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giovedì 28 marzo 2024 ..:: AAAVT Yarland FV-34C-V ::..   Login
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 AAAVT Yarland FV-34C-V Riduci

INTRO

C'è una doverosa premessa da fare a questa recensione: non sono un grande conoscitore di amplificazioni valvolari. Pur avendone ascoltate tante alle mostre e in casa d'amici, sin'ora mi sono transitati in sala d'ascolto solo amplificatori in classe A/B e D, soprattutto "T", basati cioè sui chip Tripath. Tra questi ultimi continua a sorprendermi il TA2024, un vero campioncino di bel suono che rientrerà (dopo diversi testati) in una prossima "megaprova", a confronto con altri Chip Amplifier nel frattempo proliferati sul mercato. La spiegazione di questa mia carenza è tutto sommato semplice se si tiene conto dell'inclinazione che ho per l'"Entry level, giustificata da fattori esclusivamente economici. Una limitazione che però non riesce ad arginare la mia onnivora curiosità per tutto ciò che produca suono. Parafrasando una nota frase di Carmelo Bene, posso dire che tutta la mia storia di appassionato è "storia della phonè". Quasi sempre si pensa alle amplificazioni valvolari come a un qualcosa di non propriamente economico e un rapido sguardo al mercato sembra legittimare questa credenza. La situazione è tuttavia sensibilmente cambiata da quando l'asse economico-produttivo si è spostato verso l'oriente. La romana AAAVT, acronimo di "Amplificatori Audio A Valvole Termoioniche", ha così approfittato di quest'opportunità proponendo al cliente una serie di elettroniche molto ben suonanti e dal prezzo vantaggioso. Il patron dell'azienda è Mauro Scarabotti, appassionato di grande esperienza e competenza nel settore audio.

È anche grazie a lui che oggi l'audiofilo dalle non enormi possibilità economiche può godere dell'ineffabile suono dei valvolari. Il suo impegno nel regolarizzare l’importazione di alcuni apparecchi, tutti a valvole e costruiti in Cina (fra cui loYarland protagonista della nostra prova), si è rivelata una mossa vincente. Se si eccettuano i Carot One con la valvolina "'n còppa", questa è la prima elettronica interamente costituita da tubi a vuoto che prendo in esame. Ritengo quindi giusto ringraziare subito Mauro Scarabotti, che nel novembre 2015 si premurò d'inviarmi un AAAVT Yarland FV-34C-V come compagno dei diffusori monovia Gilverd Picomax, poi recensiti su queste pagine. Un po' la mia inesperienza dei tubi e un po' il fatto che l'FV-34C-V sia stato preso in considerazione più che altro come sussidiario alle Picomax, mi hanno fatto lungamente esitare sull'opportunità di recensirlo come "caso" audiofilo a sé stante. Alla fine ha prevalso il "si" e questo per diverse ragioni. Una prima è che le novità non devono mai spaventare, c'è sempre una prima volta, un primo caso che apre la strada a un nuovo filone, diciamo così, d'indagine; la seconda è la scoperta di un suono "speciale", dalla straordinaria attrattiva, rivelatosi davvero un'altra cosa rispetto a quanto ascoltato prima. Un terzo motivo, tutto personale, consiste nell'attitudine a lasciar traccia delle mie esperienze, cosa che ha portato alla formazione di un Database recensorio ingrossatosi nel tempo. Una traccia storica simile a una "Timeline" in continuo aggiornamento in cui possa io per primo specchiarmi, rivedere il già fatto rileggendolo (a volte con tenerezza) alla luce del livello oggi raggiunto.

In un mondo di guru, di recensioni patinate che danno una visione "smerigliata" del DUT, rivendico il valore della tracciabilità di un avvincente percorso personale, dalle prime esperienze alle successive evoluzioni. A scanso di equivoci, è bene sottolineare cha la AAAVT opera nel mercato secondo criteri di specchiata correttezza, nel rispetto delle vigenti normative europee, niente a che vedere quindi con forme d'importazione parallela né tantomeno irregolare. Le apparecchiature distribuite rispondono a quanto previsto dal DPR 459/96, sono corredate da un completo manuale d’uso e manutenzione redatto nella lingua del Paese di distribuzione e dalla Dichiarazione di conformità CE. A tempo debito esamineremo anche queste. L'attuale catalogo, visionabile sul sito ufficiale AAAVT, comprende una serie completa di elettroniche Yarland, tra cui dodici integrati: T300-S, T34P, T66-P, T84-P, T845-S, T88-P, Auklet-300J, Auklet- 845J, Auklet-88J/150J, FV-34B-V, FV-34C-V, FV-34A-IV e il PM7, preamplificatore stereofonico "Dual-mono" in classe A, con doppia rettificatrice e doppio stadio di alimentazione. Il modello oggetto della nostra prova è una versione italiana, realizzata da Yarland su specifiche AAAVT, contenente diverse migliorie rispetto sia alla versione realizzata per il restante mercato europeo, sia alla versione standard, realizzata per il mercato orientale.


LO YARLAND FV-34C-V SOTTO LA LENTE D'INGRANDIMENTO



Specifiche dichiarate:

Amplificatore Stereo Push-Pull Autobias
Valvole di potenza: Quattro EL84
Valvole Sfasatrici/Driver: Due 6N3/5670
Valvola preamplificatrice: Una 12AX7
Banda Passante su 4 Ohm - 8 Ohm: da 20 Hz a 20 kHz +/-1db
Massima potenza in uscita: 15+15 Watt RMS su 4 e 8 Ohm
Uscita cuffia: 16-120 Ohm
Rapporto segnale disturbo: 90 dB
Bilanciamento tra i canali: 0,5 dB
Impedenza d’ingresso a 1 kHz: 100 KOhm
Ingressi: CD / Aux / Multimedia
Uscite linea: 2
Massimo assorbimento: 90 VA
Dimensioni: 190 X 230 X 200 (mm)
Peso: 9 Kg

 



Potremmo definire l'estetica dello Yarland FV-34C-V come un indovinato mix tra moderna eleganza e più rudi richiami in stile "rétro". La vista è subito catturata dal frontalino in vero legno, molto bello, che impreziosisce non poco l'aspetto generale. Si crea così un contrasto abbastanza netto tra legno e parti metalliche. Queste hanno una finitura particolare, un nero a effetto rugoso ottenuto con vernice raggrinzante che conferisce un tocco di "Old Style", rafforzato dalle valvole NOS (tranne la preamplificatrice) visibili sulla piastra superiore. Compatto e piuttosto pesante (9 Kg) è largo 23, profondo 20 e alto 19 cm; va da sé che gran parte del peso è dovuta ai tre trasformatori "Iron" col 4 % di silicio, due di uscita e uno di alimentazione, protetti da un robusto contenitore in metallo. Cominciamo la descrizione dello Yarland dal frontale, costituito da un pannellino in vero legno di discreto spessore e foggia non banale, essendo stondato agli angoli e rastremato verso le estremità laterali. Le due manopole in plastica poste ai lati offrono una sensazione tattile di leggera inconsistenza, una piccola tacca circolare, purtroppo poco visibile, indica la loro posizione. La sinistra corrisponde al potenziometro del volume mentre la destra manovra il selettore degli ingressi, al centro c'è un connettore Jack Stereo da 6,35 mm per l'uscita cuffia. Nel manuale utente è indicato l'uso di cuffie con impedenza compresa tra 16 e 120 Ohm. Comandi e uscita cuffia sono indicati da piccole ma ben visibili scritte gialle poste al disotto. Una finezza stilistica: In corrispondenza delle manopole il legno presenta un'apertura svasata verso il basso. Il lato "B", quello meno in vista, è privo di ricercatezze estetiche tradendo la sua natura squisitamente funzionale.

A sinistra troviamo i connettori RCA d'ingresso per le due sorgenti linea "CD" e "Aux", al centro i morsetti di uscita per i diffusori, quattro Binding Post dorati multifunzione di buona fattura che accettano banane, forcelle e cavo spellato. Sono inglobati in coperture isolanti in plastica trasparente, molto utili a evitare corto circuiti accidentali, al centro troviamo un selettore a levetta che commuta il funzionamento tra le modalità "Speaker" ed "Earphone". I morsetti sono solo quattro, non differenziati in base al carico, il positivo indica un generico "4-16 Ω". A destra infine è posta la vaschetta IEC, dotata di fusibile da 2 A, per il collegamento del cavo di alimentazione. Sul lato destro, in una piccola rientranza, sono accolti i quattro connettori sbilanciati RCA per le due uscite linea. Dando un'occhiata alla risposta in frequenza, credo siano state pensate per il collegamento di un subwoofer, ipotesi confermata dallo stesso Mauro Scarabotti. Accanto alle coassiali è presente un ingresso multimediale USB di tipo A, dedicato all'utilizzo di ricevitori Bluetooth per Smartphone, PC, Laptop, Tablet. A questa può essere collegato anche un PC (Laptop, Tablet...) oppure un "U Disk" contenente file audio APE, Mp3, FLAC, WMA. Sul fianco sinistro è presente soltanto il pulsante di accensione e spegnimento. Sul top c'è la parte più "coreografica", che nei valvolari è certamente individuabile nel parco valvole, soprattutto se osservata in ambienti bui ad apparecchio acceso. Le sette valvole che equipaggiano lo Yarland FV-34C-Vsono ospitate in altrettanti zoccoli, numerati da V1 a V7. Il V1 corrisponde alla valvola preamplificatrice a doppio triodo 12AX7, nel nostro caso una "Full Music" di fabbricazione cinese.

V2 e V3 ospitano le due sfasatrici/driver doppio triodo NOS General Electric JAN- 5670W, made in USA, mentre i restanti quattro (V4 - V7) sono dedicati al quartetto di NOS General Röhren EL84 (Produzione Germania EST anni '70) che fornisce il segnale amplificato in uscita. Una volta rimossa la lastra metallica inferiore si accede all'interno, caratterizzato da una filatura ordinata e una componentistica passiva di buona qualità. Di vari marchi sono i condensatori utilizzati: due relativamente grossi elettrolitici Nippon Chemi-Con KMQ da 470 µF - 450 V sono impiegati nella sezione filtro dell'alimentazione. Altrove si notano quattro Wima MKP 10 da 0,1 µF - 400 VDC/250 VAC in polipropilene e due Chirm Cap da 0,47 µF - 630 V con tolleranza +/- 5%. Il potenziometro è un pregiato Alps. In corrispondenza della presa USB A si nota una basetta in vetronite con la circuitazione del ricevitore Bluetooth. Attenzione alle dita perché durante il funzionamento il coperchio dei trasformatori può raggiungere agevolmente temperature di 60° C.




CONFIGURAZIONE

Qualche rapido cenno tecnico. Lo Yarland è un amplificatore del tipo "Push-Pull", letteralmente "Spingi-Tira", con la sezione finale di potenza costituita da due valvole uguali (due EL84 nel nostro caso) che svolgono il loro compito in modo alternato, amplificando due segnali uguali ma sfasati di 180° che poi verranno sommati e ricomposti sul primario del trasformatore d'uscita. Come si ottiene lo sfasamento? Si realizza mediante uno stadio invertitore di fase in cui operano due valvole dette "sfasatrici" o "Phase Splitter". Questo precede lo stadio finale e funge anche da "Driver" per il pilotaggio dei dispositivi finali di potenza. L'invertitrice sfasa l'onda sinusoidale che arriva ai finali di 180°, in modo che quando la semionda positiva arriva a una valvola finale, all'altra arriva quella negativa. In buona sostanza assolve al compito di dividere il segnale in ingresso dalla sezione preamplificatrice in semionde positive e semionde negative. Il risultato è quindi che le finali amplificano un paio la semionda positiva e un paio quella negativa. Così si riesce ad avere una potenza in uscita doppia rispetto al singolo elemento che amplifica l'intera sinusoide, poiché ogni valvola lavora solamente su metà del segnale da amplificare e non sul totale. Il vantaggio rispetto ai "Single Ended", in cui una sola valvola si occupa di amplificare l'intera onda sinusoidale, è l'ottenimento di potenze considerevoli, potendo lavorare in una classe di funzionamento, la AB, che ha un maggior rendimento energetico. Un altro vantaggio del Push-Pull è che, essendo un circuito simmetrico, porta all'eliminazione della distorsione di seconda armonica, ottenuta automaticamente nell'ambito di ogni stadio.

Gli svantaggi sono essenzialmente due: maggior complessità di realizzazione dell'amplificatore, che necessita di uno stadio in più, l'invertitore di fase appunto, è l'insorgenza di un tipo di distorsione detta "d'incrocio", che si produce quando il segnale passa per lo zero, nel momento della commutazione tra i due dispositivi finali. Il discorso riguarda ovviamente il caso in cui venga utilizzata una polarizzazione in classe B, dove ogni valvola finale si spegne alternativamente, non il caso comunque del nostro Yarland, che funziona in classe A. Anche qui però c'è un rovescio della medaglia... nella classe A emerge il problema del basso rendimento e la dissipazione di potenza in assenza di segnale in ingresso, con l'alimentatore che deve fornire sempre la massima potenza. Un altro particolare dello Yarland è il funzionamento del finale in configurazione ultralineare, implementabile questa sia in un finale Single-Ended che Push-Pull che però adoperi solo dei pentodi. In questi la griglia schermo viene collegata a una presa intermedia del trasformatore di uscita, cosicchè la tensione di questa sia variabile e insegua il valore della tensione di placca. Viene assicurato un rendimento alto e un comportamento intermedio fra quello di un pentodo e quello di un triodo. L'intenzione alla base di questa configurazione è di sfruttare il meglio delle caratteristiche delle due tipologie di valvole. Nel manuale utente dello Yarland viene indicata una durata di vita delle valvole termoioniche di circa 5000 - 10.000 ore per quelle originali montate. Un cenno merita anche l'uscita cuffia, che ha un'impedenza piuttosto alta. Ho trovato la sua qualità sonora senza infamia e senza lode.


LE MISURE

Setup

Dummy Load & Differential Front End Lym Audio
Scheda Audio Creative Professional E-MU Pre Tracker USB 2.0
Multimetro digitale PCE UT-61E
Cavi schermati autocostruiti più vari


PREAMPLIFICATORE

GUADAGNO

Segnale Test [500 mV (-12,78 dB FS) - 1000 mV (-6,755 dB FS) -2000 mV (-0,68 dB FS)]


DIFFERENZA CANALI

Differenza Canale DS/SN:
Destro 1006,7 Hz/-17,82 dB
Sinistro 1006,7 Hz/-17,29 dB
Differenza: 0,53 dB


IMPEDENZA D'INGRESSO

INGRESSO CD:
Canale Destro: 1093 Ohm
Canale Sinistro: 1093 Ohm

INGRESSO AUX:
Canale Destro: 1093 Ohm
Canale Sinistro: 1093 Ohm


IMPEDENZA D'USCITA

USCITA Line Output:
Canale Destro: 48.400 Ohm
Canale Sinistro: 48.400 Ohm


Come già visto nella descrizione generale, lo Yarland dispone di due uscite linea "Line Output". Queste sono utilizzabili, come recita il manuale utente, per la preamplificazione di un subwoofer o altro dispositivo. Si tratta di un'unità passiva, che opera cioè attenuando il segnale in ingresso e non elevandolo in tensione. Come segnale test è stata utilizzata una sinusoide a 1000 Hz di voltaggio crescente: 500 mV, 1000 mV e 2000 mV.



L'andamento della risposta in frequenza mostra un roll off abbastanza deciso sulle alte: A 5000 Hz il livello accusa un calo di 0,35 dB rispetto al centro banda (1000 Hz), che sale a 1,25 dB a 9956 Hz e 3,77 dB all'estremo dei 20.127 Hz. Dal lato basse frequenze è invece del tutto trascurabile, visto che i 20 Hz sono attenuati solo di 0,22 dB. Alla luce di questo comportamento, si consiglia di usare in via fortemente preferenziale le uscite linea per il collegamento di un subwoofer. La differenza di uscita tra i canale destro e sinistro è di 0,53 dB a favore del sinistro.



Per la rilevazione della THD/THD+N sono stati individuati tre livelli di segnale, 0,5 - 1 - 2 Volt, i medesimi impiegati nel calcolo del guadagno. A 0,5 Volt ci troviamo di fronte a un buon 0,018% di THD e un valore molto simile di THD+N: 0,019%. La spuria di rete (50 Hz) ha un livello sulla spettrale di -108 dB, alla distanza perciò di -94 dB dalla fondamentale a 1 kHz. L'andamento in questa porzione di frequenze è visibile con maggior chiarezza di dettagli nella graficazione logaritmica. Ben contenute appaiono le armoniche pari. Con il doppio tono test è possibile valutare la distorsione d'intermodulazione, quelli prescelti per l'FV-34C-V sono il soliti da me utilizzati, cioè 13/14 kHz, 19/20 kHz e 250/8000 Hz. Lusinghieri i risultati, con un a IMD dello 0,023% a 13/14 kHz, anche qui le componenti pari (DFD2) sono nettamente inferiori a quelle dispari (DFD3), rispettivamente dello 0,0035% e 0,021%. Con il doppio tono a 19/20 kHz troviamo una IMD totale anche inferiore, precisamente dello 0,018% (DFD2 0,0037% - DFD3 0,015%). Alla più critica SMPTE IMD, con i due toni a 250 Hz e 8000 Hz, i valori salgono un po'. La totale è dello 0,19% mentre le componenti pari e dispari (MD2 - MD3) sono appaiate sullo 0,12%.



Favorevole risulta anche il quadro distorsivo ricavato a un livello di tensione superiore, con il tono test sinusoidale a 1 Volt. In questo caso la THD e THD+N rimangono praticamente stabili sui valori visti a 0,5 Volt, perfettamente appaiate entrambe sullo 0,019%. Un quadro simile compare anche alla IMD 13/14 kHz, lievemente in rialzo si mostra invece la IMD 19/20 kHz totale, rispetto al valore di tensione più basso inizialmente preso in considerazione: 0,033%, con la DFD2 sostanzialmente invariata (0,0039%) e la DFD3 che cresce alla 0,024%. 0,21%, 0,12%, 0,16% sono le percentuali riscontrate alla SMPTE IMD, rispettivamente totale, MD2 e MD3.



Al livello di tensione superiore (2 Volt) si verifica un prevedibile incremento, il quale porta THD e THD+N sullo stesso valore percentuale dello 0,49. Per quanto riguarda la IMD, con il doppio tono superiore (13/14 kHz - 19/20 kHz) si affacciano valori tra lo 0,1 e 0,2% (0,11% e 0,22%), ch salgono al 2,24% nella SMPTE IMD con doppio tono distanziato a 250-8000 Hz.



Il comportamento della sezione preamplificatrice nei grafici di distorsione Vs frequenza mostra un immaginabile aumento sulle alte frequenze, che si verifica nel caso dello Yarland gradatamente e a partire da circa 1000 Hz. Alla tensione test di 0,5 Volt, intorno ai 4500 Hz avviene un'inversione di tendenza, con la seconda armonica che supera sia pur di poco la terza. Sempre alla stessa frequenza, la THD raggiunge valori prossimi allo 0,045%, a 10 kHz la percentuale sale allo 0,11 e all'estremo banda (20.936 Hz) si attesta sullo 0,32%, con la D2 e D3 molto vicine. A 1 Volt il grafico si presenta con un andamento più regolare. Tenendo come riferimento le frequenze prese in considerazione precedentemente, a 4500 circa la THD è sullo 0,07%, 0,16% a 10 kHz e 0,29% all'estremo superiore. Il range in cui la seconda armonica scende sotto la terza è tra 200 e 5000 Hz. Al livello di tensione di 2 Volt le curve si spianano ulteriormente e raggiungono tassi distorsivi maggiori. S'inverte il trend in salita verso le alte frequenze.


SEZIONE INTEGRATO

GUADAGNO

Ingresso 59,3 mV (-32,16 dB FS) Uscita 2830 mV----->Guadagno 33,575 dB
Ingresso 191,5 mV (-21,47 dB FS) Uscita 6324 mV----->Guadagno 30,376 dB
Ingresso 293,2 mV (-17,65 dB FS) Uscita 8000 mV----->Guadagno 28,718 dB

Clipping: 8860 mV

Guadagno Medio: 30,890 dB

8 Ohm
Differenza Canale DS/SN:
Destro 1006,7 Hz/-18,80 dB
Sinistro 1006,7 Hz/-18,47 dB
Differenza: 0,33 dB

4 Ohm
Differenza Canale DS/SN:
Destro 1006,7 Hz/-17,91 dB
Sinistro 1006,7 Hz/-17,62 dB
Differenza: 0,29 dB


IMPEDENZA D'USCITA

Canale Destro: 1,61 Ohm
Canale Sinistro: 1,66 Ohm


DAMPING FACTOR

Canale Destro: 4,99
Canale Sinistro: 4,84

USCITA CUFFIA

Impedenza d'uscita: 455 Ohm


Il guadagno risulta variabile all'aumentare del segnale in ingresso, con una progressiva compressione man mano che si sale in voltaggio. Il guadagno medio è stato calcolato su tre livelli di tensione crescenti in ingresso e risulta essere di circa 31 dB. Il clipping si verifica a circa 9 Watt su 8 Ohm con un rialzo massivo di tutte le armoniche. La differenza di livello tra canale destro e sinistro è contenuta in 0,33 dB a 8 Ohm e 0,29 dB a 4 Ohm (a favore del sinistro che esce più alto). Piuttosto alta l'impedenza d'uscita sui due canali, dato che porta a un fattore di smorzamento non esaltante, tipico tuttavia della filosofia valvolare.



Estesa e regolare la risposta in frequenza che si presenta ai morsetti di potenza dello Yarland. Prendendo in considerazione il canale destro su carico di 8 Ohm, i 20 Hz sono attenuati di 0,31 dB rispetto ai 1000 Hz, i 10.000 si trovano a -0,04 dB, a -0,06 dB i 20.000 Hz e a -0,23 dB i 50 kHz. La situazione rimane sostanzialmente invariata su carico di 4 Ohm, dove sullo stesso canale destro i 20 Hz si trovano a -0,3 dB, i 10.000 Hz a -0,06 dB e i 20.000 Hz a -0,09 dB.



Come per la sezione preamplificatrice, sono state individuate tre tensioni crescenti d'uscita che simulano l'utilizzo a bassa potenza (1 Watt/ 8 Ω), media (5 Watt/8 Ω) e alta, in prossimità del limite e poco prima che si manifesti il clipping (8 Watt/8 Ω). Si parte con un 0,17% di THD e 1,67% di THD+N a 1 Watt, che diventano rispettivamente 0,53% e 1,35% a 5 Watt, per finire al 4,78% e 4,97% a 8 Watt, segno dell'approssimarsi del limite. Seguono a ruota i risultati delle distorsioni d'intermodulazione, che presentano costantemente una DFD2 minore della DFD3, tranne che nella SMPTE IMD con doppio tono test a 250 e 8000 Hz, in cui a 1 e 5 Watt sono gli ordini pari a essere di valore superiore ai dispari. Lo Yarland FV-34C-V non ronza, come talvolta capita agli amplificatori e non solo a valvole: la spuria di rete nel grafico di THD/THD+N a 1 Watt si trova a -90.941 dB, vale a dire a una distanza di quasi -70 dB dalla fondamentale. Più alta invece la sua seconda armonica (100 Hz) che raggiunge un'altezza sul grafico di -81,592 dB. In sede d'ascolto il nostro piccolo valvolare ha manifestato un'ottima silenziosità, anche a volume molto contenuto, a tutto vantaggio della nettezza e articolazione del dettaglio fine.



Con il software Steps è possibile tracciare dei grafici di distorsione armonica, THD e ordini superiori sino al sesto, secondo la tecnica "Heterodyned Stepped Sine". Quelli relativi allo Yarland ne mostrano l'andamento sui tre livelli di tensione già esaminati di 1, 5 e 8 Watt. Come si evince dalle immagini, alla tensione minore avviene un aumento sulle alte a partire dai 2 - 3 kHz, il tasso di THD arriva sullo 0,8% all'estremo superiore, la seconda armonica è leggermente superiore alla terza sino a 5000 Hz, limite oltre il quale è a terza a sopravanzare la seconda. A 5 Watt di uscita le basse partono in salita, segue una discesa che porta la THD a stabilizzarsi intorno allo 0,4-0,5% da 130 Hz a 7000 Hz, solo dopo si realizza l'incremento sulle alte, contenuto entro lo 0,6% sino a 10 kHz. Al wattaggio superiore (8 Watt) la curva si appiattisce ulteriormente nel procedere verso valori distorsivi più elevati. L'incremento sulle alte avviene anche qui oltrepassando i 7000 Hz. La seconda armonica qui è nettamente inferiore alla terza a partire da 90 Hz, il massimo della forbice si ha tra 5000 e 6000 Hz, dove annotiamo una seconda di soli 0,146 punti percentuali, a fronte di una terza che invece raggiunge il 2,214%.



Nei grafici di THD e IMD Vs Ampiezza ci troviamo di fronte a un andamento regolare. Un aumento sostanziale dei tassi distorsivi si verifica alla THD oltre i 6 Watt. Nella IMD, a fronte di un'ottima prestazione nel doppio tono 13/14 kHz, la più critica SMPTE IMD rivela un'impennata non appena oltrepassati i 6 Watt.


CHIARE FRESCHE E DOLCI ACQUE
L'ASCOLTO


Setup

Personal Computer Lenovo G50 con player JRiver Media Center
Scheda Audio E-MU Creative Pre Tracker USB 2.0
M2Tech hiFace DAC 384/32
Giradischi Pro-Ject Debut II SE con testina Denon DL 160
Cavi di segnale Supra Dual RCA e Kimber Hero
Cavi di potenza e alimentazione Labirinti Acustici Fluxus
Diffusori Gilverd Picomax, Openitm Cocaine S-40 Improved, Dynavoice Definition DF 6, Canton LE 109

Le buone vecchie valvole... viste le premesse, capirete che ho iniziato questa prova d'ascolto con grande curiosità. In un pianeta dell'Hi Fi popolato da varie creature, ero sicuro che questa sarebbe stata un po' speciale. La mia fede (che credevo incrollabile) per lo stato solido, dopo l'ascolto di questo piccolo gioiello lo è diventata molto meno. Qualunque cosa riproduca questo Yarland FV-34C-V diventa un po' speciale, non solo la musica acustica ma anche i generi moderni più movimentati vengono trattati con grande efficacia, potendo disporre di elettroacustiche di caratteristiche adeguate. Ma andiamo con ordine. Da valvolare, la miglior qualità sonora si ottiene una volta raggiunto l'equilibrio termico e questo avviene dopo circa dieci - venti minuti dopo l'accensione. Non occorrono quindi i lunghi tempi di preriscaldamento solitamente necessari (trenta - sessanta minuti). Bontà di Mauro Scarabotti, ho avuto in casa l'amplificatore per diversi mesi, alternando le sedute con i vari diffusori che avevo sotto mano. Chi mi legge sa che non sono un amante degli ascolti "una botta e via", la prima impressione può essere ingannevole, gli eventuali entusiasmi (o delusioni) iniziali vanno sempre presi "cum grano salis" poiché quasi sempre si modificano in seguito. La seconda fase deve convogliare ascolti più ragionati, a bocce ferme, con i generi più disparati mentre la terza e conclusiva deve saper estarre il succo di tutto l'iter favorendo la formulazione di un giudizio conclusivo che senza meno deve tener conto anche delle impressioni iniziali. Il feeling immediato che un oggetto è in grado o meno di stabilire fa parte della sua personalità, alcuni s'impongono con autorità all'istante, altri si fanno apprezzare sulla distanza.

Lo Yarland è uno di quelli che non fa tentennare il giudizio, tanto sono evidenti da subito le sue qualità, in primis quella di una meravigliosa naturalezza e totale assenza di ogni minimo sintomo di artificiosità "elettronica", i quali si risolvono in una specie di presa diretta con la più autentica personalità armonica di strumenti e voci. Una diecina di Watt scarsi possono essere pochi ma anche molti, tutto dipende dalla sensibilità del diffusore e dalla sua pilotabilità in termini di modulo e argomento d'impedenza. Il solo dato di sensibilità, pur importante, può essere ingannatore, ecco perché lo Yarland collegato alle Gilverd Picomax e alle Openitem Cocaine S-40 si è comportato più che bene, anche se il loro dato di sensibilità (poco più di 82 dB/2,83 V/m) avrebbe fatto presuppore pressioni da cornetto acustico. Invece no... il livello di pressione era più che adeguato per un ascolto condominiale. La stessa cosa è accaduta con le mie due torri, Canton LE 109 e Dynavoice Definition DF 6, soprattutto la seconda si è comportata davvero bene, sfoderando una grinta insospettabile anche sui generi più energetici. Non è citata nel setup, ma avevo a disposizione anche una coppia di King Sound Queen II, diffusore ibrido elettrostatico/dinamico da 84,875 dB/2,83 V/m e un modulo tutt'altro che facile, dove l'impedenza sui pannelli crolla a valori improponibili. Ora mi direte che nessun audiofilo presumibilmente sano di mente avrebbe fatto un abbinamento simile... io l'ho fatto, per pochi secondi, con i risultati che potete ben immaginare. Non si sa mai, gli appassionati a volte sono un po' "eccentrici", vestono i panni dei "ricercatori" ma la fisica è fisica. Ad ogni modo chi mi legge è avvertito: è fermamente sconsigliabile azzardare certi interfacciamenti, anche perché carichi troppo bassi potrebbero danneggiare la sezione finale.

Assolutamente deliziosi i risultati conseguiti con le Gilverd Picomax, piccolo monovia caricato in DCAAV provato su queste pagine, in termini di coerenza e bellezza timbrica. Come vi ho spiegato all'inizio lo Yarland mi è stato inviato proprio come candidato ideale al loro pilotaggio. Da "standing ovation" in particolare la riproduzione del violino e degli archi in genere, una vetta praticamente insuperabile, pur con tutte le evidenti limitazioni che una tale accoppiata presenta. Pochi ma eccellenti watt e un largabanda ben progettato possono dare dei risultati straordinari, mi spingo a dire impareggiabili nei suddetti parametri, l'impianto può così diventare una specie di sirena dalla quale è davvero difficile sconnettere le orecchie. Un olimpico fluire di note che entra sommessamente nei nostri spazi, si integra con una genuinità tale da entrare a far parte a pieno diritto del nostro quotidiano. Mai disturbante, un siffatto setup lo si ascolterebbe per giornate intere senza che faccia venire la voglia di spegnere l'impianto. Non saprei come meglio descrivere le sensazioni suscitate dall'ascolto del CD "Johann Sebastian Bach Lute Music" con Yasunori Imamura al liuto. Carezzevole e levigato, senza essere soporifero, è il flauto di Felix Renggli nell'Introduzione e Variazioni "Trockne Blumen" da "Die Schone Mullerin" per flauto e pianoforte in mi minore D. 802 di Franz Schubert  Le frequenze medie hanno una luce tutta particolare e un'incantevole setosità. Intenso il pianoforte. La materia sonora trattata acquista una somma scorrevolezza, qui il termine "musicalità" davvero s'impossessa di una valenza tra le più elevate e nobili. Nelle Suite per violoncello solo di J.S. Bach, splendidamente interpretate da Enrico Dindo per Universa-Decca, ci troviamo di fronte a uno strumento caldo, ubertoso negli armonici, pienamente riconoscibile nello scuro sapore ligneo.

Nel bellissimo CD "Azio Corghi...tra la Carne e il Cielo" troviamo ancora un violoncello, il Giovanni Grancino di Silvia Chiesa che si integra in un'ensemble formato da archi, pianoforte, soprano e voce recitante. Un album che proietta l'ascoltatore in una dimensione inconsueta, ottimamente registrato, con un perfetto equilibrio dei piani sonori conseguito dal quel Sound Engineer DOC che è Raffaele Cacciola. Ancora una volta impressiona il comparto medio-alto, sempre di qualità elevatissima, limpido come un cristallino appena impiantato. La prestazione ha una dolcezza che conquista (e non solo l'orecchio più raffinato). Non bisogna essere delle "orecchie d'oro" per capire di trovarsi al cospetto di una presentazione oltremodo accurata, ricca di quel dettaglio sottile dove i buoni valvolari eccellono. Si apprezza nei pianissimo anche l'ottima silenziosità di questa elettronica che non ronza e non soffia neanche un po'. Sulla corposità del basso mi sono già espresso, ma quanto è teso e articolato? Dalla mia collezione di CD estraggo Billy Cobham & Novecento "Drum 'n' Voice Vol. 3", un album rivelatore in tal senso, rimuovo dallo stand le Gilverd e collego le Dynavoice, che sfoggiano una prestazione molto convincente in termini di SPL e grinta. La chiarezza estrema delle medie, la luce sprigionata, contribuiscono a rendere emozionante l'ascolto; la batteria se non esplosiva è apprezzabilmente veloce, ben definita e dai piatti ricchi di armonici. Il basso però è quello che più ci interessava valutare. Niente male come estensione e corpo ma non è propriamente teso e granitico come nei migliori stato solido, ma questo era prevedibile. Non risulta però mai impreciso e men che meno fuori controllo, convincono le sue doti soprattutto con le Canton, anche se la pressione sviluppata da queste è inferiore alle più sensibili Dynavoice.

Diciamo che il range inferiore è una buona via di mezzo tra le due filosofie circuitali. Jazz e voci restano affatto affascinanti, coinvolgente "Chocolate Kings" della Premiata Forneria Marconi, dal suono munifico, chiaro e pieno, mai aggressivo né tantomeno vetroso. Sono qualità che evidentemente non avvantaggiano solo i tranquilli ensemble acustici ma la riproduzione in se, sempre contraddistinta da un efficace mix di rilassatezza e presenza, luminosità, musicalità e una tempra timbrica che non manca mai di sorprendere nel parametro della naturalezza. Così, suadentemente adamantina si affaccia la voce di Rickie Lee Jones nell'omonimo album in vinile, valida nella microdinamica, godibilissima negli accenti come negli improvvisi guizzi. Nella chitarra ritroviamo ancora una volta quelle prerogative che fanno grande questo integrato. Bob Mintzer e Brad Mehldau coprono il repertorio jazzistico, le stratificazioni strumentali si presentano equilibrate nell'impasto, le linee di basso in "Longing" di Bob Mintzer sono eloquenti e materiche. Se c'è una virtù che all'FV-34C-V non manca è proprio quella di una mirabile melodiosità con la quale ammanta ogni cosa, la sensazione di un suono che sgorga spontaneamente alla sorgente, mai forzato a monte da una spinta anomala. Il Brad Mehldau di "Blues e Ballads" ci offre un Jazz sornione, a tratti un po' gigione, ma sempre di grande intensità. Buone notizie provengono dalla riproposizione del palcoscenico tridimensionale, parametro di cui io parlo sempre con moderazione per il fatto che può essere fortemente condizionato dalle tecniche di ripresa e dall'editing.

Nel caso del nostro Yarland si può parlare di buon equilibrio tra larghezza, altezza e profondità, senza che una dimensione prevalga sull'altra, ma soprattutto di un valido effetto presenza con delle medie esemplarmente trasparenti, vero centro della riproduzione da cui si diramano le basse e alte. La buona analiticità (che non degenera mai in un'artificiale puntigliosità) diventa fulcro di scansione dei piani sonori. Le informazioni sull'ambienza sono molte ma, torno a ripetere, è lo straordinario tappeto di particolari sottili che diventa il suo vero asso nella manica. La sottigliezza di cui è capace questo piccolo integrato lo proietta "d'emblée" verso sfere di qualità superiore, avvicinandolo di molto al mondo dell'High End più autentica. Termino con la musica sinfonica, non la grande orchestra tardoromantica di dimensioni colossali, alla "Mahler" per intenderci, ma un ensemble di dimensioni più ridotte, come quello presente nel disco "Johann Sebastian Bach - Keyboard Concertos BWV 1052-1056 & BWV 1058". Protagonisti l'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI e il bravissimo Andrea Bacchetti, uno tra i più grandi interpreti bachiani attualmente sulla scena mondiale. I colori degli strumenti hanno una riconoscibilità piena e immediata, commutando l'ascolto con altre elettroniche meno nobili ci assale la sensazione di un "qualcosa che manca",  un che d'incompleto che lo Yarland riesce a ricolmare alla grande suscitando impressioni difficili da descrivere a parole. Una sensazione esaltata dall'abbinamento con i monovia Gilverd Picomax.


CONCLUSIONI

Sono sicuro che questo piccolo gioiello, prodotto dalla Yarland Sound Equipment Factory Of China, soddisferà completamente il suo utilizzatore e questo per un motivo molto semplice: accorpa le qualità timbriche dei migliori valvolari a un prezzo d'acquisto onesto. Non presenta criticità, va solo messa una certa cura nella scelta diffusori, i quali devono essere abbastanza sensibili e facilmente pilotabili, ma soprattutto dalle corrispondenti qualità sonore di raffinatezza timbrica. Una volta ricostituito il giusto interfacciamento, s'instaurerà una magia che vi porterà a godere di un suono fantastico, completo e difficilmente eguagliabile nella naturalezza di emissione.
L'AAAVT Yarland FV-34C-v viene venduto completo di attestato di conformità alla direttiva 2004/108/EC sulla compatibilità elettromagnetica. La garanzia è di due anni su tutto l'apparecchio mentre le valvole sono garantite per 90 giorni a partire dalla data d'acquisto. Il suo prezzo d'acquisto è di 565 euro.

Ringrazio Mauro Scarabotti della AAAVT per avermene concesso un esemplare in prova.


Alfredo Di Pietro

Giugno 2016


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