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 Cocaine S-40 Improved minimieren


 

INTRO

 

Per chi volesse cimentarsi con le recensioni Hi Fi ci sono essenzialmente due strade percorribili. La prima è diventare un blogger, con il vantaggio di non sottostare a condizioni stringenti. Non si dovrà per forza prendere in esame l'ultima sfavillante novità che offre il mercato, non ci sarà nessuna linea editoriale imposta dall'alto, il fiato sul collo del direttore. Da questo punto di vista c'è ampia libertà di movimento, si diventa in pratica un "One man band" che fa un po' come gli pare, a partire dal rispetto o meno di una certa periodicità editoriale. Gli svantaggi? Non è cosa facile intessere quella rete di conoscenze sulle quali contare per ricevere il tanto anelato oggetto da provare, l'operatore prima di concederlo dovrà - giustamente - valutare l'eventuale ritorno d'immagine e il grado di affidabilità del recensore. Sappiamo tutti che il tempo delle vacche grasse è finito e sbagliare una mossa può portare a conseguenze poco piacevoli per la propria attività.

Ci sono poi le insidie nascoste nell'essere un autodidatta, segnatamente nel difficile ambito delle misure, ammesso di essere disposti a lasciarsi prendere dal sacro fuoco. Esistono, è vero, dei testi che possono essere utili, ma nessuno è in grado di sostituirsi alla pratica di laboratorio, in questo campo non ci sono scuole né maestri dietro l'angolo a nostra disposizione, difficilmente troveremo qualcuno che vorrà guidarci la mano in una strada così impervia. Va da se che ogni piccolo progresso o illuminazione dev'essere conquistato con i denti, praticamente in solitaria.

Entrare nella redazione di una rivista è la seconda strada, cosa non facile poiché l'autorevolezza di un giornale si misura da quella dei suoi redattori e a nessun direttore verrebbe mai in mente di assoldare un sia pur volenteroso dilettante, mettendo a rischio la propria credibilità. Un magazine influente è come un tetto sicuro sotto cui rifugiarsi, entrare a far parte di un'equipe redazionale significa comunicare con persone esperte, elevare la propria cultura tecnica e d'ascolto. Credo sia del tutto pleonastico sottolineare il fatto che in questa condizione privilegiata non ci si dovrà affannare alla ricerca dell'oggetto da provare. Chi opera in una redazione non è sottoposto a "varie ed eventuali" incertezze, l'oggetto da testare verrà passato direttamente dal direttore o chi per lui. Non ho mai lavorato in un giornale ma credo che le cose vadano in questo modo. Non tutte ne sono dotate, ma se putacaso la rivista possiede un laboratorio prove munito di strumentazione professionale, si potranno produrre delle misure molto precise e attendibili, dando per scontata un'adeguata preparazione e il giusto "manico".

Vantaggi e svantaggi, si diceva appunto...

Tra le prerogative di un blogger c'è anche quella di permettersi, per esempio, di andare a ripescare dal mare magnum dei diffusori un prodotto come le Cocaine S-40, dei mini non proprio di primo pelo che, a dispetto della loro aria simpatica e innocua, innescarono ai tempi una sequela di polemiche su diversi forum di discussione, anche in seguito a una pregevole recensione apparsa nella rubrica "Affare del mese" di Audioreview. Ma AR non fu l'unica testata a occuparsi delle S-40, prima della recensione di Gian Piero Matarazzo apparve quella di Lucio Cadeddu su TNT Audio. Una terza recensione fu pubblicata sulla rivista Fedeltà del Suono nell'aprile 2008 a firma di Alberto Guerrini.

La miccia per i flame fu accesa non in base a considerazioni di ordine tecnico/sonoro, quello che si rimproverava all'azienda napoletana era un prezzo di vendita eccessivo, avvalorato dal fatto che fossero disponibili sul mercato dei "duplicati" delle Cocaine a prezzi molto più contenuti, tipo le Hallyster Sound S-50 e S-70. Una fotocopia però delle S-40, protagoniste della nostra prova, non fu mai trovata impedendo di fatto un confronto diretto. I due modelli di Hallyster erano reperibili allora presso la GBC, spulciando oggi in rete è possibile trovarle nel catalogo GBC Audio Home del 2012, mentre nel suo aggiornamento 2015 sono assenti. Si delinea insomma una vicenda piuttosto complessa, nella quale s'insinua il sospetto della presenza sul mercato di prodotti OEM cinesi poi rimarchiati e messi in vendita a prezzi diversi, un fenomeno oggi piuttosto diffuso in tutti campi. Sappiate comunque che se decideste di mettervi in casa una coppia di Cocaine S-40, non troverete nessun prodotto gemello di queste.

La domanda allora sorge spontanea: perché andare a mettere ancora il naso in un sistema ampiamente conosciuto, nel bene e nel male, già sviscerato in tutti i suoi aspetti da due esperti recensori e su cui tanto ci si è accapigliati nelle arene telematiche? Semplice, non sono un fan della conoscenza per sentito dire e ho voluto cogliere l'occasione per un test approfondito, alla mia maniera, di questi piccoli monitor. Fedele al detto latino: "Primum vivere, deinde philosophari" ho voluto testare un prodotto che avevo ascoltato solo di sfuggita a qualche mostra del settore, passarlo al vaglio delle misure e dei più svariati generi musicali prima di emettere un responso, opinabile e perfettibile sinché si vuole, ma il mio...

 

 

LE COCAINE S-40 IMPROVED ALLA SBARRA

 

Specifiche Tecniche Dichiarate:

Due vie - Due Drivers

Un tweeter da 1"

Un woofer da 4"

Impedenza: 6 ohm

Efficienza: 86 dB

Risposta in frequenza: 50-20 kHz

Frequenza d'incrocio: 4 kHz

Potenza max sopportabile: 350 Watt

(Distorsione max amplificazione 0,005%)

Amplificazione consigliata: 5/60 Watt RMS

Dimensioni diffusore mm: 330 x 185 x 214

Peso diffusore: Kg 5

La napoletana Openitem di Antonio Scialò non è nuova alla ribalta di Non solo audiofili, ricordo a chi mi legge di aver gìa recensito L'Augustolo, il Pacolo, l'Ernestolo, il Fabriziolo e il Gildolo, tutti "nani" votati alla Micro Hi Fi. Sono prodotti con luci e ombre ma dai propositi ben chiari: sonorizzare ambienti domestici di piccole e medie dimensioni senza rubare troppo spazio ad altre suppellettili, perfetti con il loro sgargiante look arancio metallescente per essere ospitati nella cameretta di un ragazzo. La Openitem è una convinta sostenitrice dell’Home Hi Fi a bassa invasività, è distributrice mondiale dei brand Cocaine, Monster Audio, Nero e Tube Tonic, non solo Micro Hi Fi ma anche apparecchi di un certo peso, come gli amplificatori integrati valvolari Tube Tonic e il Nero Tube One. Le nostre Cocaine S-40 ben si adattano al concetto di Micro Hi Fi, essendo dei mini larghi 18,5, alti 33,5 e profondi 21 cm, fanno parte di una nutrita linea di diffusori che non trascura le tipologie più rappresentative del mercato. Nel catalogo troviamo all'apice dei modelli da stand le LS3/5A, clone dei leggendari monitor BBC degli anni '70, seguono la S-20, la S-40 Improved e le più grandi S-50 e S-60. Nell'ambito delle torri snelle da pavimento troviamo tre modelli di dimensioni crescenti: le S-70, S-80 e S-90, completano la produzione il centrale S-30 e il subwoofer S-10 w nelle due versioni "Active" e "Passive".

L'azienda segue una politica prezzi non proprio lineare: le piccole S-20 sono vendute a 225 euro la coppia, costano quindi meno della metà delle S-40 Improved. Il cliente sicuramente si chiederà cosa giustifichi un esborso più che doppio per queste ultime, tutto sommato parecchio simili alle S-20. Le Cocaine S-50 suscitano le medesime perplessità, se pensiamo che costano 430 euro (prezzo sempre riferito alla coppia), vale a dire 70 euro meno delle Improved, pur avendo maggiori dimensioni e un mid-woofer da 6,5". Risicata poi è la differenza di prezzo tra le S-60, un due vie di dimensioni non indifferenti (503 x 315 x 260) che monta un driver da 8", e le S-40: appena trenta euro.

Le Cocaine S-40 Improved si presentano come un semplice parallelepipedo, impreziosito però da due particolari piuttosto originali come la base nera e il baffle frontale a sbalzo rispetto al corpo del cabinet, raccordato a questo tramite bordi arrotondati. Anche il mobile, nella porzione di congiunzione, è privo di spigoli vivi ma offre alla vista e al tatto dei margini torniti, stessa soluzione è stata adottata per la griglia parapolvere, molto ben fatta e realmente fonotrasparente. Il condotto reflex in plastica è posizionato in corrispondenza del pannello inferiore, il suo diametro interno è di 4,5 cm, ben svasato all'estremità per evitare eccessive turbolenze. Lo sbocco guarda verso la base integrata con il mobile, la porta così vede sempre la medesima distanza dalla superficie prospiciente, in altre parole il carico d'aria è costante ovunque si collochi il diffusore. L'estremità interna del condotto è protetta da una piccola griglia anti-intrusione, senz'altro utile ma che forse potrebbe aumentare la rumorosità del reflex.

Le quattro sedi dove vanno a incastrarsi le clip della griglia parapolvere non sono a filo del baffle. L'MDF utilizzato per il mobile ha uno spessore di 1,3 cm, misurato in corrispondenza del foro ricavato per accogliere la vaschetta portacontatti, appena più spesso è il medium density utilizzato per il frontale: 1,5 cm. La finitura del pannello che ospita i due altoparlanti si differenzia dal resto del cabinet, si tratta di un materiale sintetico similpelle nera, lo stesso che è usato come guarnizione per il mid-woofer. Diverso è anche il sistema di fissaggio dei due altoparlanti, nel mid-woofer vengono impiegate sei viti a incasso con testa a brugola mentre il tweeter è assicurato al frontale mediante incastro nello spessore della medite, due alette in plastica dura ai lati della guida d'onda perfezionano il contatto.

Il pannello posteriore non è a filo ma rientra di qualche millimetro dai bordi. Nel complesso questa S-40 è ben fatta, ha un'estetica non insignificante e manifesta una certa attenzione al dettaglio. La classica manovra della battitura con le nocche sul cabinet produce un suono smorzato e abbastanza simile in qualsiasi punto sia effettuata. E' ovvio che si tratta di una manovra di "massima" che va comunque comprovata con le misure e, come vedremo oltre, qualche problemino in questo senso le S-40 lo hanno.

Rimuovere il midwoofer è stata un'operazione facile, l'interno del cabinet si presenta parzialmente rivestito di fonoassorbente acrilico a bassa densità, presenti alla congiunzione dei pannelli alcuni corti listelli di rinforzo che rappresentano l'unico accorgimento per irrigidire il cabinet, non sufficienti però a combattere una risonanza che s'innesca intorno ai 300 Hz. Visto il prezzo delle S-40 forse qualcosa di più si poteva fare, come inserire un rinforzo anulare per tenere bloccate tutte e quattro le pareti del mobile. Sul pannello posteriore è accolta la vaschetta portacontatti che dispone di due soli connettori multifunzione per cavo spellato, forcelle e banane. Niente bi-wiring né bi-amping, un'opportunità che molto probabilmente non interesserà l'utilizzatore tipo delle S-40. Di spessore esiguo appare il cablaggio interno, realizzato con un conduttore di tipo molto economico e terminato con Fast-On differenziati.

Passiamo agli altoparlanti. Il piccolo midwoofer a lunga escursione è dotato di una bella membrana gialla in composito con fibre di Kevlar che fa tanto "B&W", la sua superficie è percorsa da una fitta trama d'irrigidimento, la quale ha sicuramente dei benefici effetti sul controllo delle risonanze di Break-Up. Una conferma di questa ipotesi è il buon comportamento mostrato alla waterfall, che vedremo più avanti nella sezione dedicata alle misure. Il diametro effettivo del cono, misurato come al solito da centro a centro della sospensione in gomma, è di soli 8,2 cm, contro i 4 pollici dichiarati (10,16 cm). Il magnete in ferrite appare di dimensioni non esuberanti. L'ogiva rifasatrice sembra a prima vista in alluminio, ma una piccola scorticatura su uno dei due mid-woofer tradisce la sua vera natura, che è quella plastica. Ce ne possiamo rendere conto anche dal suono prodotto picchiettando sulla sua superficie. Pure il cestello di primo acchito può trarre in inganno: è realizzato in lamiera stampata verniciata con effetto "bucciato", un tipo di finitura che rende l'impressione di un maggior spessore e porta facilmente a scambiare la lamiera con una pressofusione in alluminio. Sulla piastra inferiore e apposto un adesivo con il nome del brand che sembra occluda il foro di decompressione, in realtà una volta rimossolo, ci si accorge che il foro non è comunicante con l'interno ma è occluso.

Il tweeter da 1" emette tramite una cupola morbida in poliestere con sospensione anulare, la membrana trasparente lascia intravedere il materiale smorzante interno e conferisce al tweeter l'aspetto di un inquietante "occhio" che ci osserva. I progettisti hanno voluto caricare questo componente con una guida d'onda ellittica, per una buona dispersione in senso orizzontale e il controllo dell'emissione in senso verticale. Vedremo nelle misure di risposta in frequenza in asse/fuori asse e nei diagrammi polari come si comporta. Più minimale di così la "rete" di filtro crossover non potrebbe essere: un solo condensatore HYG NP da 2,2 μF/100 V messo in serie al tweeter, questo è tutto, mentre il piccolo mid-woofer lavora a banda intera, non sottoposto ad alcun tipo di filtraggio elettrico. E' una scelta che sulle prime potrebbe sembrare frutto di eccessiva sommarietà, in realtà è azzeccata perché il trasduttore dedicato alle medio-basse non disturba la riproduzione con il Break-Up di membrana, sostanzialmente assente come rivela la waterfall.

Va detto che del tutto irrealistico appare il dato dichiarato di potenza sopportabile (Impulsiva? Continua?), pari a 350 Watt. Le Cocaine S-40 non sono assolutamente in grado di sopportare una simile potenza, è un livello che tra l'altro stride con quello di molto inferiore della potenza di pilotaggio consigliata (da 5 a 60 Watt). Posso solo dire che con il mio finale di potenza EAM Lab PA 2150 da 130+130 Watt su 8 Ohm non ho avuto alcuna difficoltà a raggiungere il limite, con il mid-woofer che oscillava vistosamente nei programmi musicali più complessi, rasentando più volte il fondo corsa. Altre imprecisioni compaiono nelle specifiche dichiarate, l'efficienza (ma il termine giusto è "sensibilità") è di parecchio inferiore agli 86 dB, l'incrocio tra i due altoparlanti avviene a 2.860 Hz e non 4 kHz. I due diffusori mi sono pervenuti privi del manuale utente, per cui nulla so dirvi a riguardo.

 

 

LE S-40 ALLE MISURE

 

SETUP

 

Microfono iSEMcon EMX-7150

Alimentatore Phantom Behringer Micro Power PS400

Calibratore Microfonico PCE-SC41 in classe 2

Multimetro TRMS PCE-UT 61E

PC Notebook HP G62

Scheda audio E-Mu Creative Pre Tracker USB 2.0

Finale di potenza EAM Lab PA2150

Jig per misure d'impedenza autocostruito

Voltage probe con attenuazione di 20,55 dB per la rilevazione in Dual Channel

Cavo di potenza Supra Ply 3.4 S

Software di misura: Arta - Limp - Steps

La risposta in frequenza "anecoica" mostra un andamento non propriamente regolare. Emergono due caratteristiche tese a conferire al nostro mini un tono molto "Hi Fi", parlo della vistosa "gobba" visibile sui 160 Hz, che si sopraeleva di 2,5 dB rispetto al dato di sensibilità media (82,5 dB). Questa esaltazione compensa all'ascolto una sostanziale assenza di frequenze profonde, la F3 (minima frequenza utilmente riproducibile) è infatti posta a 100 Hz. La mia non vuole essere di sicuro una critica, ma la constatazione di prestazioni naturalmente limitate alle frequenze inferiori, dovute alle caratteristiche fisiche del sistema. Segue la discesa della pressione verso il valore di sensibilità del piccolo mid-woofer: 80,89 dB. La SPL si mantiene poi costante nell'intervallo 300 Hz - 1300 Hz, manifestando un'ottima regolarità sinché non sopravviene un'enfasi piuttosto larga, centrata sulla frequenza di 2 kHz, la quale sicuramente contribuisce a rendere brillante lo smalto timbrico di queste S-40. Dai 3300 Hz notiamo un andamento in lieve salita che accusa però una certa flessione nella porzione 10 - 16 kHz. La risposta appare ben estesa sino a 22 kHz.

Distanza dalla parete posteriore 88 cm, dalla parete laterale 70 cm, reciproca tra i diffusori 200 cm. Microfono posizionato all'altezza dal suolo del tweeter (95 cm) e a 330 cm dalla linea mediana congiungente i due diffusori: queste le quote con cui è stata condotta la RTA a terzi d'ottava in ambiente. La misura è stata eseguita con rumore rosa indipendente sui due canali e rivela come l'andamento mostrato all'@anecoica sia sostanzialmente conservato. Al netto dalle oscillazioni che normalmente si riscontrano in ambiente nella regione delle stazionarie discrete, al di sotto della frequenza di Schroeder, vengono confermate le due enfasi in gamma mediobassa e media. Non si riscontra invece la leggera ascesa delle alte frequenze, dove notiamo una progressione molto regolare, ad eccezione di un'isolata "guglia" a frequenza molto elevata (16 kHz), riconducibile allo stretto picco rilevato intorno ai 17.000 Hz nella Free Field Response.

Il suggestivo 3D Waterfall Plot è stato eseguito con la nuova funzionalità di Arta "Third Octave SPL and Loudness Time Record". Da un'idea visiva molto efficace sulla distribuzione dell'energia sonora in ambiente.

L'acquisizione in campo vicino della risposta in frequenza relativa alla porta reflex, rilevata in prossimità dello sbocco, deve tenere in debito conto la vicinanza della superficie dove l'emissione viene riflessa, cioè il plinto integrato del mobile. Il picco emissivo vale 123 dB, centrato alla frequenza di 70 Hz. Le spurie in gamma media sono abbastanza limitate: a 958 Hz compare la più alta con i suoi 109 dB, distanziata quindi di quasi 15 dB dal picco del reflex. Ancora più bassa quella a 2.319 Hz, che fuoriesce dalla porta con "soli" 100 dB di SPL.

L'incrocio tra i due altoparlanti avviene a 2.730 Hz, operato come si diceva con un solo condensatore da 2,2 μF/100 V in serie al tweeter. Parliamo quindi di un primo ordine elettrico che si aggiunge alla risposta propria del tweeter, quella che appare nel grafico è infatti la risposta somma dell'acustica più quella del filtro elettrico. Il dislivello tra i 10 e i 5 kHz è di 6,61 dB, alla frequenza d'incrocio l'emissione del tweeter è di 76,5 dB, di 9,26 dB inferiore alla massima, posta a 17.000 Hz. Il mid-woofer dal canto suo lavora a banda intera, privo di filtraggio elettrico, sovrapponendo la sua emissione a quella del tweeter filtrato. La sua risposta mostra una larga depressione, tra i 3 e i 5 kHz, deflessione visibile anche nella risposta complessiva. Il largo overlapping è in parte responsabile della una risposta piuttosto irregolare in gamma medioalta.

Nella FR in campo vicino del mid-woofer è possibile apprezzare con chiarezza altri particolari, come l'elevato ripple nella risposta intorno ai 160 Hz, dovuto all'alto Qt (2,07) e il lieve flesso nella risposta intorno ai 70 Hz, in corrispondenza del picco emissivo della porta reflex.

Il Cumulative Spectral Decay che osserviamo nell'immagine è limitato a una fenestratura di 2,91 ms e comprende un range dinamico sino a 40 dB di attenuazione dall'impulso iniziale. E' significativo del comportamento in zona tweeter. A partire dalla zona d'incrocio sino alla massima frequenza, il decadimento temporale è molto rapido: inferiore a 2,5 ms, si tratta di un ottimo risultato che testimonia la buona qualità del trasduttore impiegato. Altrettanto valido appare il risultato conseguito al Burst Decay, misura che a differenza del CSD non analizza il decadimento relazionato al tempo ma ai cicli.

La Waterfall dedicata al piccolo mid-woofer rivela un ottimo controllo delle risonanze di Break-Up. Se si eccettua un modesto fenomeno in gamma media intorno ai 2000 Hz, il decadimento spettrale è decisamente rapido e molto pulito: sono sufficienti meno di 3 ms affinché l'impulso decada di 35 dB dal suo massimo. Al Burst Decay il decadimento rimane contenuto in 8 cicli. La misura è stata fatta in Near Field.

Nella risposta in frequenza rilevata in asse e fuori asse a diverse angolazioni si osserva una gamma alta ben sostenuta sino ai 16 kHz, limite oltre il quale si verifica una brusca caduta dell'emissione. Il fenomeno è assente a 15° e comincia a manifestarsi gradualmente dai 30° in poi. Nelle ultime due rilevazioni ad angolazione più elevata (45° e 60°) diventano evidenti anche delle alterazioni nella risposta rappresentate da tre picchi negativi, centrati a 6.200, 11.500 e 14.300 Hz circa con il secondo piuttosto profondo ma stretto. E' un comportamento questo associabile alla guida d'onda.

Un più ampio scenario viene disegnato nei diagrammi polari, effettuati nell'intervallo di frequenze che va da 400 a 20.000 Hz. Compaiono sino ai 2500 Hz due perturbazioni simmetriche a forma di "corno", visibili a 20°, angolo che corrisponde alla congiunzione tra il baffle frontale e il corpo del mobile, probabilmente lo scalino di pochi mm presente alla congiunzione tra pannello frontale e cabinet ne è il responsabile. Questi due disturbi sono visibili alla pittoresca Waterfall-2, in questo caso dettagliabili come due rilievi che decorrono lungo la "dorsale" della misura.

La risposta al gradino (Step Response) ci mostra che il netto impulso proveniente dal tweeter ha la punta rivolta verso il basso, indice di un collegamento elettrico in controfase. Segue a breve distanza (0,083 ms) quello più lento e largo del mid-woofer, il suo profilo non è proprio pulitissimo, a causa probabilmente della riflessione sulla base di quanto emesso dalla porta reflex, che su essa si affaccia. La distanza tra i due impulsi è molto breve, segno di buona coerenza temporale del sistema.

Nel mio ambiente di misura il decadimento energetico (Energy Time Decay) mostra l'esaurirsi dell'impulso iniziale, sino al limite dei 40 dB, in circa un millisecondo.

Prima di emettere un qualsiasi giudizio sui grafici di distorsione armonica è opportuno considerare di avere a che fare con un mid-woofer lillipuziano, del diametro di soli 8,2 cm, sarebbero pochi per un midrange, figurarsi per un medio-basso... Alla luce di questa doverosa considerazione possiamo ritenere certamente buono il suo comportamento. Data la bassa sensibilità delle Cocaine, occorrono ben 6,710 Volt ai morsetti per raggiungere un livello di 90 dB SPL. Un'analisi più dettagliata ci rivela che a 100 Hz la THD, seconda e terza armonica si attestano rispettivamente su valori percentuali del 4,43, 2,22 e 3,82, a questo massimo segue una discesa che porta i valori sull'1,45, 0,74 e 1,24% a 200 Hz. In zona tweeter la distorsione scende ancora, a 2.000 Hz siamo allo 0,34, 0,16 e 0,29%. A 293 Hz vediamo un'alterazione di tutte le componenti distorsive, riconducibile a un fenomeno di risonanza del mobile. Lungo tutto il decorso del grafico si assiste a una prevalenza della seconda armonica sulla terza, buon segno perché quest'ultima è quella disturbante all'ascolto.Vale la pena ricordare che le armoniche pari sono prodotte da fenomeni di asimmetria, mentre le dispari sono legate all'ampiezza del segnale e indicano compressione e clipping.

Ho voluto in quest'occasione mostrare le distorsioni di ordine superiore sin dove consentisse la risposta in frequenza del mio microfono. Com'era lecito aspettarsi quarta e quinta armonica si trovano a un livello sensibilmente inferiore: intorno allo 0,2-0,3 sino a 400 Hz. Salendo in frequenza si abbassano ulteriormente sotto lo 0,1%, sino ad arrivare a un minimo centrato sulla frequenza di 832 Hz (D4 0,005% - D5 0,02%). Nella zona di pertinenza del tweeter si ha una certa risalita senza però mai superare lo 0,1%.

Dalla misura del modulo e argomento d'impedenza si ricavano sempre molte informazioni utili. In quello delle Cocaine S-40 notiamo come il primo dei picchi relativi al reflex sia appena accennato, solo 5,6 Ohm, più alto il secondo con 15,64 Ohm. Ne deduciamo che siamo in presenza di un risonatore interno molto poco efficiente, estremamente smorzato e che contribuisce in maniera limitata all'emissione. Come controprova osserviamo la sostanziale assenza del notch alla Fb nella ripresa in campo ravvicinato del mid-woofer. A parte la sensibilità decisamente bassa, le S-40 non rappresentano assolutamente un carico difficile per l'amplificatore a monte. Il minimo di modulo lo troviamo a 270 Hz con 5,24 Ohm, in quel punto la fase assume una rotazione di tipo capacitivo molto modesta: appena -2,6°. Nessuna rotazione di fase impegnativa appare nel grafico, la massima viene individuata alla frequenza di 171 Hz e comunque non supera la soglia dei 30° (-29,2° per la precisione) posta subito dopo il secondo picco ohmico. Due piccole perturbazioni appaiono a 212 e 300 Hz (più evidente quest'ultima), dovute a fenomeni di risonanza del cabinet. La frequenza d'accordo del reflex (Fb) cade intorno ai 90 Hz, a cavallo tra i due picchi caratteristici

Il mid-wooferino delle Cocaine fa quello che può ma è obbligato a sostenere un impegno molto gravoso per lui: riprodurre la critica banda dei medio-bassi, dov'è concentrato il maggior contenuto energetico del segnale musicale. Sarebbe quindi ingiusto pretendere da lui le prestazioni di un altoparlante PRO da 15". Viste le premesse, il risultato alla TNDM, condotto a un livello di pressione di 90 dB, è tuttavia dignitoso. Sino a 200 Hz si naviga sul 4-5%, progredendo con la frequenza si raggiunge e mantiene un più consono 2-3% mentre in zona tweeter ci si mantiene sull'1%.

La griglia montata sulle S-40 ha un buon comportamento e non compromette il livello delle medio-alte, questo significa che ha un elevato grado di fonotrasparenza. L'unica zona in cui si evidenzia una piccola attenuazione è tra 4 e 7 kHz, con un massimo a 5.000 Hz pari a -1,74 dB. Veramente poca roba...

Il rilevamento dei parametri di Thiele & Small è una novità nelle mie recensioni le quali, seppur condotte a un livello amatoriale, non vogliono privarsi dell'obiettivo di una certa completezza. E' stato effettuato sul mid-woofer delle S-40. Alle due immagini seguono i  risultati in formato testo. Viene mostrato il grafico in overlay della doppia rilevazione di modulo e argomento d'impedenza (in aria libera e con massa aggiunta) e lo "Stamp" dei vari parametri. Il Qt ha un valore molto alto che giustifica il notevole ripple della risposta alla Fs. Bassa la sensibilità raggiunta ed elevata la Fs di 139,75 Hz.

Loudspeaker parameters:

 

Fs = 139,75 Hz

Re = 5,59 ohms [DC]

Le = 191,00 μH

L2 = 239,60 μH

R2 = 7,67 ohms

Qt = 2,07

Qes = 3,14

Qms = 6,06

Mms = 8,40 grams

Rms = 1,277454 kg/s

Cms = 0,000154 m/N

Vas = 0,60 liters

Sd = 52,81 cm^2

Bl = 3,705645 Tm

ETA = 0.05 %

Lp (2,83V/1m) = 80.89 dB

 

Added Mass Method:

Added mass = 6,00 grams

Diameter = 8,20 cm

 

 

L'ASCOLTO

 

IMPIANTO

 

Finale di potenza EAM Lab PA2150

Personal Computer HP G62 con player Foobar2000 e JRiver Media Center

Scheda Audio E-MU Creative Pre Tracker USB 2.0

M2Tech hiFace DAC 384/32 (collegate direttamente ai finali)

Giradischi Pro-Ject Debut II SE con testina Denon DL 160

Preamplificatore Phono Grandinote Celio

Cavi di segnale Supra Dual RCA e Kimber Hero

Cavi di potenza Fluxus Alimentami

 

Album ascoltati

 

Charlie Haden with Michael Brecker - American Dreams

Don Grolnick - The Complete Blue Note Recordings

Chie Ayado - Good Life

Art Lande - While She Sleeps

Anita Baker - Rapture

 

Heroic Music for Organ, Brass, Percussion

H. Villa Lobos - The Little Train of Caipira

Mussorgsky - Pictures at an Exhibition and All Other Piano Works - Maurizio Baglini

Gustav Mahler - Sinfonia N° 7 in mi minore - Giuseppe Sinopoli

J.S. Bach - Violin Concertos - Hilary Hahn

 

Fabrizio De André - In Direzione Ostinata e Contraria - Volumi 1 e 2

Renato Zero - Renatissimo!

Le Orme - Uomo di pezza

Banco del Mutuo Soccorso - Io sono nato libero

Premiata Forneria Marconi - Jet Lag

 

Mi appresto alla prova d'ascolto deponendo le "armi leggere". Con tutta la bontà di suono di cui è capace il mio integratino in classe "T" Lym Audio 1.0T Upgraded Linea, una decina di watt scarsi non ce la possono fare a smuovere un diffusore da 82,5 dB di sensibilità. Andrebbe bene al massimo per un ascolto sottovoce dalla mezzanotte in poi, ma non per una seduta seria. Non mi rimane quindi che accendere l'EAM Lab PA2150 e farlo lavorare per tutto il tempo, in abbinamento alla sorgente digitale e analogica. L'elenco di album che ho stilato è solo parziale, ciò che ho ascoltato in questi tre mesi di lavorio indefesso sulle piccoline va molto al di là del materiale citato, quelli che potete leggere sopra sono stati utilizzati per il rush finale, quando avevo raccolto indizi sufficienti per il "processo" alle Cocaine :-)

Checché se ne dica nei forum di discussione, la prova d'ascolto non è un mero esercizio letterario, può anche esserlo certo ma non deve mai perdere di vista la sua più autentica funzione, quella cioè di sintetizzare con le parole la personalità di un oggetto. Compito difficile, forse ancor più delle misure sulle quali si sbatte la testa sinché non inizia a venire fuori qualcosa di buono. Una volta però assimilati i meccanismi, quelle procedure diventano standard, consistendo in una precisa trafila di operazioni da compiere con il massimo scrupolo. L'ascolto no... dev'essere un atto "creativo" che si rinnova ogni volta.

Il suono delle Cocaine S-40 si presenta subito molto godibile, scaturisce da una filosofia che non cerca la massima correttezza ma piuttosto un comportamento ammiccante. Chi afferma che le misure non servono a nulla mente sapendo di mentire, o non le capisce, perché anche in questo caso è possibile trovare punti di contatto tra ciò che ascoltiamo e la risposta in frequenza per esempio. Ecco perché quell'enfasi abbastanza ruffiana in gamma medio-bassa è pensata "Ad hoc" per conferire una piacevole nota di calore, riempire in parte il manifesto "Lack" di frequenze inferiori che non ci sono perché, fisicamente, non ci possono essere. La gobbetta sui 150 Hz mi fa pensare a quegli esaltatori di sapidità, tipo il glutammato monosodico, che vengono usati negli alimenti come additivi per renderne il gusto più gradevole.

Non si tratta di un basso che include l'effetto marmellata, viene conservata una buona pulizia e rotondità sino a volumi d'ascolto non elevati, se poi pretendiamo di far suonare forte questi mini, ben presto ci accorgeremo del loro limite. Quando si esagera con il volume, il suono perde lucidità e articolazione inducendo l'utilizzatore a ruotare la manopola del volume verso sinistra. Una volta fatta questa operazione tutto torna a posto e riscopriamo ancora una volta quanto queste Cocaine possano suonare in modo interessante.

Belli i piatti della batteria, incisivi, scintillanti. La gamma alta di questo diffusore è davvero notevole per pulizia, smorzamento ed estensione. Il tweeter impiegato nelle S-40 da insomma l'impressione di essere in piena forma quando si tratta di cesellare, rifinire le armoniche alte di strumenti e voci, si comporta bene anche nella parte bassa di funzionamento, aiutato da una guida d'onda che ben sostiene la pressione in gamma medio-alta. Tutte le registrazioni se ne avvantaggiano, il trattamento puntillistico dell'orchestra nelle settima sinfonia di Gustav Mahler affiora con una comprensibilità al di sopra di ogni sospetto. Ma se il tweeter vola alto, il mid-woofer lo segue a ruota con generosità, promette e mantiene una gamma media luminosa, espansiva. La colorazione vista sui 2.000 Hz c'è, non si tratta di un picco isolato ma si fa sentire su un discreto range di frequenze donando grande brillantezza e apertura alla riproduzione. Se talvolta è dato di ascoltare un certo assottigliamento del corpo, un equilibrio timbrico piuttosto spostato verso l'alto, si potrà essere sicuri di ascoltare un suono che si difende sempre bene, furbesco quanto si vuole ma molto seducente, stuzzicante come certe bevande dolci e gassate che solleticano il palato.

A questo punto si sarà capito che il piccolissimo mid-woofer, dall'"alto" dei suoi 8,2 cm di diametro, fa quello che può. Fatto però funzionare nell'ambito dei suoi non enormi limiti dinamici, dimostra un suono che non è secondo al tweeter, forte anche lui di un timbro lucido e accurato. Di fronte a contenuti musicali complessi, ricchi di frequenze basse e medie allo stesso tempo, non è in grado però di emettere SPL di un certo livello né seguire i salti dinamici con disinvoltura. In occasioni come questa i limiti sopraggiungono abbastanza presto, le oscillazioni del mid-woofer si fanno visibilmente ampie e il fondocorsa è sempre in agguato. Con registrazioni dalla dinamica compressa si avrà un discreto margine nel regolare livello di pressione acustica, non altrettanto avverrà però con programmi ricchi di salti dinamici, tipo certe buone registrazioni di grande orchestra, magari in alta risoluzione. Il piccolo sistema da stand mostra in ogni occasione un tono disinvolto, mostra di cavarsela bene facendosi rispettare se non per la grandiosità e l'impatto, per la velocità e una buona coerenza di fondo oltre che per l'accuratezza.

La ricostruzione del palcoscenico tridimensionale è abbastanza lusinghiera. Per usare un termine calcistico, le Cocaine hanno un saldo governo del centrocampo, l'impalcatura olografica è stabile, non particolarmente larga né profonda ma abbastanza omogenea nel suo sviluppo. Il "Toe in" a convergere verso il punto d'ascolto non è necessario, anzi a mio parere è da evitare poiché tende ad appiattire un po' la scena, già non molto profonda di suo. La mia netta impressione è che le S-40 siano propense a un discreto effetto monitor che spinge un po' in avanti voci e strumenti.

Luminoso il pianoforte, ma un po' vuoto oltre i 150 - 200 Hz a salire sino ai 700 - 800 Hz, al di sopra di tale limite ed eccettuando la zona intorno ai 2 kHz, dove si sfora di qualche dB, la regolarità è tutto sommato apprezzabile per un diffusore economico di dimensioni molto limitate. Le voci femminili si stagliano sul palcoscenico con buona presenza, assente ogni accenno di vetrosità e ben controllate le sibilanti, nonostante la propensione delle S-4 verso il registro acuto. Nei cori si mantiene una valida risoluzione delle componenti vocali. Le maschili sono invece un po’ magre nelle fondamentali basse, compresa quella del grande Fabrizio De Andrè che perde parte della sua sensuale carnosità, pur rimanendo sempre ben intellegibile. Da lode invece l’accompagnamento della chitarra, veloce e fresco, dalla microdinamica intonsa e molto coerente nei suoi registri, tanto che non è dato di avvertire alcuno scalino nel passaggio di testimone dei due trasduttori.

 

 

CONCLUSIONI

 

Le S-40 non sono nate per aderire a principi di estrema correttezza, il loro carattere è moderatamente ruffiano e strizza l'occhio a una concezione "Loudness", quella che fa tanto "Hi Fi" a causa degli estremi gamma un po' esaltati. Per questo motivo certe registrazioni possono risultare un po' monocordi a causa del mediobasso alquanto gonfio, anche se l'escamotage può ingannare sulla reale discesa in frequenza, molto modesta visto la F3 si trova a 100 Hz. Tra i pregi di questo monitor da stand ci sono la buona pulizia di emissione, una gamma media e alta notevoli per apertura, rifinitura e gradevolezza. La resa delle Cocaine S-40 è lontana da qualsiasi punta di asprezza, il suono è sempre poco affaticante, mai tagliente, perfetto per ascoltare piccoli ensemble vocali/strumentali, meno valide appaiono in generi ad alto contenuto energetico o in registrazioni con elevati salti dinamici.

Il bilanciamento timbrico è di estrazione squisitamente "francese", patisce un appiattimento verso bassi valori di sensibilità appena superata l'enfasi iniziale sino all'ingresso del tweeter. Nonostante queste pecche la resa globale è sempre molto piacevole, a patto di trovare un buon punto di equilibrio pilotandole sul filo del rasoio, senza cioè somministrargli né poca né troppa potenza.

Una coppia di Cocaine S-40 Improved costa 500 euro, un prezzo che è da considerare piuttosto elevato per il loro reale valore, con la conseguenza di un abbassamento del rapporto qualità prezzo. Sul mercato ci sono diverse soluzioni alternative più convenienti (e non tutte di provenienza estremo orientale), non solo nel settore dei mini ma anche nella categoria slim tower, per chi volesse allestire un valido impianto di primo prezzo.

Ringrazio Antonio Scialò della Openitem per avermi concesso in prova una coppia di Cocaine S-40 Improved. 

 

Alfredo Di Pietro

Maggio 2015


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