protetto da una robusta griglia metallica.

Il disegno non banale della flangia concorre sicuramente a personalizzare l'estetica del diffusore. Le Re (resistenza in continua della bobina mobile) sono di 3,94 Ohm per il woofer e 5,76 Ohm per il tweeter. La vaschetta portacontatti ha due sole terminazioni multifunzione di buona fattura, non previsto quindi il bi-wiring/bi-amping.

 

 

LE MISURE

Setup:
Microfono di misura Superlux ECM 999
Calibratore PCE-SC41 in classe 2
Multimetro TRMS PCE-UT 61E
Scheda audio E-Mu Creative Pre Tracker USB 2.0
Jig per il modulo e argomento d'impedenza autocostruito
Preamplificatore Rotel RC 06
Finale di potenza stereofonico Rotel RB 1070
Voltage probe con attenuazione di 20 dB per la rilevazione in Dual Channel
Cavo di potenza Supra Ply 3.4 S


La risposta in frequenza è stata ottenuta con il "Loudspeaker Free-Field Response", metodo che prevede la fusione del campo lontano finestrato e campo vicino, inclusa la risposta prelevata allo sbocco della porta reflex. Il risultato atteso è eliminare dalla misura tutte le risonanze/riflessioni tipiche di un ambiente confinato. In realtà ogni stanza ha i suoi modi di risonanza e le sue riflessioni particolari, per questo motivo la sala d'ascolto di Francesco è diversa da quella di Riccardo piuttosto che di Alberto e la risposta ne verrebbe volta per volta condizionata. Il Free Field invece consente di quasi annullare le influenze ambientali e dare un'immagine precisa di quella che è la risposta vera del sistema.

La risposta delle PRO 838 appare piuttosto tormentata, spicca un vistoso buco di oltre 10 dB (quasi una voragine) tra i 700 - 800 e i 3.000 Hz dove 1800 Hz si individua come punto in cui la depressione è massima. Un secondo avvallamento poco oltre, più limitato in profondità (8 dB) ma soprattutto più stretto e appuntito, appare nel grafico. Segue una risposta in alta frequenza anch'essa alquanto irregolare e in salita, con un picco centrato a 10.756 Hz. Dal lato basse annotiamo con piacere la buona estensione: una F3 posta a circa 65 Hz non è assolutamente male per un bookshelf anche se si discosta dall'ottimistico 42 Hz dichiarato (però non viene detto, a onor del vero, a che livello si trovino). Sui 100 Hz appare una discreta gobba seguita da un decorso in discesa esteso ma omogeneo. In buona sostanza ci troviamo di fronte a una risposta eminentemente "loudness", che privilegia gli estremi banda a scapito della gamma centrale. Il dato conferisce alle PRO un carattere tipicamente "Hi Fi", tanto in voga in diversi diffusori "à la page" negli anni '70 - '80.

 


PHASE-COHERENCE

RISPOSTA IN FREQUENZA PORTA REFLEX

La risposta in frequenza, acquisita in ambiente con i diffusori posti a due metri di distanza reciproca, 70 cm dalle pareti laterali e 110 cm dalla parete di fondo, con il microfono posto ad altezza di orecchio nella posizione d'ascolto (3 metri), ci stimola a delle interessanti riflessioni. Si nota la notevole esaltazione delle ottave centrate a 50 e 60 Hz dovuta a un sistema reflex molto generoso, presumibilmente da inquadrare in un allineamento di tipo Chebyshev che, se da un lato assicura una buona estensione, dall'altro presenta di fenomeni di ripple nella risposta. Lo sbocco del condotto è collocato posteriormente, quindi sarà buona norma, viste anche le caratteristiche del sistema, lasciare ampio spazio dalla parete posteriore.

Molto interessante è invece osservare che la situazione in gamma media è molto meno drammatica di quella fotografata dalla risposta "anecoica": il dislivello di oltre 10 dB nel range 700 - 3.000 Hz viene di molto ridimensionato in estensione e profondità con i 1.000 Hz ancora in linea con il livello medio e un avvallamento che vale poco più di 5,50 dB (5,56 per la precisione) centrato nell'ottava a 2.000 Hz, completamente assente il buco sui 5.000 Hz, i quali appaiono bene in linea con il livello medio di emissione. Una situazione certo perfettibile ma tutto sommato accettabile. L'impennata sulle alte frequenze viene smorzata grazie al naturale decadimento di energia che si verifica in ambiente in questo specifico range.

Il filtro crossover è molto semplice: un condensatore da 3,3 µF posto in serie al tweeter a configurare un passa alto del primo ordine elettrico (pendenza di attenuazione di 6 dB/ottava) e una bobina da 0,92 mH in serie al woofer, per una configurazione del passa basso del medesimo ordine elettrico. Come dimostrano le misure di risposta in frequenza dei driver filtrati si tratta di un crossover che non assicura una precisa "giunzione" tra i due driver lasciando il già visto profondo buco in gamma media. Il woofer, la cui risposta è stata rilevata con la capsula del microfono a 20 mm dalla cupola parapolvere, mostra un andamento in discesa dopo il picco a 100 Hz, con un'attenuazione costante e regolare di 3 dB ottava sino all'incrocio con il tweeter a 2400 Hz. Il trasduttore degli alti invece attenua di 6 dB/ottava precisi da 10.000 a 5.000 Hz mentre nella successiva ottava, prima di giungere in zona incrocio, la pendenza si fa più pronunciata attestandosi sui 10 dB/Ottava.

La coreografica CSD (Cumulative Spectral Decay) descrive l'andamento della risposta all'impulso nel tempo dell'ambito medio-alto, limite imposto dalla corta finestra temporale di 2,11 millisecondi. Il tweeter a cupola in seta trattata si comporta molto bene con dei tempi di decadimento che si attestano intorno al millisecondo.

Una sola propaggine è visibile nell'intorno dei 15 kHz.

Buono il comportamento della risposta in asse e fuori asse, addirittura migliore a partire da 15° dove scompare del tutto lo stretto picco negativo visibile nella misura in asse a circa 5 kHz. A 15° e 30° di disassamento compare un perturbazione in attenuazione poco oltre i 9.000 Hz che non è più rilevabile a gradi d'inclinazione più elevati (45° e 60°).

DISTORSIONI ARMONICHE IN AMBIENTE

La THD relativa al woofer, misurata a un livello di 90 dB (ambiente), supera l'1% (abbondantemente, sotto i 60 Hz) per poi scendere a valori inferiori dopo la soglia dei 70 Hz, dato ovvio considerando che la distorsione è proporzionalmente più alta dove maggiore è l'escursione dell'equipaggio mobile. Le notevoli oscillazioni della membrana sono evidenti all'occhio che osserva l'altoparlante sottoposto ai segnali test di frequenza molto bassa. Superata la zona critica la THD si stabilizza su buoni valori: mediamente lo 0,3% da 80 a 2.000 Hz.

L'andamento delle armoniche superiori presenta dei valori proporzionalmente inferiori, dove spiccano una quarta e sesta armonica particolarmente contenute.

Il tweeter esibisce un buon andamento complessivo, mediamente inferiore allo 0,3% tranne tre piccoli picchi isolati: uno centrato a 878 Hz che vale lo 0,9%, un secondo più basso a circa 2600 Hz dello 0,6% e un terzo e ultimo a 8.400 Hz che supera di poco l'unità percentuale attestandosi sull'1,07%. Da segnalare un picco relativo di quinta armonica tra 2600 e 3200 Hz, di valore comunque contenuto e di poco superiore allo 0,2%.

E' vero che non esistono tessuti perfettamente fonotrasparenti ma quello utilizzato per le PRO 838 si comporta decisamente bene attenuando un po' le frequenze da 5.500 a 7.300 Hz e da 8.200 a circa 12.000 Hz e lasciando praticamente intonse le superiori. Non fatevi troppi problemi ad ascoltare con le due belle griglie nere.

L'esame del grafico riguardante il modulo e argomento d'impedenza ci mostra che i due picchi tipici del sistema reflex sono di altezza limitata, anche loro, insieme ad altri "sintomi", testimoni di un sistema sottosmorzato. Il primo, del valore di 13,42 Ohm, è posto a 35 Hz mentre il secondo è di 15,18 Ohm a 84 Hz, quindi ci troviamo di fronte a una Fb (frequenza di risonanza del sistema) inferiore alla Fs (frequenza di risonanza in aria libera del woofer), la prima centrata a circa 50 Hz. Il tweeter raggiunge i quasi 32 Ohm a 2300 Hz, preceduti da una rotazione di fase che raggiunge il suo massimo a 1133 Hz con +47,5°. Notizie rassicuranti provengono dal fronte del minimo di modulo, il quale non va al di sotto di 4,54 Ohm, raggiunti a circa 160 Hz e preceduti da una rotazione di fase che vale -33,2°. Un valore di tutto riposo per qualsiasi amplificatore ad alta fedeltà.

La sensibilità in ambiente, rilevata ponendo il microfono a un metro di distanza dal diffusore dopo aver somministrato ai morsetti 2,83 Volt, è stata ottenuta su una media di 85 rilevazioni da 100 a 12.500 Hz.
Si è così ottenuto un valore di quasi 88 dB (esattamente 87,916).

 

 

YOU CAN'T JUDGE A BOOK BY ITS COVER.
L'ASCOLTO

Il setup:
Finale di potenza EAM Lab PA 2600 direttamente pilotato dalla scheda audio.
Amplificatore integrato Trends Audio TA 10.2
Personal Computer HP G62 con player Foobar 2000
Scheda audio E-MU Creative Pre Tracker Pre USB 2.0
Giradischi Pro-ject Debut II SE con testina Denon DL 160
Cavi di segnale Fluxus 2*70 S
Cavi di potenza Fluxus LTZ 900
Cavi di alimentazione Fluxus "Alimentami"

Mi sembra di aver scritto più volte che un diffusore vada ascoltato con amplificazioni diverse e questo per un motivo molto semplice: quando verrà il momento di abbinare le PRO 838 a un'elettronica sarà opportuno avere un'idea abbastanza precisa dell'interfacciamento timbrico-elettrico più giusto. Due sono gli amplificatori che ho adoperato per far suonare le Pure Acoustics, agli antipodi per quanto riguarda la potenza ma ambedue decisamente raffinati: l'immancabile Trends Audio TA 10.2 (6+6 Watt per canale) in configurazione finale (by-pass del potenziometro del volume) per testare il comportamento alle basse potenze e l'esuberante EAM Lab PA 2600, di passaggio per un test nella mia sala d'ascolto, da ben 300 Watt per canale RMS su 8 Ohm.

Il responso è stato chiaro: non occorrono amplificazioni particolarmente correntose per le PRO, nonostante la sensibilità medio-bassa. Possiamo accontentarci anche di un T-Amp in una sala medio-piccola se il nostro target è sviluppare normali pressioni, fermo restando che le emozioni più forti verranno fuori solo con una maggior potenza in canna, in tal senso già una trentina di Watt sarebbero un bel sentire. La tenuta in potenza non è male e ci si può spingere sino a sentire la fisicità della cassa di una batteria, sarà il cabinet a cedere per primo, non il woofer.

Per un diffusore che fa tanto anni '80 ho trovato giusto rispolverare la nutrita sezione di rock progressivo della mia discoteca. Gli album "Trilogy" e "Brain Salad Surgery" prodotti dagli Emerson Lake & Palmer dei migliori anni hanno un sapore che porta direttamente al clima che si respirava al festival dell'Isola di Wight. Il suono spigoloso e al contempo raffinato viene reso con grande feeling dalle 838 che non cedono il passo ad ammorbidimenti "audiophile" di sorta, la perfetta macchina ritmica di Carl Palmer si mostra in gran spolvero. Seguono i Jethro Tull, incisivi in "Aqualung" del 1971 e in "Thick as a Brick", concept album pubblicato nel 1972 dove il flauto "magico" di Jan Anderson manifesta un soffiato metallico e presente. Non si rimane delusi grazie a un sound sempre energico e graffiante.

Torno indietro un attimo agli Emerson Lake & Palmer con "Pirates", dal doppio album Works 1, brano orchestrale dal grande respiro sinfonico avvantaggiato dal registro basso un ruffiano, un po' colorato e anche talvolta turgido, elementi che comunque non privano la riproduzione della dovuta precisione. Nella seducente pieces ciò che comunque calamita la mia attenzione è la qualità delle alte frequenze, accurate, limpide e incisive senza mai sconfinare nel trapanante, merito naturalmente anche delle elettroniche che assecondano molto bene le qualità di questo dome da 1". Il tappeto di strumentini è disegnato con diligenza nell'ambito di un'immagine magari non particolarmente plastica, come una fotografia che stenta a trasformarsi in scultura, dote, mi rendo conto, ad appannaggio di diffusori di ben altro prezzo. Un piacevole riscontro che trova conferma nell'ascolto del "Capriccio Spagnolo" del compositore russo Nikolaj Rimskj Korsakov dove rintraccio una gamma alta sostanzialmente pulita, priva di evidenti colorazioni, incisiva quanto basta per non far rimpiangere diffusori di caratura superiore.

Il lack di dB in gamma media c'è, inutile negarlo, ma non lo ritengo penalizzante per una riproduzione piacevole. A dirla tutta nel mio ambiente (piuttosto riflettente) la leggerezza di questo registro è stata evidente in ben poche occasioni, una di queste è il crudele test della voce di Fabrizio De Andrè, piuttosto vuota nella zona centrale ed enfatizzata invece nel registro basso, dettaglio quest'ultimo che senza dubbio ha evidenziato l'avvallamento anziché mascherarlo. E' probabile che in un ambiente più sordo del mio la situazione cambi facendosi più evidente il buco tra i 700 e i 2.000 Hz, è comunque un dato da valutare al momento dell'acquisto tenendo ben presenti le caratteristiche acustiche della nostra sala d'ascolto. Facendo un parallelo che ad alcuni forse potrà sembrare ardito, il diffusore è come un indumento ed è bene farlo su misura sul corpo (l'ambiente) che dovrà vestire. Belle le voci femminili di Rickie Lee Jones e Olivia Newton-John, vive, guizzanti e dalla limpida musicalità anche se un po' indietro nella scena.

Che l'equipaggio suonante delle 838 fosse particolarmente votato a un'attraente vivacità lo avevo capito sin dalle prime note emesse, il campo dove questi diffusori danno il meglio di se è nella dinamica vispa, nella reattività di un woofer di buone dimensioni che negli assoli di batteria dona ai colpi di cassa una rimarchevole fisicità cui fanno da contraltare piatti dal corpo si limitato, ma sempre frizzanti e incisivi. Il punch insomma non abbandonerà mai la riproduzione dei generi più movimentati pur se accompagnato da un controllo della membrana del woofer che potrebbe essere migliore (ma questa è una caratteristica voluta in fase di progetto del sistema reflex, incline a spostare notevoli masse di aria nell'intorno della frequenza di risonanza piuttosto che a conseguire una risposta piatta). Ecco... la piattezza non fa proprio parte del DNA delle Pure Acoustics, in nessun senso!

Chi pensa però che le PRO 838 siano un diffusore buono per le feste da ballo dei nostri figli sbaglia di grosso e mi scuso con il lettore se la mia disamina sinora può averne dato l'impressione. In virtù di una gamma alta di pregio sa essere anche molto raffinato nei generi dove sono richieste delicatezza e introspettività. L'ascolto delle Suite Inglesi del sommo J.S. Bach nell'interpretazione di Huguette Dreyfus corroborano pienamente questa impressione con un clavicembalo ricco di armonici superiori, dalla metallicità non ammansita ma correttamente conservata, una prestazione rilevante considerato il censo delle 838.

Proseguo con la musica antica ascoltando in religioso silenzio l'album "A Medieval Christmas" interpretato da Pro Cantione Antiqua & Medieval Wind Ensemble, ricco di antichi colori timbrico/strumentali e poi "Pérotin and the Ars Antiqua" splendidamente interpretato dal prestigioso The Hilliard Ensemble. Ne viene fuori l'immagine di un diffusore ammiccante ma completo, abile nella stoccata come nel ricamo sonoro grazie alla buona qualità dei driver, il sentore che la vera differenza la facciano loro mi persuade con sempre maggior forza nel prosieguo degli ascolti.

Termino l'interessante sessione di ascolti con la musica jazz, mi lascio emozionare ancora una volta dal sax del compianto Michael Brecker, sassofonista di grande valore, dalla personalità riflessiva e introversa che ci ha regalato autentiche perle di bellezza come "Don't Try This At Home", "Jazz Time" e "Tales from the Hudson" senza contare le innumerevoli collaborazioni con tanti session man di vaglia, ancora tante belle Good Vibration da bersi On The Rocks!

 

 

CONCLUSIONI

Mi rendo conto di essere stato forse troppo severo nel giudicare le manchevolezze di un sistema votato, ricordiamolo, a una grande economicità visto che è possibile portarsene una coppia in casa al modicissimo prezzo di 199 euro IVA inclusa. Però, come in ogni rappresentazione che si rispetti non può mancare il colpo di scena finale, quello che ribalta una situazione che sembrava irrimediabilmente compromessa. E' bene dirlo chiaro e forte: queste PRO 838 suonano bene, insospettabilmente bene se considerate sotto il punto di vista dell'emozionalità che riescono a trasmettere all'ascoltatore. Sono diffusori che piaceranno ai ragazzi, che certamente li troveranno molto divertenti, come anche agli audiofili nostalgici cui non sembrerà vero rivedere un bel woofer da 20 cm in un bookshelf, così come si usava nei fantastici "Seventies". Quella che alle misure di risposta in frequenza appare come una situazione inaccettabile per un sistema definito "Hi Fi", in ambiente lo è molto, molto meno.

Credo che in fase di progetto si sia tenuto conto della situazione acustica media in cui le PRO 838 verranno probabilmente calate, cioè delle comuni stanze d'appartamento che con le loro riflessioni aiuteranno la gamma media a risollevarsi, diventare meno leggera riequilibrandosi con il livello degli acuti, normalmente attenuato a causa della perdita di energia all'aumentare della distanza d'ascolto. Le misure vanno lette "cum grano salis", sforzandosi di interpretarle nella dovuta interazione/integrazione reciproca e sempre nella consapevolezza che mai una rilevazione strumentale riuscirà a descrivere il carattere peculiare di una elettroacustica, così come i parametri vitali, le misure biofisiche di un uomo nulla possono raccontarci del suo carattere. Certo, il lack di dB in gamma media è troppo elevato per non lasciare il segno, alcune registrazioni risulteranno smagrite in quella gamma. L'evidente gobba di un sistema reflex pensato non per essere massimamente piatto aggiungerà qualche inevitabile colorazione. Alcuni piccoli accorgimenti però potranno aiutare a risolvere in parte le imperfezioni del bilanciamento tonale, per esempio è proficuo tenere ben distanti le 838 dalle pareti laterali e soprattutto dalla posteriore, anche in considerazione del fatto che lo sbocco è collocato posteriormente.

Non esagerate con il "Toe in", non ce n'è bisogno. Grazie alle buone caratteristiche di dispersione, anzi a partire da piccole angolazioni sparirà la deflessione sui 5.000 Hz , come testimoniato dalle misure di risposta in frequenza in asse e fuori asse. Le Pure Acoustics non sono particolarmente esigenti quanto a corrente, la sensibilità non è elevatissima (circa 88 dB/w/m) ma il carico non è impegnativo, con un minimo di modulo che supera abbondantemente i 4,5 Ohm. E' possibile ottenere dei risultati soddisfacenti anche con un T-Amp, con il potente EAM Lab PA 2600 poi hanno letteralmente fatto faville!

Nel manuale d'istruzioni è consigliato un rodaggio di 15 ore, secondo me pochine per consentire l'assestamento dei driver, farle "rosolare" per 50 - 60 ore sarà meglio. Come linea guida generale viene consigliata una distanza tra i diffusori e la posizione d'ascolto pari a 1,5 volte quella che intercorre tra loro, per esempio se la distanza reciproca delle 838 è di 2 metri, la posizione d'ascolto dovrà trovarsi a 3 metri, è una regola un po' diversa dalla teoria del triangolo equilatero ma può senz'altro andar bene. La scena tridimensionale non è formidabile nella scolpitura dei piani sonori ma è abbastanza larga e profonda per non far rimpiangere troppo una torre da pavimento.

Siatene certi, una volta sistemate per bene le Pure Acoustics vi ripagheranno con uno smalto timbrico seducente e quel pizzico di mancanza di educazione si trasformerà in tante ore di sano divertimento.

Alfredo Di Pietro


 Stampa   
Copyright (c) 2000-2006   Condizioni d'Uso  Dichiarazione per la Privacy
DotNetNuke® is copyright 2002-2024 by DotNetNuke Corporation