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viernes, 29 de marzo de 2024 ..:: EAM Lab Musica 102i ::..   Entrar
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 Amplificatore integrato EAM Lab Musica 102i Minimizar


 

 

INTRO

 

La EAM Lab si rivela alla distanza creatrice di raffinate elettroniche, in un percorso già partito con sane prerogative ma che oggi approda agli aspetti più sottili (ma importantissimi) della riproduzione musicale. Un punto d'arrivo conquistato grazie alla costante maturazione nel tempo. In Hi Fi si possono battere molteplici strade, non solo quella di fermarsi dopo la conquista di un certo target, mantenuto poi staticamente, che si ritiene sufficiente ad assicurare un certo livello di qualità. Ci sono perciò delle aziende che dormono sugli allori, paghe di aver raggiunto un determinato risultato sonico, poi sostanziato nella produzione di diverse gamme e modelli che magari subiscono un rinnovo di facciata nel tempo, mentre nella sostanza rimangono immutate. Esistono invece delle realtà, come la nostra EAM Lab, che non si accontentano di uno "status quo", ma tengono ben tesa l'ideale corda dell'evoluzione della specie. La ditta, nata nel 2010 a Parabiago, affonda le sue radici negli anni '97-'98, quando iniziò a progettare i primi amplificatori per uso professionale, fatti totalmente a MOS-FET e costruiti su commissione per discoteche, bar, pub. Apparecchi che dovevano essere potenti, robusti, affidabili e tetragoni agli usi più gravosi. La cosa era partita un po' in sordina, dettata dal desiderio di alcuni clienti che non volevano spendere cifre esorbitanti per degli oggetti che allora costavano una follia. Così partì un'attività che all'inizio consisteva semplicemente nel montare qualche buona scheda in robusti chassis, ma che ben presto si tramutò in qualcosa di più ambizioso.

 

Il passo successivo fu la risoluzione di progettare e produrre amplificazioni in proprio, nella consapevolezza di tentare la via di un mercato non facile, piuttosto ristretto e privo delle odierne possibilità di circolazione delle informazioni. Le cose con il tempo mutarono rotta e l'EAM Lab decise di dedicarsi più che altro alla riparazione e all'assistenza. A un certo punto però avvenne un episodio destinato a imprimere una svolta alla sua storia: un cliente romano entrò in possesso di un finale di potenza PA 2600, progetto del 1999 che impiegava una "board" già adoperata ai tempi. Quel cliente rimase favorevolmente colpito dall'ascolto, tanto da affermare che sarebbe valsa la pena dargli un bel contorno e proseguire sulla strada dell'Hi End. L'azienda allora si convinse a upgradare il prodotto, modificò i condensatori e migliorò la qualità di qualche componente, non trascurando l'affinamento timbrico e l'avanzamento delle prestazioni globali. Sui primi esemplari i dispositivi attivi erano dei transistor Toshiba (quattro coppie più due piloti per polarizzare la base dei finali). La conferma del buon lavoro svolto arrivò dal confronto del PA 2600 con un amplificatore blasonato: un poderoso Krell da 300 Watt posseduto dal cliente e apparso sonicamente inferiore al PA 2600. Questo modello rappresentò indubbiamente una tappa importante nel percorso del marchio, una vera palestra di accrescimento esperienziale in visione di un eventuale lancio nella sfera dell'Hi End. La scelta dei transistor ricadde, oculatamente, sui migliori semiconduttori che offriva il mercato, vale a dire Sanken e Toshiba.

 

In questi ultimi anni, grazie a un'incessante ricerca su progetti e materiali, l'azienda lombarda è riuscita nel non agevole intento di coniugare grande raffinatezza timbrica, formidabile erogazione in corrente e una stoffa sonica che nulla concede alle approssimazioni, dove ogni parametro della riproduzione subisce un ferreo controllo. Personalmente, nutro da tempo grande stima verso questo marchio lombardo e il suo patron/progettista Emanuele Pizzi, che conosco ormai da sei anni. La mia prima presa di contatto con lei risale al dicembre 2011. Dopo un iniziale approccio con Emanuele, avvenuto in occasione del defunto "Top Audio/Video", visitai il suo laboratorio tornandomene a casa con un grosso HA 600, amplificatore finale di potenza stereo da 330 + 330 Watt RMS su carico di 8 Ohm e 550 + 550 su 4 Ohm. In tempi in cui non facevo ancora misure, apprezzai le sue formidabili doti di erogazione di corrente e la capacità di pilotare carichi bassi, rendendomi ben presto conto di come fosse perfettamente in grado di tenere le redini dei diffusori elettrostatici, sistemi ostici per definizione. In seguito la nostra collaborazione proseguì con la recensione del finale PA 2600 (Marzo 2012), dell'abbinata preamplificatore linea HP 01 e finale TO 3.8 (Giugno 2013), del finale PA 2150 (Febbraio 2014) e del Musica D101 (Gennaio 2016), elettronica che segna l'ingresso dell'azienda nel campo dei DAC di alto livello. Nulla di "anodino", d'inefficace o insignificante è contenuto nell'attuale catalogo, composto di tre serie.

 

La "Musica", porta d'ingresso nel mondo EAM Lab ma già foriera delle principali qualità che distinguono il marchio nell'affollato panorama odierno, la "Element", dove viene abbandonato il concetto di compromesso in favore di oggetti definitivi, la gamma "Top" "Reference", elettroniche costruite secondo evoluti criteri e un'ottima componentistica, frutto di un ventennale lavoro di progettazione. Non manca una gamma dedicata all'ambito professionale, la "Studio". Nella prima si annoverano il preamplificatore C101, il preamplificatore digitale/DAC D101, gli amplificatori integrati 102i (protagonista della nostra prova) e 202i. La "Element" vanta due elettroniche che lavorano in classe A, l'amplificatore integrato 260Ai e il finale 260A, il finale Mono 501 e il finale stereo 302. Salendo incontriamo la prestigiosa serie "Reference", di riferimento appunto, con il preamplificatore C301, il colossale finale mono 601, il finale stereo 352 e il finale operante in classe A 152A. La "Studio" ha due soli, solidissimi modelli: il preamplificatore C100 e l'amplificatore finale di potenza 300. Sono oggetti che, a dispetto del loro aspetto spartano, forniscono prestazioni sonore di primo livello, perfettamente adeguati a un uso casalingo di piena soddisfazione.

 

 

EAM LAB MUSICA 102i

UN AMPLIFICATORE INTEGRATO COI FIOCCHI

 

 

SPECIFICHE TECNICHE DICHIARATE

 

  Potenza RMS su carico di 8 ohm: 100 + 100 Watt

  Potenza RMS su carico di 4 ohm: 180 + 180 Watt

  THD a piena potenza su 4 Ohm: < 0,03%

  THD+N: > 108 dB

  Risposta in frequenza: 10 Hz – 40 kHz (+/- 1 dB)

  Fattore di smorzamento: > 200 a 70 Hz 8 Ohm

  Sensibilità dell'ingresso XLR: 47 kOhm / 2,8 Vrms

  Sensibilità dell'ingresso RCA: 22 kOhm / 1,4 Vrms

  Consumo di corrente: in Stand-By 1 Watt - 360 Watt a piena potenza

  Uscita cuffia: 3 Watt RMS su carico di 32 Ohm

  Dimensioni: 420 x 380 x 100 mm

  Peso: 18 Kg

 

CARATTERISTICHE

1 ingresso XLR stereo

4 ingressi linea RCA (Multi Media, Aux, Tuner, CD)

Uscita RCA Pre-Out - Ingresso Amp-In (con ponticelli per la connessione in "Short")

Telecomando a infrarossi in Alluminio

Display OLED a caratteri gialli

 

Non appena tolto dall'imballo il fiammante Musica 102i, prendo atto con piacere del salto che l'azienda ha fatto dal punto di vista del "look". Dalle prime realizzazioni alle attuali, si è persa gradatamente quell'aria da professionale duro e puro, spartana ed essenziale, dell'esordio. I tratti somatici dei cabinet si sono via via ingentiliti, lasciando affiorare una cerca ricercatezza ed eleganza nelle forme, fattore non trascurabile per chi vuole mettersi in casa un oggetto di questo livello. Passo volentieri alla descrizione iniziando dal pannello frontale, dove campeggiano due manopole del tipo "push and rotate". Schiacciando la destra si accende o spegne l'amplificatore mentre ruotandola si regola il volume, operante in un range che va da -90 dB a 0 dB; stesso principio di funzionamento per la sinistra che, pigiata, ammutolisce il 102i o gli da voce, e ruotata consente di selezionare i quattro ingressi, tutti di tipo linea. Nel caso insorgano dei dubbi a riguardo, al di sotto e a fianco delle manopole sono comunque indicate le rispettive funzioni, tenendo presente che le inferiori si riferiscono alla modalità "pulsante" e quelle di lato alla modalità "rotazione". A fianco della manopola destra c'è l'uscita cuffia che, tengo a sottolineare, non si tratta di un "gadget" messo per mero spirito di completezza, facente magari capo a un operazionale della mutua, ma una signora uscita, derivata dalla sezione finale di potenza e in grado di pilotare qualsiasi tipo di cuffia. La sua qualità sonora è risultata davvero convincente, del tutto assimilabile a quella del finale da cui proviene.

Tra i due controlli c'è un display OLED a caratteri gialli, molto ben leggibile anche da una certa distanza. OLED è l'acronimo di Organic Light Emitting Diode, ovvero diodo organico a emissione di luce, tecnologia oggi molto usata che permette di realizzare display a colori dotati della capacità di emettere luce propria. I fianchi dello chassis sono occupati da una generosa alettatura, necessaria allo smaltimento del calore che produce questo potente integrato. Il pannello posteriore ospita, come di prassi, il parco ingressi/uscite e, sull'estrema destra, il pulsante di messa in tensione con sotto la vaschetta IEC (dotata di fusibile) per il cavo di alimentazione. Tra i quattro connettori, di ottima fattura e ben distanziati tra loro, per il collegamento dei diffusori ci sono, da destra, l'ingresso bilanciato XLR, seguito dall'I/O "Amp In/Pre Out". La possibilità di utilizzare separatamente la sezione preamplificatrice e quella finale di potenza è certamente lodevole e conferisce un livello di maggior duttilità al Musica 102i. Ho colto al volo questa possibilità al banco di prova, dove ho fatto misure separate sulle due sezioni. Anticipando un po' le mie valutazioni sulla loro qualità, queste hanno dimostrato di avere piena dignità per un impiego "stand alone" di alto livello, vale a dire in abbinamento con un altro preamplificatore o finale di pregio. Per il più comune caso di utilizzo a integrato, l'azienda parabiaghese fornisce due robusti ponticelli, i quali non fanno "capricci" né in fase d'inserimento né di estrazione, tramite i quali si mettono in corto gli RCA d'ingresso/uscita del finale e preamplificatore.

Seguono le connessioni RCA sbilanciate per i quattro ingressi linea di Multi Media, Aux, Tuner e CD. In realtà, nella brochure del prodotto, scaricabile dal sito come documento PDF, nell'immagine del pannello posteriore c'è un ingresso "MM" e la connessione "GND", suggestive di uno stadio di preamplificazione Phono del tipo Moving Magnet. L'esemplare che ho ricevuto non lo aveva, ma Emanuele mi ha detto che il cliente interessato può comunque averlo su richiesta. Mi sono premurato di fotografare anche il top dell'apparecchio, molto bello e somigliante al coperchio del motore di una supercar, almeno questa è l'impressione che ho ricevuto. Il logo EAM Lab, un biscione visconteo stilizzato, è rimasto praticamente immutato nel tempo per non far dimenticare il "family feeling" del marchio. Dopo aver rimosso le dieci viti con testa esagonale che tengono fissato il pannello superiore al cabinet, si accede all'interno, dove si replica quella bella sensazione di ordine e qualità costruttiva riscontrata nella livrea. Un'unica, grande PCB rossa ospita tutta la componentistica, già a una superficiale "visual inspection" si coglie immediatamente, dalla presenza di due grossi trasformatori toroidali a bassa induzione e dalla simmetria con cui sono disposti gli stabilizzatori di tensione e i condensatori di filtro, l'anima "Dual Mono" di questo integrato. Il circuito stampato è a quattro strati per un più efficace isolamento delle masse, questa maggior attenzione verso la silenziosità si rivela benefica per il contenimento del cosiddetto "hum" di rete a 50 Hz.

All'atto pratico dell'ascolto, il Musica 102i manifesta un ronzio molto contenuto, anche se si è vicinissimi ai diffusori, sicuramente inferiore a quello del PA 2150 che recensii nel febbraio 2014. Ancora più alta è naturalmente la silenziosità del preamplificatore. Nell'esemplare in mio possesso era presente più che altro una certa rumorosità esterna. L'ispezione visiva ci consente di apprezzare la pregevole ingegnerizzazione della board come la valida componentistica adoperata, a cominciare proprio dai transistor presenti nello stadio finale, un quartetto di rinomati Sanken per ogni canale: due 2SC3264 e due 2SA1295, semiconduttori PNP complementari tra loro e definiti "Epitaxial Planar Transistor". Quattro sono le capacità di filtro nelle sezioni di alimentazione, che sono completamente separate e indipendenti per i due canali, a ognuno è dedicata una coppia per una capacità totale di 27.200 µF. Nell'esemplare di pre-serie ricevuto per il test, sono stati montati degli elettrolitici in alluminio Samwha HC della serie "Standard", dotati di terminazioni del tipo "Snap-in". Tra le loro specifiche citiamo l'elevato range delle temperature di utilizzo, da -40 a circa +85 °C e la tolleranza del +/- 20% a 120 Hz e 20° C. Il prodotto definitivo impiega invece quattro condensatori Itelcond da 12.000 µF ciascuno e da 105° (di maggior durata rispetto ai Samwha) che fanno salire la capacità complessiva a ben 48.000 µF. L'importante funzione di microntrollore viene svolta dall'IC Microchip Technology PIC16F887, facente parte di una famiglia di circuiti integrati a semiconduttore, dove l'acronimo PIC starebbe per "Programmable Interface Controller". È una categoria di dispositivi su singolo chip usati in elettronica digitale, altrimenti detti microntrollori o MCU (MicroController Unit) e impiegati per applicazioni specifiche di controllo digitale.

I Fujitsu-Takamisawa RY12W-K sono invece dei relay in miniatura a due poli con enclosure plastica dalla sensibilità ultra alta e ampio range operativo. Troviamo, infine, i transistor Darlington DB639 / BD640 per stabilizzare la tensione nei circuiti di amplificazione del segnale mentre, dedicati al microcontrollore PIC, figurano i regolatori di voltaggio positivo a tre terminali da 5 Volt ST Microelectronics L 7805A9V, qui in versione "package" TO-220. Molto interessante anche il controllo del volume digitale, basato su un chip ad array di resistenze, dove viene implementata una tecnologia analogica sul percorso del segnale. I vantaggi che offre sono molteplici, tra cui il perfetto equilibrio dei canali, la regolazione integrata del bilanciamento senza parti aggiuntive, i rumori di regolazione sostanzialmente assenti, un eccellente comportamento nei parametri del rumore e della distorsione e la comoda regolazione mediante encoder ottico o con il telecomando. Medesimi benefici sul rumore e sulle distorsioni si hanno grazie al buffer di input ultra-lineare. Nella circuitazione vengono adoperate resistenze in film metallico all'1% e condensatori in polistirene. La EAM Lab si propone quindi anche in questo prodotto come ditta seria e affidabile, che ci tiene ad assemblare e testare individualmente ogni singolo esemplare costruito. Se la correttezza di un'azienda si valuta anche dalla veridicità delle specifiche tecniche dichiarate, la EAM Lab merita sicuramente un encomio anche da questo punto di vista, come appureremo nel capitolo dedicato alle misure strumentali.

 

 

IL MUSICA 102i AL BANCO DI MISURA

 

SETUP

Dummy Load & Differential Front End Lym Audio

Scheda Audio E-MU Creative Professional Pre Tracker USB 2.0

Multimetro digitale PCE UT-61E

Cablaggio di segnale Supra Dual RCA, Labirinti Acustici Fluxus di Potenza

 

 

SEZIONE PREAMPLIFICATRICE

 

Guadagno: 10,782 dB

Differenza Canali: 0,19 dB

Impedenza d'ingresso Linea (RCA): 20.752 Ohm

Impedenza d'ingresso Linea (XLR): 46.850 Ohm

Impedenza d'uscita (Pre Out): 22 Ohm

 

Come preannunciato nella parte descrittiva, sono state effettuate delle rilevazione strumentali complete, secondo il mio consueto standard, sia sulla sezione di preamplificazione sia su quella finale. Mi è sembrato doveroso farlo, vista la possibilità di usarle indipendentemente. Chi s'impossessa di un EAM Lab Musica 102i, in un colpo solo avrà quindi a disposizione due elettroniche di qualità equivalente, molto alta, che potranno tranquillamente figurare in setup Hi End. Iniziamo quindi dalla risposta in frequenza, ben estesa in alto sino ai 95 kHz, punto in cui si verifica un'attenuazione di 3 dB rispetto al centro banda. La linearità si dimostra perfetta sino a oltre 63.000 Hz, dopo inizia un roll-off molto progressivo sino al limite di misura della mia scheda audio. I 70.986 Hz sono ancora a -0,03 dB rispetto ai 1000 Hz, a -0,13 dB è centrata la frequenza di 80.918 Hz. Dal lato basse frequenze notiamo un declinare molto contenuto a partire da 50 Hz (-0,04 dB) mentre il limite inferiore udibile, che in una persona giovane e sana è di 20 Hz, si trova a -0,23 dB rispetto al centro banda, davvero un'inezia. Lo sbilanciamento tra i canali è limitato a uno 0,19 dB, a favore del destro.

I tre livelli di tensione individuati per l'analisi spettrale, rivelatrice di tante importanti caratteristiche, sono 0,1 - 1 e 2 Volt, atti a coprire la pratica totalità delle situazioni di utilizzo di un preamplificatore. Tutti i valori di distorsione si rivelano molto contenuti, a partire dalla THD/THD+N, la quale si attesta sui rispettivi tassi percentuali dello 0,01/0,19 - 0,0019/0,012 e un fantastico 0,00091/0,0059 alla tensione più alta, una conferma alla tendenza spesso riscontrata di una distorsione che scende al salire della tensione. A 7,640 V, valore di tensione molto improbabile da raggiungere in un normale utilizzo (o anche estremo), siamo ancora sullo 0,049% di THD e THD+N, in questo caso perfettamente appaiate. Questi confortanti tassi si ripetono anche nelle misure di distorsione d'intermodulazione (IMD), condotte sui doppi toni di 13/14 kHz, 19/20 kHz e 250/8000 Hz. I valori di tensione rimangono ovviamente i medesimi tre per tutte le spettrali, pure quindi per l'intermodulazione, che si palesa molto favorevole, in particolare quella a 19/20 kHz. Sintomo di una qualità molto elevata delle alte frequenze. Nella mia esperienza ho spesso notato una corrispondenza tra i tassi esibiti nei doppi toni superiori e il comportamento generale del range alto, e qui non c'è davvero di che lamentarsi. A 2 Volt la IMD a 19/20 kHz rimane su un eccellente 0,0034%, con gli ordini armonici pari inferiori ai dispari: DFD2 0,00017% e DFD3 0,0033%. Appuntando la nostra attenzione sempre sulla tensione più alta, contenuta è anche la IMD 13/14 kHz (0,0020%) e la "difficile" IMD 250/8000 Hz, che si attesta su un ottimo 0,0067%. L'andamento complessivo è lo stesso che si manifesta alla THD/THD+N, con valori meno contenuti alla tensione più bassa di 0,1 Volt. Da segnalare in tutte le misure un tappeto di rumore ben contenuto e i 50 Hz di rete posti a -97,82 dBFS.

Per quanto riguarda la distorsione armonica Vs frequenza, i valori di tensione test si riducono 1 e 2 Volt. I quattro grafici ottenuti, in dB e percentuale, sono estremamente regolari e omogenei nel loro comportamento: anche salendo sulle alte frequenze non si manifesta alcun consistente aumento. A 1002 Hz siamo sullo 0,0018%, dopo i 3.000 Hz si evidenzia un incremento molto modesto della THD, che porta i 5.050 Hz sullo 0,0029%. A 10101 Hz la distorsione rimane sostanzialmente invariata, ponendosi sullo 0,003% e tale sostanzialmente rimane sino a 14.285 Hz (0,0038%). Le misure sono state condotte a una frequenza di campionamento di 96 kHz, tale da fermare il campo d'indagine a 16.000 Hz per la terza armonica e la THD, mentre la seconda può arrivare tranquillamente al limite superiore dei 20.000 Hz. Ho deciso di adottarla per rientrare nell'ambito dell'udibilità, senza andare quindi a raccogliere quelle spurie che si trovano fuori banda e perciò impercepibili dall'orecchio umano. A 2 Volt si conferma il quadro favorevole già visto a 1 Volt, tranne un più precoce manifestarsi della distorsione, che comincia gradatamente a salire poco oltre il centro banda (0,001% a 1000 Hz). Così, tenendo buoni i valori in precedenza esaminati, a 5.050 Hz si tocca lo 0,0028%, lo 0,0049% a 10101 Hz e lo 0,08% a 14.285 Hz. Si apprezza la discrepanza tra seconda e terza armonica, con la prima maggiore della seconda in una forbice dall'andamento piuttosto irregolare sino a 2.000 Hz. Oltre questo limite la terza risale, incrociandosi con la seconda a 7.000 Hz per poi superarla sulle frequenze più alte. Questo è il quadro a 1 Volt, a 2 invece qualcosa cambia: il sorpasso della terza armonica viene anticipato a 1.600 Hz, in uno scarto tra le due che si rivela molto ridotto e ben costante da questo limite sino all'estremo alto. A 10101 Hz la seconda è dello 0,0029%, dello 0,0039% la terza.

 

Anche se non indispensabili, ho voluto includere per completezza anche le misure di distorsione Vs ampiezza, più utili nel caso della valutazione di un amplificatore finale di potenza.

 

 

SEZIONE FINALE DI POTENZA

 

Guadagno: 32,970 dB

Differenza Canali: 0,05 dB (8/4 Ohm)

Impedenza d'ingresso (Amp In): 17.844 Ohm

Impedenza d'uscita: 0,21 Ohm

Damping Factor: 38,286 a 1000 Hz su carico di 8 Ohm

 

Il "pool" di misure eseguito sul finale di potenza è il medesimo del preamplificatore, con la differenza, per quanto riguarda la risposta in frequenza, della rilevazione su carico di 8 e 4 Ohm. Ci sono delle piccole diversità tra le due, com'era presagibile, limitate alle alte frequenze, mentre le basse sono praticamente sovrapponibili. Rispetto ai 1.000 Hz, in entrambe i 100 Hz si trovano a -0,05 dB, i 50 Hz scendono, rispettivamente, a -0,13 e -0,14 dB, i 20 Hz sono invece sottoslivellati di -0,64 e -0,63 dB. Sul versante delle alte frequenze annotiamo -0,06 dB a 20.033 Hz, -0,29 dB a 40.252 Hz e -1,02 dB a 71.034 Hz. Differenze rispetto al centro banda che diventano, alle stesse frequenze ma su carico di 4 Ohm, di -0,08 dB, -0,4 dB e -1,31 dB. Contenuta in uno 0,05 dB la differenza tra i due canali, a favore del destro.

Le analisi spettrali ci mettono di fronte a un andamento indubbiamente confortante. La sezione finale è tranquillamente sfruttabile sino alla potenza nominale dichiarata di 100 Watt per canale su carico di 8 Ohm, mentre il clipping si manifesta a un'erogazione ben superiore e pari a oltre 126 Watt. Se a questo uniamo la sua capacità di erogazione su carichi bassi, tale da non impensierirlo nemmeno nel pilotaggio di sistemi elettrostatici (come vedremo nella prova d'ascolto), possiamo decretare il Musica 102i abile a gestire la stragrande maggioranza dei sistemi di altoparlanti in commercio in un comune ambiente domestico. Le tre potenze test, nelle spettrali come nella distorsione Vs frequenza, sono state stabilite in 1, 50 e 90 Watt. Nella prima la THD/THD+N si attesta sullo 0,02% e 0,11%, non distante dalla IMD a 13/14 kHz (0,017%). Dello 0,022% è il tasso alla IMD 19/20 kHz e dello 0,2% a quella con doppio tono "extended" a 250/8000 Hz. A media potenza (50 Watt) i valori manifestano un incremento davvero modesto, portandosi nelle rispettive rilevazioni già prese in esame allo 0,03% e 0,035%, 0,034%, 0,1% e 0,29%. Nelle rilevazioni successive mi sono tenuto un po' al di sotto della potenza nominale, eseguendole a 90 Watt, cosa che mi è sembra giusta nell'ottica di una corretta valutazione. Ad ogni modo, i valori rilevati a 100 Watt pieni corrispondono sostanzialmente a quelli misurati a 90 Watt, dove la differenza consiste soltanto in una maggior pulizia generale delle figure spettrali. A 90 Watt si evidenzia una THD dello 0,032%, praticamente coincidente con la dichiarata, e una THD+N com'è ovvio lievemente maggiore, visto che include anche il rumore: 0,036%, le tre IMD si attestano sullo 0,074%, 0,24% e 0,3%. In tutte, tranne che nella IMD 250/8000 Hz, gli ordini armonici pari sono sensibilmente più contenuti dei dispari. Contenuta pure la "ronza" di rete, posta a -82 dBFS, valore degno di considerazione per un amplificatore di questa potenza che monta due grossi toroidali nella sezione di alimentazione. Come già detto, se devo fare un confronto a "orecchio" con il mio PA 2150, in quest'ultimo il ronzio risulta molto più sensibile.

Il primo elemento che risalta dall'analisi della distorsione in relazione alla frequenza è il comportamento, coerente con quello del preamplificatore, della seconda e terza armonica. Anche nel caso del finale quindi la terza è nettamente inferiore alla seconda, elemento certamente confortante che testimonia delle sue ottime prerogative timbriche. Qualche differenza rispetto alla sezione pre però emerge, come il divario più netto tra i due ordini e, nelle due potenze superiori di 50 e 90 Watt, la mancanza del sorpasso di cui abbiamo già parlato. Solo a 1 Watt, e per un range davvero limitato (20 Hz - 177 Hz), la terza supera (davvero di poco) la seconda. A 50 e 90 Watt la forbice appare ben ampia e costante su tutto l'ambito di frequenze esaminato e soltanto dopo gli 8.000 Hz si verifica un certo riavvicinamento. A 4008 Hz la D2 è dello 0,09%, ben maggiore della terza che alla stessa frequenza raggiunge lo 0,003%. Gli studi psicoacustici ci dicono, e ancor prima di loro il nostro orecchio, che le elettroniche in cui gli ordini armonici pari prevalgono sui dispari suonano meglio, risultando più dolci e musicali che non nella situazione opposta. Nel caso del Musica 102i ne abbiamo ennesima conferma.

Importante in un finale è la rilevazione delle distorsioni in relazione all'ampiezza del segnale. Il software Step è particolarmente esaustivo in merito, consentendo di esaminare la THD, vale a dire la distorsione armonica totale, e un buon ventaglio di IMD: 13/14 kHz e 19/20 kHz, secondo lo standard CCIF, 250/8000 Hz (DIN) e 60/7000 Hz (SMPTE). Potremmo definire il comportamento dell'EAM Lab Musica 102i da stato solido duro e puro, vale a dire valori costantemente molto bassi sino al limite del clipping, con un'impennata ripida e improvvisa, oltre i 100 Watt. Si apprezza con piacere l'eccellente andamento dei due doppi toni superiori (13/14 e 19/20 kHz), un dato che, tradotto in impressioni d'ascolto, ci dice che chi ascolta musica con questo integrato potrà godere di una gamma medio-alta particolarmente pulita, analitica ed esente da fenomeni di fatica d'ascolto. Ovviamente, l'impegnativa DIN IMD 250/8000 Hz parte da valori relativamente più elevati, ma assolutamente non preoccupanti, manifestando anch'essa un'ammirevole regolarità.

 

 

LA MEGLIO GIOVENTÙ

L'ASCOLTO

 

 

 

IMPIANTO

 

Personal Computer Lenovo G50 con player JRiver Media Center

Scheda Audio E-MU Creative Professional Pre Tracker USB 2.0

M2Tech hiFace DAC 384/32

Giradischi Pro-Ject Debut II SE con testina Denon DL 160

Preamplificatore Phono MM/MC Grandinote Celio

Cavi di segnale Supra Dual RCA e Kimber Hero

Cavi di potenza e alimentazione Labirinti Acustici Fluxus

Diffusori Canton LE 109 - Dynavoice Definition DF-6 - Openitem Cocaine S-40 Improved - Aliante Caterham Seven Exclusive - King Sound Queen II

 

L'Eam Lab Musica 102i si affaccia autorevolmente nel già popolatissimo panorama odierno delle amplificazioni di alto livello, talmente affollato che è lecito chiedersi se davvero si sentiva il bisogno di un'ennesima elettronica. In realtà si tratta di un oggetto che non si presenta come una delle tante superfetazioni esistenti nel mercato, tra le ragioni della sua comparsa ci sono delle peculiarità che lo distinguono dalla massa. Una di queste è la grande combattività che dimostra, deciso a lanciare una sfida al calor bianco agli avversari, tutti individuabili nell'ambito High End, lui che costa una frazione di questi. Da quello che ho potuto capire nel corso della mia prova d'ascolto, il 102i se la batte ad armi pari con amplificatori di livello davvero alto, sicuramente tra i migliori che io abbia mai ascoltato. Non è il solito slogan pescato dal consumato gergo del recensore di turno, ma la pura verità che quest'elettronica sa combinare come poche altre nerbo e ricercatezza, in maniera ancor più sorprendente di certa precedente produzione del marchio lombardo, che così dà prova di aver raggiunto il traguardo di amalgamare in maniera esemplare le migliori prerogative del professionale con una raffinata concezione sonora "no compromise". Potrei sinteticamente limitarmi a dire che ha un suono "giusto", intendendo con questo termine il perfetto equilibrio dei parametri riproduttivi, tutti portati all'acme, ma la laconicità non paga nella descrizione della personalità sonica di un apparecchio così efficace. Un amplificatore "giovane", quanto mai lontano da segni di pesantezza e scarsa reattività, pronto a correre i cento metri con muscoli scattanti e articolazioni elastiche.

 

Nel capitolo riservato alla sua descrizione ho parlato di fascino da "supercar" del top. Le analogie con il mondo delle automobili non si limitano però solo all'aspetto "fisico", ma si estendono anche al comportamento sonico. In questo senso ho trovato davvero notevoli le sue doti di trasparenza, velocità, controllo sulle membrane degli altoparlanti, assoluta assenza di aggressività e vetrosità della gamma alta, che è sempre cristallina. Come una sportiva di rango, l'EAM Lab associa energia e capacità di analisi a qualsiasi quota di potenza, rimane intellegibile anche a basso livello, non costringe a ruotare più di tanto la manopola verso destra per apprezzare tutto l'apprezzabile. Asseconda (e questo è il bello) la sua inclinazione a rivelare ogni minimo dettaglio senza puntigliosità o sterili sottolineature. Il tappeto fine di particolari che è in grado di far emergere fa la differenza con altre amplificazioni si potenti, ma nettamente più "sommarie" nel trattamento del segnale. Non privilegia un parametro piuttosto che un altro ma tutti gli armonizza, non trascurandone nessuno, in un risultato complessivo di grande coerenza. Il termine di "naturalezza" qui assume un significato particolare, diverso da quello usuale di rilassatezza o mancanza di affaticamento anche dopo lunghe sessioni d'ascolto. Il Musica 102i lo interpreta nell'abilità di ricostituire, dal "liofilizzato" della registrazione, quella rigogliosità di elementi che prendono vita in un "humus" idealmente teso verso la complessità dell'evento reale. È una naturalezza che non ammorbidisce o smussa gli angoli del tessuto musicale, tutto rimane molto vivo, reattivo.

 

Il suono conserva sempre una nobile asciuttezza, ogni cosa viene riprodotta senza ridondanza e con rigore. Ma non siamo in presenza, in buona sostanza, di un freddo professore, molto puntiglioso ma privo di calore umano, quanto piuttosto di un illuminato che sa conciliare scienza e sentimento, senza che questa dicotomia risulti in nessun caso scollata. Carico di aspettative mi accingo a selezionare la musica da ascoltare, dirigo la mia attenzione quindi sul genere "Fusion", che ritengo ideale per godere immediatamente della freschezza di cui è capace questo integrato. Nella certezza di non avere alcun problema di pilotaggio rispolvero dal mio parco diffusori le ostiche King Sound Queen II, delle elettrostatiche ibride la cui impedenza "s'inabissa" a un minimo di 1,24 Ohm a 7000 Hz, dato sufficiente a mettere in crisi più di un'elettronica. Diversi classe D che gli ho collegato sono andati in protezione per esempio, altri hanno gettato la spugna di fronte alla sensibilità molto bassa di questo sistema (84,875 dB/2,83V/m). Il Musica 102i non fa una piega, tira dritto per la sua strada senza alcun problema di pilotaggio, pur senza produrre livelli di pressione sonora da spettinarsi. Il basso delle Queen II, piuttosto "piacione", viene messo in riga mostrandosi più asciutto e controllato che non in altre occasioni. Fantastica la trasparenza e l'immediatezza del medio-alto, così come la finezza del dettaglio che affiora in un quadro complessivo di grande accuratezza. Riservo però ad altri generi le Queen II, che non sono l'ideale per divertirsi con il Fusion più energetico.

 

Posiziono quindi al centro della scena le Canton LE 109, le quali hanno tra i loro punti di forza proprio il basso profondo e potente che, unitamente all'ottima tenuta in potenza, lascia presagire una prestazione notevole in "Spectrum" di Billy Cobham, e non rimango certo deluso... In "Quadrant 4" i colpi di cassa sono davvero elettrizzanti, solidissimo il punch, a membrane praticamente ferme le orecchie vengono colpite dalle veloci serie che si manifestano quasi in forma di repentina onda d'urto. Rimango sul genere per parecchio tempo, è la volta dei "The Crusaders" con Finest Hour, ascoltato alternando praticamente tutti i diffusori in mio possesso. È evidente che l'EAM Lab riesce in ognuno di loro, nei limiti dell'indole individuale, nel non facile compito di produrre delle basse frequenze (sono ancora queste a colpire la mia attenzione) dinamiche ed estremamente frenate. La profondità c'è tutta ma davvero passa in second'ordine di fronte alla qualità con cui viene espressa. Risalgo ai primordi del genere con l'album "In a Silent Way" di Miles Davis, del 1969, considerato uno dei primi autentici tentativi di esplorazione del musicista verso questo genere di musica. Le atmosfere sperimentali sono ricche di fascino, la registrazione è quello che è ma risulta apprezzabile la capacità del nostro integrato di tenere sempre saldamente le redini dell'olografia musicale, belli i piatti della batteria, dinamica e agile la tromba, le proporzioni degli strumenti vengono rispettate senza indebite enfasi o prevaricanti ingigantimenti.

 

L'equilibrio regna sovrano, l'orecchio è confortato dalla piacevolissima sensazione di avere tutto sotto controllo, "vede" attraverso un cristallo perfettamente pulito e, ve lo assicuro, non è cosa da poco. Joe Zawinul è l'autore del brano da cui prende il nome l'album di Davis, per associazione mentale mi dirigo allora ora proprio verso questo immenso musicista. Nel suo album "Brown Street", seconda traccia, ritrovo proprio "In a Silent Way", in una versione moderna, ricca di fascino e aperture riflessive. Fast City, che qui ascolto in versione orchestrale, è un brano contenuto in "Night Passage" dei Weather Report, album del 1980, da me prediletto e molto usato nelle mie recensioni di qualche tempo fa. Lo ascolto anche in versione originale, stessa cosa che faccio pure con "Badia", "Boogie Woogie Waltz" e "Black Market", ascoltati d'infilata. Ritmi, suggestioni armoniche che risvegliano in me sentimenti giovanili, d'insuperabile freschezza e che ora il Musica 102i mi restituisce in tutta la loro bellezza. La prontezza con cui sono riprodotte le percussioni è un "must" di questa elettronica, condizione necessaria per godere appieno delle tracce di "Percussioni Drammatiche", un curioso album del percussionista Umberto Santucci in cui gli strumenti simulano i più disparati eventi sonori, musicali e non, come la "Fuga in Treno", "Dinamica veloce", "Incubo Meccanico" e "Campane a Morto", giusto per non farci mancare anche l'aspetto macabro. Al di là del valore artistico di questo lavoro, che può essere magari discutibile, è interessante come il nostro amplificatore riesca a mantenersi su un assoluto rigore timbrico, dove l'asciuttezza, rapidità dei transienti e la grande definizione dei contorni strumentali la fa da padrone, riuscendo a trasformarlo in un qualcosa di realmente speciale.

 

Esco da questo "incubo" sonoro con la traccia finale: "Corte Marziale". Il rullante esordisce, il suono secco e brillante della cordiera che batte sulla pelle inferiore del tamburo è di notevole realismo, preciso, L'EAM Lab poco o nulla concede a eventuali effetti "Flou", ammiccanti ammorbidimenti, imprecisioni o nebbiosità di sorta. È sempre schietto, solare nella sua chiarezza, del tessuto musicale mostra sempre la nervatura, anche quando decido di passare al genere cameristico con Mischa Maisky e il suo "Meditation", giusto perché non si dica che in questa sessione d'ascolto mi sia lasciato esclusivamente prendere dal "bombastico". La severità tonale, l'assoluta mancanza di ruffianeria, l'estrema correttezza del 102i pagano anche in questo caso, mettendo a nudo una trama timbrico-armonica di pregevole nitidezza. I piani sonori non sono mai confusi, affastellati, registrazione permettendo, ma ben spaziati nel palcoscenico tridimensionale sia in profondità che in larghezza. "Take your space" sembra suggerire a strumenti e voci. In ogni modo è scongiurato quello che un noto recensore chiamò l'"effetto presepe" in un suo scritto. La sensazione di ariosità che esprimono i miei mini, soprattutto le Aliante Caterham Seven Exclusive, porta questi sistemi a far dimenticare la loro fisicità; per loro, come per tutti gli altri, questo amplificatore si è rivelato un formidabile antidoto contro l'approssimazione e la scatolarità. Il suono viaggia libero anche nell'incantevole integrale di Roberto Prosseda della musica per pianoforte di Felix Mendelssohn. Ascolto tutti i quarantotto "Lieder ohne Worte", la chiarezza, che a tratti ha quasi dello "sfrontato", del Musica 102i aiuta a penetrare nell'intimo della materia sonora, rendendo perfettamente distinguibile il suono dei martelletti, grazie anche a una registrazione in presa particolarmente ravvicinata, e le diverse caratteristiche sonore dei pianoforti usati in questa splendida integrale.

 

Approdo al genere sinfonico già sapendo cosa mi avrebbe aspettato. Le meravigliose capacità discriminative del nostro integrato non potevano che essere un vantaggio anche nel caso della "Sinfonietta" di Leoš Janáček, della quale gusto sino in fondo la sopraffina stoffa sonora della gamma medio-alta nella registrazione Decca con i Wiener Philharmoniker diretti da Charles Mackerras. Emerge una stoffa sonora dalla grana impercettibile, genuina e priva di qualsiasi ruvidità. Ricollego le Canton LE 109, un sistema che si dimostra molto sensibile alla qualità dell'elettronica a monte, dalle alte frequenze talvolta piuttosto scabre, poco "smooth" e tendenti all'aguzzo se l'elettronica non è quella giusta. In ogni caso il suo tweeter a cupola morbida svolge un buon lavoro proprio in quella gamma che nell'EAM Lab eccelle per finezza. Divertimento puro diventa "La Boutique Fantasque" di Ottorino Respighi. Mentre ascolto questi capolavori ripenso sorridendo a tutti quei discorsi sconclusionati che si fanno nei forum audio, dove abbastanza spesso si crede di poter giudicare un oggetto avulso dal contesto, anche ambientale, in cui è messo a suonare. Con i diffusori tedeschi raggiungono un ottimo risultato d'ascolto, non mi spingo a dire che sono fatti l'uno per l'altro, ma certamente le loro doti di lucidità vengono esaltate. Reggono comunque bene la botta sulla gamma bassa, reattiva e veloce, somministrata dall'integrato, che si mostra sempre in grado di smuovere le membrane più ostiche. Anche i miei bookshelf ringraziano, esibendo una forza in basso che raramente ho riscontrato con altre amplificazioni. A farmi apprezzare il comportamento sulle voci femminili ci pensa l'album "A Woman's World - Songs From the Finest Female Vocalist mentre per la valutazione della maschile mi affido all'adorato "Faber" con "In Direzione Ostinata e Contraria" Vol 1 & 2, che scopro particolarmente vivido nella dinamica e sorvegliato nella gamma medio-bassa.

 

Ringrazio Emanuele Pizzi della EAM Lab per avermi concesso un esemplare di Musica 102i per la mia recensione.

Il suo costo al pubblico è di 2.400 euro.

 

Alfredo Di Pietro

 

Dicembre 2017

 


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