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 Audiario di Settembre - Prima Parte Riduci

INTERVISTA A MARCO LINCETTO, ORGANIZZATORE DELL'AUDIARIO DI SETTEMBRE

 

Alfredo Di Pietro.
Marco, l'Audiario di Settembre si stacca dichiaratamente dalle mostre audio tradizionali per approdare in ambienti acusticamente adeguati, è pensato con un occhio di riguardo alla valorizzazione della buona musica, riprodotta da catene Hi Fi di ottimo livello. E' inoltre un evento in cui si riesce a spaziare tra i più diversi generi musicali grazie agli ascolti guidati da autorevoli "Ciceroni".
Insomma, tutto fa pensare che tu sia riuscito nella quadratura del cerchio.

Marco Lincetto.
Questo non lo so, posso dire che è sicuramente un laboratorio, com'è stato più volte definito, nel senso che non vuole essere clamorosamente diverso ma un po' si dalle tradizionali fiere di settore. La differenza principale consiste nella strutturata sequenza di conferenze che pure in qualche modo sono presenti nelle altre fiere, ma non in modo "concept" come nel caso dell'Audiario. Nelle altre manifestazioni io e altri produttori discografici ci accordiamo con vari espositori per le presentazioni, finalizzate soprattutto alla promozione delle novità. Questo però avviene senza un coordinamento. Nelle manifestazioni tradizionali c'è la parte espositiva riservata agli apparecchi, a cui il parlare di musica si associa in modo piuttosto casuale e lasciato all'iniziativa dei singoli. Io ho rovesciato il punto di partenza. Naturalmente sono e resterò sempre principalmente un produttore discografico, non un organizzatore di fiere, in questa luce ho organizzato l'Audiario di Settembre, un evento di dimensioni non grandi (sette sale e tre stand) che ruota attorno alla musica. Quindi le conferenze, le presentazioni discografiche non vertono soltanto sulla promozione delle novità ma spaziano anche in argomenti differenti dalla pura finalità di vendita. Io stesso, che pure ho un'etichetta discografica, non parlo solo dei miei dischi ma anche di altri. Secondo una logica di conferenza tengo in grande considerazione il fattore divulgazione usando le macchine per quello che normalmente dovrebbero fare, cioè riprodurre musica. Con questo non intendo dire che l'attenzione è riversata al 100% sulla musica, ma sicuramente almeno al 50%.

ADP.
L'Audiario si propone come evento di grande respiro, in grado di superare la logica del mordi e fuggi delle grandi mostre. Al pubblico viene proposto il confronto tra vari supporti come i master ad alta risoluzione, i CD, i vinili e i Blu Ray, senza dimenticare la riproduzione Audio/Video con un hardware d'eccellenza. La tua manifestazione vuole aprire a un nuovo modo di vivere gli eventi audio, più rispettoso e gratificante nei confronti dell'appassionato?

ML.
Questo è un punto importante. Il concetto di fiera che non si attaglia alla mia manifestazione prevede uno spazio molto grande, che sia fieristico o un mega hotel da congressi come l'ATAHotel Quark di Milano, insomma un enorme contenitore che viene affittato a pezzetti a singoli distributori in modo normalmente non coordinato. Non esiste una logica in questa distribuzione e quindi nelle grandi manifestazioni così concepite si crea inevitabilmente una notevole dispersione, la presenza di svariati doppioni, molte sale che, pur esponendo marchi differenti, di fatto presentano le stesse tipologie di oggetto. Io qui ho scelto di fare una cosa più piccola ma ben coordinata, le sette sale presenti non sono messe a caso, il fatto stesso che, tranne un paio di eccezioni, cinque sale su sette siano costituite da componenti che provengono da produttori e distribuzioni commerciali differenti, è segno della mia filosofia. Ho voluto assemblare degli impianti che fossero fra loro complementari, prospettando una situazione in cui nelle tre sale congressi è stato collocato un sistema dinamico stereo importante, un sistema planare di livello simile, e, terza situazione, un sistema multicanale centrato sull'Audio/Video. Chiunque oggi si ostini a ignorarlo sbaglia perché il futuro, piaccia o no, è nel video e non nell'audio. In queste tre ampie sale si tengono la maggior parte delle conferenze, poi ho scelto di aprire al pubblico tre sale volutamente piccole per ricreare la classica situazione dell'ascolto domestico. Si tratta delle stanze di corridoio 806, 807 e 808, pensate proprio per il cosiddetto "one point listening". Quando si è a casa normalmente si ascolta la musica da solo o al massimo con la moglie e il figlio, quindi una, due o tre persone al massimo. Tra l'altro è una scommessa vinta con quelle salette in quanto ho constatato che sono state molto apprezzate, obiettivamente molto ben suonanti. Nella sala Studio Majandi si è creata l'ulteriore situazione di un diffusore prototipo non sul mercato che offre un ascolto decisamente interessante, molto vicino ai sistemi monitor. La Sala Audio Graffiti ha alternato al mattino una catena decisamente budget mentre al pomeriggio proponeva una soluzione sempre non costosissima ma un po' più importante. La saletta Hi Fi Direct ha riscosso anch'essa un buon successo con i diffusori lettoni Giant FS-100, sistemi dallo strepitoso rapporto qualità prezzo.

ADP.
Puoi dirci con quale criterio è stata scelta la location dell'H2c Hotel?

ML.
Si, un po' per caso e un po' per volontà. Il caso è l'aver conosciuto questo hotel circa un anno fa perché ospitato come normale cliente durante uno dei miei viaggi milanesi. Mi era rimasta impressa questa struttura, nuova, bella e accogliente, collocata in una posizione strategicamente perfetta poiché raggiungibile comodamente in auto dalle tangenziali ma anche da Milano. Molto vicina c'è una fermata della metropolitana, un ampio parcheggio gratuito, insomma tutta una serie di motivi logistici che ho scoperto per caso. Quando poi ho deciso di organizzare la manifestazione l'ho immediatamente associata all'hotel H2C in quanto rispondeva a tutte le caratteristiche necessarie.

ADP.
Alla tua manifestazione sono presenti tre salette dedicate ad impianti con sistemi stereo due canali in cui anche un solo ascoltatore per volta potrà fruire del sistema, mi sembra un'importante una novità rispetto alle fiere tradizionali e segno di considerazione per l'audiofilo.

ML.
Si, è quello che dicevo prima. Impianti dai costi umani posti in ambienti assolutamente analoghi a quelli domestici.

ADP.
Interessante è anche la differenziazione nella sala Audio Graffiti tra una catena top e una minimalista, forse non esaustiva del complesso quadro offerto dal mercato ma certamente esemplificativa di due vaste tipologie d'impianti. Come vedi la situazione attuale dell'alta fedeltà nel suo complesso?

ML.
La vedo malissimo. A proposito ci sarebbe da fare un discorso molto lungo, si tratta comunque di cose che ho detto e ribadito tante volte. Si è verificato un totale scollamento tra la realtà del mercato vero, che non è il mercato degli audiofili, e quanto le ditte che ruotano attorno al mondo della cosiddetta audiofilia propongono. La scollatura è a livello di costi, di machiavellizzazione nel concepire la riproduzione che ha condotto a una perdita di vista dei valori veramente importanti a favore di dettagli che non sono così determinanti come si vorrebbe far passare. Questa passione così com'è concepita non è destinata a morire, è già morta, o si torna a parlare un linguaggio chiaro e semplice a un pubblico vasto oppure è meglio lasciar perdere. Lo stesso discorso vale per la musica. Non si può pensare di considerare economici impianti da 10000 euro, oggi che la gente non ha i soldi per il pane. Diverso è rivolgersi a un pubblico di 100, 150 appassionati che possono permettersi di spendere questi soldi, che può essere anche logico, ma allora la vedo veramente come una specie di lotta nella giungla in cui ci sono più produttori e costruttori che clienti. Ecco perché a me piace sposare iniziative come quella di Hi Fi Direct, la quale propone un impianto che costa 2000-3000 euro. Attenzione però... un impianto che costa simili cifre, pur essendo considerato un entry level, richiede un esborso che può essere considerato il massimo che il 99% della popolazione si può permettere e anche con grandi sforzi, stiamo parlando di costi che equivalgono a due stipendi medi di un dipendente. Non si può continuare a ignorare questa realtà, oppure lo facciamo rivolgendoci a un pubblico molto ristretto, esposti ai peggiori colpi bassi, alle guerre fratricide che portano a scannarsi per la conquista del cliente facoltoso. E' un ragionamento che non vale soltanto per l'Italia ma anche per il mercato globale.

ADP.
L'Audiario si dimostra molto attento alla qualità delle registrazioni: è superfluo ribadirne l'importanza oppure ritieni che, ancora oggi, sia un elemento da puntualizzare visto che talvolta l'audiofilo tende a sottovalutarlo?

ML.
Più che sottovalutarlo non lo conosce. Il cosiddetto audiofilo purtroppo in molti casi crede di avere un'idea esatta di quella che dovrebbe essere una buona registrazione ma non ce l'ha. E' molto lontano dal sapere come e perché una registrazione si può considerare fatta bene o male. Beninteso, non esiste un unico modo di registrare corretto e tanti modi scorretti, esistono diversi modi corretti in funzione della musica che si registra perché non si può pensare di registrare un quartetto d'archi con le stessa concezione di una band di rock'n'roll, chi pensa una cosa del genere è in errore.

Ringrazio Marco Lincetto per l'intervista concessami.

 

 

L'H2C HOTEL, LOCATION DELL'EVENTO

 

 

AREA RECEPTION

 

 

RED RECORDS

 

Red Records e Sergio Veschi, da oltre trenta anni un formidabile binomio in favore della musica jazz.
Sergio, fondatore dell'etichetta indipendente, è un assiduo frequentatore di fiere, sempre pronto allo scambio di idee con gli appassionati del genere.
Il ricco catalogo di produzioni è consultabile sul sito ufficiale mentre l'acquisto dei CD può essere fatto nei negozi specializzati, ben distribuiti sul territorio nazionale, oppure tramite ordine e-mail.

Sergio Veschi è un personaggio dalla simpatia contagiosa, molto noto negli ambienti audiofili e tra gli appassionati di musica jazz.

 

 

SOUND AND MUSIC

La Sound and Music di Alfredo Gallacci è un'azienda lucchese che mette a disposizione dei melomani un catalogo davvero ampio di titoli di ogni genere musicale, dal Balletto alla World Music, sui più svariati supporti analogici e digitali. Non mancano diversi servizi a disposizione del cliente tra cui la possibilità di scaricare la rivista mensile Columns sulle novità discografiche.

Alfredo Gallacci, proprietario di Sound and Music.

 Uno dei punti d'orgoglio della ditta lucchese è la larga disponibilità di vinili nelle più diverse grammature (standard, da 120 a 200 grammi) compresi i 45 giri.

 

 

VELUT LUNA

La Velut Luna nasce nel 1995 grazie all'intraprendenza di Marco Lincetto, ingegnere del suono e organizzatore del neonato Audiario di Settembre. La filosofia che muove la nota etichetta veneta è stata chiara sin dagli esordi e consiste nel portare agli amanti della musica la migliore qualità artistica e sonora. Vengono impiegati sistemi di registrazione basati sugli standard PCM 24/96 e DSD, utilizzabili anche per i nuovi formati ad alta risoluzione DVD Audio e SACD.

Patrizia, moglie di Marco Lincetto, in veste di standista Velut Luna.

La produzione Velut Luna prende sotto le sue ali tutta la migliore musica del XX e XXI secolo, senza alcuna discriminante, ponendo grande attenzione ai nuovi talenti musicali, in qualsiasi genere musicale operino. Padroneggia con sicurezza le più moderne tecniche di registrazione digitali, predilige la musica registrata in ambienti naturali, senza ricorrere ad alcun tipo di manipolazione del suono.

Alcune tra le più significative produzioni Velut Luna in CD e SACD.

 

 

AUDIO ACTIVITY

Angelo Jasparro (in foto), forte della sua notevole esperienza di recensore ha fondato poco più di un anno fa (5 Settembre 2012) la rivista online Audio Activity. Si tratta di una realtà editoriale molto interessante, dedita non solo all'Hi Fi/Hi End ma anche alla musica con diverse recensioni che riguardano produzioni discografiche e concerti.

Attualmente il magazine ha un notevole seguito quotidiano di lettori (circa 600) e un rimarchevole numero di letture annuale (quasi 250000 pagine), è inoltre linkato dai principali forum e siti mondiali. Il team di Audio Activity conta, oltre ad Angelo Jasparro, altri sei redattori.

 

 

AUDIOPHILE SOUND

Audiophile Sound di Pierre Bolduc, con il suo grande banco pieno zeppo di numeri a disposizione dei visitatori, è una presenza costante alle manifestazioni Hi Fi. L'infaticabile canadese affianca alla sua attività di editore quella di abile divulgatore di musica e Hi Fi, memorabili sono le sue demo.

 

 

SALA UFFIZI

La Uffizi è una delle quattro grandi sale da conferenza allestite per la gioia dei visitatori e teatro delle svariate demo succedutesi nelle due giornate dell'Audiario. Pierre Bolduc, Marco Lincetto, Marco Cicogna, Sergio Veschi e Luca Conti (direttore  della rivista "Musica Jazz) hanno potuto avvalersi di un impianto di alto livello per le loro dimostrazioni.

Questi i componenti dell'impianto visibile in foto: giradischi Bluenote Villa Bellavista corredato di testina Boboli MKII, preamplificatore phono Grandinote Celio, MSB Technology: Universal Media Transport Plus - Diamond DAC IV Plus - Diamond Power Base, preamplificatore Grandinote Domino, finali di potenza monofonici Grandinote Demone, diffusori Montagna Spark 03 nelle livree gialla e rossa. Davanti una primadonna del passato, il registratore a nastro professionale Reel-to-Reel Studer A810.

Diffusori Montagna Spark 03.
Modello unico dell'azienda di Voghera implementa materiali e soluzioni tecnologiche molto raffinate come il Ferroxdure II per il tweeter, il Maxalco per il midrange e il poderoso woofer da 15".

Un reporter forse non dovrebbe dare giudizi ma è impossibile non rimanere conquistati dalla lucidità e nettezza di accenti espresse dalla gamma medio alta.

Diffusore Montagna Spark 03 in versione rossa.

Lo Spark 03 è un sistema Hi End a tre vie equipaggiato con un filtro crossover da 6 dB/ottava. Viene costruito in tiratura limitata su specifiche estetiche scelte dal cliente riguardanti il legno, la colorazione anodica o la laccatura delle leghe leggere.

Un trittico digitale d'eccellenza targato MSB Technology: Universal Media Transport Plus - Diamond DAC IV Plus - Diamond Power Base.

Giradischi Bluenote Villa Bellavista con trazione a cinghia.

Fonorivelatore Bluenote Boboli MKII.
E' un MC ad alta uscita (2 mV) del peso di 12 grammi.

Preamplificatore Grandinote Celio.
Come il preamplificatore Domino e i finali Demone è una creazione di Massimiliano Magri della Grandinote, azienda pavese nota per la configurazione proprietaria "Magnetosolid" in cui la componentistica a stato solido viene utilizzata in circuiti identici a quelli di amplificatori valvolari.
Il Celio è un preamplificatore phono in classe A per testine di tipo MM e MC con impedenze di carico regolabili senza nessuna retroazione e accoppiamenti interstadio diretti senza condensatori.

Il trio di elettroniche che pilotava le Spark 03, tutto Grandinote, era costituito dal preamplificatore linea Domino e due amplificatori finali di potenza monofonici Demone da 60 watt di potenza su 8 ohm, evoluzione del Grandinote Futura.

Il mitico Studer A810.

 

 

SALA MOMA

Nella Sala Moma spiccavano i due grandi pannelli sonori magnetodinamici planari Magneplanar 20.7, pilotati per l'occasione dalle elettroniche Conrad-Johnson (preamplificatore GAT e finali mono LP275M), entrambe valvolari. Sorgente digitale il CD Player Goldmund Eidos 36, Lazzari Liquid Player più Lazzari DAC 1 Discrete, giradischi Avid Acutus SP, preamplificatore phono Conrad-Johnson TEA1. Presente anche il registratore a bobine Studer A810, già incontrato e ascoltato in sala Uffizi.
Un bel vedere e un bel sentire per chi, come me, soffre per la defezione del Top Audio Video settembrino. Crisi d'astinenza da audioshow? :-)

Da sinistra: registratore Reel-to-Reel Studer A810, preamplificatore Conrad-Johnson GAT e preamplificatore phono Conrad-Johnson TEA1.

Sempre da sinistra vediamo il giradischi Avid Acutus SP e l'abbinata Lazzari Liquid Player più Lazzari DAC 1 Discrete. Sotto di loro il CD Player Goldmund Eidos 36.

I due amplificatori finali di potenza a valvole monofonici Conrad-Johnson LP275M da 275 watt.

 

 

SALA HERMITAGE

Una sala molto importante la Hermitage, "trait d'union" tra l'audio e il video con i prodotti JBL, Harman Kardon e JVC. Cicerone per l'occasione Quirino Cieri, direttore tecnico/Service & Technical Manager della Kenwood Electronics Italia. L'ampia sala è stata teatro delle emozionanti demo musicali di Marco Cicogna ed Emidio Frattaroli, un appuntamento che ogni amante della grande orchestra sinfonica classica non può assolutamente mancare.

Al lato opposto del grande impianto audio/video era collocata una catena stereofonica dotata degli ottimi diffusori monitor JBL 4429 e 4307, abbinati all'amplificatore integrato Harman Kardon HK 990 e sorgente digitale Harman Kardon HD 990.

Diffusore JBL 4429.
La ditta americana ci porta in casa il sapore dei suoi indimenticabili e indimenticati monitor anni '80 con questo grosso bookshelf dotato di medio alti a tromba. E' un tre vie che impiega un woofer da 300 mm con magnete in ferrite e membrana rivestita in Aquaplas, midrange a compressione da 50 mm con magnete in neodimio, diaframma in titanio e tromba biradiale in Sonoglass, tweeter a compressione da 19 mm con magnete in neodimio, diaframma in titanio e tromba biradiale in Sonoglass. Frequenze di crossover: 800 Hz e 7 KHz, sensibilità di 91 dB/w/m.

Diffusore JBL 4307.
E' il secondo sistema bookshelf studio monitor in dimostrazione della JBL, più abbordabile nel prezzo delle 4429. Qui niente trombe sul trasduttore per le basse frequenze a cono in pura cellulosa bianco da 250 mm con sospensione in gomma e sul trasduttore per le medie frequenze a cono in pura polpa rivestito in fibra sintetica da 125 mm, mentre lo ritroviamo sul tweeter con diaframma ad anello tangente da 38 mm.

Quirino Cieri alle prese con il suo notebook.

Un impianto audio/video dallo strepitoso rapporto qualità prezzo formato dal sintoamplificatore Harman Kardon AVR-370, lettore Blu Ray Harman Kardon BDT 30, recentemente sostituito dal BDT 30 II e un quintetto di diffusori JBL che hanno suonato forte e chiaro durante le demo musicali. Si tratta della coppia Studio 580 (frontali), due Studio 530 (surround), centrale Studio 520C e un subwoofer SUB550P.

Quirino Cieri mentre spiega al pubblico la composizione dell'impianto A/V.

La parte video era affidata al JVC DLA-X55, recente vincitore del premio EISA 2013. Nel corso delle dimostrazioni ha funzionato con il dispositivo E-Shift 4K che consente di effettuare un upscaling sul segnale Full HD ricevuto dalla sorgente. L'E-Shift è una tecnologia originale JVC con la quale è possibile spostare ogni pixel diagonalmente di 0,5 pixel allo scopo di incrementare la risoluzione ottenendo delle immagini perfettamente definite e di grande realismo.
I video erano proiettati su un grande schermo Screen Line con base di quattro metri

A sinistra il lettore Blu Ray Harman Kardon BDP 30 affiancato dal sintoamplificatore Harman Kardon AVR-370, un 7.2 in grado di erogare 125 watt per canale e dotato del sistema calibrazione acustica ambientale automatica EzSet/EQ.

 

 

SALA PRADO

La sala Prado era interamente dedicata all'editoria con le prestigiose riviste di Audioreview, Fedeltà del Suono e Suono.

Standista d'eccezione per la rivista Audioreview Mauro Neri, direttore responsabile.
Audioreview attualmente accorpa le testate di Audio Car Stereo e AudioCostruzione.

L'area espositiva di Suono, magazine dedicato all'Hi Fi, musica e tecnologie della riproduzione sonora diretto da Paolo Corciulo.

Standista presso Fedeltà del Suono Daniele, fratello di Andrea Bassanelli (fondatore e direttore unico della Blu Press).

Come al solito Blu Press aveva in esposizione, oltre alle riviste Fedeltà del Suono e Costruire Hi Fi, anche diversi accessori e cavi.

Alfredo Di Pietro

Segue alla Seconda Parte...


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