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venerdì 19 aprile 2024 ..:: Audiocostruzione - Speciale TAV 2012 ::..   Login
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 Demo Audiocostruzione - Allegato speciale TAV 2012 Riduci

 

La rivista Audiocostruzione, a distanza di un anno dalla nascita, approfittava della ribalta offerta dalla grande kermesse milanese per fare un bilancio sulla sua attività editoriale. Dalle parole del direttore Gian Piero Matarazzo trapelava la soddisfazione di non aver tradito nessuna delle premesse iniziali, condensate nei primi sei numeri di una rivista nata con lo scopo di mettere a disposizione dell'autocostruttore idee, teoria, progettazione e kit, sottoponendoli alle stesse verifiche strumentali che si riservano agli oggetti di commercio.

Ciò significa non solo esaminarli con la stessa routine di misure, ma anche inquadrarli nella medesima visione relativamente all'ascolto. A questi progetti, infatti, non sono stati fatti sconti o favoritismi, di nessun tipo. Solo un impegno non è stato mantenuto nel numero sei di Audiocostruzione: la misura delle 3/5A rivisitate dall'Audiomatica e attualmente accolte nel laboratorio di Audioreview. Inadempienza che verrà ben presto riparata.

Matarazzo ha dichiarato che una delle premesse insite nella filosofia della rivista è quella di potersi muovere nell'ambito di una posizione libera da condizionamenti, soprattutto nei rispetti di quelle realizzazioni costose ma insignificanti dal punto di vista dell'ascolto. Viene quindi messo l'accento sulla politica di Audiocostruzione, fatta di realizzazioni pratiche, serie, ben suonanti ed economicamente vantaggiose.

Come promesso, la rivista si è impegnata  disquisire di filtri crossover, configurazioni di carico, acustica ambientale e tutte quelle informazioni atte a fornire ai lettori le chiavi per poter ragionare da soli e non somministrando pappe precotte. Spiegare il progetto di un diffusore, illustrare la teoria costituisce nell'ottica della rivista lo "start" per abituare le persone a ragionare col proprio cervello, aiutandosi con quelle formule che pur occorre conoscere prima di intraprendere un progetto, qualunque esso sia.

In occasione del primo compleanno della rivista sono stati presentati nella grande sala D del piano -1, la medesima dove si sono svolti gli altri eventi di NewMediaPro, tre diffusori acustici. Il cappello della demo tocca a una delle prime promesse di Gianpiero Maiandi, vale a dire la "Altec 19 The Remix", replica delle famose Nineteen nate alla fine degli anni '70. Sono seguite le Alietta, sistemi che hanno dimostrato di avere un ottimo comportamento alle misure e, ultime ma non ultime, le slim tower "Seaside", due vie da pavimento in reflex passivo progettate da Filippo Punzo. Sul versante elettroniche sono stati presentati un preamplificatore dalla livrea rossa, disegnato e realizzato da Sarat Dissanayake, che sarà pubblicato in due puntate nei prossimi numeri e il Circlotron di Filippo Punzo e Mario Passarelli.

 

Altec 19 The Remix

E' Gianpiero Maiandi a illustrare le sue creature, un progetto a tre vie nato per "divertimento" sulla base delle vecchie Nineteen, diffusore che ai tempi fece storia ma che oggi mostra degli evidenti difetti. E' stata cura del progettista eliminarne le pecche, in primis utilizzando dei driver moderni e perfettamente al passo dei tempi, attinti dal catalogo Faital "Pro".

Sono altoparlanti professionali caratterizzati da grande robustezza, elevata tenuta in potenza e capaci di sviluppare alte SPL, si tratta del coassiale 8HX200 da 8 pollici e il woofer 15FH510 da 15 pollici. Diversa la caratura dei due visto che il coassiale è il top di gamma della sua dimensione mentre l'unità per i bassi è un entry level. Il tipo di caricamento adottato per le basse frequenze è il DCAAV (Doppio Carico Asimmetrico a Vista) costituito da due camere reflex in cascata, una soluzione resasi necessaria a causa delle dimensioni del cabinet (a "comodino") e in previsione di un eventuale posizionamento addossato alla parete di fondo.

Il DCAAV offre il vantaggio di poter modulare a piacimento il Roll-On a bassa frequenza, nel caso dell'addossamento alla parete posteriore si potrà quindi contare su una pendenza molto dolce che andrà a correggere la risposta in frequenza tipica di quella posizione. Altra particolarità è il condotto reflex d'uscita della camera di accordo più bassa ricavato nel basamento, una posizione che consente di mantenere sempre la medesima condizione di carico.

Le 19 originali avevano in gamma medio alta una tromba (H 811) incrociata con il 15" a 1200 Hz, scelta "suicida" ma in qualche modo inevitabile dato il tipo di diffusore, uno Studio Monitor chiamato a erogare elevate pressioni. Per salvare l'incolumità del piccolo driver montato sulla tromba, in casa Altec furono costretti a elevare la frequenza di taglio costringendo il 15" a lavorare in una gamma di frequenze a lui poco congeniale, laddove la sua direttività si restringe moltissimo. Per di più il grande woofer arrivava a incrociare la tromba (una semplicissima radiale) in una zona dove questa non controllava ancora la direttività orizzontale.

Il risultato fu quello di un sistema dal comportamento estremamente variabile in base al posizionamento e proprio nel range di frequenze dove l'orecchio umano è maggiormente sensibile. Come risolvere oggi la situazione? Facendo diventare la 19 un tre vie che fa uso di un coassiale incrociato intorno ai 200 Hz con un woofer da 38 cm. Altro particolare rilevante: il coassiale nel pannello largo controlla meglio la direttività sul piano orizzontale, mentre sul piano verticale è aiutato dove serve nel controllo della direttività dal baffle dell'unità bassi.

Rispetto alle originali le Remix non hanno la tromba, si sarebbe potuto usarne una moderna ma, o non ci stava nelle dimensioni del driver, o si ricadeva nel problema dell'originale, ecco perché si è preferita la soluzione dell'unità coassiale sui i medio-alti caricata in cassa chiusa da 6 litri. Il filtro crossover è attivo sull'incrocio tra woofer e coassiale, con una frequenza di taglio intorno ai 170 Hz (ma può cambiare a seconda dell'ambiente in cui lavorano i diffusori), mentre è passivo tra i due trasduttori del coassiale. Sono state conservate le dimensioni e la forma esterna delle Altec Lansing 19, cioè 76,5 (L) x 99 (H) x 48 (P).

Il sistema utilizzava le seguenti elettroniche:

- Convertitore A/D D/A Behringer Ultramatch PRO SRC2496
- Speaker Manager Omnitronic DXO-24e
- Finale via bassa IMG Stage Line STA-1400 (2 x 450 Watt per canale su 8 ohm)
- Finale via medio-alta IMG Stage Line STA-600 (2 x 200 Watt per canale su 8 ohm)
Collegamenti a livello linea bilanciati, con normalissimi cavi commerciali da 1 metro (XLR-m - XLR-f).
Collegamenti di potenza con cavo elettrico 4 x 2,5 mmq, terminato speakon lato diffusori.

 

DFG Alietta

La creatura di Franco Gnani ha lo stesso nome di sua madre, purtroppo deceduta l’anno scorso. L’idea di dedicarle questo sistema è stata proposta da Marco Bartolucci, committente del progetto e presente in sala alla demo. Il volume a ogiva contiene un midrange Scan–Speak della serie Illuminator, l'autore del progetto afferma che può essere realizzata anche con qualche piccola variante estetica, facendo sempre però attenzione a disaccoppiarla dal mobile del woofer.

Il volume da lasciare dietro al midrange dev'essere di 1,5 litri, riempito con un po' di fonoassorbente acrilico e rivestito di feltro da 1 cm. La cassa del woofer è stata rivestita internamente di carta catramata da edilizia anche se viene suggerito come migliorativo l'utilizzo del Dynamat. Il mobile del woofer è appoggiato a quello del subwoofer con l'interposizione di una lastra di granito dello spessore di 4 cm. Nel volume del subwoofer la cassa chiusa va riempita di lana di vetro non troppo compressa, messi dei pannellini di feltro da 1 cm e poco assorbente acrilico nella cassa accordata piccola e qualche pannello (sempre di acrilico) nel volume che emette verso l’esterno.

Il filtro crossover delle Alietta.

Particolare importante da rispettare: il gruppo medioalti dev'essere arretrato di 2,5 centimetri rispetto al bordo del mobile del woofer.
La sensibilità di questo diffusore si attesta sui 90 dB. Il caricamento del subwoofer si attua mediante un DCAC (Doppio Carico Asimmetrico Chiuso), da parte sua il filtro crossover è discretamente complesso.
Ottima la componentistica adoperata come anche gli altoparlanti: Scan-Speak per il midrange e tweeter, Focal (mid-woofer) e due Ciare per il subwoofer.

 

Seaside

Il progetto di questa intrigante slim tower è di Filippo Punzo. Il mobile è un comune parallelepipedo costituito da MDF da 19 mm di 90x21x32 (altezza-larghezza-profondità) rinforzato internamente con due tiranti posti sopra e sotto il foro del passivo. Tramite fresatura sono ottenuti gli incassi per il mid-woofer e il tweeter Seas mentre il passivo Dayton è montato su un pannello rientrato per evitare che la sospensione in gomma, piuttosto larga, sporga dalla sagoma laterale e per rendere più facile il fissaggio di una tela di protezione montata sul suo telaietto quadrato riportato a filo della parete laterale.

Il preamplificatore di Sarat Dissanayake.

 

Gli ascolti

A tre giorni sui quattro totali del Top Audio ho voluto dedicare un cospicua porzione del mio tempo sia per apprendere le caratteristiche salienti di questi sistemi sia, soprattutto, per ascoltarli. E' stata un'esperienza molto proficua nel corso della quale sono rimasto sorpreso di come un "semplice" oggetto autocostruito possa rivaleggiare con sistemi blasonati ascoltati qua e là nelle varie salette.

La rivista Audiocostruzione ha dimostrato, fatti alla mano, di come si possa realizzare un sistema di altoparlanti di ottimo livello e con una spesa relativamente modesta, di sicuro largamente inferiore all'esborso richiesto per impossessarsi di un oggetto commerciale di pari livello. L'estro non ha limiti, come dimostrato dall'inventiva di Gianpiero Maiandi nella sua rivisitazione migliorativa di un'elettroacustica blasonata di fine anni '70: le Altec Lansing 19.

Le sue qualità sono state reinventate alla luce di conoscenze e componentistica attuale con un risultato a dir poco egregio. Ne è risultato un diffusore, l'Altec 19 The Remix, importante, in grado di offrire una grande accuratezza di riproduzione unitamente al vigore tipico dei monitor di buone dimensioni, nati per esprimere alti livelli di SPL anche in grandi ambienti. "Elettrostatica" nell'emissione sui medio-alti e corroborata da una timbrica di bellezza insospettabile per il tipo di diffusore, può contare su un mediobasso molto godibile, dal sound rotondo e avvolgente.

Un diffusore insomma dalle notevoli potenzialità, in grado di soddisfare qualsiasi tipo di cliente, dal raffinato cultore della musica acustica al più chiassoso e impenitente dei "giostrai".

Delicatezza e classe che ha palesato di avere pure la Seaside di Filippo Punzo, dove la limpidezza di emissione ha fatto il paio con un solido equilibrio tonale, supportato da un non indifferente controllo sulle basse frequenze. Naturalmente non ha la "botta" delle "The Remix" né si può pretendere che la abbia: non è nelle sue corde e non è nata per quello ma per assicurare delle convincenti performance in un comune ambiente domestico. In questa situazione potrà esprimersi certamente al meglio, anche relativamente alla SPL sviluppabile.

Le Alietta di Franco Gnani mi hanno catturato invece per la coerenza, la linearità e compattezza di emissione in un quadro privo di fastidiosi picchi e buchi. Buona la profondità delle basse frequenze e originale l'estetica di questo floorstanding dal progetto tutt'altro che banale. Chiamato a sonorizzare una vasta sala si è difeso bene e, solo se forzato verso volumi molto elevati, ha manifestato qualche segno di indurimento della gamma media.

Keep up Audiocostruzione!
Alfredo Di Pietro


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