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venerdì 29 marzo 2024 ..:: Aliante Catheram Seven Exclusive ::..   Login
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 Catheram Audio Technologies - Model Seven Exclusive - Time Coherent Compact Monitor Riduci

 

 

INTRO

La recensione di questo mini dall'appellativo chilometrico: Catheram Audio Technologies - Model Seven Exclusive - Time Coherent Compact Monitor, è per me come la chiusura di un cerchio aperto tanti anni fa. Simbolizza i miei trascorsi di audiofilo e li congiunge al presente. Mi ricorda i primi approcci con i sistemi di riproduzione audio, avvenuti proprio con diffusori di piccola taglia, anche se anni luce dividono le prestazioni delle Catheram dai largabanda biconici del mio primo oggetto "Hi Fi", il giradischi amplificato Philips 22GH827. Ricordi a frotte che balzano prepotenti alla memoria con impensabile freschezza. Le prime riviste acquistate, Suono e Stereoplay; sulla seconda sognai a lungo leggendo, quasi centellinandola, la mitica recensione in tre puntate "Il ruggito delle pulci", apparsa nel 1985 a firma di Gianfranco Machelli e Fabrizio Calabrese. Ecco... questo è l'articolo che meglio rappresenta la mia sfegatata passione per le casse acustiche. Una megaprova che forse non eguali nella letteratura giornalistica audio, impareggiabile per l'ampiezza del panorama presentato al lettore: ben 43 modelli di Mini e Midi alla sbarra che misero a dura prova, ne sono sicuro, i due recensori coinvolti nella titanica impresa. Gianfranco Machelli, in risposta a una mia e-mail che lo invitava a rievocare il clima dell'epoca e le ragioni che mossero la rivista a prendere in considerazione un progetto così impegnativo, dice:

"Presi lo spunto per l’articolo da quello di Sandro Ruggieri, mio mentore dell’epoca, “Dieci piccoli indiani” (mio il titolo però, preso chiaramente in prestito dall’omonimo romanzo di Agatha Christie. Miei sono tutti i titoli della serie di articoli dedicati alle “pulci ruggenti”, (appellativo da me coniato per l’occasione e poi saccheggiato, anche impropriamente, dalle generazioni seguenti di audioredattori), che vedeva appunto come soggetto dieci minimonitor. All’epoca ero assistente al Direttore, al quale piacque l’idea e mi disse di realizzarla. Ero partito con il progetto di replicare l’articolo di Ruggieri, aggiornando in senso più selettivo i modelli (erano in produzione quelli che sarebbero poi diventati classici nel loro genere, come ProAc Tablette, Rogers LS3/5a, Linn Kan, Spendor SA-1, Sonus Faber Minima, Celestion SL-6, RCL The Small, Spica TC-50…), ma in corso d’opera il Direttore mi chiese di espandere l’accesso al test a "tutti" i mini/midi speaker in commercio! La cosa non mi convinse, in quanto metodologicamente errata (non era, e non è possibile, confrontare modelli che avevano in comune solo il litraggio o il diametro del woofer), ma tant’è, ubi major… Vista la mole dei prodotti selezionati, mi ci volle più di un anno per averli tutti a disposizione e mi fu affiancato, come consulente tecnico, Fabrizio Calabrese. Dopo la pubblicazione, fui messo sotto processo da quei costruttori nazionali (potenti inserzionisti del giornale) che videro "penalizzate" le proprie creazioni, assenti dai primi dieci classificati, sorpassati da nomi di cui ignoravano anche l’esistenza. Il tempo è un ottimo giudice però, e oggi è universalmente riconosciuto il valore tecnico-musicale delle LS3/5a, delle SL-6, delle Tablette, delle Kan, tutta roba ricercatissima nel mercato del vintage e ancora in produzione nelle versioni riviste e corrette. Di quei costruttori permalosi e un po' presuntuosi rimane solo qualche traccia nel mercato dell’Usato. Ad oggi, la saga delle pulci canterine su tre numeri di Stereoplay rimane uno dei test giornalisticamente più estesi e completi della categoria e - forse - il più completo panorama sui minimonitor ad alte prestazioni mai fatto. Mi sarebbe piaciuto ripeterlo oggi, ma per varie ragioni, commerciali, logistiche, economiche e… politiche, la cosa non è stata possibile.
Mai dire mai
".

I diffusori di cui si parlava avevano non tanti centimetri di differenza nelle dimensioni del mobile, erano la stragrande maggioranza a due vie/due altoparlanti (39 su 43), con solo quattro modelli a tre vie: Canton Carat 100, Canton Fonum, ESB 7/01 e Philips 9430, eppure portatori di mondi sonori spesso distantissimi tra loro. Non so se quella sia stata l'Age d'Or dell'alta fedeltà, ma a me piace ricordarla così, lontano dalle risse da forum, dalle settorialità più esacerbate, dai guru travestiti da portatori della buona novella. Le qualità dei piccoli diffusori mi hanno fatto quasi sempre dimenticare i loro difetti, i loro limiti per meglio dire. Passano gli anni, gli impianti cambiano e la discoteca s'infoltisce, accanto ai vinili cominciano a vedersi i dischetti in policarbonato dell'audio numerico, una rivoluzione che ha spiazzato diversi audiofili dell'età di mezzo tra analogico e digitale. Nel 2006, complice il web, scoprii il magazine TNT Audio di Lucio Cadeddu, m'iscrissi al forum di Videohifi dove conobbi il Direttore insieme a tantissimi altri appassionati e operatori. Poi l'idea, incoraggiata dalla facilità con cui su Internet era possibile improvvisarsi "editor". Entrambe queste realtà mi hanno spinto a "sporcarmi le mani", traendo frutto da una passione coltivata quasi ininterrottamente negli anni e culminata con l'idea di voler entrare fattivamente nel mondo dell'audio diventando io stesso un tester.
Ma non voglio trasformare questa recensione in un nostalgico "Amarcord", le protagoniste sono loro, una coppia di fiammanti Catheram Seven Exclusive che oggi ricevo proprio dalle mani di Bebo Moroni.


FINAUDIO-ALIANTE-VIDEOHIFI
STORIA DI TECNICA E PASSIONE


Questo mini non ha una storia banale e dietro di lui ce n'è un'altra che lo è ancor meno. Per individuarne i natali bisogna risalire a circa dieci anni fa, quando il primo Videohifishop presentò al pubblico, con grande successo, le Caterham 7 prima serie, un minidiffusore che traeva diretta ispirazione dalla mitica Met 7 del 1977, partorita dalla mente di quel geniaccio di Dick Sequerra. Ricevettero un consenso tale che le duecento coppie approntate furono tutte vendute in meno di quindici giorni. La realtà che, concretamente, rese possibile il realizzarsi di questo piccolo sogno è stata la Finaudio-Aliante dell'ingegner Giuseppe Prato. La sua attività nel settore Hi-Fi ha inizio negli anni '70, anche se in quel periodo non si occupava direttamente di produzione. Per vedere la nascita del primo diffusore, l'Acoustical Monitor, dobbiamo aspettare la fine del decennio. Si trattava di un bookshelf a tre vie della cubatura di circa 40 litri, una tipologia che andava per la maggiore a quell'epoca, dotato di grande musicalità. Grazie alle sue virtù, incontrò l'immediato apprezzamento degli appassionati e l'impegno del marchio ad affiancargli una versione a due vie, la "Two Way". La gamma fu completata nel giro di un biennio con l'esordio della Studio Monitor, un grande diffusore da pavimento a quattro vie, che vantava soluzioni molto raffinate, e la Monitor Pro, versione "tower" della capostipite. Erano gli anni in cui si viveva il "boom" dell'Hi Fi, il conseguente allargamento commerciale a fasce di utenza sempre più ampie stimolò la produzione di modelli economicamente più accessibili.

Una richiesta più "affordable" fu esaudita con le "Compact" e "Delta", rispettivamente un due e tre vie. Per un pubblico più esigente fu invece lanciato, a metà degli anni '80, l'RS-1, il primo diffusore Acoustical d'impostazione veracemente "audiophile". Anticipatore di soluzioni di là da venire, basti pensare che la prima serie montava un crossover esterno, scelta decisamente singolare per i tempi (e anche per i nostri, visto che è riservata a diffusori di alta e altissima fascia). Come se non bastasse, per la prima volta un costruttore italiano introduceva l'utilizzo dei prestigiosi trasduttori Focal e Scanspek in una realizzazione "popolare". Così il marchio piemontese fu l'apripista a una strada in seguito battuta da molti. Alla RS-1 seguì la RS-2, che portò a contraddistinguere caratterialmente l'intera gamma "RS". Fino all'inizio degli anni '90, particolare stima riscossero i modelli RS-3, RS-4 e RS-5, soprattutto la RS-3 e RS-4 divennero, nelle rispettive categorie, dei riferimenti assoluti grazie alle loro straordinarie qualità musicali. Per il popolo degli "entrylevelisti" fu approntato il modello "Nota". Con il tempo gli oggetti del marchio Acoustical, ancora oggi attivo con la produzione di diffusori destinati principalmente al mercato interno, assunsero una connotazione esteticamente sempre più raffinata, idonea per un'Hi Fi di stampo domestico, dove si ravvisa una ricercata combinazione di design, ebanisteria di pregio e qualità musicali. Dietro queste realizzazioni c'era l'estro di Pininfarina, con cui la collaborazione si fece più stretta e condusse a una linea di prodotti di grande eleganza.

  

Per come lo conosciamo oggi, il marchio Aliante origina nel 1992 con dei prodotti pensati e realizzati con una particolare attenzione ai mercati internazionali. Si proseguì sulla linea di una cura estetica al di fuori del comune, dove ha avuto buon gioco la collaborazione con una firma del design prestigiosa come Pininfarina, con lui è stata creata una linea di oggetti esclusivi, ora fuori produzione. Attualmente, per i mobili la Aliante si avvale di vari specialisti dalla pluriennale esperienza che lavorano con attrezzature moderne, per lavorazioni complesse e precise. La Aliante è sita in Revello (CN), diretta dall'Ingegner Giuseppe Prato, il quale opera da più di 25 anni nel settore ed è conosciuto come uno dei più noti progettisti italiani di altoparlanti Hi-End. Realtà complessa e dalle diverse diramazioni, comprende l'attività per molti altri marchi, tra i quali la citata Acoustical ma anche la Cemark (chi non ricorda il sistema Irrotax?). Diverse produzioni OEM hanno visto nascere le loro creazioni in questa struttura, sia per quanto riguarda la progettazione che la costruzione vera e propria. Le Cat 7, come ogni diffusore che si rispetti, hanno subito nel tempo delle evoluzioni, sino a giungere all'ultima che oggi proviamo. Riavvolgiamo velocemente il nastro del tempo per andare al Top Audio/Video 2006, lì ci fu l'esordio della prima versione, un diffusorino bookshelf dall'aspetto piuttosto spartano, inequivocabilmente ispirato alle Sequerra Met 7, incluso l'inconfondibile tweeter a cono che però era in polipropilene, non in carta come sulle Met 7.

Le Cat7 prima versione

Due anni dopo, al TAV 2008, le ritroviamo in versione aggiornata nella saletta degli amici di Videohifi. Erano nate le Catheram 7 Plus, dotate del subwoofer dedicato CAT 7 Sub. Suonavano pilotate da elettroniche blasonate. Le 7 Plus non sconfessavano certo la loro origine, rimanevano un due vie a sospensione pneumatica con mid-woofer da 130 mm, che in questa versione aveva però la membrana in polimetilpentene (TPX) e tweeter da 50 mm, sempre a cono. Il TPX prometteva, rispetto al polipropilene copolimero, un suono più vitale e trasparente, laddove lo smorzatissimo polipropilene probabilmente "mangiava" qualche nuance di troppo. Il filtro era semplicemente un condensatore in serie al tweeter unito a una linearizzazione Bandaxall. Molto interessante il subwoofer passivo dedicato, il quale utilizzava un woofer ellittico (scelta inconsueta!) di 6" x 9" con membrana in fibra di cellulosa e carbonio trattata con il procedimento "Ariaplas" di microsfere in ceramica e micro particelle in grafite. Ricordo come un entusiasta Igor Zamberlan me ne raccontò le caratteristiche...

Top Audio/Video 2008

 

ALIANTE CATHERAM SEVEN ECLUSIVE
DALL'ALFA ALL'OMEGA

Le odierne Exclusive, come le prime Caterham 7, s'ispirano a un autentico mito dell'elettroacustica: la Met 7 di Dick Sequerra. Sul sito dell'Aliante c'è una bellissima pagina che ne spiega in maniera esemplare la storia e le ragioni, la cito per correttezza, perché da questa ho imparato molto e attinto per ricucire il mio scritto. Solo alla fine del 1970 Dick Sequerra pare interessarsi ai diffusori, prima era un progettista noto per avere ideato il Marantz 10 e Sequerra Model 1, due sintonizzatori allo stato dell'arte. Dick sembra però avere grandi idee anche in campo elettroacustico, fonda la Pyramid Loudspeaker debuttando, non certo in sordina, con il fantastico sistema Metronome One, un diffusore da pavimento che fa riferimento nel nome del marchio e del modello alla tipica forma piramidale/metronomica. In cima c'è un tweeter a cono da 2", altro elemento paradigmatico della sua produzione e implementato anche nella Met 7. Nel 1977 arriva il secondo modello, sempre a forma piramidale ma con l'apice "tagliato", non una punta acuminata ma un tratto rettilineo, denominato "Two + 2W". È chiara l'attinenza con una concezione modulare perché la base della piramide consiste in elemento ospitante il woofer da 12", a questo se ne aggiunge un altro, una piramide superiore a tre vie che, volendo, può essere utilizzata in autonomia come "Model Two". Questo sistema sarà completato nel 1978 dallo straordinario e costoso tweeter a nastro T1, talmente caro che indusse Dick Sequerra a svilupparne un altro dal costo più abbordabile, l'HF1, per andare incontro alla richiesta di molti audiofili.

Ed è proprio il cabinet che lo ospitava a diventare l'embrione dell'economica Met 7, costituita da un woofer da 5" e il noto tweeter a cono da 2". Questo "brutto anatroccolo" è uno di quegli oggetti entrati nell'immaginario di ogni appassionato, una felice intuizione che riscosse grande successo, tanto da oltrepassare di molto la fama dei precedenti modelli Pyramid. Filiazione per filiazione, il Met 7 fu adoperato per un sistema modulare, il "Futuresonics", che liberava dalle limitazioni in basso e in alto del modello originario, corredato del subwoofer Met 8W e del supertweeter Met 9 o HF1 (doppio nastro anteriore/posteriore). In Italia, molti cultori del buon suono lo ricordano ancora nella sua versione fine anni ’70. Dopo la versione (poco fortunata per la verità) Met 7 MkII, che implementava un mid-woofer di maggiori dimensioni (6,5") e il solito tweeter da 2" però "incavernato", con il suo altrettanto discutibile analogo Futuresonics MkII, si ritornò alle origini con il modello 7.7 MkI. Questa versione, si afferma sul sito della Aliante, è forse la migliore mai fatta, rarissima e molto poco costosa (800 USD), sempre equipaggiata con woofer da 5" e tweeter a cono da 2". Seguiranno le versioni MkII, MkIII e MkIV, con quest'ultima si ritorna a dimensioni maggiori e mid-woofer da 6,5". Ultima versione la Met 7 MkV.


LE ALIANTE CATHERAM SEVEN EXCLUSIVE
ULTIMO GRADINO DI UN PROCESSO EVOLUTIVO

La filosofia alla base della Catheram Seven non si discosta da quella della progenitrice Sequerra Met 7, gli ingredienti tecnici sono gli stessi ma, ovviamente, la componentistica è quella che attualmente concede l'evoluzione tecnologica. Sono state fatte delle migliorie nella qualità del cablaggio e dei condensatori, anche il materiale utilizzato per la costruzione del cabinet è decisamente più adeguato: MDF invece dell’economicissimo truciolare delle origini; la finitura è particolare, la esamineremo più dettagliatamente nella descrizione. A chiarire la situazione, sin dalla denominazione, troviamo la dicitura "Time Coherent Compact Monitor", foriera di una concezione che tiene conto del corretto comportamento temporale del diffusore, ma non trascura nemmeno il contenimento dei fenomeni di diffrazione da spigolo, ben spiegati anche da Joseph D'Appolito nel suo testo "Testing Loudspeakers". C'è una precisa ragione che ha orientato Dick Sequerra nella scelta di un tweeter a cono, il quale ha il "vantaggio" di concentrare sempre più l'emissione nella zona centrale della membrana al salire della frequenza. In questo modo anche i fenomeni diffrattivi vengono proporzionalmente attenuati. La coerenza temporale è assicurata dall'allineamento dei centri di emissione acustica dei due altoparlanti, ottenuta con un rifasamento "a gradino" del mid-woofer, mentre la lotta ai fenomeni di diffrazione viene affrontata dal ristrettissimo baffle frontale, dove la larghezza è "al pelo" del mid-woofer da 5". Nella versione che precede l'attuale "Exclusive", era attuato un filtraggio rigorosamente del primo ordine, di tipo "minimum fase". Non così in quest’ultimo modello...

La nostra storia approda così al 2016, appena un anno fa, quando da una telefonata intercorsa tra Videohifi e l'Ingegner Giuseppe Prato scaturisce estemporaneamente l'idea di un rifacimento delle Cat. Il patron della Aliante tuttavia mette subito in guardia circa l'irreperibilità del tweeter a cono e così anche per il woofer, si è dovuto perciò riconsiderarla completamente. Il mobile no, andava benissimo e non è stato cambiato di una virgola. Allora ci si è messi alacremente alla ricerca di trasduttori che potessero sostituire i precedenti, nell'ottica di migliorare sensibilmente le già valide prestazioni, per non perdere un grammo di quella "magia" sonora che contraddistingueva questo raffinato mini. Dopo qualche mese di lavoro, sono stati individuati un ottimo tweeter anulare e un mid-woofer... che non c'era, creato ex novo dal progettista, costituito da componenti che provenivano da ben tre costruttori differenti e assemblato a mano nei laboratori di Revello. Anche il filtro crossover ha subito un'importante rimaneggiamento, reso necessario anche dai nuovi trasduttori. Non vi anticipo per ora nessun particolare, li vedremo tutti man mano nello svolgersi della recensione.


ALIANTE CATHERAM SEVEN EXCLUSIVE
ANATOMIA DI UN PICCOLO CAPOLAVORO



Specifiche Tecniche Dichiarate

Diffusore a due vie in sospensione pneumatica
Woofer: 130 mm. Cono in Polypropylene, cestello pressofuso in lega di magnesio, sospensione esterna in gomma ad alto smorzamento e bassa distorsione, parapolvere a massa ultra bassa.
Tweeter: 33 mm. Diaframma morbido a doppio anello, guida d'onda centrale a "spina", magnete in Neodimio, camera posteriore di decompressione.
Impedenza Nominale: 6 Ohm (minima 4,5 Ohm)
Potenza RMS: 70 Watt
Potenza massima sopportabile: 110 Watt
Sensibilità: 87 dB/W/1 m
Dimensioni: 205(A)x132(L)x 250(P) mm.
Peso: 3,6 Kg.
Finitura: Vesmaflex Grey Painting

Si possono trovare le fattezze di questo mini non esaltanti, ma io voglio andare controcorrente, come lo è sostanzialmente l'intera concezione di questo diffusore. Potremmo definire la sua livrea come un misto di raffinatezza e insieme primitività, dove i connotati non sono dettati da una capricciosa casualità, ma sono diretta conseguenza della sostanza tecnica. Così, il curioso sbalzo in avanti del mid-woofer che rende l'aspetto panciuto, consente il preciso allineamento dei centri acustici di emissione, assicurando la tanto sospirata coerenza temporale. Il risicatissimo pannello frontale, come il posteriore è privo di spigoli vivi, la sua larghezza è a filo del mid-woofer. La griglietta metallica che protegge il trasduttore dei medio-bassi (vedremo poi alle misure come questa sia ininfluente sulla risposta in frequenza) rende un aspetto in gradevole contrasto cromatico con il Grey Painting del Vesmaflex, un tipo di finitura molto particolare. Il Vesmaflex è una vernice nata per uso automobilistico, usata, per esempio, in alcune parti della Marea Station Wagon. A noi interessa sapere che è molto resistente ai graffi e facile da pulire, all'uopo basta un panno umido. Il mobile è molto solido, decisamente sordo alla classica manovra di battitura con le nocche. La griglia non è esteticamente malvagia, però non facilissima da smontare e rimontare, per rimuoverla è necessario innanzitutto dotarsi di un cacciavite con testa a brugola. Una volta tolte le quattro viti che assicurano il midwoofer al frontale, ci accorgiamo che... insieme alla griglia viene via anche lo stesso altoparlante.

Tra questa e la flangia sono interposti quattro piccoli distanziatori in plastica, i quali purtroppo non sono il massimo della comodità quando andiamo a rimontarla. Le dimensioni del mobile sono davvero da mini duro e puro: 205 mm (Altezza) x 132 mm (Larghezza) x 250 mm (Profondità), con uno spiccato sviluppo quindi in questa dimensione. Il tweeter, montato a filo del baffle, non presenta invece alcuna protezione, va prestata quindi attenzione a non danneggiarlo con qualche manovra inconsulta, anche perché la guida d'onda sporge abbastanza dalla membrana vera e propria. Sul retro troviamo la placca portacontatti, tenuta in sede con quattro viti con testa a croce dalla filettatura discretamente rada, sotto "Catheram Audio Technologies" c'è il nome del modello, i dati d’impedenza nominale, sensibilità e potenza massima sopportabile. In ultimo, due Binding Post multifunzione in metallo dorato di buona fattura, i quali accettano terminazioni a banana, forcella o del semplice cavo spellato. Niente Bi-Wiring o Bi-Amping. Guadagnato l'interno del diffusore noto uno strano riempitivo: un foglio di millebolle da imballaggio appallottolato, avrà il suo perché, mi dico. Il cablaggio è un Ciare di buon spessore, si è evitato di terminarlo con dei Fast-On differenziati secondo la polarità, perciò il conduttore è direttamente saldato ai contatti degli altoparlanti. Come ho affermato in altre occasioni, questa è la soluzione migliore, anche se la più scomoda e non alla portata di tutti in caso di intervento/sostituzione del trasduttore.

Assenti i setti di rinforzo, davvero non servono viste le dimensioni estremamente compatte del mobile e lo spessore dell'MDF utilizzato. Se le ripetute manovre di smontaggio/rimontaggio del mid-woofer non hanno causato spanature, le tre viti che invece fissano il tweeter al frontale non hanno una gran tenuta nell'MDF, inoltre i fori sono praticati molto vicino alla superficie dell'MDF. Ma ci sono dei buoni trucchetti per rinsaldarli.


GLI ALTOPARLANTI


Di facile identificazione il tweeter, un Peerless Vline XT25SC90-04, mentre perfettamente inutile è fare delle ricerche per risalire alla carta d'identità del mid-woofer. Questo componente di ottima fattura, dal robusto cestello aerodinamico in pressofusione d'alluminio e finitura sabbiata, ha una storia particolare. Non esiste in commercio ma è composto di parti di diversa provenienza, frutto di una "collaborazione internazionale". Il bordo in gomma è preso in Germania, mandato in Francia, dove vengono stampati i coni, per il processo d'incollaggio alla membrana, poi tutto torna alla Aliante per il trattamento antirisonanza della sospensione. Il cestello infine viene dalla Cina. Viene poi aggiunto il centratore, che è Made in Italy, e mandato il tutto a una ditta italiana per l’assemblaggio finale, la quale si occupa di fornire il complesso magnetico e la bobina mobile. "Non si tratta esattamente di una passeggiata. Quello che costerebbe un woofer commerciale equivalente noi lo spendiamo in trasporti per mettere assieme i vari pezzi. Poi ovviamente ci sono i costi del materiale e dell’assemblaggio..." afferma l'ingegner Prato. Il foro di decompressione è occluso con un materiale tipo "Blue Tac". Il parapolvere a massa ultrabassa non ha forma di cupola ma assomiglia piuttosto a una pasticca, molto simile a quella montata nei diffusori Sequerra Pyramid Metronome degli anni '70 - '80. La membrana dell'altoparlante ha un diametro effettivo, misurato da centro a centro della sospensione esterna in gomma, di 10,5 cm; 6,8 cm è quello del magnete in ferrite.

Sul mio multimetro ho letto una Re di 3,52 Ohm. Il tweeter, che su queste Seven Exclusive ha soppiantato il precedente trasduttore a cono, è come dicevamo un Peerless (Vifa) XT25SC90-04, trasduttore molto interessante. Nel suo datasheet si dichiara che l'obiettivo era quello di creare un trasduttore che avesse ha una risposta in frequenza piatta al di sopra dei 20 kHz, con bassi valori di distorsione. La membrana morbida da 1" è la sua parte più originale: un doppio anello con guida d'onda centrale a "spina" (Dual Ring Radiator Diaphragm e Wave-Guide Center Plug). Alle misure ne esamineremo il comportamento. Tra le specifiche dichiarate troviamo una Re di 3,1 Ohm, frequenza di risonanza 837 Hz, sensibilità (2,83 V/1m) di 91,7 dB. Il magnete è in Neodimio e la bobina cablata facendo uso di un conduttore in alluminio rivestito in rame. Una spulciatina al filtro crossover, posizionato subito a ridosso della placca portacontatti, evidenzia l'utilizzo di una buona componentistica. Condensatori Icel in film di polipropilene metallizzato (serie MPH) con tolleranza al 10% e serie PPB, sempre in polipropilene e tolleranza al 10%. I resistori sono degli ATE a filo di semiprecisione serie CS. La protezione è realizzata con strati successivi di resina siliconica, formulata per sopportare temperature da -55°C a +350°C. Nel datasheet si evidenzia la possibilità di realizzare tolleranze molto ristrette con bassi coefficienti di temperatura e buona stabilità anche in condizioni d’impiego molto gravose.




LE MISURE

SETUP

Microfono iSEMcon EMX-7150
Alimentatore Phantom Behringer Micro Power PS400
Calibratore Microfonico PCE-SC41 in classe 2
Multimetro TRMS PCE-UT 61E
PC Notebook Lenovo G50
Scheda audio E-Mu Creative Pre Tracker USB 2.0
Finale di potenza Rotel RB 1070
Jig per misure d'impedenza autocostruito
Voltage probe con attenuazione di 20,55 dB per la rilevazione in Dual Channel
Cavo di potenza Labirinti Acustici Fluxus
Software di misura: Arta - Limp - Steps




Somministrando 2,83 Volt ai morsetti delle Catheram, si ottiene una SPL media di 82,147 dB alla distanza di un metro. Potremmo definire questo un valore senza infamia e senza lode, nella media dei piccoli diffusori, ma questo è un vero mini, caricato a sospensione pneumatica. Perciò, alla luce di queste caratteristiche la valutazione deve apparire più favorevole.



Un primo dato che balza all'occhio è la risposta in frequenza piuttosto tormentata. La ragione sta nel blando filtraggio del mid-woofer, la cui emissione si sovrappone decisamente a quella del tweeter. Se il progettista avesse puntato a fare la risposta "bella", avrebbe potuto linearizzarla parecchio, ma con risultati peggiori in termini di ascolto. Sulla vecchia Cat 7, quella con il trasduttore per gli alti a cono in polipropilene (come sulla Sequerra originale, dove però la membrana era in carta), filtrato a 6 dB/ottava, si manifestava un evidente buco. Va da sé che si tratta di una precisa scelta progettuale, mirata al massimo sfruttamento dei due trasduttori, e non di errori nel crossover. Sulle basse frequenze notiamo una buona estensione, in considerazione del litraggio interno e del caricamento in sospensione pneumatica, con una F3 (minima frequenza utilmente riproducibile) di 83 Hz. La situazione è resa inoltre favorevole da un passa alto meno ripido di quello di un Bass-Reflex, che non taglia quindi bruscamente le frequenze più profonde ma le rende comunque intuibili. Ciò che gravita intorno al kHz risulta alquanto enfatizzato (di circa 5 dB). Dopo i 1500 Hz segue un tratto alquanto irregolare, dovuto con tutta probabilità a fenomeni di break-up di membrana, che rimangono evidenti a causa del filtraggio molto blando. Dai 10 kHz in poi, in piena zona tweeter, si apprezza invece una notevole estensione (sin dove concesso dal microfono di misura) e un'eccellente regolarità.



Devo dire che la sintesi della Free Field Response di queste Aliante è stata più rilassante del solito, niente porte reflex da misurare, scalare e sommare all'emissione del woofer, come deve avvenire nella misura dei sistemi aperti. La risposta del mid-woofer eseguita in campo vicino mostra i fenomeni di break-up, insieme all'esaltazione della zona media, da circa 700 Hz a 2500 Hz.



La funzione di trasferimento mostra l'ampio tratto di "overlap" tra i due altoparlanti, dovuta a una pendenza di filtraggio del mid-woofer molto poco drastica (cosa che vedremo anche nella risposta elettrica del filtro crossover). La porzione di sovrapposizione si estende tra circa 1800 e 5000 Hz. Molto più deciso invece è il filtraggio del tweeter, parliamo di un'attenuazione pari a 18 dB/ottava e quindi molto diverso dalle vecchie Cat 7 con tweeter a cono.


Il Cumulative Spectral Decay, cioè il decadimento della risposta all'impulso nel tempo, evidenzia l'ottimo comportamento dai 10.000 Hz in su, dove la pressione si attenua al cessare dello stesso di 40 dB in poco più di un ms. Possiamo compararlo con il CSD del solo tweeter, sempre ripreso in Far Field, il quale mostra una condotta altrettanto valida su tutto l'ambito di pertinenza, dalla frequenza di taglio a salire, con la sola eccezione dei 5000 Hz. Su questa si osserva un prolungamento isolato (ma comunque inferiore ai 2,5 ms), dovuto certamente all'azione della Wave-Guide Center Plug. Anticipando i risultati dei diagrammi polari, alla stessa frequenza si nota una decisa riduzione dell'indice di direttività.



Se il CSD esamina il decadimento all'impulso in millisecondi, il Burst Decay lo fa in cicli. Ecco che nella BD del campo lontano vediamo un prolungamento in corrispondenza di quella zona che all'@anecoica appare più discontinua, mentre nella BD del tweeter tale zona, priva della sovrapposizione del mid-woofer, è più regolare.



I fenomeni di break-up, nella CSD del mid-woofer in campo vicino, appaiono come tre "coreografiche" cascate poste in sequenza a 1, 2 e 5 kHz, cosi come, in diversa forma, queste si manifestano al Burst Decay. La differenza sta nel maggior prolungamento dei cicli al salire degli Hz, essendo questi legati alla frequenza in relazione al tempo.



Come fondamentale è conoscere il comportamento del sistema indipendentemente dall'ambiente d'ascolto, senza che la risposta sia influenzata da riflessioni e risonanze, altrettanto importante è valutarlo nelle normali condizioni d'ascolto. Per le Seven Exclusive ho rilevato quattro diverse RTA, due nel mio ambiente più grande (6 x 3,5 x 2,85 metri) e altre due in una stanza più piccola (4 x 3 x 2,85 metri), certamente più adatta a un minidiffusore come questo. In entrambi i locali la misura è stata eseguita con e senza "Toe In". Il progettista ha voluto fare alcune interessanti osservazioni, da me pienamente condivise: "nell'ambiente più piccolo, la zona medio-bassa guadagna qualcosa allineandosi meglio col medio. Il rinforzo nella gamma centrale rispecchia la sovrapposizione dei due driver in quella zona e va a compensare la cancellazione di emissione diretta che si ha nella curva di risposta classica. Nel normale utilizzo avviene che, con un punto d’ascolto mediamente posizionato ad almeno 2 metri, i difetti nella curva di risposta in campo diretto si attenuano considerevolmente e si ascolta la somma di un campo diretto leggermente attenuato e di uno riflesso leggermente esaltato che, sommati, danno un giusto equilibrio energetico. Questo tipo d’impostazione, pur restituendo una gran quantità d’informazioni, evita l’impressione di aggressività di certi sistemi che privilegiano l’emissione diretta, svincola abbastanza il punto d’ascolto creando un’area in cui ci si può spostare senza che il risultato sonoro ne risenta drammaticamente e favorisce la “sparizione” dei diffusori durante la riproduzione". Ovviamente, angolando i diffusori a convergere verso il punto d'ascolto (Toe-In) l'equilibrio tonale cambia con una maggior presenza del registro alto. Questo ha però un prezzo perché, in questa condizione, il suono si appiattisce "frontalizzandosi", perdendo cioè parte della sua tridimensionalità.



Nella risposta @anecoica in asse e angolata di 15°-30°-45°-60°, si apprezza un eccellente comportamento in zona tweeter, molto regolare. Sino a circa 10.000 Hz la risposta non è minimamente penalizzata, oltre tale limite si verifica un accettabilissimo calo a 45° e 60°. All'angolo maggiore si manifesta una sensibile risalita delle frequenze molto alte, da 15 a 20 kHz. Non ho la possibilità di confrontare questo comportamento con quello del vecchio tweeter a cono, ma credo proprio che non ci sia storia, almeno dal punto della dispersione. Evidentemente, il Dual Ring Radiator fornito di Wave-Guide Center Plug svolge ottimamente il suo lavoro.



I diagrammi polari ci consentono di valutare i lobi di emissione alle varie frequenze. Da un comportamento sostanzialmente omnidirezionale a quelle più basse, questi via via si restringono, evidenziando una progressiva concentrazione del "fascio" sonoro su angoli più piccoli. Ciò che sommariamente avevamo visto nel grafico precedente qui assume maggior completezza. Si assiste a un fenomeno particolare intorno alla frequenza di 5000 Hz, dove si verifica un deciso ampliamento del lobo di emissione tra 30°/60° e -30°/-60° mentre per angoli minori (+30°/asse/-30°) qualcosa si perde. Una lettura incrociata con il Cumulative Spectral Decay del tweeter ci dice che, alla stessa frequenza, la Waterfall risulta un po' più lunga.



Al pittoresco Directivity Pattern Waterfall 1 e 2 nonché al Filled Contour si vede con maggior immediatezza quanto mostrato alle "Full Polar", in riferimento alla zona dei 5 kHz. A questa frequenza l'indice di direttività diventa addirittura negativo (-1,17), più favorevole, per esempio, rispetto a quello dei 2000 Hz (-1,77).



Nella risposta al gradino, il tempo che intercorre tra lo stretto e aguzzo impulso del tweeter e quello più largo e arrotondato del mid-woofer è di 0,151 ms. Entrambe le punte sono rivolte verso l'alto, indice di un collegamento elettrico in fase per entrambi i trasduttori.



Molto rapido lo smaltimento energetico nella curva energia/tempo.



Il filtro crossover, nella cella dedicata al mid-woofer, è costituito semplicemente da un induttore da 0,6 mH parallelato a un resistore da 27 Ohm, quest'ultimo ha l'effetto di spianare la zona delle alte frequenze rendendo meno ripido il passa basso. Molto più complessa la rete divisoria dedicata al tweeter, formata da due gruppi identici di tre condensatori posti in parallelo e serializzati al positivo, intervallati da un induttore parallelo in serie a un resistore da 2,7 Ohm. Seguono due resistori parallelo/serie da 4,7 Ohm e un altro resistore parallelo da 15 Ohm, a configurare un "L-Pad". Questo si rende necessario per livellare la risposta di mid-woofer e tweeter, in considerazione della maggior sensibilità di quest'ultimo. Si tratta quindi di un passa alto del terzo ordine (18 dB/ottava), perciò molto più deciso nel suo intervento rispetto al primo. Il grafico di risposta elettrica del filtro crossover ne rende l'intervento intuitivo e non va assolutamente confusa con la funzione di trasferimento finale (ciò che giunge alle orecchie dell'ascoltatore), che è costituita dalla somma della risposta elettrica del filtro e quella acustica propria di ogni driver. Si nota chiaramente la pendenza estremamente blanda del passa basso e quella molto più decisa del passa alto. Quest'ultimo ha un comportamento a doppia pendenza, con un primo tratto di attenuazione più moderata, seguito da uno più deciso al di sotto della frequenza d'incrocio.



Due grafici per la misura della THD (Total Harmonic Distortion), seconda e terza armonica, il primo in dB e il secondo in percentuale, mostrano dove e quanto distorcono le Aliante Catheram, nei limiti della risposta in frequenza del mio microfono di misura. Esaminandoli, dobbiamo costantemente tenere presente il cabotaggio di questo diffusore, non un midi, ma un vero "mini". Detto questo, possiamo tranquillamente affermare di trovarci in presenza di risultati confortanti. Il picco distorsivo, "more solito", è collocato sulle frequenze più basse, ma a partire dai 100 Hz si scende su valori più ragionevoli (5%). Poco oltre, in zona medio-bassa, a circa 200 Hz, si cala ulteriormente sull'1 - 1,5%. La distorsione armonica risale poi progressivamente tra 300 e 600 Hz. Tra 1000 e 3000 Hz si fa un po' sentire il limite del mid-woofer, come già visto blandamente filtrato e sfruttato in tutta la sua naturale banda di funzionamento. In regione tweeter, com'è lecito aspettarsi, si ha una netta riduzione dei tassi, dell'1% e in discesa sino al limite della misura. Le due componenti di THD e seconda armonica decorrono abbastanza appaiate, soprattutto da 600 Hz in poi, dove sono praticamente sovrapponibili. La terza invece, ascrivibile a fenomeni di clipping di membrana, da 600 Hz in poi risulta parecchio più bassa delle due esaminate.



Sostanzialmente ininfluente l'effetto della griglia metallica sulla risposta del mid-woofer. Lasciatela pure al suo posto senza patemi d'animo.



Anche la TNDM è di tutto rispetto per la tipologia delle Catheram, eseguita a una SPL di 90 dB al classico metro di distanza. Molto regolare e omogeneo il comportamento in gamma bassa e medio-bassa, dove si rimane su un 4% medio, mentre nella zona affetta da fenomeni di break-up di membrana (intorno ai 2000 Hz), laddove cioè il trasduttore inizia a discostarsi dal funzionamento ideale di pistone rigido, qualche alterazione c'è. Qui si raggiunge il 6 - 7%; oltre, la TNDM scende su valori più contenuti, pur rimanendo l'andamento alquanto frastagliato. In zona tweeter diminuisce nettamente non appena superati i 6800 Hz (1%) per poi abbassarsi ulteriormente sino a raggiungere appena lo 0,3% all'estremo dei 20 kHz.



Con un minimo di modulo di 4 Ohm a 220 Hz, le Seven Exclusive si dimostrano un carico non difficile per l'amplificatore. Il picco unico a 100 Hz, dove il modulo vale 11,94 Ohm, ci dice inequivocabilmente che siamo di fronte a una cassa chiusa. A circa 1300 e 3500 Hz notiamo due fenomeni di risonanza, dovuti alla cella filtro del tweeter, molto più complessa come dicevamo di quella dedicata al mid-woofer. Dal punto di vista dell'argomento, troviamo delle rotazioni di fase contenute su tutto l'ambito della misura. Sulle basse (122 Hz) non si superano i -31,4° mentre dal punto di vista delle rotazioni positive (induttive) ci si ferma a 29,4° alla frequenza di circa 800 Hz.

 




LE PULCI RUGGISCONO ANCORA
L'ASCOLTO

SETUP

Finale di potenza EAM Lab PA2150
Finale di potenza Rotel RB 1070
Amplificatore integrato Lym Audio 1.0T Upgraded Linea
Amplificatore integrato Trends Audio TA 10.2
Personal Computer Lenovo G50 con player JRiver Media Center
Scheda Audio E-MU Creative Pre Tracker USB 2.0 (collegata direttamente ai finali)
Giradischi Pro-Ject Debut II SE con testina Denon DL 160
Preamplificatore Phono Grandinote Celio
Cavi di segnale Supra Dual RCA e Kimber Hero
Cavi di potenza Fluxus Alimentami

Le Aliante Catheram Seven Exclusive devono andare a braccetto con ottime amplificazioni, su questo non ci devono essere dubbi. Un plauso innanzitutto a chi ha scelto di chiamarle come la mitica autovettura della Caterham Cars, lanciata nel 1973, nota per le sue doti di reattività nel seguire le traiettorie e la bruciante accelerazione. Basti dire che nel 1992 fu in grado di stabilire il record nella prova 0 - 100 km/h. Mostruosa la versione Superlight R500, con motore Caterham Powertrain Duratec 2.0 da 263 cv, capace di scattare da 0 a 100 km/h in soli 2,88 secondi. Roba da far impallidire una Superbike odierna. La sensibilità è bassa, 82,147 dB/2,83V/m, escludiamo quindi i vari T-Amp e tutti gli integratini che viaggiano intorno alla diecina di Watt. Anche se le Seven non sono affatto difficili da pilotare, potenze troppo basse mortificano le loro risorse di tenuta in potenza e dinamica, che sono egregie, direi quasi insospettabili per un mini. Non mi ridete dietro, ma ascoltare un bell'assolo di batteria con queste piccoline può rivelarsi un'esperienza davvero gratificante in un locale domestico di dimensioni medio-piccole. Profondità e immanenza del basso non sono e non possono essere a livello di un grande diffusore da pavimento (la fisica e fisica), ma le doti di velocità di risposta ai transienti, tenuta e prontezza nel seguire il tracciato musicale, anche il più accidentato, possono dare delle belle soddisfazioni. Non voglio però nemmeno essere frainteso, l'estensione non è certo da buttar via, visto che le misure hanno testimoniato una F3 di 83 Hz, che non è affatto male per un diffusore "lillipuziano" come questo.

Ma più ancora dell'estensione, è la meticolosità di riproduzione della gamma bassa e medio-bassa a far apparire un largo sorriso sulle labbra dell'ascoltatore. In ossequio a uno degli album utilizzati nella megarecensione del 1985 "Il ruggito delle pulci", inizio i miei ascolti con "Diamonds & Rust", album del 1975 di Joan Baez. Riconosco subito un suono genuino, privo di artificiose sovrastrutture, c'è una buona dose di delicato candore nella voce della grande cantante statunitense. Un'incantevole luminosità timbrica accompagna tutte le undici tracce del disco, generosamente elargita dalle Catheram. Il comportamento è sano, nessun segno di ruvidità, tutto scorre vellutato e nell'alveo di un buon bilanciamento tonale. Un altro album della mia giovinezza è "Chocolate Kings" della Premiata Forneria Marconi, pubblicato lo stesso anno di Diamonds & Rust. Rock progressivo di splendida fattura, arricchito dal contributo di una grande voce rock dell'epoca: Bernardo Lanzetti. Il "pezzone" Out Of The Roundabout viene riprodotto con una sorprendente vivacità, alla faccia di chi considera questi diffusori buoni per una riproduzione miniaturistica. In ogni momento emerge un grande smalto e un'elettrizzante verve ritmica. A innalzare l'asticella della piacevolezza (attenzione, non della ruffianeria...) c'è in questi mini una gamma medio-alta morbida e insieme lesta nelle variazioni dinamiche. Gli "slap" di basso in "Donna Lee" del grande Jaco Pastorius, pur se alleggeriti ci vengono consegnati dalle Cat7 con l'intatta velocità data dalla sua tecnica stellare, risultano intellegibili, sensibili a ogni sfumatura.

Lo confesso, il genere jazz è stato protagonista di larga parte della mia prova d'ascolto, perché ho individuato delle forti affinità elettive tra le Aliante e questo genere musicale, in una felice combinazione alchemica che ne esalta la raffinatezza. Eh si... le Seven hanno nel loro DNA questa dote, impossibile negarlo. La grande apertura del Dual Ring Radiator rende giustizia ai piatti della batteria in "Blues In B Flat" del Modern Jazz Quartet, qualsiasi sia la posizione d'ascolto non si verificano sbilanciamenti di sorta, il terso scintillio, la scrupolosa accuratezza e il bilanciamento fanno il resto per rendere questo brano coinvolgente. Una gamma alta da applauso è quella che emerge nell'album Speaking Of Now di Pat Metheny. Nel bellissimo "The Gatering Sky", la solarità del grande chitarrista si esprime appieno in una stoffa timbrica assolutamente accattivante. Gli sprazzi di luce vengono sostenuti da un'ariosità senza compromessi, svincolata dalla posizione d'ascolto. Il risultato è raggiunto senza escamotage, queste Aliante non ricorrono ai soliti furbeschi mezzi messi in atto per far fare la voce grossa a chi ne è privo. Niente enfasi sul medio-basso, quelle gobbette atte a gonfiarlo qui sono bandite. Dal lato opposto, le alte frequenze godono della medesima correttezza. La loro rimarchevole trasparenza e apertura non è ottenuta, anche qui, tramite ammiccanti enfasi, ma è diretta discendenza delle qualità del tweeter Peerless. Chi crede nelle misure dia un'occhiata all'estensione, linearità di questo driver e anche al Directivity Pattern.

Chi invece non le considera, non ha che da accomodarsi e ascoltare di cosa è capace questo Dual Ring Radiator. Ma forse è meglio chiamare i mezzucci di cui sopra con il loro giusto nome, cioè "colorazioni", quelle stesse che, se da un lato aiutano in certe situazioni, dall'altro monotonizzano la riproduzione privando il sistema della sua capacità discriminatoria. Proseguo con P. Metheny, è la volta dell'incantevole album One Quiet Night. "Song For The Boys" è una delle mie preferite, intrisa di poesia e speranza per il futuro. Le "pennate" sulla chitarra baritono, strumento appositamente costruito per Pat dalla liutaia canadese Linda Manzer, sono di una naturalezza assoluta, niente enfasi o aggressività, le Cat 7 ne esaltano con grande discrezione le qualità timbriche molto particolari, ogni minima nuance, la discesa verso sonorità scure e tenebrose, il tutto condito da una deliziosa grazia timbrica. È una cosa che vorrei sottolineare: questi diffusori appartengono a quella categoria di oggetti, di sicura raffinatezza, che non digrignano i denti per far venire fuori il dettaglio, ma piuttosto lo ricreano con la stessa fluidità con cui scorre l'acqua di sorgente. Rimango sul jazz con l'album Female Jazz Vocalist, curioso di sentire come se la cavano le piccoline con le voci femminili. E qui c'è davvero da divertirsi con artiste del calibro di Norah Jones, Diana Krall, Nancy Wilson e tante altre. Ci sono cose di fronte alle quali il recensore che ama il "burocratese" deve arrendersi, sensazioni che vanno provate di persona perché ogni descrizione, anche la più elegante, rischia di oscillare tra l'omissivo e l'impotente.

Ciò che viene fuori dalle Aliante è di un fascino assoluto, anche qui sono vietate le sottolineature, i tratti di mascara troppo accentuati lasciano il posto al rilievo di un occhio naturalmente bello, nelle Exclusive non c'è nulla di forzato, di artificiale. Si, un po' di enfasi sulle medie c'è, intorno a 1 - 2 kHz, visibile all'@anecoica come alle RTA in ambiente, ma non è disturbante, le Cat non "abbaiano" mai, piuttosto mostrano un comportamento moderatamente monitor in quella gamma di frequenze, cosicché l'ascoltatore possa sedersi in un posto delle prime file. È una considerazione di mero livello sonoro perché le misure non riescono a dire tutto, non possono, per esempio, oggettivare la bellezza e la delicatezza dell'impasto timbrico esibito da questi mini che è, ve lo assicuro, davvero notevole. Per le voci maschili non potevo rinunciare all'ascolto del grande "Faber", attingo a piene mani dai due volumi di "In direzione ostinata e contraria", prima antologia ufficiale postuma del cantautore genovese, esaustivo excursus del suo straordinario percorso artistico. Il registro medio-basso gode di un'ottima legatura con il basso, nessuno scalino o discoerenza si avverte e questo è quello che c'interessa, non discese abissali che la fisica non consente a questo diffusore. La voce di De Andrè appare quindi un po' smagrita ma si rifà con l'eccellenza di una gamma media sempre espressiva, musicale, soddisfacente sotto ogni punto di vista. Se è nella riproduzione di piccoli ensemble acustici che le Cat danno il massimo, non soffrendo di complessi d'inferiorità nel confronto con diffusori più costosi, le loro qualità spiccano anche in generi più impegnativi come il sinfonico o il rock pesante.

Le sue qualità di ricostruzione spaziale sono davvero eminenti, lo si sente nella grandiosa Sinfonia N. 1 in do minore WAB 101 di Anton Bruckner, diretta da Jaap van Zweden, una pagina ricolma di misteriosi ripiegamenti e aperture verso magnifici scenari melodici. Le nostre Seven mostrano ancora una volta grande precisione nella scansione, quasi micrometrica, dei piani sonori, molto complessi in questo caso. La scena si materializza profonda, di grande ariosità, a momenti sembra quasi di essere davanti a un diffusore omnidirezionale per quanto l'ascolto non subisce modifiche al variare della posizione. Queste Aliante sono bravissime a farsi da parte per lasciar posto unicamente alla musica. Non so per voi, ma per me la sensazione di libertà che regalano questi mini è davvero impagabile... Una rapida puntata sul rock me la concedo volentieri perché queste "pulci" sanno anche ruggire, non solo disegnare eleganti olografie sonore. Non dico che la cassa della batteria di Alex van Halen vi spettinerà, né che il basso di Wolfgang van Halen vi strapperà le viscere dalle loro sedi naturali, ma il suono graffia eccome, sempre ricco di feeling. Anche qui, se l'epigrafica brevità dell'assolo "Spanish Fly" vi riporterà alla mente scenari squisitamente "chic", sognanti, un brano come "Outta Love Again" vi condurrà alle orecchie e al cuore tutta l'alta tensione di cui questa musica è capace. Concludo le mie valutazioni ascoltando una serie di sonate di Domenico Scarlatti, pescate qua e là dall'integrale del clavicembalista Scott Ross, indiscusso gigante di questo strumento. Il buon sapore metallico delle corde pizzicate non tarda a farsi ammirare, cattura completamente la mia immaginazione trasportandomi d'emblée in un mondo arguto, spumeggiante, ma fatto anche di momenti meditativi e assorti.

Sempre di grande umanità, proprio come queste Catheram.


CONCLUSIONI

Lunga la recensione ma laconiche le note conclusive: per 580 euro vi portate a casa un pezzo di storia dell'elettroacustica. Dietro questi mini c'è una splendida idea, il manico di un grande progettista e l'accuratezza costruttiva tipica del marchio Aliante. Molto raffinate, le Catheram Seven Exclusive vanno pilotate con neanche tanta potenza, non mettono in crisi alcun amplificatore ma esigono da lui una stoffa timbrica di pregio, tale da farne risaltare tutte le ottime qualità. Buon ascolto...

Ringrazio Bebo Moroni per avermi concesso in prova una coppia di Aliante Catheram Seven Exclusive, l'ingegner Giuseppe Prato e Marco Pietrasanta per la preziosa collaborazione!

Alfredo Di Pietro

Aprile 2017


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