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martedì 23 aprile 2024 ..:: EAM Lab Musica D101 ::..   Login
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 EAM Lab Musica D101 Riduci

 


INTRO

Chi segue le vicende dell'alta fedeltà nostrana sa che la produzione dell'azienda EAM Lab di Parabiago s'incastona nel complesso panorama con l'ambizione di esprimere elettroniche ai più alti livelli. La sfera in cui si muove è schiettamente Hi End, settore di nicchia che esorta il confronto con alcuni noti mostri sacri. Non c'è una sola strada per arrivare a un determinato risultato e la ditta di Emanuele Pizzi vanta un percorso iniziato quasi in sordina tra le nebbie della provincia milanese, fatto di duro lavoro su amplificazioni tetragone a ogni strapazzamento, affidabili in qualsiasi condizione di funzionamento e quindi perfette per un uso professionale. Si tratta di una spinta iniziale che potrebbe sembrare un po' anomala in considerazione del target poi sospirato, comunque poco congeniale all'idea di fine cristalleria che evoca il mondo delle elettroniche più sofisticate. In realtà non c'è alcuna contraddizione, nessuno deve arricciare il naso, anzi si può solo lodare un "modus operandi" nato su basi così sane. Chi sceglie un'oggetto definitivo, destinato a permanere a lungo nel proprio impianto, sarà rincuorato dal sapere che ha dalla sua un'ottima sicurezza di funzionamento e una notevole aspettativa di vita.

Non è mia intenzione avventurarmi nel discorso di quanto oggi sia difficile individuare i componenti più idonei per allestire il proprio impianto (la scelta che offre il mercato è praticamente sconfinata) ma un cenno è comunque doveroso farlo. Spesso mi scrivono degli appassionati indecisi sul da farsi, se sia meglio comprare questo o quell'altro apparecchio, cui io non posso che dare risposte parziali, limitate dai miei gusti e dalle mie frequentazioni. Come se non bastasse, ad affollare la scena ci si sono messi anche gli amplificatori basati sui chip in classe D, apparecchietti poco costosi, per nulla invasivi nelle dimensioni ma che fanno con onore il loro dovere. A complicare ulteriormente le cose c'è anche il problema dell'individuazione di oggetti "non suonanti", quelli cioè da tenere accuratamente alla larga perché inadeguati. Nulla di allarmante in realtà, visto che le "sole" sono veramente poche e, se esistono, sono destinate a vita breve. L'appassionato oggi è molto più informato di un tempo, i pareri circolano su internet in tempo reale e ciò che ha scarso valore viene presto "sgamato".

In un campo dove la scelta diventa difficile per eccesso di offerta è perciò importante sapere esattamente cosa si vuole e dove trovarlo. Teoricamente la ricerca dovrebbe andare in direzione dell'oggetto "ideale", concetto che però deve scendere nella realtà costringendo a trovare il giusto bilanciamento tra possibilità economiche, di spazio e pure di carattere perché le affinità elettive esistono anche in Hi Fi. A mio parere, tutti quei discorsi sulla questione del "limitarsi" di una catena a essere il più aderente possibile alla registrazione, pur sacrosanti, hanno un valore per lo più teorico. Hi Fi contro My Fi si dice, ben sapendo che nel mondo reale questo ragionamento s'infrange contro un pulviscolo di distinguo, di percezioni a volte sottilmente, altre volte sostanzialmente diverse. Ecco perché diventa fondamentale sapere sotto quali principi si muova un'azienda, come per esempio la EAM Lab, orientata a perseguire primariamente la sostanza, intesa come funzionalità, robustezza e durata. Fattori importanti certo, ma non sufficienti per rendere un'amplificazione davvero degna di nota. Oltre alle qualità elettrico/costruttive bisogna "agghindare" il suono sino a renderlo scevro da qualsiasi rudezza, passo da compiere obbligatoriamente se si aspira all'ingresso nella civiltà Hi End. Il passaggio dal Pro all'Hi Fi non è automatico, come qualche giostraio impenitente vorrebbe far credere.

Ecco perché lo sforzo maggiore in cui è impegnato il progettista Emanuele Pizzi è, contemporaneamente, non lasciare al caso le qualità soniche delle proprie amplificazioni, visto che sono dedicate ad audiofili evoluti, quindi con l'orecchio ben teso alle qualità timbriche. Nel volgere di pochi anni in casa EAM Lab è avvenuta un'autentica rivoluzione che ha portato a un profondo rinnovamento dei prodotti a catalogo. E' un cambiamento che ha riguardato non solo i contenuti tecnici ma anche l'aspetto estetico, diventato via via più raffinato perdendo quel carattere a metà strada tra il professionale e il monolitico che avevano le prime realizzazioni. Dall'esordio nel '97 - '98 a oggi tanta acqua è passata sotto i ponti, la ditta si è evoluta anche dal punto di vista dell'approccio al cliente. Risale al mese scorso l'inaugurazione dello Show Room EAM Lab, un piacevole spazio destinato a eventi e incontri audiofili nato dall'esigenza di unire l'utile al dilettevole, il divulgativo al promozionale. Il frutto di tanto lavoro è oggi un catalogo ben nutrito, pianificato con l'occhio sempre attento verso un preciso tipo di clientela, audiofili emancipati che non vogliono rinunciare all'abbondanza di contenuti e desiderano che il loro amplificatore sia in grado di pilotare qualsiasi sistema, compresi gli ostici elettrostatici. Anche l'aspetto del sito ha subito un'evoluzione e oggi gode di una veste grafica decisamente più attraente. Anche l'occhio, si sa, vuole la sua parte...

E' principalmente a loro che si rivolge la produzione odierna, costituita dalle quattro linee di livello crescente "Musica", "Element", "Reference" e "HA". Elemento comune a tutti i prodotti e simbolo dello scatto evolutivo dell'azienda è lo stadio preamplificatore HDCA (High Dynamic Current Amplifier). Questo vanta ottime caratteristiche come una banda passante particolarmente estesa (1 MHz), distorsione bassissima e prossima allo 0,00001%, una linearità entro 0,1 dB tra 1 Hz e 250.000 Hz. Le serie comprendono preamplificatori, amplificatori integrati e finali di potenza sia Mono che Stereo, ad eccezione della Musica che, insieme al pre C101, ha solo due amplificatori integrati (il 202i e il 230Ai in pura classe A). La Element ha anch'essa due integrati, il 202i e il 260Ai mentre la Reference, top di gamma, è costituita dal monumentale 352 (Stereo), 152A (Stereo), 601 (Mono) e dal preamplificatore C301. La "HA" comprende due elettroniche della "vecchia" guardia che Emanuele ha voluto mantenere in produzione, dato il loro eccezionale valore: il poderoso HA 600 da 2x330 Watt Rms su 8 Ohm e il preamplificatore HP 01. I nostalgici del marchio sono accontentati.


EAM LAB MUSICA D101 - HIGH-END REFERENCE DSD DAC 32 BIT - PROCESSORE DIGITALE

 



Specifiche Tecniche Dichiarate.

THD: < 0,002%
S/NR: > 135 dB
Ingressi: Coassiale/Ottico/AES EBU/USB 32 bit/384 kHz
Voltaggio d’uscita: RCA 2,2 Vrms/XLR 1,8 Vrms
Trigg In: 5 to 20 V
Trigg Out: Selezionabile tra 5 o 12 V
Consumo in Stand-By/Attivo: 1 Watt/20 Watt
Dimensioni: 420 x 390 x 100 mm
Peso: 12 Kg
LT1963: Pre Regolatore
Chip ES9018S: Convertitore Patented Hyperstream 32 bit
Crystek 100 MHz: Oscillatore di riferimento
Alimentazioni separate: Circuitazione Analogica/Circuitazione Digitale
Configurazione: Dual Mono
Stadio d’uscita: HDCA

Quando ho saputo della nascita in famiglia di questo "pargolo", sono stato assalito da una forte curiosità. Per tanto tempo la ditta aveva preso in considerazione esclusivamente le amplificazioni, aveva legato la sua immagine a quella di elettroniche poderose e, francamente, non mi sarei mai aspettato che dal cilindro magico della EAM Lab potesse saltar fuori un Digital to Analog Converter.
Il cabinet ricalca la livrea della serie "Musica" e in parte quella degli integrati Element 202i ed Element 260Ai. Si tratta di un'enclosure di sostanza, non sono pochi 12 Kg per un DAC, un peso che potrebbe tranquillamente avere un integrato di media potenza. Il frontale ha un aspetto fine, silver opaco (niente ditate che compaiono non appena lo si tocca), somigliante, soprattutto nella conformazione delle manopole, alle elettroniche Copland. Può essere azzardato un parallelismo estetico con il preamplificatore CTA305 per la presenza del largo display posto tra le due manopole, nel caso del D101 non rettangolare, ma dai bordi laterali stondati.

La manopola destra comanda l'accensione e lo spegnimento, spingendola, e la regolazione del volume ruotandola. Questo significa che l'utilizzatore non avrà bisogno di collegarlo a un preamplificatore per la piena funzionalità. Con la rotazione della manopola sinistra si seleziona un ingresso tra quelli disponibili mentre premendola si mette in Mute l'apparecchio. Tutte le operazioni sono molto semplici e intuitive, direttamente verificabile tramite il display dai caratteri gialli, molto ben visibili anche a distanza di qualche metro. Sulla destra vengono indicati i dB di attenuazione del controllo volume, la parte destra reca informazioni sull'ingresso in funzione, modalità PCM o DSD, filtro digitale utilizzato e la banda passante. Un frontale che potremmo sicuramente considerare dotato di una discreta eleganza e grande robustezza, quest'ultima caratteristica di tutti i prodotti EAM Lab.

Sul pannello posteriore troviamo il parco connessioni di Input/Output. Al centro, in un riquadro bianco, ci sono gli ingressi digitali Coassiale RCA 75 Ohm, Toslink a fibra ottica, USB e AES/EBU XLR a 3-Pin. Dislocate ai lati le connessioni analogiche d'uscita per i canali destro e sinistro, sbilanciate RCA e bilanciate XLR. Sull'estrema sinistra vediamo le connessioni standard "Trig In" e "Trig Out" per il trigger, queste consentono l’accensione da remoto di apparecchiature collegate tramite connettore e cavo terminato Jack 3,5 mm. Mediante il comando trigger il D101 può accendere da remoto qualsiasi apparecchiatura provvista di tale comando. Questo significa che se si è in possesso di un coordinato Eam Lab, è possibile mettere in tensione contemporaneamente tutte le apparecchiature con un solo pulsante e/o da remoto tramite telecomando. A destra infine sono presenti il pulsante di accensione generale e la vaschetta IEC per l'alimentazione.

E' un appuntamento importante quello con il Musica D101. Primo cimento dell'azienda parabiaghese nel campo dei DAC, è un convertitore cui nessuna possibilità è esclusa, una macchina complessa che presenta numerosi punti d'interesse dove è evidente la tensione al raggiungimento di prestazioni definitive. In fondo il ragionamento è semplice, occorreva creare un oggetto all'altezza delle elettroniche EAM Lab, senza rappresentare un inopportuno collo di bottiglia che fosse d'intralcio al raggiungimento di un certo target. Alla Visual Inspection la scheda colpisce per l'accuratezza della realizzazione. L'impegno profuso a ricercare lo stato dell'arte nel campo dei dispositivi digitali si nota dal cuore del DAC, parlo dell'eccellente chip convertitore Sabre ES9018S, ospitato a bordo del modulo Amanero OEM Combo 384. Ma andiamo con ordine partendo proprio da questa schedina di 30x69 mm che sovrasta la PCB principale, un modulo che oggi è quanto di più avanzato possa esistere.

Si tratta di una scheda audio destinata ad applicazioni audio di fascia alta che funziona in classe USB 2 e integra un adattatore d'uscita DSD. Nessuna paura per i possessori di un Mac che non vedranno sul sito di Amanero i driver da scaricare, la scheda infatti per fare il suo dovere non necessita di alcun driver per Mac OSX 10.6+ e Linux con Kernel UAC2 compatibile. Chi invece possiede un PC con OS Windows non dovrà fare altro che scaricare i driver KS, WASAPI, WDM e ASIO per Windows XP, Windows 7 e Windows 8 a 32/64 bit. Lo si può fare al link senza alcun costo da sostenere. Al link indicato è possibile scaricare la versione aggiornata al 23/11/2013 o le precedenti versioni rilasciate il 21/11/2012.

Il Combo 384 supporta frequenze di campionamento di 44,1 kHz - 48 kHz - 88,2 kHz - 96 kHz - 176,4 kHz - 192 kHz - 352,8 kHz - 384 kHz, con formato di Output I2S 32 bit o DSD 64, DSD 128 (in Windows DSD 256 e DSD 512). Due oscillatori al quarzo HLX 4I e HLX 4E, funzionanti rispettivamente alle frequenze di 22,579 MHz e 24,576 MHz, con tensione di lavoro pari a 3,3 V, assicurano una perfetta scansione temporale delle transizioni digitali. Sono oscillatori a basso rumore di fase, molto stabili perché del tipo TCXO (Temperature Compensated Crystal Oscillator). Un altro oscillatore "On board", non visibile in foto perché alloggiato sulla scheda principale sotto il modulo Amanero, è il Crystek R 100 MHz, il quale vanta un tasso di jitter particolarmente contenuto: appena 0,5 Picosecondi.

Ma la vera "sorpresa" sta nel lato B della scheda, non visibile all'apertura del coperchio, che alloggia il chip Sabre ES9018S. IC eccellente (il migliore?) facente parte della serie Reference Audio DAC Sabre 32 è una soluzione di conversione a 32 bit utilizzata in applicazioni consumer, come lettori Blu-ray, preamplificatori audio, ricevitori Audio/Video e applicazioni professionali come sistemi di registrazione, console, mixer e workstation audio digitali. L'ES9018S è un DAC a otto canali con architettura Hyperstream a 32 bit brevetto ESS e sistema Time Domain jitter Eliminator. Offre prestazioni elevatissime in stereo, basti pensare che la DNR (Dynamic Noise Reduction) raggiunge il valore di 135 dB mentre la THD + N è di -120 dB, valore che corrisponde a una percentuale di appena lo 0,0001. Sono dati che consentono un elevatissimo range dinamico e distorsioni ultra basse.

L'ingresso digitale universale assicura frequenze di campionamento sino a 1,536 MHz nell'ambito di un'architettura in grado di gestire dati a 32-bit PCM tramite ingresso I2S, nonché dati DSD o SPDIF. E' accettato in ingresso anche il formato DVD Audio con compatibilità per il SACD. Le funzioni del DSP (Digital Signal Processing) prevedono un controllo del volume esente da fastidiosi "Click" e l'implementazione di filtri digitali caratteristici programmabili per il formato PCM e DSD. Particolarmente versatile, il 9018 offre la de-enfasi per le frequenze di campionamento di 32 kHz, 44,1 kHz e 48 kHz. Altrettanto programmabile è la configurazione d'uscita, che può essere scelta tra mono, stereo e 8 canali. I filtri digitali caratteristici sono personalizzabili dall'utente nell'andamento del Roll-Off della risposta in frequenza. Il consumo in corrente di questo chip è inferiore a 100 mW.

Nella Amanero trovano posto altri due chip coinvolti a diverso titolo nel processo digitale/analogico. Il primo è l'Atmel SAM3U2C, membro di una famiglia di microcontrollori flash basato sulle alte prestazioni del processore ARM Cortex-M3 RISC a 32 bit. Il Core ha un'unità di protezione della memoria MPU (Memory Protection Unit), opera a una velocità massima di 96 MHz e dispone da 64 sino a 256 Kbyte di memoria Flash e fino a 52 Kbyte di SRAM. Il set di periferiche include una porta USB ad alta velocità con ricetrasmettitore integrato, un MCI ad alta velocità per dispositivi come SDIO/SD/MMC, un'interfaccia bus esterna con il regolatore di NAND Flash, fino a 4xUSARTs, un timer 4xPWM, timer 3xGeneral fino a 16 bit, un RTC, un ADC 12 bit e un ADC 10 bit. Il SAM3U è specificamente progettato per sostenere il trasferimento dati ad alta velocità. Include una matrice multi-layer degli autobus, nonché molteplici banche SRAM, canali PDC e DMA che consentono di eseguire compiti in parallelo e massimizzare il throughput dei dati. Può operare da 1,62 V a 3,6 V. Il dispositivo SAM3U è particolarmente adatto per le applicazioni USB di data logger, periferiche per PC e qualsiasi ponte (USB a SDIO, USB SPI, USB di interfaccia bus esterna) ad alta velocità. Qui adempie al fondamentale compito di ricevitore/trasmettitore S/PDIF, cioè riceve il flusso digitale, estrae il segnale di clock, decodifica i dati e poi trasmette il tutto al convertitore vero e proprio.

Il secondo Chip è lo Xilink XC2C64A CoolRunner-II CPLD. In elettronica digitale, un Dispositivo a Logica Programmabile (Programmable Logic Device), frequentemente abbreviato con l'acronimo PLD, è un circuito integrato programmabile largamente utilizzato nei circuiti digitali. A differenza di una porta logica, che implementa una funzione predefinita e non modificabile, un PLD, al momento della fabbricazione, non è configurato per svolgerne una predeterminata. Per questa ragione, prima di poter utilizzare un PLD in un circuito esso deve essere programmato. I PLD sono generalmente divisi in due categorie: i Complex Programmable Logic Device (CPLD), come il nostro Xilink, e i Simple Programmable Logic Device (SPLD), a seconda che abbiano un numero di pin rispettivamente maggiore o minore di 48. Le CPLD sono utilizzabili in un gran numero di applicazioni, trattandosi di reti logiche che servono a interfacciare dispositivi elettronici ad elevata integrazione (quali ad esempio CPU, memorie, ADC, DAC, display e altri dispositivi), implementando di volta in volta le funzionalità richieste per attuare la connessione.

Questo è quanto fa l'XC2C64A, dispositivo a 64 macrocelle CoolRunner-II progettato sia per applicazioni ad alte prestazioni sia per utilizzi a bassa potenza. Consente un notevole risparmio energetico per le apparecchiature di comunicazione di fascia alta e alta velocità per dispositivi a batteria. E' costituito da blocchi di quattro funzioni interconnesse definiti Advanced Interconnect Matrix (AIM). L'AIM alimenta 40 ingressi reali e ingressi complementari per ogni blocco funzionale. Ci sono anche diversi segnali di clock, configurati su una base per macrocella. Oltre a memorizzare gli stati d'uscita delle macrocelle, i relativi registri possono essere configurati come "immissione diretta" per memorizzare direttamente i segnali dai pin d'ingresso. Il Clocking è disponibile su una base globale o blocco funzione. Tre sono i Clock globali disponibili per tutti i blocchi funzionali come sorgente di clock sincrono.
Il CoolRunner-II CPLD a 64 macrocelle dispone di Ingressi/Uscite compatibili con lo standard LVTTL, LVCMOS18, LVCMOS25, e LVCMOS33. Le caratteristiche elettriche consentono un facile interfacciamento con dispositivi a 3,3 Volt - 2,5 Volt - 1,8 Volt e 1,5 Volt.

A ridosso del display si trova il Microchip PIC16F877A, microcontrollore Flash di cui non mi dilungo nella descrizione. Gli appassionati più tecnicamente preparati potranno leggere tutto nel Datasheet. Invito a leggere anche quelli degli altri dispositivi, sono facilmente reperibili in rete in formato Pdf.

I regolatori di tensione degli stadi d'uscita HDCA

Dopo il complesso processamento Digitale/Analogico il segnale viene consegnato agli stadi di uscita EamLab, questi hanno il compito di convertire il segnale in corrente per poi affidarlo a un modulo con cui ormai dovremmo avere una certa familiarità: l'HDCA per le uscite XLR bilanciate e single ended via RCA. Le sue caratteristiche principali sono citate nell'Introduzione. La configurazione circuitale del Musica D101 è interamente Dual Mono, DAC compreso, offre quindi all'ascolto una scena sonora molto stabile, perfettamente a fuoco, con una separazione tra i canali superiore agli 80 dB. Un'ulteriore finezza... le alimentazioni sono separate per la parte digitale e per quella analogica, ottimamente filtrate e stabilizzate utilizzano quattro trasformatori monofase da 8 VA, isolati in classe "E", della lombarda Ciriacono.

E' possibile controllare in remoto il nostro Musica D101 dal telecomando, ma anche in ogni caso agire manualmente dagli encoder professionali presenti sul pannello frontale. Significativa l'opportunità di usare contemporaneamente le connessioni d'uscita XLR e RCA, facenti capo a circuiti separati via HDCA.

Il Linear Technology LT1963 si occupa di ridurre il valore della tensione da 3,3 Volt a 2,5 Volt. Si tratta di un dispositivo LDO (Low Drop Out) adatto nel nostro caso a compensare la piccola differenza tra tensione d'ingresso e d'uscita. L'LT1963 è ottimizzato per una veloce risposta ai transienti, fornisce una corrente in uscita di 1,5 A con basso rumore (40 μV RMS da 10 Hz a 100 kHz). Non necessita di diodi di protezione e opera sui voltaggi prestabiliti di 1,5 V - 1,8 V - 2,5 V e 3,3 V, con uscita regolabile da 1,21 V a 20 V.

Anche se non voglio trasformare questa recensione in una noiosa rassegna di dati estratti dai Datasheet, mi espongo lo stesso al rischio accennando brevemente a un altro dispositivo presente nella ricca mainboard, parlo del Murata DA101MC, un microtrasformatore per la trasmissione dei dati audio digitali. E' progettato per migliorare il bilanciamento del circuito ricevitore e trasmettitore in Hi Fi, specificamente in quelle applicazioni che richiedono alte prestazioni di trasmissione audio digitale. Risulta conforme alle raccomandazioni per l'interfaccia audio digitale AES/EBU, offrendo una capacità di shunt ottimizzato tra gli avvolgimenti del primario e secondario. Assicura l'isolamento dal rumore della frequenza di rete a 50-60 Hz.


INSTALLAZIONE DRIVER

Nessun problema d'installazione dei driver sul mio Notebook Lenovo, dotato del sistema operativo Windows 8.1. La procedura è filata liscia concludendosi in pochissimo tempo. Per prima cosa bisogna scaricare dal sito della Amanero, al link "Device Drivers", i driver adatti al nostro SO, il passo successivo è lanciare il file di Setup e attendere il completamento dell'operazione. Chi è in possesso di sistemi Mac OSX 10.6+ e Linux dotati dello standard USB Audio Class UAC2 non deve scaricare né installare un bel niente, il D101 funzionerà subito senza ulteriori complicazioni.

Terminata la procedura, la periferica di playback appare sotto il nome di Digital Output Amanero Technologies USB Driver 1.0.57. Tra i formati di decodifica audio supportati leggiamo il DTS, Dolby Digital e il Microsoft WMA Pro Audio mentre nel frame "Advanced" appare un lungo elenco di Sample Rate che vanno dalla qualità CD 44.100 Hz/16 bit alla 384.000 Hz/32 bit per un totale di 19 opzioni.

Con il Musica D101 si potrà quindi ascoltare in qualsiasi formato e frequenza di campionamento, senza limitazione alcuna, dal CD "Red Book" 44,1/16 all'alta risoluzione 88,2/96/176,4/192 sino a 384 kHz, con profondità di bit di 16-24 e 32. Grazie al modulo Amanero questa versatilità è riportata paro paro anche nella conversione USB, che arriva anch'essa ai fatidici 384 kHz/32 bit, con formati di uscita i2S, DSD 64/DSD 128/DSD 256 e DSD 512, secondo le più recenti tendenze del mercato.




LE MISURE

 

SETUP

Multimetro TRMS PCE-UT 61E
PC Notebook Lenovo
Scheda audio E-Mu Creative Pre Tracker USB 2.0
Cavi RCA autocostruiti per la rilevazione dell'impedenza d'ingresso/uscita
Software di misura: Arta - Steps

Differenza di livello dei due canali (Frequenza di Campionamento 192 kHz/24 bit)
Canale destro: 1006,7 Hz/0,13 dB
Canale Sinistro: 1006,7 Hz/0,15
Differenza: 0,02 dB

La risposta in frequenza del Musica D101 è esemplare per linearità e differenza di livello tra i due canali, contenuta in appena lo 0,02 dB. Alla frequenza di campionamento di 44,1 kHz il dislivello rispetto ai 1000 Hz è di -0,16 dB a 20 Hz e -0,4 dB a 20 kHz. Proseguendo, a 48 kHz troviamo i 20 Hz a -0,04 dB, a -0,22 dB i 22.000 Hz. A 88,1 kHz i 20 Hz sono a -0,05 dB, i 40.500 Hz a -0,23 dB. A 96 kHz di Sample Rate vediamo i 20 Hz sottoslivellati rispetto ai 1000 Hz di -0,06 dB, di -0,63 dB i 45.000 Hz. Infine, alla massima frequenza di campionamento concessa in acquisizione dalla mia E-MU, 192 kHz, troviamo un valore di -0,17 dB a 20 Hz e -1,13 dB a 89.270 Hz. Nell'ultimo grafico, la visione in overlay delle varie risposte rende un quadro chiaro e riassuntivo della situazione.

Le misure di distorsione, armonica totale più rumore con tono sinusoidale a 1000 Hz, intermodulazione con doppio tono a 13/14 kHz, 19/20 kHz e SMPTE 250/8000 Hz sono state condotte su tre livelli crescenti di tensione: 0,5 V - 1 V - 2,2 V. Ho scelto questi valori per esaminare il comportamento del DAC ai bassi, medi e alti livelli di funzionamento in un ventaglio che dovrebbe coprire la maggior parte delle situazioni reali. Molto utile risulta la possibilità di modulare la tensione d'uscita, cosa che rende perfettamente inutile l'utilizzo di un preamplificatore esterno. Per un perfetto setup liquido sarà quindi sufficiente utilizzare un PC, il nostro D101 abbinato a un amplificatore finale di potenza stereo e due diffusori, una soluzione comoda che viene incontro al modo oggi imperante di fruizione musicale. I risultati conseguiti sono davvero notevoli.

Alla tensione di prova più bassa (0,5 Volt) la THD risulta dello 0,0065% mentre la THD+N non supera lo 0,04%. Altrettanto basse sono le distorsioni d'intermodulazione. Con il doppio tono sinusoidale a 13/14 kHz siamo addirittura su cifre a quattro zeri, appena lo 0,0009% con le componenti pari e dispari (DFD2 e DFD3) quasi appaiate, rispettivamente dello 0,00026% e 0,00035%. Appena più alta si mostra la percentuale con il doppio tono superiore di 19/20 kHz: 0,011 mentre la critica SMPTE a 250/8000 Hz si attesta sullo 0,0032%. Anche in questo caso notiamo un ottimo bilanciamento tra le componenti di secondo e terzo ordine. In tutte le misure si nota una perturbazione abbastanza anomala, come una spazzolata di armoniche che compare tra i 12 e i 15 kHz, di livello invero basso e che sembra non disturbare affatto i tassi percentuali di distorsione.

Al voltaggio intermedio di 1 V si ripropongono gli stessi bassissimi valori riscontrati all'inferiore: la THD è dello 0,00081%, dello 0,022% la THD+Noise. Particolarmente bassa appare anche la spuria di rete a 50 Hz, la quale si presenta con un livello di -127,4 dB, vale a dire di 106,88 dB inferiore al quello della fondamentale, segno di un'alimentazione particolarmente curata. Segue la distorsione d'intermodulazione con valori parimenti confortanti: 0,001% (13/14 kHz) - 0,0033% (19/20 kHz) e 0,0055% (250/8000 Hz). Si segnala ancora la quasi perfetta equivalenza delle componenti pari e dispari.

2,2 è il voltaggio massimo preso in considerazione. Anche in questo caso lo stadio analogico del Musica D101 non fa una piega, lasciando presagire un comportamento esemplare pure con tensioni maggiori di questa. Ho ritenuto comunque inutile salire oltre questo limite in quanto 2,2 Volt sono un valore d'uscita valido praticamente nella totalità delle situazioni. La THD è dello 0,002%, la THD+N raggiunge lo 0,011%, dello 0,0024% la IMD con doppio tono a 13/14 kHz, 0,0042% quella a 19/20 kHz (con una leggera prevalenza però della DFD3: 0,0041% a fronte dello 0,00013% della DFD2). Di un'eccellente 0,0094% è la IMD più critica a 250/8000 Hz, ancora con una leggera prevalenza delle armoniche dispari.

Le misure di distorsione armonica (totale, seconda e terza) alle varie frequenze della banda audio sono state condotte agli stessi voltaggi delle analisi spettrali. Un dato che salta all'occhio è la grande stabilità dei valori al variare del livello, con percentuali sempre estremamente contenute e una sostanziale parità della seconda e terza armonica. Perfettamente identico alle tre tensioni è il comportamento alle frequenze basse, da 20 a 200 Hz circa, qualcosina cambia sulle medie e alte ma nell'ambito di valori sempre molto bassi. Analizzando più da vicino l'andamento, a 0,5 Volt si parte da meno dello 0,01%, segue un piccolo rialzo tra 40 e 90 Hz in cui non si supera comunque lo 0,02%. Salendo in frequenza la distorsione armonica scende, sino a un minimo intorno a 10 kHz dello 0,00065% (THD), 0,00020% (Seconda Armonica) e 0,00044% (Terza Armonica). A 1 Volt si nota un aumento molto modesto del range tra 2000 - 3000 Hz sino all'estremo superiore. Sempre alla frequenza di 10 kHz troviamo lo 0,0016% di THD, una D2 dello 0,0008% mentre la D3 si attesta sullo 0,0013%. A 2,2 Volt si apprezza un andamento estremamente regolare su tutta la gamma audio, in particolare da 500 a 20.000 Hz c'è quasi una retta, dove il minimo si raggiunge a 795 Hz con o 0,002% di THD. A 14.285 Hz siamo allo 0,0063% di distorsione armonica totale, a 20 kHz leggiamo sul grafico un tasso ancora contenutissimo di THD e pari allo 0,0042%, coincidente con la seconda armonica.

Impedenza d'uscita Canale Destro: 0,3 Ohm
Impedenza d'ingresso Canale Sinistro: 0,3 Ohm


LA PIENEZZA
L'ASCOLTO


SETUP

Finale di potenza EAM Lab PA2150
Finale di potenza Rotel RB 1070
Amplificatore integrato Yarland FV-34C-V
Amplificatore integrato Sure Electronics AA-AB32159
Personal Computer Lenovo con player Foobar2000 e JRiver Media Center
Cavi di segnale Supra Dual RCA e Kimber Hero
Cavi di potenza Fluxus Alimentami
Diffusori Canton LE 109
Diffusori Dynavoice Definition DF-6
Diffusori King Sound Queen II
Cuffia Sony MDR-CD270

Prima di dedicarsi all'ascolto di un DUT, acronimo in verità piuttosto freddo che sta a indicare l'oggetto in prova (Device Under Test), bisognerebbe chiedersi quali debbano essere i suoi partner ideali, quelli cioè in grado di fargli fare bella figura, per definire con semplicità la questione. Il tema è in realtà piuttosto complesso e non si può liquidare in quattro e quattr'otto. Va da sé che bisogna innanzitutto affiancargli dei compagni dello stesso livello, ma come si fa a stabilire il suo di livello, usando dei parametri che non siano la valutazione del mero prezzo d'acquisto, criterio talvolta ingannevole? E' qui che il recensore deve sfruttare a fondo tutte le sue conoscenze ed esperienza, senza mai dimenticare che lui stesso è a sua volta "giudicato" dal DUT. In buona sostanza il tester si trasforma ogni volta in RUT (Reviewer Under Test), con le sue qualità e difetti, ingenuità e limiti. E' questo il motivo fondamentale per cui un recensore, di qualsiasi livello sia, avrà sempre la tendenza a caratterizzare le sue valutazioni. Cosi come l'oggetto, non esiste il recensore perfetto, in un processo di scambio reciproco che vede allo scoperto entrambi.

Possiamo avere il miglior setup al mondo ma ognuno rivelerà le qualità dell'oggetto in un modo diverso: se abbiamo un impianto ad alta efficienza, con amplificazioni potenti e diffusori a tromba, potremo valutare al meglio il suo range dinamico, se ne abbiamo uno con amplificazione valvolare da pochi Watt, ma dalla voce "divina, e diffusori magari monovia potremo apprezzare al meglio le sue qualità timbriche. Ecco che una recensione non può e non deve essere mai vista come un qualcosa di definitivo, ma piuttosto come una visione d'insieme filtrata dalla personalità dello scrivente.

Devo dire che il Musica D101 non mi ha reso il compito particolarmente difficile. Si è subito presentato con un ottimo biglietto da visita, lasciando presagire delle prestazioni notevoli perché costruito senza risparmio, forte di una componentistica eccellente. Anche alle misure i risultati sono stati egregi. Mi accingo quindi ben predisposto alla prova d'ascolto, intuendo quelle qualità che poi ha dimostrato pienamente di possedere. L'analisi si è avvantaggiata di una new entry di casa: il diffusore ibrido (elettrostatico/dinamico) King Sound Queen II, recentemente provato su queste pagine con risultati lusinghieri. La sua gamma medio alta dalle straordinarie qualità mi ha certamente aiutato a individuare il carattere del Musica. Ho tenuto le Queen a suonare per gran parte della prova, ma anche le due torri Canton e Dynavoice mi hanno dato una buona mano d'aiuto, le prime in particolare per la dinamica, data la loro eccellente tenuta in potenza. Grazie alla sua versatilità ho potuto rivisitare parte della mia vasta collezione di CD e file audio in HD, un patrimonio notevole che ho accumulato nel tempo sul quale il D101 ha gettato nuova luce.

ALBUM ASCOLTATI

Michel Petrucciani - The Blue Note Albums
Bob Mintzer/Gil Goldstein - Longing
Michael Brecker - Nearness Of you: The Ballad Book
Al Di Meola/John McLaughlin/Paco De Lucia - Friday Night In San Francisco
Chie Ayado - Good Life
Anita Baker - Rapture
Diana Krall - Glad Rag Doll
James Taylor - Sweet Baby James
George Thorogood & The Destroyers - Bad To The Bone 25 Anniversary
Fabrizio De Andrè - Non Al Denaro, Non All'Amore, Né al cielo
Fabrizio De Andrè - Anime Salve
Louis Armstrong - What a Wonderful World
Steve Vai - The Infinite Steve Vai: An Antology
Pat Metheny - One Quiet Night
Pat Metheny - Orchestrion
Van Halen - The Collection
Black Sabbath - Black Sabbath
AC/DC - The Razors Edge
Emerson lake & Palmer - Trilogy
Alan Stivell - Renaissance Of The Celtic Harp
Gaelic Storm - Special Reserve
Luar na Lubre - Solsticio
Roberto Prosseda/Alessandra Ammara - Felix Mendelssohn Bartholdy - Complete Works For Piano Four Hands-For Two Pianos
Irene Veneziano - Folias de España!
Paul Lewis - Schubert: The Late Piano Sonatas
Antonio Vivaldi - Concerti Per Fagotto IV
Ludvig Van Beethoven - Symphony N° 7 - Wellington's Victory - Academy of St. Martin in the Fields - Neville Marriner
Johannes Brahms - Sinfonie N° 2 - Tragische Oüverture - Philharmoniker Hamburg - Simone Young
Gustav Mahler - Symphony N° 2 in C minor "Resurrection" - City of Birmingham Symphony Orchestra/Simon Rattle

Voglio iniziare gli ascolti con il jazz nelle orecchie, giusto per assaporare le capacità di timing di questo DAC. Mi offre il destro il grande Michel Petrucciani con quella "summa" della sua produzione artistica che è la raccolta The Blue Note Albums, nove CD da cui pesco a caso diversi brani, sicuro di cogliere comunque bene. Il suono del pianoforte è ricco di corpo, mai esile negli armonici e dal registro basso che impegna a fondo la mia catena. Si sa, il pianoforte è uno degli strumenti più difficili da riprodurre per la violenza e l'intensità dei transienti, le dita di Petrucciani scattano come delle potenti molle sollecitando dinamiche sferzate sonore, sono contento di come risponde il setup che ho escogitato per l'occasione. Inutile dire la parte del leone spetta alle elettrostatiche King Sound Queen II, formidabili per trasparenza, immediatezza e naturalezza di emissione. Qualcosa di più in termini di dinamica si riesce a spremere dalle Canton, che però non hanno la forbitezza delle Queen II in gamma medio-alta.

Chi ha la bontà di seguire le mie recensioni sa che Bob Mintzer è tra i miei tenorsassofonisti preferiti. Il musicista statunitense ha una lunga carriera alle spalle, costellata di molteplici successi ed esperienze, eclettico, attivo in numerosi gruppi jazz come in Big Band, non dobbiamo dimenticare che è un'autentica autorità, insegnando tra l'altro composizione jazz e sassofono alla University of Southern California di Los Angeles. E' con enorme piacere che mi accosto alla sua superba musicalità, sempre misurata e mai aggressiva, alla raffinata capacità di fraseggio che emerge in brani sognanti come "Longing" o "Your Story" e in altri movimentati da uno swing dalla classe immensa come "What's The Word". Perdonate questi miei addentellati musicali, in fondo siamo qui per parlare di come suona il Musica D101. Man mano ci si rende conto di trovarsi di fronte a un oggetto che si dimentica presto, nel senso che non si fa mai notare con delle caratterizzazioni, enfasi o carenze nel bilanciamento tonale che si presentano costantemente in ogni cosa ascoltata. C'è spazio per la musica, solo per essa direi, sempre superbamente riprodotta senza mostrarsi lacunosa in alcuno dei suoi parametri.

Michael Brecker - Nearness Of You: The Ballad Book, altro grande sassofonista e altro eccellente album. L'atmosfera ricreata risveglia per molti versi le emozioni del precedente, però con una punta di "freddezza" in più. Brecker è stato un grande tecnico del sax, la sua personalità è diversa da quella di Mintzer, sensibilmente più caldo e comunicativo. Quest'ottima registrazione mi permette di mettere a fuoco una delle qualità dove il nostro DAC eccelle, parlo della capacità dinamica, davvero rilevante. Ma non pensi chi mi legge che questa si risolva in botte di cannone che seguono desertici silenzi. Qui non siamo alla mera spettacolarizzazione sonora, piuttosto si coglie con esemplare nitidezza ogni minima variazione di livello, che viene consegnata con una precisione da applauso. E' la sfumatura, il sottile rilievo dinamico che rende vivo ogni minimo soprassalto sonoro, la ricchezza di inflessioni di una frase che esce dal piattume per conquistare quella scultoreità dinamica, quel senso di plasticità in continuo movimento che rende superiore questo convertitore rispetto ad altri che ho ascoltato. Sbrigativamente si potrebbe dire che eccelle in microdinamica, ma è un termine tecnico forse freddo, comunque non esaustivo delle sue estreme capacità espressive. Espressività intesa come facoltà di esternare con efficacia il tessuto sonoro.

Sempre più incuriosito proseguo con l'ascolto delle voci femminili, individuando in quella di Chie Ayado un timbro molto particolare, a metà strada tra una cantante jazz di colore (con uno splendido vibrato) e una europea. In realtà la nostra pianista/vocalist è giapponese, nata a Osaka nel 1957. Talvolta leggermente roca, in altre occasioni squillante la sua sonorità si fa sempre apprezzare per l'intensità. Il Musica segue fedelmente le piroette vocali senza colpo ferire, dona grande vitalità ai guizzi repentini di una cantante che non fatica a materializzarsi alle nostre orecchie, complice un'eccellente registrazione in alta risoluzione (96 kHz/24 bit). Autenticamente nera è invece la cantante americana di Soul e R&B Anita Backer in Rapture, suo secondo album e il più venduto nella sua carriera. Per comprenderne il successo basti pensare che ha vinto ben due Grammy Awards, come migliore performance vocale femminile e come migliore canzone R&B per il brano Sweet Love. Quello che viene fuori è un suono molto limpido, saldamente ancorato a principi di impeccabile linearità e neutralità, due qualità che l'EAM Lab possiede senza se e senza ma e che non dovrebbero mai mancare in un apparecchio che voglia pregiarsi della definizione di Hi End. Le accattivanti trame melodiche risaltano con quella brillantezza che l'ingegnere del suono ha voluto conferire. La sensuale tonalità vocale della Baker appare appena alleggerita nel registro inferiore, forse per dare maggior rilievo alla linea di basso o per ricreare il carattere sfavillante del genere Rhythm and blues. Non saprei... quello che so è che ogni registrazione fa storia a se, una storia raccontata con dovizia di particolari dal Musica D101, nemico giurato della piattezza.

Che sia esaudito un formidabile equilibrio in ogni parametro riproduttivo è chiaro anche dall'ascolto di Fabrizio De Andrè in Anime Salve, un'artista che nelle mie prove d'ascolto non deve mai mancare. La voce del grande Faber è particolarmente profonda, più che in altre occasioni, l'orecchio è totalmente soddisfatto dalla generosità, dalla pienezza di una prestazione che non lascia mai a bocca asciutta. Performance di grande coerenza timbrica dove i limiti non sono sicuramente da individuare nel DAC ma nell'impianto, non ci vuole molto per rendersene conto, basta avvicendare le amplificazioni e soprattutto i diffusori. I pannelli ESL delle Queen II esaltano l'accuratezza di cui è capace, davvero molto alta e conseguita senza forzatura alcuna. La fatica d'ascolto in questo frangente è praticamente inesistente, si naviga in "chiare, fresche et dolci acque" cullati da una magnifica musicalità. Il basso delle King Sound è un po' piacione, generoso si ma a tratti ruffianello. Con le Canton LE 109 si perde in magia sul medio alto, più azzurrino e non esente da qualche puntigliosità di troppo, ma si guadagna sul basso, potente, esteso, punchy e dall'egregia tenuta in potenza. Le Dynavoice si rivelano un buon mediano, una specie di mix delle qualità riscontrate negli altri due floorstanding, dal basso però un po' più invadente e a tratti lungo (situazione che si può correggere con i "Damper" da posizionare nei condotti.

Pat Metheny, con One Quiet Night e il più recente Orchestrion, rappresenta un piacevolissimo intermezzo prima di passare a generi più movimentati. Dopo un'isola di bellezza lucente e un po' patinata viene la scossa elettrica fornita dai Van Halen, Black Sabbath e AC/DC. La riproduzione della chitarra baritono nell'album a solo "One Quiet Night" del grande chitarrista di Lee's Summit (Missouri) ha un'inusitata ricchezza armonica, l'introspezione che il Sabre ES9018S (e compagnia...) riesce a donare ha dell'incredibile, davvero si desidererebbe un impianto che fosse abile a mettere in luce in colpo solo tutte le sue qualità. Questo ascolto è davvero un tributo al piacere dell'ascolto, alla pratica assenza di quei fattori che possano in qualche modo limitarlo. Il Musica non presta il fianco ad alcuna critica, la sua visione dell'evento sonoro è di un equilibrio difficilmente pareggiabile. La costruzione sonora, per quanto stratificata e complessa possa essere viene messa in luce con somma nitidezza, stupisce a ogni ascolto la quantità di dettaglio che riesce a tirare fuori con la massima tranquillità. Lo fa con la forza di un peso massimo o la nonchalance di un grande virtuoso, senza mostrare affanno voglio dire, come se per lui fosse la cosa più normale del mondo. Una precisione estrema ma che però non dà mai l'impressione di essere asetticamente chirurgica, fredda, ma è sempre sorretta da una musicalità deliziosa.

Le variopinte identità strumentali nella musica celtica, di cui sono un estimatore da sempre, sono conservate nei lavori di Alan Stivell, Gaelic Storm e Luar na Lubre. Sono evidentemente lontani i tempi della cosiddetta spigolosità digitale, completamente superata ancor più oggi da macchine come questa. Se l'intento è avvicinarsi quanto più possibile al suono caldo, armonioso e disteso del miglior analogico, alla sua indiscutibile "verità", credo proprio che l'obiettivo sia centrato. E' un'accuratezza che investe ogni parametro di riproduzione, compresa la scena che con le Queen II si rivela di una focalizzazione micidiale. Nell'ambito di un palcoscenico tridimensionale molto ampio e profondo, si stagliano voci e strumenti che vivono il loro spazio senza "compressioni" né rimpicciolimenti. Il timing in "Doentes" dell'album Solsticio invita tutto il corpo a partecipare alla musica, cosa che avviene ancor più sensibilmente nel bellissimo "Schiarazulla Marazulla", dove abbondano larghezza di vedute, assenza di artificiosità, pienezza dinamica e generosità.

A questo punto so già cosa mi aspetta con il pianoforte del duo Roberto Prosseda/Alessandra Ammara e la bravissima Irene Veneziano, cioè uno strumento completo, magniloquente, possente, omogeneo, integro in tutti i suoi registri. Cos'è in fondo che avvicina di più alla tanto anelata sensazione di realismo che esigiamo dai nostri impianti e che una buona registrazione può dare? Forse il non trascurare nessun aspetto della riproduzione, l'affrancamento da quelle approssimazioni che velano l'ordito musicale, ne attutiscono l'efficacia e la vitalità? La linearità, il rigore di comportamento che deve essere presente in ogni occasione? Le potenzialità tecniche che non fanno da collo di bottiglia alla libera espressione di ogni suono, dal più flebile al più potente, dal più dolce al più aspro? Un po' tutto ciò direi...

Il finale della prova d'ascolto è tutto dedicato alla musica sinfonica, di piccoli o grandi ensemble. Assaporo l'incontenibile genialità d'inventiva di Antonio Vivaldi (con degli archi particolarmente naturali), musica che mette allegria e voglia di vivere dalla prima all'ultima nota, cito ad esempio la saltellante "Alla rustica", dotata di un brio fantastico. Mi lascio prendere dal fascino della beethoveniana Vittoria di Wellington, ottima registrazione della Philips con dei piani sonori perfettamente scanditi, sino a giungere al tardoromanticismo intriso di nostalgia di J. Brahms, con la struggente Sinfonia N° 2 e la tormentata Ouverture Tragica, foriera delle ansie esplose nei tempi moderni e di cui Brahms fu profetico anticipatore. L'impeccabile analisi di cui è capace il Musica D101 rende tutto avvincente, agevola la comprensione delle intricate masse orchestrali con esemplare lucidità. Non aggiunge o sottrae nulla, ma si "limita" a darci tutto ciò che è presente nel segnale originale, non ne ho la certezza assoluta, non posso averla, ma la netta sensazione di una rimarchevole integrità quella c'è senz'altro. Alla luce di quanto affermato credo non sussista alcuna difficoltà a comprendere come la Sinfonia N° 2 in do minore "Resurrezione" di Gustav Mahler, con questo DAC, si trasformi in un evento sonoro dalla grandiosità quasi insondabile.


CONCLUSIONI

L'EAM Lab Musica D101 esordisce nel campo dei convertitori con le carte in regola per entrare a pieno diritto nell'Olimpo dell'High-End. Con un cuore "Flat Earth" si rivela un compagno rigoroso, perfettamente neutrale ma non senza anima. E' evidente lo sforzo compiuto dal progettista di avvicinarsi al Feeling di famiglia, fatto di potenza, dinamica, ma anche di musicalità e raffinatezza, virtù che da oggi non sono più ad esclusivo appannaggio delle amplificazioni. Oggi la gamma EAM Lab si arricchisce di un prodotto molto interessante, dall'eccellente livello di componentistica e costruttivo che certamente manterrà alto il suo valore nel tempo. Il suo prezzo di listino è di 3200 euro.

Ringrazio Emanuele Pizzi della EAM Lab per avermi concesso l'esemplare in prova!

Alfredo Di Pietro

Gennaio 2016


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